IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

giovedì 5 gennaio 2012

PICCOLI PEZZETTI DI SOVRANITA' NAZIONALE CHE SE NE VANNO

QUARTO RINTOCCO !

 23 novembre 2011 - 15.38
di Claudio Messora
 I membri europei della Commissione Trilaterale, di cui Mario Monti rappresenta la carica più alta, hanno come scopo principale il completamento del processo di unificazione europea. Ergo Monti, che ne é l’espressione più autorevole, non può che essere “committed” (ovvero devotamente impegnato) alla stessa causa. Ed è lo stesso presidente del Consiglio italiano, in un suo recente speech prima della nomina fulminea, a spiegare che è proprio grazie alla crisi che i singoli membri dell’Unione Europea perdono irreversibilmente pezzetti di sovranità nazionale a vantaggio di un rafforzamento progressivo della UE.
« Nei momenti di crisi più acuta: progressi più sensibili. Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti di sovranità nazionali a un livello comunitario. E’ chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata. […] Abbiamo bisogno delle crisi per fare passi avanti, ma quando una crisi sparisce rimane un sedimento, perché si sono messi in opera istituzioni, leggi eccetera per cui non è pienamente reversibile. »
 Bisognerebbe chiedersi se gli elettori italiani abbiano ben chiaro qual è la strategia di uscita dalla crisi che Monti ha in testa, e se la condividano. Visto che non se ne è parlato in nessun dibattito pubblico di natura elettorale, sospetto che non si possa parlare di una consapevolezza precisa di questa strategia complessiva. Così come pochi, pochissimi italiani ad oggi hanno sentito parlare di un trattato comunitario dalle ricadute pesanti per gli stati che vi aderiranno, la cui ratifica è prevista per il prossimo mese di dicembre. Sto parlando del MES, il Meccanismo di Stabilità Europea.
 Il MES (ESM in inglese) è un meccanismo anti-crisi permanente che dovrebbe partire nel 2013 con un fondo iniziale di 700 miliardi di euro. Il fondo sarà conferito dai 17 paesi membri: Belgio, Germania, Estonia, Irlanda, Svizzera, Spagna, Francia, Italia, Cipro, Lussemburgo, Malta, Olanda, Austria, Portogallo, Slovenia, Slovacchia e Finlandia. In base all’articolo 8 del trattato, i 700 miliardi saranno suddivisi in 7 milioni di azioni da 100 mila euro l’una, che saranno attribuite ai singoli stati membri in base a una tabella che ne stabilisce la quota di partecipazione. L’Italia partecipa al 17,9% con 1.253.959 quote, per un totale di oltre 125 miliardi di euro. Più di noi faranno solo la Francia (142 miliardi) e la Germania (190 miliardi). Malta come al solito avrà il ruolo della valletta, cavandolsela con 511 milioni di euro.
 In realtà i 700 miliardi rappresentano una cifra indicativa, perché il board dirigenziale, composto da 17 governatori, potrà decidere in qualsiasi momento di variare il capitale, modificando in piena autonomia l’articolo 8, esigendo in base all’articolo 9 il pagamento delle quote di appartenenza di ciascuno stato membro, che a richiesta dovranno essere inderogabilmente corrisposte nei modi e nei tempi decisi dal consiglio dei 17 super consiglieri.
Non solo, ma in base all’articolo 27 del trattato le sedi del MES, tutti i suoi archivi e i suoi documenti, le sue proprietà, i suoi fondi e ogni suo bene saranno immuni a qualsiasi procedimento giudiziario. E come se non bastasse il MES non sarà sottoposto a restrizioni, regolamenti, controlli o moratorie di nessun tipo, né avrà obbligo alcuno di accreditarsi come istituto bancario, come servizio di investimento finanziario o come qualsiasi altra entità che sia sottoposta ad autorizzazioni o licenze per esercitare le sue funzioni.
 Tutto qui? Ovviamente no: l’articolo 30 estende gli stessi privilegi e le stesse immunità anche ai 17 governatori che, insieme ai loro subalterni e a tutto lo staff, saranno parimenti immuni da qualsiasi procedimento legale relativo agli atti perpetrati nelle loro vesti ufficiali. Va da sé che anche i loro archivi e i loro documenti saranno assolutamente inviolabili rispetto a qualunque procedura di accertamento espletata da qualunque forza di polizia o da qualunque organismo di controllo esterno. Insomma, 17 divinità plenipotenziarie intoccabili che avranno il potere di esigere centinaia di miliardi dagli stati membri a loro totale discrezione e senza che questi possano in alcun modo opporvisi e che saranno completamente immuni rispetto a qualsiasi autorità giudiziaria. E’ facile immaginare che gli stessi privilegi finiranno per essere estesi a tutti i documenti che li riguardano, compresi quelli personali e al di là della loro appartenenza o meno all’ambito del Meccanismo Europeo di Stabilità: in caso di accertamento, infatti, basterà appellarsi all’immunità acquisita grazie alla carica ricoperta nel MES, sostenendo che nei propri archivi e nei propri personal computer siano custoditi documenti riservati e inviolabili prodotti all’interno della ricchissima e fortificata torre d’avorio finanziaria.
 E’ compatibile, tutta questa segretezza, con le forme di governo democratiche che caratterizzano le società moderne? Sono indispensabili, tutti questi privilegi e tutte queste immunità, per esercitare una mera funzione burocratica di salvataggio delle economie in difficoltà?
 Certo è che l’articolo 5 del super trattato di prossima approvazione stabilisce che i governatori dovranno obbligatoriamente corrispondere ai 17 ministri dell’economia di ciascuno stato membro, e che il ministro dell’economia italiano è Mario Monti, il quale conquisterà dunque una ulteriore carica fondamentale per avanzare strategicamente nei suoi obiettivi trilaterali, oltre che una tale quantità di privilegi da far impallidire un faraone.
Fonte: Videoblog Byoblu. 

