IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens
VIDEO TRAILER

VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO
VIDEO SINOSSI DELL' UOMO KOSMICO
Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

con il patrocinio di: • Associazione socio-culturale ITALIA MIA di Roma, • Regione Lazio, • Provincia di Roma, • Comune di Arcinazzo Romano, e in collaborazione con • Associazione Promedia • PerlawebTV, e con la partnership dei siti internet • www.luoghimisteriosi.it • www.ilpuntosulmistero.it

LA NUOVA CONOSCENZA

LA NUOVA CONOSCENZA

GdM

venerdì 8 gennaio 2010

2012..... QUALCOSA IN PIU' ... DA SAPERE




INVERSIONE dei POLI, SLITTAMENTO e i Maya

Ne ha parlato di recente anche Voyager, peccato che da un lato per salvare la scientificità liquidi il catastrofista che, del resto, si rifà a visioni intuitive e, dall'altro, si dilunghi sulle profezie di Malachia - santo della notte dei tempi - che bada caso ha derivato anche lui materiale dal suo potere visionario. Nella nebbia di queste mediatiche intercessioni l'articolo che segue appare, perlomeno, proporzionato.

Più di una volta l'umanità si è trovata a provare un certo timore al sopraggiungere di alcune date indicate a titolo profetico come fatidiche. E' successo, ad esempio, per l'anno mille, e il fenomeno si è ripetuto solo 8 anni orsono (almeno per coloro che seguono il calendario gregoriano) durante il nostro primo giorno d'ingresso nel terzo millennio. In ambedue i casi però non si è verificato nulla di quanto previsto, e questo porta a suggerire che si possano dormire sonni tranquilli anche per il futuro.

Ma da qualche tempo il giorno 21 dicembre dell'anno 2012 viene indicato sempre più insistentemente come la prossima scadenza per l'arrivo di una grande catastrofe, e viene da chiedersi se siamo di nuovo alle prese con l'ennesimo parto della fantasia umana, o se per caso questa volta “bolla in pentola” qualcosa di diverso. A ben vedere infatti il 21 dicembre 2012 non è una data partorita dal solito profeta “ispirato da Dio”, ma è la data di conclusione di un computo matematicamente e astronomicamente perfetto: il calendario Maya.

I calendari Maya
Il popolo Maya disponeva di differenti calendari astronomici (come ad es. il calendario di Venere), ciascuno con una diversa funzione. Di tutti questi però, ... solo tre sono particolarmente noti:
1) Lo Tzolkin aveva una durata di 260 giorni. Era considerato sacro, e veniva utilizzato per la scelta dei giorni in cui svolgere i cerimoniali religiosi;
2) L'Haab aveva una durata di 365 giorni, e pur espletando la stessa funzione del nostro attuale calendario, era già molto più preciso di esso;
3) Il calendario del “lungo computo”, che veniva utilizzato per cadenzare il tempo della nostra era, ed aveva una durata di circa 5125 anni.

A tutto questo va aggiunto che la cultura Maya non misurava lo scorrere del tempo secondo una direzione lineare, ma circolare, ovvero suddividendolo in cicli o ere. Ciò derivava dal fatto che i sacerdoti di questo antico popolo ritenevano il cammino della civiltà soggetto a periodiche - e quindi prevedibili - catastrofi planetarie, che fungerebbero da spartiacque tra la fine di un'era e l'inizio di quella seguente. Secondo quest'ultimo calcolo, la nostra era iniziò il 13 agosto del 3114 a.C, e sarebbe ormai giunta al tempo della fine, terminando esattamente il 21 dicembre 2012.

Alcuni fatti rimasti inspiegabili
Contrariamente a quanto si possa credere, i Maya erano tutt'altro che un popolo primitivo e superstizioso. Anzi, se facciamo eccezione per il calendario religioso, tutti gli altri calendari Maya esaminati sino ad ora costituiscono un mistero proprio a causa della loro notevole precisione.
Tutto ciò rende la questione sulla loro vera data d'origine un fatto molto dibattuto nell'ambito della letteratura nota come archeologia eretica (i cui esponenti più celebri sono R. Bauval e G. Hancock).

Quando ancora non conoscevano nè la ruota nè la bilancia, ad esempio, i Maya erano già in possesso di nozioni matematiche e astronomiche straordinariamente complesse, testimoniate appunto dall'esistenza dei loro antichi calendari.
Sappiamo per certo che chi realizzò il calendario solare ottenne una precisione superiore a quella da noi conseguita in epoca moderna. Altrettanto sbalorditivi sono il calendario di Venere, e il calendario del lungo computo (della durata di ben 5125 anni), che era addirittura in grado di prevedere tutte le eclissi di sole e di luna verificatesi sino ad oggi!

I Maya inoltre - fatto ancora più misterioso - conoscevano già il fenomeno della precessione degli equinozi, che il loro calendario dell'anno galattico indicava compiersi in 25.625 anni! Come abbiano potuto calcolarlo, nessuno è in grado di spiegarlo, ma questo fatto porta a supporre che gli antichi autori dei calendari possano avere ragione anche riguardo alla ciclicità dei grandi eventi catastrofici planetari.

Di fronte a tale perizia e precisione, diventa legittimo ipotizzare che questi astronomi ante-litteram non fossero semplicemente i sacerdoti di un popolo primitivo (che non conosceva neppure la ruota), ma gli scienziati dell'ultima civiltà evoluta che avrebbe preceduto la nostra.

Sarà infatti solo una coincidenza, ma gli archeologi fanno risalire l'origine dell'attuale civiltà proprio ad un periodo collocato pochi secoli prima del 3000 a.C., ovvero ad una data che corrisponde in modo inquietante al 3114 a.C. indicato dai Maya come inizio della nostra attuale era.

Il significato del 2012 secondo l'interpretazione Maya
Se qualcuno ha pensato che tutta l'annosa questio sulla “profezia” maya può risolversi nel confronto tra catastrofisti e negazionisti rimarrà piuttosto deluso. Il rompicapo è più complesso di ciò che si può immaginare persino per chi ritiene attendibile (a vario titolo) il calendario Maya del lungo computo.

