“Una statua colossale di Amenhotep III in quarzite è stata sollevata nel suo luogo originario dai membri del “The Colossi of Memnon and Amenhotep III temple conservation project“, un team euro-egiziano che lavora per la conservazione del tempio funerario di Amenhotep III a Luxor dal 1998.
Il colosso rappresenta Amenhotep III seduto su un trono decorato e accompagnato da una statua bellissima e molto ben conservata della regina Tiye, in piedi vicino la gamba destra del re.
Il colosso era stato trovato disteso tra le rovine del tempio funerario di Amenhotep III. È la statua settentrionale di un paio di colossi in quarzite che una volta stavano eretti presso la porta del secondo pilone (il tipico ingresso monumentale di un tempio egizio), 100 metri dietro i famosi Colossi di Memnone, a guardia del primo pilone.
Il colosso, distrutto da un fortissimo terremoto intorno al 1200 a.C., era stato tolto dal fango nel 2004, trasportato su un terreno solido per lo studio e la conservazione nel 2005, e riportato in prossimità della sua base nel 2011. L’operazione di sollevamento è iniziata lo scorso 6 febbraio ed è finita con successo il 13.
Alcuni pezzi della statua – come ginocchio, torace e testa – verranno aggiunti in futuro. L’anno prossimo verrà anche sollevata nella sua posizione originale la parte inferiore del colosso a sud, scoperto nel 2003.
Nel 2011 era stata dissotterrata un’altra statua colossale di alabastro di Amenhotep III: affiancava un percorso che portava al terzo pilone”.
Fonte ed immagini: (Luxor Times).
Da una prima stima anche se approssimativa, ne deduco che il colosso fosse alto in origine dai 16 ai 18 metri, come un palazzo di 10 piani circa.
Una scultura davvero imponente e straordinaria, chiaramente ispirata e realizzata da una cultura altamente progredita e cultrice della bellezza.
La civiltà e la cultura egizia, mi hanno sempre ipnotizzato. Credo comunque che il fascino “magnetico” di questo popolo antico, agisca indistintamente su chiunque veda un’ immagine, apra un libro o per i più fortunati, metta piede in quella terra magica.
Ed ecco che ritorniamo allo “Spirito” creatore, che permea ed “aleggia” nella materia.
SPIRITO: Il nome «Spirito» traduce il termine ebraico רוח ("ruach") che, nel suo senso primario significa "soffio", "aria", "vento", "respiro".
"Secondo L'Antico Terstamento lo SPIRITO ha:
SPIRITO: Il nome «Spirito» traduce il termine ebraico רוח ("ruach") che, nel suo senso primario significa "soffio", "aria", "vento", "respiro".
"Secondo L'Antico Terstamento lo SPIRITO ha:
- funzione creante (prende parte alla Creazione)
- funzione generante (il soffio vitale di Dio opera continuamente nel creato rinnovandolo)"
In terra d’Egitto, tutto è permeato da questa “RESPIRO” che si percepisce ovunque, ma soprattutto in determinate zone come Luxor, l’antica Tebe, nel Tempio di Karnak, la Valle dei Re, la Piana di Giza con la sfinge e le Piramidi, solo per citare i più conosciuti. Sono Cattedrali dello Spirito a cielo aperto.
Sfido chiunque, anche le persone più scettiche e materialiste, a negare che in questi luoghi, sia percepibile qualcosa di “ispiratore” che tutto permea con una potenza vibrante incredibile.
Già anticamente il filosofo Ateniese Platone (428 A.C. - 348 A.C.), venne in queste terre per imparare i segreti dell’Universo, alla scuola dei sacerdoti di Sais. Qui conobbe e divulgò il mito di Atlantide, ma tenne rigorosamente per se i segreti più profondi dell’esistenza e dello “Spirito Creatore” che permea appunto il “TUTTO”.
“ I numerosi riferimenti presenti nei Dialoghi alludono ad una Sapienza arcaica, originaria, che sarebbe compito della filosofia riscoprire e far rivivere. Non a caso, Platone parla degli "Antichi, che erano più valenti di noi e vivevano più vicino agli dei", aggiunge inoltre che essi ci hanno tramandato la rivelazione secondo cui “ogni cosa porta in sé connaturato l’infinito e il finito”.
Timeo (III, 22 B):
«Ma uno di quei sacerdoti, che era molto vecchio, disse: o Solone, voi greci siete sempre dei fanciulli, e un greco vecchio non esiste. [...] Voi siete tutti giovani d'anima, perché in essa non avete riposto nessun insegnamento di antica tradizione, nessun insegnamento canuto per l'età".
Qui si narra che il grande Solone abbia incontrato i sacerdoti egizi di Sais, e abbia riconosciuto la loro superiorità spirituale, sottolineata da uno di quei sacerdoti stessi, il quale contrappone l'insegnamento tradizionale all'anima greca, giovane e inesperta se confrontata con quella egizia, saggia e matura. Il brano è interessante perché indica esplicitamente l'Egitto come culla della Sapienza, considerazione questa che può avvalorare la discussa ipotesi del viaggio di Platone in Egitto, notizia per altro riportata senza alcuna esitazione da Diogene Laerzio nel III libro delle Vite dei filosofi.
In ogni caso è fuor di dubbio il prestigio riconosciuto all'antica cultura egizia, riconoscimento questo del tutto normale nelle scuole gravitanti nell'orbita pitagorica, dato che Pitagora stesso avrebbe appreso le dottrine esoteriche soprattutto nel corso dell'iniziazione presso i sacerdoti egizi.
Tale supremazia viene attestala anche nell'Epinomide, dove si ricordano Egitto e Siria come esempi di civiltà superiori, che seppero fondare la loro vita su una adeguata visione dei fenomeni cosmici:
“ed è da quei paesi che tali osservazioni si sono poi diffuse ovunque, anche qui, dopo un'infinita serie di anni"
Qui si fa notare, ancora una volta, il carattere arcaico di conoscenze che poi sono state diffuse anche in altre aree, oltre a quelle originarie”.
(Filosofia e sapienza: le radici del Platonismo di Paolo Scroccaro – est ovest.net)
Lo SPIRITO, che crea ed ispira (dal latino: inspirare, in= dentro; spirare=soffiare; instillare nell’animo un pensiero, un affetto, infondere virtù). Quindi tutte queste grandi maestose testimonianze che da millenni ci aspettano, contengono, racchiudono in se, lo “Spirito” che le ha create, plasmate e modellate. Hanno sfidato i millenni e le intemperie. Potremo dire la stessa cosa delle nostre opere ingegneristiche di oggi … fra quattro, cinque millenni ?
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