martedì 3 gennaio 2012

IL METODO "DI BELLA" E IL SISTEMA SCIENTIFICO ORTODOSSO


QUARTA PARTE DI QUATTRO
"Il metodo Di Bella?  Serve un metodo scientifico"
Abbiamo chiesto al Professor Tirelli, primario di Oncologia medica, cosa ne pensa del metodo Di Bella
di Gioia Locati
Umberto Tirelli è primario di Oncologia medica al Centro di Riferimento Oncologico (CRO) dell’ Istituto nazionale Tumori di Aviano (Pordenone).
Professore cosa ne pensa del Metodo Di Bella?
“Non sono in disaccordo su nulla dal punto di vista teorico, ma dal punto di vista dei risultati - che sono quelli che interessano - sì”
I risultati parlano di 553 pazienti guariti…
“Chi lo dice? Quando uno presenta una cura miracolosa deve farlo nelle sedi opportune. 
Deve spiegare per quale tumore (e a che stadio) è indicata la tal cura. È bello sentire che una persona guarisce ma non basta, i dati vanno riportati in maniera seria…”
Di Bella ha presentato questi casi a vari congressi (ai World Cancer Congress di Singapore nel 2010 e di Dalian in Cina quest’anno) e sono uscite pubblicazioni su Neuroendocrinology Letters e sull’International Journal of Gynecological Cancer (vol 21, supp 3 October 2011)
“Sono riviste di livello medio basso e sono congressi a cui tutti possono partecipare…”
Ci sono lavori anche sulla banca mondiale PubMed
“Io ho pubblicato 496 lavori su PubMed, Di Bella quanti?” (Il padre Luigi circa 300 ndr)
Avete mai usato i farmaci che impiega Di Bella per curare i tumori?
“A volte sì, la somatostatina è efficace in alcuni rari tumori dell’intestino e in altri neuroendocrini. Ripeto: le medicine possono essere efficaci ma occorre un metodo scientifico. Non sto dicendo che io guarisco e lui no. Tutti abbiamo amici e parenti che sono morti di tumore, se avessimo la cura saremmo i primi a usarla”
Cosa ne pensa del principio di contrastare i fattori di crescita che Di Bella applica a tutti i tumori?
“Non mi interessa questo, è un fatto che non viene compreso”. (? ndr) 

SE AVETE SEGUITO CON ATTENZIONE TUTTI E QUATTRO GLI ARTICOLI CHE GIOIA LOCATI CI HA ONORATO DI PUBBLICARE SUL NOSTRO BLOG, VI SARETE SICURAMENTE FATTI UN’IDEA “SLEGATA” E “LIBERA” DA PREGIUDIZI E IMPRINTING DEL GRANDE FRATELLO.
ORA AVETE IN MANO LA POSSIBILITA’ DI FERMARVI QUI, OPPURE DI CONTINUARE NELLA RICERCA E NELLA “RITRASMISSIONE” DELLA VERTA’ CHE RENDE LIBERI DA QUALSIASI TIPO DI “CATENE”.




sabato 31 dicembre 2011

LETTERA APERTA AL PROF. MONTI

SECONDO RINTOCCO !
November 21, 2011  
 di: Massimo Ragnedda
 Gentile professore mi permetto di scriverle una lettera pubblica per farle qualche domanda. Abbiamo tutti notato il cambio di stile (finalmente un po’ di sobrietà e serietà), la sua professionalità e signorilità. Aspetti che, personalmente, mi rendono particolarmente felice, ma che da soli, vien da sé, non bastano. Dopo anni di volgarità e teatrini molto tristi, una persona per bene, normale e incensurata ci sembra un miracolo (come Enrico Letta le ha ricordato in quella lettera privata divenuta pubblica), mentre dovrebbe essere la conditio sine qua non per fa politica. Ma non è sullo stile che voglio interloquire con Lei. Come nostro presidente del Consiglio dovrà prendere delle decisioni molto difficili in nome e per conto degli italiani. Sinora lei ha goduto di un trattamento molto speciale da parte dei media nazionali: un po’ come i telegiornali Mediaset o il TG1 e il TG2 trattavano il suo predecessore. Converrà con me che questo non è giornalismo. Il cambiamento di stile lo vogliamo anche in queste cose: la possibilità di avere risposte a domande concrete. L’opinione pubblica ha il diritto di sapere, al di là della sbornia di entusiasmo, da chi è guidata e quali sono, al di là dei proclami, i suoi obiettivi di governo. Insomma, vogliamo sapere chi pagherà la crisi. Mi permetto, perciò, di farle qualche domanda. Sarò chiaro e diretto, nel solco del nuovo stile da Lei inaugurato.