La data del 21 dicembre 2012 lascia infatti spazio a diverse interpretazioni. La notte tra il 21 e il 22 dicembre infatti è anche il periodo dell'anno in cui si verifica il solstizio d'inverno, un evento astronomico ciclico caratterizzato dalla minore durata della luce solare in assoluto. Per tale ragione tutti i popoli più antichi lo consideravano un giorno sacro, che rappresentava la sconfitta della luce/fonte di vita sulle tenebre/simbolo di morte, ovvero la fine di un ciclo vitale.

Trascorsi i tre giorni nei quali il sole sembra sprofondare negli abissi dell'oscurità, le ore di luce tornano nuovamente ad allungarsi. Ecco quindi spiegato il motivo per cui i nostri avi celebravano la nascita di tutte le loro diverse divinità solari proprio il 25 dicembre (Horus, Attis di Frigia, Mitra etc. etc.), ed ecco anche perché il 21 dicembre 2012 potrebbe avere solo un significato metaforico, riferito al completamento di un periodo astronomico.

In tale occasione però il ciclo a cui potevano avere fatto riferimento i Maya non è ovviamente il solo ordinario solstizio d'inverno, quanto la sua coincidenza con il completamento di un altro ciclo, il c.d. anno galattico.
Anche quest'ultimo termina infatti proprio il 21 dicembre 2012, data in cui l'asse terrestre avrà percorso un giro completo di circa 26000 anni attorno al proprio centro di rotazione a causa della precessione degli equinozi.

I Maya quindi conoscevano perfettamente anche questo ulteriore e complesso fenomeno astronomico, che ritenevano durasse 25625 anni e che avevano denominato appunto “anno galattico”.
Esiste tuttavia una lieve differenza di computo tra il periodo di precessione calcolato in epoca moderna e quello stabilito nell'antico calendario, ma ciò è sicuramente dovuto al fatto che la precessione degli equinozi (o anno galattico per i Maya), pur essendo un fenomeno ciclico prevedibile, è estremamente variabile e irregolare. La sua durata esatta infatti dipende dalla combinazione di molti fattori.

La Luna e il Sole ad esempio non si trovano sempre nello stesso piano (in quanto si muovono l'una rispetto all'altro) e di conseguenza si vengono a produrre interazioni gravitazionali sulla rotazione terrestre (nutazione) di natura variabile.

Il sole sotto accusa
I Maya non solo avevano diviso la storia del mondo in 5 diverse epoche, ma usavano riferirsi a ciascuna di esse associandole al sole, in ordine cronologico. Stando quindi alla tradizione Maya, sarebbe proprio il nostro astro a svolgere il ruolo di protagonista in questi sconvolgimenti ciclici planetari.

A tal proposito basti aggiungere che le loro previsioni collocano il periodo storico in cui stiamo vivendo nel quinto e ultimo sole. Questa associazione è stata rilevata da studiosi come Adrian G. Gilbert e Maurice M. Cotterrell, che hanno svolto approfondite indagini in proposito, presentate nel dettagliato volume Le profezie dei Maya. Secondo gli autori, i sacerdoti di questo antico popolo sapevano già migliaia di anni or sono che nel 2012 si sarebbe scatenata una tempesta solare di inaudita violenza, che avrebbe determinato la fine della nostra era.

Inversione dei poli magnetici e olocausti solari
In televisione se ne parla poco, ma gli scienziati hanno comunque scoperto che i poli magnetici terrestri si invertono ciclicamente nel corso del tempo, con conseguenze drammatiche per l'ecosistema globale.

La prova ci arriva dall'esame delle rocce ignee risalenti a diverse ere geologiche. Queste ultime infatti, una volta passate dallo stato magmatico a quello solido, possiedono la particolare proprietà di conservare “l'impronta” del campo magnetico terrestre presente nel momento del loro raffreddamento.

Tale caratteristica ha poi consentito ai geologi di scoprire che il nord e il sud magnetico si invertono ciclicamente, passando per fasi intermedie dove le diverse polarità non risultano perfettamente allineate, ed in cui il globo terrestre è caratterizzato dalla presenza di piccole aree già invertite dal punto di vista dell'orientamento magnetico.

Mentre vi è consenso unanime, nel mondo accademico, sul fatto che un simile evento si verifichi, esistono però diverse scuole di pensiero sul quando e come ciò possa avvenire. La maggior parte degli esperti ritiene a tal proposito che l'ultima inversione completa sia avvenuta ben 16 milioni di anni fa, mentre una minoranza di essi afferma che il fenomeno si può verificare anche con cadenze intorno ai 10.000 anni.

Al di là di chi abbia ragione o meno, se davvero l'ultima inversione dei poli fosse avvenuta solo 12.000 anni fa, avremmo scoperto anche la causa dell'ultima glaciazione (c.d. del Pleistocene).

Attività vulcanica
Un altro enigma dei geologi riguarda infatti l'inspiegabile incremento dell'attività vulcanica che si manifesta sempre in concomitanza di ogni era glaciale e che potrebbe avere la sua origine proprio nello slittamento dei poli magnetici.

Gli scienziati infatti sembrano essere d'accordo almeno su un punto: l'inversione dei poli sviluppa molta energia, che finisce per eccitare il magma che scorre sotto la crosta terrestre, generando così vulcanismo, terremoti e tsunami di ogni tipo. A quando il prossimo appuntamento? Forse tra breve visto che sono gli esperti dell'autorevole rivista scientifica Nature a riportare la notizia.

L'analisi dei dati raccolti dai satelliti Oersted, confrontati con quelli del Magsat, sembra infatti presagire una rivoluzione magnetica imminente. E si è scoperto inoltre che due regioni della Terra (poste rispettivamente nell'Africa meridionale e al Polo Nord) hanno subito enormi variazioni del proprio campo magnetico locale.

“Lo stato attuale del nostro pianeta - affermano Gauthier Hulot e gli altri autori dell'articolo di Nature - assomiglia moltissimo a quelle simulazioni al computer, altamente asimmetriche, che descrivono i periodi di tempo prossimi alla cosiddetta inversione del campo magnetico terrestre.”

Peraltro, un altro indizio inquietante che sembra avere sempre accompagnato il ribaltamento dei poli magnetici è la diminuzione del campo magnetico terrestre, cosa anche questa regolarmente avvenendo in questi anni.

Ma anche ammesso che simili previsioni siano corrette, cosa c'entrano i Maya e il sole in tutto questo?
Stando agli indizi offerti dai dati, e alla loro interpretazione più apocalittica, c'entrano eccome.

L'attuale situazione dei poli magnetici, infatti, dimostra che essi sono già in movimento, ovvero nella fase di instabilità che prelude al loro ribaltamento. Per di più proprio per il 2012 è prevista una tempesta solare senza precedenti (il vento solare e le sue particelle cariche perturbano il nostro campo magnetico), che potrà effettivamente manifestarsi come il colpo di grazia dell'attuale equilibrio geomagnetico terrestre.

Ma come sarebbe stato possibile, in ogni caso, prevedere uno scenario del genere con calendario antico migliaia e migliaia di anni?
Forse la risposta ci arriva dalle scoperte fatte dallo scienziato russo Alexei Dmitriev (geofisico all'accademia delle scienze, con un curriculum imponente e oltre 300 pubblicazioni all'attivo sulle riviste più autorevoli), il quale ha risolutamente affermato che il recente aumento dell'attività del sole è una conseguenza diretta dell'ingresso del nostro sistema solare all'interno della nube energetica presente in questa zona della galassia.

Se così fosse, esistono indizi che chi realizzò i calendari Maya conoscesse già anche il moto di rotazione del nostro sistema solare intorno al centro della galassia. Solo in tale ipotesi infatti, avrebbe potuto prevedere in anticipo gli eventi catastrofici con tale precisione matematica.

Insomma, tra tanti misteri rimane solo una certezza, chiunque realizzò quei calendari sapeva il fatto suo.
Per il resto, non ci resta che attendere qualche anno ancora...

Fonte:Scienza e conoscenza 08-10-2009

Approfondimenti:
Scienza e Conoscenza n° 28
Articolo su Inversione Poli Magnetici

giovedì 7 gennaio 2010

ONDE "THETA" : LA FONTE DEI MIRACOLI


IMMERSIONE nelle ONDE THETA
di Lorella de Luca

Da Lakhovsky con l'oscillazione cellulare, a Veret con la nutrizione endocellulare ci spostiamo verso il metodo riscoperto da Vianna Stibal con la remissione del suo stesso tumore: la cura in onde theta. E' come se la materia di studio si assottigliasse ma i parametri rivelano evidenti analogie. Quasi un passaggio narrativo dalla visibilità della materia al regno invisibile delle frequenze. Quelle theta sono infatti frequenze cerebrali comuni a tutti, misurabili in Hz dagli strumenti tecnici ormai in uso. L'induzione consapevole dello stato theta si dimostra di supporto alla guarigione attivando, guarda caso, tra gli altri, il gene della giovinezza e della vitalità.


Ciò che emerge dall'esperienza di autoguarigione di Vianna Stibal, poi divulgatrice del metodo di cura nello stato di frequenza cerebrale theta, è che l'intento della coscienza che osserva è fondamentale. In pratica è l'intenzione dell'osservatore, sia essa conscia o inconscia, che converte la materia dalla sua forma particellare a quella ondulatoria e viceversa, e può, conseguentemente, influenzare il processo di guarigione.

Se le nostre azioni quotidiane non sono in linea con il “nostro” scopo spirituale, e se le nostre convinzioni inconsce, e poi le consce, sono negative, i semi della malattia trovano terreno fertile, a prescindere dal fatto che ciò possa essere avvertito a livello consapevole o meno. Il fatto che la nostra volontà di guarire sia in linea con uno scopo (o volontà) più grande, rappresenta un elemento estremamente importante.

E' ciò che avvia la trasformazione dell'energia in materia.
La “riscoperta” di questa particolare tecnica energetica e vibrazionale, di fatto antichissima - parte della memoria della Creazione che si è persa nei secoli - è ormai sempre più confortata scientificamente dalla nuova biologia molecolare e epigenetica, senza escludere le neuroscienze più avanzate. Il theta healing (guarigione in onde theta) è stato però per Vianna, prima di tutto, un'esperienza diretta su se stessa, nella fase terminale di un tumore linfatico.

Il linguaggio delle frequenze
Sia i bambini che gli adulti mostrano molteplici differenze nelle oscillazioni, differenze che vanno dalla bassa frequenza delle onde delta, fino all'alta frequenza delle onde beta. Delta (0.1-3.9 Hz). Delta è la più profonda tra le onde cerebrali; è lo stato in cui ci troviamo quando dormiamo profondamente. Riuscire ad entrare nello stato delta da svegli, vuol dire aprire un accesso alla parte inconscia della nostra conoscenza. Queste onde aumentano incredibilmente le capacità mentali e l'intelligenza, permettendoci di risolvere più velocemente e più facilmente qualunque problema ci venga sottoposto.

Quando parliamo di Theta Healing intendiamo appunto il sintonizzarsi su una particolare frequenza. Theta è il nome di una delle cinque onde celebrali, e le frequenze di queste onde prodotte dal cervello si chiamano Alpha, Beta, Gamma, Delta e appunto Theta.

Si chiama Theta Healing perché il praticante entra in uno stato di onde cerebrali theta quando utilizza la tecnica. Le onde cerebrali theta (4-7 cicli al secondo) sono quelle che corrispondono a uno stato di rilassamento profondo o di sonno, o di ipnosi. Questo è stato verificato con esperimenti specifici. Gli scienziati utilizzando macchine ECG, hanno potuto monitorare e osservare che gli operatori entrano in uno stato di onde Theta.
Ordinari, o straordinari che siano, tutti gli stadi della nostra coscienza sono dovuti all'incessante attività elettrochimica del cervello, che si manifesta attraverso "onde elettromagnetiche": le onde cerebrali, appunto.

La frequenza di tali onde, calcolata in “cicli al secondo”, o Hertz (Hz), varia a seconda del tipo di attività in cui il cervello è impegnato e può essere misurata con apparecchi elettronici. Gli scienziati suddividono comunemente le onde in "quattro bande", che corrispondono a quattro fasce di frequenza e che riflettono le diverse "attività del cervello".

Onde Delta Hanno una frequenza tra 0,5 e 4 Hz e sono associate al più profondo rilassamento psicofisico. Le onde cerebrali a minore frequenza sono quelle proprie della mente inconscia, del sonno senza sogni, dell'abbandono totale. In questo senso vengono prodotte durante i processi inconsci di autogenerazione e di autoguarigione.