1)      Secondo Lei c’è la Goldman Sachs dietro all’ondata di speculazioni che ha in pochissimo tempo innalzato artificialmente lo spread tra i buoni del tesoro italiani e quelli tedeschi portando così alle dimissioni del suo predecessore? E se sì per quale motivo? Lo chiedo a lei perché, oltre che esimio economista, è stato consulente della Goldman Sachs (come Gianni Letta e Mario Draghi). La domanda non è sul suo passato (a proposito è solo passato?) ma sulla più stringente attualità. Per amor di cronaca, ricordo, che lei non ha alcun ruolo esecutivo o dirigenziale all’interno della banca, ma è dal 2005 International Advisor per la suddetta e potente banca d’affari. Chi meglio di Lei allora può rispondere alla domanda se questa banca ha condizionato (e, chissà, magari continuerà a farlo) o meno l’andamento dei mercati favorendo speculazioni spregiudicate che hanno contribuito alla progressiva crisi finanziaria di questi ultimi anni? È così? Come cittadini abbiamo il diritto di sapere e ora Lei come rappresentante della politica economica del nostro paese ha il dovere civile e morale di aiutarci a capire.
2)      Sia Lei che il premier greco Lucas Demetrios Papademos, oltre ad essere tecnici nominati presidenti del consiglio senza passare dalla legittimità popolare, avete un passato in comune nei grossi organi finanziari internazionali: crede si tratti di una banale coincidenza? Glielo chiedo sinceramente e senza dietrologia: crede che il vostro passato (non del tutto passato) nei grandi organismi della finanza internazionale abbia influito sulla vostre nomine? E se sì, perché la grande finanza internazionale ha spinto per farvi insediare, non democraticamente, alla guida di un Paese sovrano? Questo influenzerà la vostra politica economica? 
3)      Proprio in queste ore il suo collega greco ha iniziato l’opera di svendita dello Stato sovrano greco:un piano di privatizzazioni che dovrebbe fruttare 1,7 miliardi quest’anno e 9,3 miliardi di euro nel 2012. Tra le altre cose venderà ai privati l’Opap, attiva nelle scommesse sportive e il gruppo raffiniero Hellenic Petroleum. Saranno inoltre privatizzati i comparti dell’acqua e del gas naturale. Ci può rassicurare che questo non succederà in Italia? È a conoscenza che quasi 27 milioni di persone in Italia qualche mese fa hanno chiaramente detto che l’acqua è e deve rimanere pubblica?
4)      Lei è presidente onorario del think-thank Bruegel, un gruppo di pressione politico intellettuale finanziato da 16 Stati e 28 multinazionali con lo scopo di influire privatamente sulle politiche economiche comunitarie. Questo suo incarico può, in qualche misura, influire sulla gestione dei beni comuni di uno Stato sovrano? Qualcuno avanza il sospetto che a Lei spetti l’ingrato compito di vendere i gioielli di famiglia, ad esempio ENI, ENEL, FINMECCANICA, e sempre i soliti dietrologi, pensano che Lei li venderà proprio alle multinazionali con le quali in questi anni ha stretto rapporti di collaborazione. Si sente di escludere nella maniera più netta questa ipotesi? Si impegna pubblicamente a non privatizzare i gioielli di famiglia? Perché svendere (e a chi?) le poche aziende che producono un reddito?
Le faccio questa domanda perché qualora lei vendesse a privati i gioielli di Stato, viene il legittimo sospetto che siano proprio queste multinazionali e le banche ad aver creato la crisi, portato gli stati sull’orlo del fallimento, così da far nominare primo ministro un tecnocrate neoliberista cresciuto nei loro ambienti, per (s)vendere le aziende buone. Si sente di rassicurarci su questo punto?
5)      Lei è una delle persone più importanti della Trilaterale (organizzazione fondata nel 1973 per iniziativa di David Rockefeller, presidente della Chase Manhattan Bank, e di altri dirigenti del gruppo Bilderberg e del Council on Foreign Relations, tra cui Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski). A Lei spetta il compito di coordinare il lavoro del nucleo europeo dell’organizzazione. Ci spiega cosa è esattamente la trilaterale e quale sia il suo personale ruolo all’interno di questa organizzazione?
6)      In un memorabile documento prodotto dalla Commissione Trilaterale nel 1975 dal titolo “The Crisis of Democracy” e firmato da Michel Crozier,  Samuel P. Huntington e Joji Watanuki si parla esplicitamente di eccesso di democrazia  statunitense che inficia l’efficienza della Casa Bianca, o riporto testualmente,«L’efficiente conduzione di un sistema politico democratico usualmente ha bisogno di una certa misura di apatia ed ignavia da parte di una fetta della popolazione» (pag. 124).  Democrazia che inficia l’efficienza? Sistema democratico che per funzionare ha bisogno di apatia e ignavia da parte della popolazione? Sono affermazioni antidemocratiche e che vanno contro la volontà dei cittadini. Cosa pensa di queste definizioni scritte nere su bianco dalla Commissione di cui fa parte? È disposto, qualora proponga delle scelte “lacrime e sangue”, a sentire l’opinione dei cittadini o crede che l’opinione dei cittadini infici le scelte dell’esecutivo? Non vorremmo che succedesse quanto accaduto in Grecia qualche settimana fa quando l’ex premier ha proposto un referendum (ovvero chiedere ai cittadini greci di esprimersi sulla crisi) ed è stato subito sostituito da Lucas Demetrios Papademos, anche lui membro della Trilaterale, ex governatore della Banca di Grecia e vice Presidente della BCE. Si sente di rassicurarci su questo punto?
7)      In un convegno tenuto alla LUISS qualche tempo fa lei ha esplicitamente dichiarato: «Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata».
Che significa che l’Europa ha bisogno di crisi e che solo in seguito a questa gli stati sono pronti a cedere parti della sovranità? Visto che la crisi è stata in parte indotta dalle speculazioni finanziarie è azzardato pensare che tali speculazioni siano create ad hoc per spingere la collettività nazionale a fare cessioni che altrimenti non accetterebbero? Ci può dare rassicurazioni in merito?
8)      Dal 9 al 12 giugno 2011 a St. Moritz in Svizzera si è riunito l’esclusivo gruppo Bildeberg: tra gli invitati risultano 5 italiani: Lei, Giulio Tremonti (da quel momento in poi spina nel fianco del governo), John Elkann (Fiat), Franco Bernabè (Telecom), Paolo Scaroni (ENI).  Quali decisioni sono state prese in quella sede? E per conto di chi? Ci può spiegare, per evitare facili dietrologie, cosa sia il gruppo Bildeberg? Si sa che la zona è stata completamente militarizzata, soldati e servizi segreti di mezzo mondo a vostra difesa. Perché? Non crede che l’opinione pubblica abbia il diritto di sapere cosa si decide in quelle stanze segrete? È lecito pensare che la sua partecipazione a quel vertice abbia spianato la strada alla sua elezione (pardon, nomina) a presidente del Consiglio? D’altronde, sia Clinton che Blair, parteciparono al meeting proprio un anno prima della loro elezione. Ci può rassicurare in merito?
9)      Lei è stato rettore di una grossa Università privata e forse non ha la percezione della distruzione della scuola e della Università pubblica portata avanti negli ultimi anni. Mi permetto di farle notare qualche dato: con la legge 133 del 2008, alla scuola pubblica italiana sono stati sottratti in 3 anni più di 8 miliardi di euro e 140.000 lavoratori. L’obiettivo, nel piano di stabilità, è quello di assegnare, entro il 2015, soltanto il 3,7%del PIL alla spesa per l’istruzione (mentre nel 2010 era il 4,2% e in Europa supera oggi il 6%). Quali intenzioni ha il suo governo in merito? Continuare a tagliare i finanziamenti alla scuola e alla Università pubblica e regalare i finanziamenti alle scuole e alle Università private? Infine, il Vaticano, come ben noto, non paga Ici, Irpef, Ires Imu, Tasse immobiliari e doganali, gas, acqua e fogne. Tutto a carico dei contribuenti italiani. Possiede quasi il 30% del patrimonio immobiliare Italiano e con l’8 per mille toglie quasi 1 Miliardo di Euro all’anno all’Italia. Lei ha detto che è necessario che paghi anche chi, sinora, non ha pagato: si riferisce anche al Vaticano?
Certo di una sua Cordiale risposta Le auguro buon lavoro.
Massimo Ragnedda, precario della ricerca.