Onde Theta - La loro frequenza è tra i 4 ed i 7/8 Hz e sono proprie della mente impegnata in attività di immaginazione, visualizzazione, ispirazione creativa. Tendono ad essere prodotte durante la meditazione profonda, il sogno ad occhi aperti, la fase REM del sonno (cioè, quando si sogna). Nelle attività di veglia le onde theta sono il segno di una conoscenza intuitiva e di una capacità immaginativa radicata nel profondo. Genericamente vengono associate alla creatività e alle attitudini artistiche. Studi scientifici dimostrano che le onde theta possono:

1. alleviare lo stress e promuovere una duratura e sostanziale diminuzione dell'ansia nelle persone che ne sono soggette;

2. facilitano un profondo relax fisico e chiarezza mentale;

3. aumentano la capacità verbale e la performance I.Q.;

4. sincronizzano entrambi gli emisferi del cervello;

5. invocano immagini mentali vivide e spontanee, il pensiero immaginativo e creativo, riducono il dolore, promuovono l'euforia e stimolano il rilascio di endorfine.

Lo stato theta è uno stato della mente dove si può cambiare la realtà all'istante, tutte le persone le possono utilizzare per uscire dalle loro problematiche e guarire se stesse, gli altri e anche il pianeta.

Onde Alfa Hanno una frequenza che varia da 8 a 14 Hz e sono associate a uno stato di coscienza vigile, ma rilassata. La mente, calma e ricettiva, è concentrata sulla soluzione di problemi esterni, o sul raggiungimento di uno stato meditativo leggero. Le onde alfa dominano nei momenti introspettivi, o in quelli in cui più acuta è la concentrazione per raggiungere un obiettivo preciso. Sono tipiche, per esempio, dell'attività cerebrale di chi è impegnato in una seduta di meditazione, di yoga o similari

Onde Beta Hanno una frequenza che varia da 14 a 30 Hz e sono associate alle normali attività di veglia, quando siamo concentrati sugli stimoli esterni. Le onde beta sono infatti alla base delle nostre fondamentali attività di sopravvivenza, di ordinamento, di selezione e valutazione degli stimoli che provengono dal mondo che ci circonda. Per esempio, leggendo questo articolo il vostro cervello sta producendo onde beta. Esse, poi, ci permettono la reazione più veloce e l'esecuzione rapida di azioni. Nei momenti di stress o di ansia le beta ci danno la possibilità di tenere sotto controllo la situazione e dare veloce soluzione ai problemi.
Attivazione del DNA

Questa tecnica energetica ci porta a lavorare sui 12 filamenti contenuti nel DNA, attraverso un esercizio chiamato “attivazione del gene della giovinezza e della vitalità”.

Secondo Vianna Stibal, ci sono dei filamenti “ombra” nel nostro DNA, filamenti di cui la scienza non conosce la funzione, ma che è possibile attivare. E' fondamentale arrivare alla comprensione del funzionamento del DNA.

Conoscere come il DNA lavora è un' introduzione al più intimo aspetto della nostra biologia, il DNA è preposto alla nostra salute o alla malattia, dice alla cellula ciò che è stata, cosa continuerà ad essere e cosa diventerà. E' quindi lavorando su di esso che siamo in grado di ri-programmare le cellule per il nostro massimo beneficio.

L'attivazione del DNA ci dà la possibilità di sopravvivere all'inquinamento ambientale, accelera i nostri sensi psichici, sollecita innumerevoli intuizioni; sentiremo e vedremo gli eventi della vita in modo più chiaro e consapevole, tutti i blocchi emozionali che avevamo seppellito all'interno dell'inconscio verranno gradualmente rilasciati per dare spazio a nuovi sentimenti affermativi che sostituiranno quelli vecchi e malsani, apportatori di disagi fisici e mentali.

Altri risultati del lavoro sul DNA sono l'attenuazione delle rughe, gli occhi cambieranno la loro luminosità, il peso forma si stabilizzerà, la pelle assumerà un aspetto più giovane e compatto, in molti casi le unghie e i capelli hanno aumentato la loro crescita. Anche la vista può migliorare, ma la percezione più importante sarà quella di ricercare spontaneamente cibi sani e attitudini benefiche per il corpo, perché nasce una nuova consapevolezza su cosa è più salutare per il nostro organismo.
Attraverso questa tecnica inoltre si è in grado di rilevare tutte quelle convinzioni registrate a livello profondo, che alterano l'equilibrio e di conseguenza anche lo stato di salute.

La forza di saper indurre consapevolmente uno stato theta, permette d'individuare agilmente tutte le convinzioni negative registrate dentro di noi e di trasformarle in altre più favorevoli.
Abbiamo infatti ereditato i caratteri somatici dei nostri genitori ma anche i loro condizionamenti e le loro convinzioni. Una volta diventati adulti, queste convinzioni sono diventate dei programmi registrati nel nostro organismo corpo-mente a più livelli:

1. Subconscio/adesso: è quello che abbiamo pensato in questa vita e accettato sin dall'infanzia. Sono programmi diventati parte di noi. Queste credenze sono trattenute come energia nel lobo frontale del cervello

2. Storico/vissuti passati: memorie genetiche o di esperienza di coscienza collettiva che trasportiamo nel presente. Queste memorie sono tenute nel campo aurico della persona

3. Genetico: sono programmi trasportati dai nostri antenati o sono stati aggiunti nei geni in questa vita. Questo “campo”dice al DNA cosa fare.
4. Anima: è tutto ciò che è una persona dalla sua nascita primordiale

Convinzioni e malattia
Questi programmi, inconsapevolmente, producono la nostra realtà e tutte quelle situazioni che attiriamo nella vita, situazioni e pensieri che spesso possono bloccare la persona durante la fase della crescita individuale. Queste convinzioni, sovente, sono addirittura la causa principale della malattia.

Vari esempi si possono avere sulla "considerazione di sè" (io non merito, io non valgo nulla, sono una vittima, sono colpevole, sono brutta) oppure per le dinamiche affettive (tutti mi abbandonano, nessuno mi vuole, trovo sempre la persona sbagliata….) e su tutte le altre tematiche che riguardano la nostra persona.
Attraverso questo metodo di analisi personale, si modificano i programmi pre-natali e di nascita, trasformando le situazioni relative alla propria vita. Tutto questo è possibile, compresa la remissione spontanea del tumore.

Lo stato theta crea una stretta connessione con la fonte creativa dell'universo e dona una potente capacità di lavorare con il subconscio. Vianna è riuscita a connettersi con questa energia grazie ad uno stato di coscienza "straordinario", che fa, però, parte della nostra comune esperienza: quando ci sentiamo particolarmente creativi, insolitamente intuitivi, eccezionalmente lucidi, profondamente rilassati.


Testimonianze:
Il caso di A. nove anni,
affetto dal Disturbo da deficit d'attenzione ed iperattività (ADHD) che è un disturbo neuropsichiatrico caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in taluni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini. Si tratta di un disturbo eterogeneo e complesso, multifattoriale che nel 70-80% dei casi coesiste con un altro o altri disturbi (fenomeno definito comorbilità). La coesistenza di più disturbi aggrava la sintomatologia rendendo complessa sia la diagnosi sia la terapia. Quelli più frequentemente associati sono il disturbo oppositivo-provocatorio e i disturbi della condotta, i disturbi specifici dell'apprendimento (dislessia, disgrafia, ecc.), i disturbi d'ansia. Si sono rivelati efficaci i trattamenti di Theta Healing, una volta a settimana per un mese, poiché hanno ristabilito l'attenzione e la consapevolezza del bambino verso se stesso e verso i suoi genitori, inoltre hanno contribuito al miglioramento della sua grafia e della sua condotta scolastica.

P. 39 anni,
«durante il mese di luglio di due anni fa, mi è stato diagnosticato un tumore al seno. Sono stata presa dalla paura e dal panico. Con il Theta abbiamo iniziato un lavoro di ricerca sul “retroterra” di questa malattia. Cosa significava? Cosa mi stava dicendo la mia malattia?
Ho compreso passaggi della mia vita che mai avrei potuto interpretare. Mi ha aiutata a capire chi realmente sono, e cosa il mio corpo mi stava dicendo. Sto seguendo anche le cure tradizionali, ma affronto tutto con una nuova forza e serenità»

Testimonianza di C.37 anni
«Nel Febbraio 2006, mi viene rimosso con il laser dal collo dell'utero un antipatico ed imbarazzante virus di tipo "femminile". Metà giugno 2006: frequento il corso di Theta Healing dna 1&2, Luglio 2006: al controllo risulto inaspettatamente ancora portatrice di tracce del virus.
Da quel momento inizio a lavorare contemporaneamente sia sulla mia salute, seguendo le indicazioni dettate da Vianna nel suo libro in merito alla rimozione dei virus, sia sulle mie convinzioni negative più profonde rispetto alle tematiche che possono aver causato il problema. Ottobre 2006: frequento, il corso dna2 avanzato.
Il lunedì successivo mi presento in ospedale dalla mia ginecologa per la rimozione dei residui del virus da lei evidenziati nel controllo di metà estate.
La frase pronunciata dalla ginecologa maneggiando il microscopio è stata: «ma qui non c'è più niente! Fammi controllare meglio... (controllo molto doloroso per me....) qui non c'è proprio niente! Raramente questi disturbi regrediscono da soli...». La valente professionista (luglio 2007, la mia guarigione è un dato assodato anche dal suo microscopio) non ammette che esistano modalità diverse da quelle che lei conosce per guarire le malattie, ma tant'è: è la sua storia, non la mia, grazie a Dio (appunto!) e alle tecniche di Theta Healing che Lui ha messo sulla mia strada».

Vianna Stibal
Dottoressa in Scienze Religiose, Naturopata - può essere coniato per lei a diritto il termine di Medico Psichico-Intuitivo - vive ed opera in America, a Idaho Falls. Nel mese di agosto del 1995 le fu diagnosticato un cancro osseo al femore, l'esito degli esami diagnostici erano gravi, poiché la causa era una Leucemia. Secondo i medici la sola amputazione dell'arto le sarebbe stata d'aiuto per vivere qualche mese più a lungo, ma per poter capire meglio la sua condizione si sottopose ad una biopsia sull'arto malato presso l'Università degli studi dell'Utah. Cominciò ad utilizzare stampelle per poter deambulare a causa dei forti dolori all'arto, che nel frattempo aveva ridotto le sue dimensioni rispetto al quello sano. In quel periodo era caduta in preda alla disperazione e alla tristezza, ma non si perse d'animo e iniziò una conversazione con il Creatore per cambiare la sua situazione, iniziò a “pregare” in uno stato di onde cerebrali theta e a chiedere di poter vivere ancora poiché aveva tre figli da crescere e una vita davanti. Con la guida di Dio, rassicurata interiormente e con fermezza di avere ciò che le serviva per poter guarire, cominciò ad utilizzare le sue conoscenze in campo erboristico e naturopatico per ritrovare la sua salute. Iniziò imperterrita una serie di saune e di digiuni con il limone per depurare il suo organismo, mentre dentro di lei cresceva questa certezza: era in grado di guarire istantaneamente dal suo cancro.
Ebbe la conferma della guarigione avvenuta quando le fu consegnato il risultato del test della biopsia dell'università di Utah, l'esito era negativo, il tumore era sparito, con grande sorpresa dei medici che fino a poco tempo prima pensavano il peggio. Era guarita finalmente e poteva comportarsi di conseguenza, la sua condizione di salute fu ripristinata, non doveva più utilizzare le stampelle né zoppicare per camminare, il suo femore era tornato della dimensione reale.
Per saperne di più: Theta Healing - DVD, rossivideo 2008. E clicca qui per il libro di Vianna Stibal in italiano

Lorella de Luca
Naturopata Heilpraktiker è operatrice e insegnante di ThetaHealing
Non si ritiene una guaritrice ma un'umile studiosa di tecniche alternative e mezzo dell'Energia Universale che è la vera fonte di guarigione. www.lorelladeluca.it

Scienza e conoscenza 20-07-2009

SE TI E' PIACIUTO QUESTO POST NON PUOI PERDERE:

LA VERA "GENESI" DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?

"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA"
" IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: LA VERA GENESI DELL'HOMO SAPIENS"
DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs




ACQUISTABILI DIRETTAMENTE DAL SITO OmPhi Labs ED IN LIBRERIA

martedì 5 gennaio 2010

L'UOMO E IL CIBO: I CEREALI VENIVANO GIA' CONSUMATI 100.000 ANNI FA !!