SERPICO: ALTRO CHE POLIZIOTTO !

TERZO RINTOCCO !



di: Beppe Grillo
“Serpico, acronimo di Servizi per i Contribuenti, è un'applicazione della Sogei per controllare i conti degli italiani. Sogei è una società di informatica passata da Telecom Italia al Ministero dell'Economia nel 2002. Le informazioni che ci riguardano saranno contenute in un milione di miliardi di byte di memoria. Duemila server che gestiscono 22.000 dati ogni secondo. Grazie a questa potenza di fuoco ogni singola transazione dei nostri conti verrà esaminata. Ogni versamento, ogni bonifico dovrà avere il suo perché, le sue motivazioni. Questo sarà possibile dal primo gennaio 2012, quando tutti i conti correnti saranno a disposizione del Fisco anche senza accertamenti in corso. E' un passo avanti verso la Repubblica Italiana dei Soviet. I Grandi Evasori non transano sul conto corrente, i Grandi Corruttori non fanno bonifici. Chi ha usufruito dello Scudo Fiscale non ha dato disposizioni alla banca per un versamento di 100 milioni di euro sull'estero.
Chi si vuole controllare? Il panettiere, il pensionato, l'artigiano, il piccolo imprenditore prossimo suicida perché lo Stato non gli paga le fatture? E quanto ci costa Serpico? In un Paese dove la banda larga è una misura dei pantaloni?
Le transazioni sul nostro conto corrente fotografano la nostra vita: pagamenti per la scuola, per le vacanze, un prestito a un amico, la tessera annuale dei mezzi pubblici, il ristorante sotto casa. Noi e il nostro conto corrente siamo la stessa cosa. Il sapere che la mia identità, di contribuente onesto, è a disposizione di decine o centinaia di persone non mi sta bene. E' violazione della privacy. Chi mi assicura che i miei dati personali non saranno violati? Il rapporto non è più tra me e la mia banca, ma tra me e il Fisco. Si dovrà rendere conto a un funzionario di un bonifico di 1200 euro al proprio zio? Stiamo scivolando lentamente verso il controllo totale della vita dei cittadini. Il motivo addotto è che stiamo per fallire, che dobbiamo salvare l'Italia. Bene! Chi ci ha portato in questa situazione, a partire dai parlamentari, renda pubblico in Rete i movimenti del suo conto corrente degli ultimi cinque anni. Ogni membro di un'amministrazione pubblica che ha indebitato i cittadini restituisca i soldi. C'è poi una domanda da fare. A cosa servono le tasse se i nostri servizi pubblici fanno schifo e quei pochi che funzionano sono falcidiati dai tagli? Se pago voglio essere servito e riverito. Il padrone di questo Paese è il cittadino, non un Governo di banchieri neppure eletto. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?) Noi neppure.”

giovedì 29 dicembre 2011

IL CIRCO ROMANO DEL BILDERBERG

VI AVEVAMO PROMESSO DI "SUONARE" LE CAMPANE PER SVEGLIARE I NOSTRI SENSI ADDORMENTATI !
PER RISVEGLIARE LA NOSTRA PERCEZIONE DELLA REALTA', LIBERANDOLA DALLE "BUGIE" DEL GRANDE FRATELLO !

ECCO IL PRIMO RINTOCCO...



di Richard Cottrell - 22/12/2011

CON GRANDE EFFICACIA LA GIUNTA ITALIANA METTE AL BANDO IL CONTANTE
Quando quasi tre settimane fa l’“uomo del Bilderberg”, Mario Monti, si è promosso reggente d’Italia, l’aria era pesante di moniti da Valchirie, che il grande stregone non sarebbe per nulla riuscito a far quadrare i bilanci in misura opportunamente veloce, quindi non solo l’Italia sarebbe sprofondata, ma che avrebbe trascinato con sé l’euro e l’intero apparato dell’Unione europea.
 Questa era una sciocchezza allora, e lo rimane ancora oggi.
Non c’è nessuna crisi dell’euro, la fine del mondo come lo conosciamo non è imminente - a meno che Angela Merkel e Nicolas Sarkozy mettano a segno il loro sinistro schema per una completa unione fiscale europea, sullo sfondo di ciò che non è altro che una crisi, frutto di macchinazioni, del tutto artificiosa.
 Se Monti pensava di fare la sua apparizione sulla scena mondiale e vincere l’Oscar per la probità fiscale, poi è stato brutalmente deluso.
Il pacchetto di grande austerità per salvare Roma dal destino, che la Città Eterna aveva inflitto a Cartagine duemila anni fa, ha ricevuto risposte pesantemente irridenti.
 Nelle parole di un commentatore autorevole, i tagli che gli Italiani devono subire sembrano solo uno sforzo simbolico, puramente dimostrativo da parte del governo tecnocratico, almeno nella speranza che la Banca Centrale Europea voglia correre al salvataggio, verso rendimenti più bassi dei titoli di Stato.
Forse, ma io nutro seri dubbi che questa sia la storia effettiva.
 La cosa grossa che veramente sta bollendo in pentola, che può portare ad una rivoluzione totale nell’uso del denaro - prima in Italia, poi nel resto di Europa – è stata nascosta prudentemente fra le pieghe del favoloso progetto di austerità, che esamineremo immediatamente.
 Sì, senza dubbio sono stati effettuati tagli puramente dimostrativi, anche se direttamente ricavati dal tipico copione di austerità del Bilderberg.
Gli Italiani certamente dovranno lavorare più a lungo per meno salario. I redditi reali scenderanno ancora di più, schiacciati dai pacchetti dei salari congelati e dall’inflazione che morde senza tregua.
 La riduzione dei bilanci pubblici, soprattutto nelle province, metterà in seria difficoltà molte piccole imprese (la spina dorsale d’Italia), che contano fra i loro clienti più importanti le amministrazioni locali e regionali.
La proposta che i milionari dovrebbero pagare più tasse per i posti darsena di attracco dei loro yacht in Italia, sulle classi da crociera produrrà lo stesso effetto del primo “gin and tonic”, appena il sole tramonta all’orizzonte.
La reintroduzione della tassa sui patrimoni – stracciata a forza da Silvio Berlusconi come sfacciata esercitazione in vista di una campagna elettorale - ve lo concedo, è moderata e prudente.
 Ma sig. Monti, era proprio necessario defenestrare la democrazia per raggiungere un risultato tanto modesto? Per un qualsiasi governo di recente nomina non ci sarebbe stata altra scelta che ritornare alla tassazione!
Ma siccome siamo in Italia, abbiamo assistito alla recita di un dramma teatrale durante la presentazione della pianificazione dell’aumento dell’età pensionabile, nella forma di un ministro-donna apparire piangente in televisione in prima serata.
Benvenuto l’arrivo del Circo Romano!
 Ma tutto questo non è che fumo e specchietti per le allodole, per mascherare la reale portata del programma di questo governo di non eletti, e con ogni probabilità la vera spiegazione della caduta precipitosa dell’amministrazione Berlusconi.
 La mia impressione è che al gabinetto Monti si addossi niente meno che un esperimento da laboratorio di massa da effettuarsi sul vivo della gente per vedere se sia effettivamente possibile demonetizzare efficacemente un’intera nazione.
Lasciatemi spiegare cosa intendo dire.
Pochi giorni fa ho pubblicato un documento su “End the Lie” che avvertiva come il fascismo finanziario potesse assumere come prioritaria l’eliminazione di denaro contante per la stragrande maggioranza degli Italiani. Ebbene, questo è accaduto: “L’amministrazione Monti propone di mettere fuori norma le transazioni superiori ai 1.000 euro eseguite in contanti”.
 Allora, non si tratta tanto di una proposta quanto di un diktat che entrerà in vigore con effetto immediato. Il Parlamento atrofizzato potrebbe respingere il decreto entro sessanta giorni. Ma resta assicurato, non lo faranno.
Il sig. Monti afferma di volere con questa mossa riscuotere le tasse che gli Italiani stanno evadendo. Questa è una dichiarazione di una tale lontananza himalayana dalla vita quotidiana degli Italiani normali, inoltre pronunciata nella terra della mafia, che si è portati a concludere da subito che una carriera eccelsa all’interno della torre d’avorio di una università privata (la Bocconi) ha tenuto separato l’ottimo professore da qualsiasi senso della realtà.
Come particolare esemplificativo, Milano, città di residenza di Monti che ospita la sua prestigiosa sede privata ed indipendente di insegnamento, è in preda ad una guerra impressionante tra bande rivali formate da trafficanti di droga Serbi e da Albanesi immigrati e dai loro rivali del sud d’Italia. Si realizzano grandi facili profitti, che si possono ottenere dai tossicodipendenti da eroina, stimati sull’ordine dei 140.000, in quella che è oggi una delle maggiori capitali d’Europa per il traffico dei narcotici.
Dati precisi sono ovviamente impossibili, ma ipotesi più plausibili valutano il volume d’affari attribuibile alla criminalità organizzata sull’intorno di 125 - 150 miliardi di euro, dei quali il traffico di narcotici rappresenta la parte del leone. Questo rappresenta l’equivalente di circa l’8% -10% del PIL in Italia.
Gli Italiani sono in attesa col fiato sospeso di sapere se il Primo ministro-professore, nell’intraprendere il suo intervento, ha l’intenzione di creare preoccupazioni alla criminalità.
 Nessun precedente governo italiano è riuscito a tassare il crimine organizzato, che finora conserva il suo potere di evasione grazie ad una massiccia rete di pubblici ufficiali corrotti.
Il Primo ministro è un ex consigliere di Goldman Sachs, che come tutti sappiamo sta al Bilderberg come il Sole sta al nostro sistema solare.
Un obiettivo costante di Goldman Sachs (alias Wall Street, la Banca Centrale Europea e la City di Londra) è quello di controllare il più possibile tutto il denaro in libera circolazione.
Nel momento che le banche mettono in circolazione moneta elettronica, resta una sola possibilità alternativa per l’azione di stimolo dell’economia. E questa alternativa, naturalmente, è il denaro sotto forma di banconote e monete che passano di mano in mano tra gli individui normali nel corso delle loro attività quotidiane.
Cattura la moneta circolante!, e non sarà più necessario per i banchieri preoccuparsi di reflazionare i propri bilanci utilizzando denaro preso a prestito dai mercati, o da altre banche, a tassi di interesse inusitati. (Per reflazione si intende l’espansione della domanda e relativi effetti che accompagnano una fase di ripresa economica.)
La direttiva significa che i cittadini italiani onesti non avranno altra scelta che quella di movimentare molte delle loro transazioni attraverso le banche, di cui due - cioè Unicredit e Intesa Sanpaolo – sono state da poco sottoposte a tensioni connesse a problemi di flusso di cassa.