I risultati di una ricerca dell'Università di Calgary, svoltasi nel 2007 in Mozambico. Gli strumenti provano che i cereali erano fondamentali nella dieta dell'epoca. Uno studio pubblicato su Science da Julio Mercader dimostra che già 100.000 anni fa si consumassero cereali e non, come si pensa, solo dai 12000 anni fa, verso la fine dell’ultima era glaciale. La dieta degli uomini primitivi potrebbe essere stata più sofisticata di quanto ipotizzato finora. In particolare, il rapporto tra uomini e cereali è iniziato prima del previsto.

Questo è quanto emerge da una ricerca dell'Università di Calgary (Canada), diretta da Julio Mercader.

Nel 2007, Mercader e la sua squadra hanno esplorato una cava della regione del Lago Niassa, nel Mozambico nordoccidentale. Nel loro lavoro sul campo, gli studiosi canadesi sono stati affiancati dai colleghi dell'Università del Mozambico.

La loro indagine ha così portato alla luce numerosi reperti, testimonianze del menù degli Homo Sapiens della zona, circa 100.000 anni fa.

Sicuramente, gli antichi africani mangiavano carne (gusto testimoniato dalle ossa) ma, sopratutto, mangiavano vegetali. Palma, falsa banana ("Enset ventricosum"), piselli ("Cajanus cajan") e una radice, la patata africana: tutti conosciuti, e tutti gustati.

E poi, la scoperta inattesa rappresentata dal sorgo selvatico, antenato del cereale usato nella moderna Africa sub-sahariana come base per pappe simili al porridge, forme di pane e tipi di birra.

La squadra di Mercader è arrivata a tale conclusione dopo aver individuato pietre, strumenti per lavorare il sorgo selvatico, e che ancora oggi presentano traccie di amido.

Spiega Mercader: "Il risultato retrodata notevolmente l'inizio dell'utilizzo dei semi da parte delle specie umane e rappresenta una prova di una dieta estesa e sofisticata molto prima di quanto ritenuto. Ciò avvenne durante la media Età della pietra quando la raccolta di cereali selvatici è stata percepita come attività irrilevante se non altrettanto importante di radici, frutti e frutta secca".

Per il ricercatore ed i suoi compagni, i ritrovamenti della cava nella regione del Niassa consentono di fare luce sui meccanismi nutrizionali dell'evoluzione. La possibilità di ottenere con regolarità prodotti ricchi di amido "Migliorò la qualità della dieta nelle savane e nelle foreste africane, in cui si è evoluta la prima linea di esseri umani moderni".

In conclusione, sintetizza Mercader, la presenza stabile dei prodotti a base di cereali nel nostro piatto "L'inclusione dei cereali nella nostra dieta è considerato un passo importante in virtù della complessità tecnica della manipolazione culinaria richiesta per convertire i cereali in alimenti".

di Matteo Clerici(21 Dicembre 2009)
da: La Porta del Tempo

link: http://newsfood.com/q/b9c19f67/prodotti-a-base-di-...