Che fantastico incremento si verificherà dalla cattura automatica di tutte le partite di giro in biglietti contanti oltre un migliaio di euro!
 (Per flusso di cassa si deve intendere l’incremento o la diminuzione che le disponibilità liquide, di una banca in questo caso, hanno subito per un certo periodo di riferimento a causa della gestione aziendale)
 E ricordate, se le banche hanno tutti i vostri soldi, sono loro che possono quindi decidere se lasciarvene avere, o no, a seconda dei casi.
La macchina del razionamento del denaro è già efficacemente in azione, attraverso 100.000 sportelli automatici sparsi in tutto il paese. Dietro le quinte viene messa in gioco una tecnologia che veramente merita attenzione, come vedremo di seguito. Siamo ad un passo molto breve da qui a sottoporre ad un interrogatorio gli Italiani sul perché vogliono ritirare il loro denaro.
 Di fatto, questo sta già succedendo! Di recente ho sentito una notizia dall’Italia, di un signore che è stato interpellato telefonicamente dal suo direttore di banca, che chiedeva a questo cliente come mai stesse mungendo il bancomat ogni mattina. Il resto di questa storia contiene un linguaggio esplicito non adatto ad essere qui riprodotto.
Chi ha pensato a tutto questo? 
Come potrà la famosa polizia finanziaria d’Italia, la Guardia di Finanza, far fronte all’enorme nuovo carico di lavoro?
Perfino gli attuali 68.000 funzionari, con tutti i mezzi messi a disposizione della loro marina e aviazione militare indipendenti, troveranno difficile sottoporre a controllo 60 milioni di Italiani, e praticamente tutte le loro spese, fino agli spiccioli. Bene, i costi supplementari ammonteranno a miliardi. Questo, senza tener conto di tutto il lavoro dei tribunali che dovranno occuparsi delle “canaglie”. Con tutte le competenze e le strutture messe disposizione, la Guardia non è riuscita a intaccare la blindatura finanziaria eretta intorno alla criminalità organizzata. Comunque, si congettura che con buona probabilità l’aumento delle entrate verrà superato di gran lunga dai costi aggiuntivi di polizia e dell’amministrazione. Francamente penso che i promotori di questo ambizioso progetto si preoccupino molto poco di questo.
Vedete, se si riflette per un attimo, da certe prospettive conviene scegliere un paese come l’Italia, noto per il suo tradizionale lassismo fiscale, e usarlo come banco di prova per una “demonetizzazione”su vasta scala. Inoltre, risulta di enorme vantaggio che l’Italia, praticamente unica, possieda un forte apparato di polizia fiscale militarizzato, i cui poteri (compreso l’arresto e le ricerche casuali ) sono già molto sviluppati.
Ho già fatto il punto sul fatto che l’amministrazione Monti in sé assomiglia molto ad un esperimento per uscite future in grande stile in altre parti di Europa, e forse anche negli Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda.
Per il momento siamo in presenza di un esperimento di demonetizzazione che, per quanto posso vedere, non ha precedenti moderni nel mondo capitalista.
Il pretesto in realtà non è niente di più che la raccolta delle tasse. La crisi dell’euro sovra-drammatizzata ha portato al potere il governo Monti con una rapidità quasi sconveniente. Ora il serio lavoro di sperimentazione può iniziare!
Demonetizzare, ammesso che si superino gli ostacoli iniziali, ha conseguenze sociali significative.
 In modo efficace, viene concesso l’accesso al denaro contante come un privilegio. La demonetizzazione agisce come una forma di manipolazione sociale, dati gli intimi rapporti tra le banche, l’oligarchia finanziaria internazionale e le grandi e potenti strutture come l’Unione europea. Fa parte della palese distruzione delle libertà civili e delle libertà private in corso dall’“11 settembre”.
 Significa che le banche possono, realmente, detenere e persino confiscare redditi ​​e depositi privati. Questa è una deviazione drammatica e significativa dalla nostra comprensione abituale di “banca”, una conoscenza povera, come si dimostra ora alla luce degli eventi.
 Naturalmente, assumendo il controllo delle operazioni in contanti, verrà evitata la corsa convulsa agli sportelli bancari, come ora si sta verificando nella “provincia di Bilderberg / Goldman Sachs”, chiamata Grecia.
Nel mese di settembre e ottobre, i risparmi e i depositi si sono ridotti di oltre 13 miliardi di euro, quando i Greci sono ricorsi a metterli al sicuro nelle banche di casa “Calzino” e “Materasso”. 
Nel mese di novembre la corsa agli sportelli bancari è continuata senza controllo, inducendo un importante banchiere centrale ad informare una commissione parlamentare addomesticata: “Così, il nostro sistema bancario manca della prospettiva di finanziare la crescita.” Si riferiva, naturalmente, allo tsunami di denaro in fuga dalle banche greche.
Non credo che gli stranieri, che attualmente sono ancora una volta al governo della Grecia, consentiranno che questo “andazzo” continuerà ancora per molto. I contemplatori di ombelico appartenenti al complesso dei commentatori della finanza mondiale sono così totalmente ipnotizzati dalla rivelazione della “crisi dell’euro” da essere completamente incapaci di pensare fuori dagli schemi.
Quello che sta accadendo in Italia, e che sarà presto copiato in Grecia, è parte integrante del progetto di Sarkozy-Merkel di confezionare una crisi artificiale, al fine di imporre la completa unità fiscale sul continente europeo.
Alla fine, tutto gira attorno alla digitalizzazione del denaro, il secondo “calcio di sfondamento” a partire dal processo di demonetizzazione. I soldi veri cesseranno di esistere come presenza tangibile in tasca o nella borsa. Invece si avrà qualcosa di simile a una “tasca-telefono cellulare” idonea a compiere ogni operazione, non importa quanto piccola, come prendere una birra o un caffé in un bar. È possibile la ricarica – quando sarà permesso - dal computer centralizzato.
 Isaac Asimov deve guardare dall’alto tutto questo, sprezzantemente affascinato.
Soldi che operano nel cyberspazio sono facilmente alla portata delle attuali tecnologie. In realtà si tratta di un imbastardimento degli argomenti di Friedrich Hayek a favore di una politica monetarista per le imprese private, che aveva esposto in un suo famoso libro sull’argomento nel 1977 (Denationalisation of Money: An Analysis of the Theory and Practice of Concurrent Currencies).
 Il grande maestro del liberismo Hayek, forse l’economista più brillante di tutti i tempi, giustamente temeva il potere onnicomprensivo delle emittenti centrali di valuta, che egli sospettava avrebbe alla fine procurato una condizione di servaggio su grande scala.
 Così dovremmo ridurci! Non per la prima volta, ciò che l’Italia fa oggi, il resto del mondo può essere costretto a seguire domani.
Ho dimenticato di ricordare che la digitalizzazione del denaro, che porta a un unico ordine finanziario globale, è un progetto che guarda a successivi sviluppi, prediletto dal Bilderberg e da Wall Street, che senza dubbio ha superato l’ordine del giorno del summit del Bilderberg di quest’anno a St.Moritz?
E, naturalmente, questo andrebbe a rimpinzare per bene la mafia. Forse il professor Monti ha già riflettuto su questo!
Richard Cottrell (scrittore, giornalista ed ex membro del Parlamento europeo, collaboratore di End the Lie)
Fonte: Come Don Chisciotte