domenica 27 dicembre 2009

GIZA COVER UP







L'egittologo leader in Egitto, il dottor Zahi Hawass (neo vice-ministro della cultura), ha rivelato che un gruppo di scavo sotto la sua direzione sta indagando una tomba antica, che è stata al centro delle dichiarazioni di una presunta scoperta di un mondo sotterraneo sotto le Piramidi di Giza.
Questo è un annuncio sorprendente per diversi motivi, non ultimo che il "presunto" sistema di grotte è già stato esplorato e fotografato dallo scrittore ed esploratore britannico Andrew Collins. Nel mese di agosto 2008, Collins ha annunciato di aver riscoperto l'ingresso ad un sistema di grotte inesplorate, e vi è entrato attraverso una tomba misteriosa diverse centinaia di metri ad ovest della Grande Piramide. Forse era il modo in cui Collins aveva scoperto la grotta, che ha causato la polemica.
Molte osservazioni sono state effettuate sulle tre piramidi della piana di Giza, che appaiono leggermente disallineate. Non sono su una linea retta. Essendo ammirati dalla precisione matematica degli antichi egiziani, i ricercatori si sono chiesti il perché. Così, quando nel 1993 Robert Bauval e Adrian Gilbert nel loro libro best-seller "Il Mistero d'Orione" hanno identificato le tre stelle della cintura d'Orione, come corrispondenti alle posizioni delle Piramidi di Giza, la teoria è stata accolta con cauto entusiasmo. Non tutti erano convinti da tale teoria.
L'allineamento non era "perfetto", ma era abbastanza vicino per molti egittologi. Ma non per Andrew Collins.
Collins ha scoperto un altro gruppo di stelle nella costellazione del Cigno, che ha trovato corrispondere con la stessa perfezione che era il marchio di fabbrica degli Egizi. Sovrapponendo le stelle del Cigno alle tre piramidi poteva vedere che una stella, Deneb, non era allineata. Ci doveva essere qualcosa - una piramide o tempio – ma non c'era niente. Forse il tempo l'ha distrutto? Forse è stato sepolto? O forse era un segno che qualcosa era sotto l'altopiano, in attesa d'essere scoperto.
Collins poi ha trovato indizi lasciati nelle memorie di due secoli fa, dal diplomatico ed esploratore britannico Henry Salt. Salt ha scritto che, nel 1817, lui e l'esploratore italiano Giovanni Caviglia aveva indagato le "catacombe" di Giza per una distanza di "parecchie centinaia di metri" prima di entrare in una "grande" camera. Questa camera era collegata a tre altre di uguali dimensioni, da cui partivano vari passaggi labirintici, uno dei quali in seguito esplorato dall'italiano per una distanza di "altri cento metri".
Collins ha deciso di cercare queste grotte nella zona in cui la stella indicata del Cigno sarebbe stata allineata, in relazione alle tre piramidi. Ha scoperto una serie di catacombe, come Henry Salt aveva descritto, ma nessun segno di grotte. Poi, mentre stava per lasciare il sito, ha notato una rottura nel muro di una catacomba, che alla fine ha rivelato l'ingresso alla rete d'un enorme complesso di grotte.
Eccitato da questa scoperta grandiosa, Collins è andato immediatamente ad informare le autorità egiziane e si attendeva che anch'esse fossero emozionate come lui. Sbagliato!
Perché Cigno X-1 è insolita
A diverse migliaia di anni luce di distanza, vicino al "cuore" del Cigno, due stelle sono bloccate in un abbraccio gravitazionale. Una stella è una supergigante blu, nota come HDE 226868. Ha circa 30 volte la massa del Sole ed è 400.000 volte più luminosa. L'altra stella è da 5 a 10 volte la massa del Sole, ma è estremamente piccola. L'oggetto deve essere il nucleo collassato di una stella. La sua massa è troppo grande per essere una nana bianca o una stella di neutroni, però, quindi deve essere un buco nero - il cadavere di una stella che una volta che somigliava alla supergigante.
Il sistema è denominato Cygnus X-1, a indicare che è stata la prima fonte di raggi X, scoperti nella costellazione del Cigno. Scoperto dal satellite a raggi X Uhuru nei primi anni 1970, è stato anche uno dei primi sospetti di buchi neri.
I raggi X provengono da un disco di gas che forma una spirale dentro il buco nero. Poiché le due stelle orbitano una intorno all'altra una volta ogni 5, 6 giorni, l'attrazione gravitazionale del buco nero fa sì che il supergigante blu presenti un "rigonfiamento" verso di esso. Di profilo, la supergigante somiglierebbe ad un uovo, con la piccola estremità rivolta al buco nero. Ma quest'uovo non ha un bordo liscio.
Invece, i flussi di gas caldo corrono dalla stella verso il buco nero. Il gas forma un ampio disco di accrescimento che circonda il buco nero. L'attrito riscalda il gas a un miliardo di gradi o più, facendogli emettere un torrente di raggi X - abbastanza per friggere qualsiasi cosa che vive all'intorno, nel raggio di milioni di miglia.
Ma la luce a raggi-X non è costante. Lampeggia e fornisce la prova che identifica il membro scuro della stella binaria come un buco nero. Il gas entra dal bordo esterno del disco di accrescimento poi si muove in spirali più vicino alla stella. Se il centro del disco contenesse una stella normale, o anche una stella di neutroni superdensa, il disco risulterebbe più caldo e luminoso fino in fondo al suo centro, con i brillanti raggi X provenienti dal centro. Invece, il bagliore dei raggi X taglia ben al di fuori del centro del disco. Osservazioni con telescopio spaziale Hubble mostrano che la regione centrale produce occasionalmente macchie di interruzione di gas intorno al bordo interno del disco e alla spirale nel buco nero.
Queste macchie sono accelerate a una frazione significativa della velocità della luce, in modo che girano intorno al buco nero centinaia di volte al secondo. Questo genera lo "sfarfallio" dei raggi X. Se le macchie del gas fossero in orbita intorno ad un oggetto più grande, non si sarebbero mosse tanto in fretta, quindi la loro rivoluzione ad alta velocità è una prova indiziaria che identifica il compagno scuro come un buco nero.
Il forte campo gravitazionale del buco nero "re-incanala" l'energia emessa da questo gas a lunghezze d'onda più lunghe e più a lungo. Alla fine, mentre il gas si avvicina l'orizzonte degli eventi, le modifiche diventano così grandi che il materiale scompare dalla vista - poco prima di formare le spirali nel buco nero.
Le autorità egiziane cercano di nascondere la scoperta della grotta
Secondo Collins,
"Il dottor Hawass [Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità per l'Egitto] effettivamente negò l'esistenza delle grotte. Lo ha fatto pubblicamente. Perché ha fatto questo è una questione dibattuta.
La spiegazione più semplice è che le indagini preliminari che hanno fatto seguito alla nostra visita per informarlo della scoperta di questa grotta, nel mese di aprile 2008, hanno fatto sì che i suoi, andati nella tomba, abbiano trascurato l'ingresso, come avevamo fatto anche noi inizialmente. "
Quindici mesi dopo, piegandosi alla ricerca effettuata da parte della stampa e degli studiosi egiziani, il dottor Hawass ha confermato di aver ordinato una squadra di ricercatori tutti egiziani, per esplorare la tomba al centro della controversia". Polemiche? Come potrebbe una scoperta di una tale portata suscitare controversie?
"Stiamo cercando di comprendere questo complesso, ed è una catacomba del tardo periodo, come molte altre in tutto l'Egitto", ha dichiarato questa settimana.
"Non c'è alcun mistero su di essa, e non vi è alcuna connessione con argomenti esoterici. Pubblicheremo i nostri risultati, come parte della nostra normale attività".
Pur plaudendo al nuovo interesse dottor Hawass sul sito, Collins rimane scettico riguardo ai suoi motivi. "Sapevamo che nel mese d'agosto aveva iniziato a vuotare la tomba", ha detto. "Gli scavi cominciarono quasi subito dopo che la notizia della scoperta della grotta è stata diffusa da Internet."
Collins non è neppure convinto dalla spiegazione fornita da Hawass di ciò che egli chiama la catacomba". "Usa ora il termine 'sistema' per suggerire che ha trovato ed è entrato nella grotta, della quale in precedenza aveva negato persino l'esistenza?" Chiede.
"Io e i miei colleghi abbiamo esaminato le prove fotografiche delle catacombe dinastiche in tutto l'Egitto, e tutte sembrano essere state scolpite da mani umane". – Hawass
Ma le foto non mentono. Collins ha detto: "Quelle di Giza sono naturali, e penetrano in profondità nella roccia per molte centinaia di metri, forse seguendo il corso delle locali faglie geologiche."
Anche se il dottor Hawass suggerisce che non ci sia alcun mistero che circonda la "catacomba", Collins sospetta che le grotte si estendano al di sotto della seconda piramide, dove la tradizione antica mette la leggendaria tomba di Hermes, leggendario fondatore dell'Egitto. Ciò è importante perché Hermes è conosciuto come colui che condusse la Grande Sapienza e Collins sospetta che le camere potrebbe rivelare qualcosa lasciato da Hermes - qualcosa come la mitica Sala delle Memorie.
La Sala delle Memorie - come profetizzato da Edgar Cayce?
Secondo il leggendario veggente psichico, Edgar Cayce, le piramidi sono state costruite da una civiltà antica che aveva le sue origini in Atlantide. Questa grande civiltà esisteva da qualche parte verso il 10000 - 11000 a.C. e fu responsabile della costruzione della Grande Piramide, e conservò la storia del genere umano perduto in un locale chiamato "La Sala delle Memorie".
"Le memorie sono una ... [Esse contengono]" ... una storia di Atlantide dalle origini di quei periodi in cui lo spirito ha preso forma e ha iniziato a stabilirsi in quella terra". – Cayce
Le memorie si estendono attraverso le distruzioni prima di quella civiltà antica, l'esodo di Atlantide verso altre terre, e la distruzione finale di Atlantide. Esse contengono una descrizione della costruzione della Grande Piramide, così come una profezia di "chi, cosa, dove, sarebbe venuto [a fare] l'apertura delle memorie".
Collins ha detto:
"Questo non è mai stato trovato. Quindi, forse, è ancora lì, in attesa di scoperta, da qualche parte vicino a dove Salt e Caviglia sono arrivati, quasi 200 anni fa".
"Io credo che le grotte dove siamo entrati facciano parte di un più vasto complesso che si estende proprio sotto l'intera piana di Giza".
Collins spiega che le grotte sono naturali e assomigliano ai buchi del formaggio svizzero. Egli ritiene che si siano formate molto tempo prima che le piramidi fossero costruite e suggerisce che potrebbero essere la ragione per cui le piramidi sono state costruite su questo sito. Le prime civiltà credevano che una parte del processo di morte coinvolgesse l'attraversamento del cosiddetto "Mondo sotterraneo" e queste grotte avrebbero potuto essere considerate come l'ingresso a questo mondo sotterraneo. Ci sono prove di attività umane nelle parti più profonde delle grotte.
Secondo Collins, "Le immagini satellitari tenderebbero a suggerire che le grotte ... arrivino fino alla seconda piramide". Un po' ad ovest di qui gli archeologi hanno trovato una collezione di mummie di uccelli. Dal momento che la costellazione del Cigno è storicamente rappresentata come un uccello, un cigno in particolare, si è teorizzato che i fedeli depositassero volatili mummificati come offerta associata a questa configurazione stellare o forse per Socar, il dio dalla figura d'uccello che era il signore degli inferi.
Dall'ingresso delle grotte sembra che si possa viaggiare verso la seconda piramide e direttamente sotto il punto in cui la stella del Cigno, Deneb, sarebbe in linea con le tre piramidi e le ali del Cigno. È in questo punto, che troveremo la famosa "Sala delle Memorie"? E' volontà del governo egiziano consentire al mondo di sapere che cosa è davvero lì? Perché devono essere così gelosi del segreto?