mercoledì 28 dicembre 2011

I CONFINI PERCETTIVI DELLA REALTA’


di: Marco La Rosa
Vorrei invitarvi ad una riflessione:
chi ha PILOTATO e sta tutt’ora PILOTANDO i confini percettivi di: GIUSTO – SBAGLIATO, BUONO – CATTIVO, AFFIDABILE – INAFFIDABILE, VERO – FALSO , CREDIBILE – NON CREDIBILE e cosi via?
Chi ha manipolato nei “cervelli” il concetto che  un uomo di uno status sociale “privilegiato” ha più credibilità di un altro? Eppure quando il giudice, il medico, il professore e il prete salgono in cattedra o sul pulpito e sentenziano, anche se “mistificano la realtà”, sono ascoltati e creduti.
L’ “opinione comune”, è “uni-formata” (resa uguale-simile, formato in un solo “verso”) a credere che la “verità” stia sempre e comunque dalla parte della persona ricca, di successo ed elevata nella scala sociale , inventata per un miglior “controllo” della popolazione.
Appena siamo in grado di comprendere , veniamo uni-formati a questo canone. Riceviamo tutti lo stesso imprinting. Perché la “testimonianza” è diversa per “credibilità” a seconda di questa scala sociale? Perché conta più il medico di grido del panettiere ? I “media” poi,  sono lo strumento  fondamentale, creato ad hoc per questa “formattazione”, che viene reiterata e consolidata quotidianamente nella mente della gente.
Veniamo continuamente manipolati cerebralmente a non percepire più con i nostri sensi “indipendenti”, ma veniamo “instradati”, spinti a credere quello che viene deciso dall’alto.
Dove voglio arrivare?
A questo:  ma come facciamo oggi a distinguere il vero dal falso o il giusto dallo sbagliato se siamo a questo punto? Come facciamo a capire quando una bugia ci viene spacciata per verità ?
Vi faccio un banale esempio pratico, di vita quotidiana: quante volte abbiamo visto un dibattito oppure un talk show televisivo, in cui lo “scienziato accreditato” di turno, spara a zero o denigra un suo collega o chi so io, meno blasonato , per questa o quella “idea” oppure per quella “cura” o scoperta ? Secondo voi i media e l’opinione pubblica daranno più credito allo scienziato in questione, oppure a quello criticato? La risposta ve la potete dare da soli, ne sono certo ! Quanti possono verificare o ribattere  alle bugie oppure constatare le verità? Oggi come oggi è sempre più difficile, proprio perché i media stessi lo impediscono, limitando le corrette informazioni a scapito delle false, sia per dolo, sia purtroppo, per manifesta ignoranza.
Tutto questo ci ha portato a dove siamo ora, sull’orlo del precipizio. E’ un MONDO ROVESCIATO, e tutti siamo colpevoli, abbiamo contribuito a rovesciarlo, in tutti i campi ed in tutti i sensi.
La crisi politica e finanziaria “mondiale”, è stata “inventata e creata” sicuramente da gruppi più o meno occulti di potere, che manipolando a piacimento la percezione della realtà nella popolazione, sono in grado di pilotare l’insediamento di “uomini fidati”, al vertice dei governi degli stati economicamente “in bilico”, togliendo così sovranità agli stessi, giustificati appunto dalla percezione comune che, gli estremi rimedi sono “giustamente applicabili” a scapito della sovranità popolare. Grecia e Italia sono l’ultimo esempio in ordine di tempo.
Tutto questo a chi giova veramente ?
Chi ne trae beneficio?
La popolazione nella sua interezza ?
O piuttosto solamente chi “gestisce” il potere economico-politico-culturale ?
Credete siano solamente fantasie o invece una ”sottilissima forma di dittatura psicologica” affinata nel tempo e che oggi è arrivata “quasi” all’apice della sua applicazione ?
Questa è appunto una riflessione che vuole un confronto, un dibattito. Per fortuna non sono l’unico a pensarla così.
Apriamo dunque le “menti” dei nostri figli ! facciamo davvero l’ultima vera “cosa giusta” che ci è rimasta nella “cartucciera” ! non sprechiamo l’ultimo colpo che può salvarci ! i Nostri figli sono l’ultima speranza per il mondo , mostriamo loro senza pregiudizi la “realtà” che hanno intorno,  perché cambino ciò che noi abbiamo portato sull’orlo della distruzione.
Gli articoli che leggerete prossimamente, sono delle “campane” che sveglieranno i nostri sensi ! dobbiamo riappropriarci della verità, del nostro mondo, della nostra vita.






martedì 27 dicembre 2011

L'ENEA SMENTISCE CHE LA SINDONE SIA UN FALSO MEDIEVALE


di: Emanuela Minucci
I ricercatori dell'Enea: il Sacro Lino non è stato falsificato nel Medioevo. Quel telo resta un enigma per la scienza, non riproducibile in laboratorio.
Cinque anni di esperimenti. Per arrivare alla clamorosa verità: la Sindone non è un falso medievale. A rivelare che "L'Enea smentisce con molta chiarezza l'ipotesi che la Sindone di Torino possa essere opera di un falsario medievale" è stato il sito "Vatican insider" della Stampa.
Tale ipotesi, ricordava giorni fa il vaticanista Marco Tosatti, "era stata avvalorata, contro molte argomentazioni di peso, dall'esito delle discusse, e probabilmente falsate, misurazioni al C14; un esame la cui credibilità è stata resa molto fragile oltreché dalla difficoltà oggettiva (le possibilità di contaminazione di un tessuto di cui non si conosce che in parte il percorso storico sono altissime), anche da errori fattuali di calcolo dimostrati, e dall'impossibilità di ottenere per i controlli necessari i "dati grezzi" dai laboratori. A dispetto delle reiterate richieste. Un'omissione che basta da sola a gettare un'ombra pesante sulla correttezza scientifica dell'episodio".
Lo studio dell'Enea è firmato dai ricercatori Di Lazzaro, Murra, Santoni, Nichelatti e Baldacchini, che "partono dall'ultimo (e unico) esame completo interdisciplinare del lenzuolo, compiuto nel 1978 dalla squadra degli scienziati americani dello Sturp (Shroud of Turin Research Project)". Una base di partenza di cui troppo spesso chi scrive e discetta di Sindone preferisce non tenere conto, a dispetto dell'evidenza dei dati, verificati da un accurato controllo su riviste "peer reviewed", cioè approvate da altri scienziati in modo oggettivo e indipendente. Si legge nel rapporto: "La doppia immagine di un uomo flagellato e crocifisso, visibile a malapena sul lenzuolo di lino della Sindone, presenta numerose caratteristiche fisiche e chimiche talmente peculiari che rendono ad oggi impossibile ottenere in laboratorio una colorazione identica in tutte le sue sfaccettature. Questa incapacità di replicare e quindi falsificare l'immagine sindonica impedisce di formulare un'ipotesi attendibile sul meccanismo di formazione dell'impronta. Di fatto, ad oggi la scienza non è ancora in grado di spiegare come si sia formata l'immagine corporea sulla Sindone".
A parziale giustificazione, gli scienziati lamentano l'impossibilità di effettuare misure dirette sul lenzuolo sindonico. Infatti, come già detto, l'ultima analisi sperimentale delle proprietà fisiche e chimiche dell'immagine corporea della Sindone fu effettuata nel '78 da un gruppo di 31 scienziati sotto l'egida dello Sturp. Insieme conclusero: l'immagine corporea non è dipinta, né stampata, né ottenuta tramite riscaldamento. Altri importanti risultati: "Il sangue è umano e la colorazione deriva da un processo di invecchiamento accelerato del lino". In questo senso, l'origine dell'immagine sindonica è ancora sconosciuta. Conclusione: "Stiamo componendo i tasselli di un puzzle scientifico affascinante e complesso". La Sindone, insomma, rimane ancora "una provocazione all'intelligenza", come aveva detto Giovanni Paolo II.

Fonte : La Stampa.it