(14 Dicembre 2009)

da: La Porta del Tempo
fonte: Viewzone Magazine
link: http://www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=289

sabato 19 dicembre 2009

La strenna di Natale 2009: QUAL E' LA VERA MENTE DEL COSMO ?


“LA MENTE DI DIO:
QUAL E’ LA VERA MENTE DEL COSMO ?”
E’ la domanda e il titolo della conferenza intervista col Dott. Massimo Teodorani, uno dei più brillanti ed illuminati astrofisici contemporanei.
Edito da Macroedizioni per la collana “Scienza e Conoscenza” il video divulgativo, illustra attraverso un affascinante viaggio tra le più recenti scoperte della meccanica quantistica, come l’ Universo sia una entità retta da leggi fisiche di casualità continuamente interfacciate con leggi fisiche di sincronicità.
La sincronicità rappresenta la coscienza dell’Universo, il quale si manifesta come un’entità globale governata da leggi che scaturiscono da una matrice primigenia che lega tra loro le parti di un tutto indissolubile.
Questo video ha l’importante compito di presentare in maniera semplice, organica e armonizzata, con l’aiuto anche di numerose illustrazioni e approfondimenti, tutte le sfaccettature che riguardano il fenomeno cosiddetto “entaglement quantistico”, dalle esperienza del mondo microscopico, al mondo della cosmologia, dalla neurodinamica quantistica, alla ricerca sui fenomeni psichici, dalla fisica dei plasmi e allo studio di nuove tecniche di contatto con possibili intelligenze extraterrestri.

www.macroedizioni.it

La fisica moderna è vicina a “riscoprire” quei “segreti magici” del creato che gli antichi padroneggiavano? “ il Tempo del Sogno”, lo “Zep Tepi”, il “primo Tempo” non sono soltanto mitologia. Forse è esistita un’ Umanità “diversa”, in grado di comunicare istantaneamente con tutte le creature dell’Universo e con Dio ? I Segreti di “Thot”, degli iniziati prima e degli alchimisti poi, segreti tramandati e ben custoditi non riguardano forse quel “Campo di Forma” che, generato e supportato dall’inconscio collettivo, “CREA” letteralmente la nostra “REALTA”? Ma non è forse quello che tutte le forme di religione ci predicano? Il Dio creatore, l’entità creatrice è in noi, in ogni creatura, nel tutto che ci circonda: “in cielo e in terra in tutte le cose e che tutto vede e contiene” Non sono forse le religioni le “primigenie” forme di scienza e conoscenza? Non sono forse stati gli antichi sacerdoti e profeti, i primi “scienziati”? Essi hanno custodito e tramandato questa grande “rivelazione”, osteggiata e combattuta nel corso dei secoli nel nome del potere secolare, (pesecuzioni della chiesa verso i catari e la scienza rinascimentale). Tutto questo, ci conduce verso il grande concetto che la mente di Dio, del Cosmo siamo tutti noi, tutte le creature che attraverso l’immenso oceano dell’inconscio collettivo, “danno vita” alla realtà in cui viviano, ne siamo artefici e creatori al pari di Dio, che sta dentro noi. Siamo tutti collegati, sincronizzati. Il Big Bang primordiale , tutta la materia dell’Universo, concentrata in un solo piccolo punto “entaglement primordiale”, di cui ogni particella dell’Universo ha mantenuto e conservato la memoria. Ecco spiegarsi il fenomeno della trasmissione dell’informazione in modo “non locale”.Essa è intriseca di ogni particella, quindi avviene anche in noi a livello biologico e psico-biologico. Ma come “riscoprire” il modo di mettersi in contatto con l’Universo, con la coscienza collettiva che lo governa? E quindi con Dio? La fisica quantistica è forse ad un passo da questa grande scoperta, dal grande balzo evolutivo dell’Umanità, forse quel “grande passaggio” che le antiche culture predissero per questa umanità ? Forse il 2012 è l’inizio di tutto ciò ? Io voglio sperarlo con tutto il cuore e sarà sicuramente il mio obiettivo per il futuro.

BUON NATALE A TUTTI

MARCO LA ROSA

domenica 13 dicembre 2009

DECRITTATO IL MANOSCRITTO VOYNICH :" ALLORA NON ERA UN ABILE FALSO !"


Il manoscritto di Voynich sembra sia stato finalmente tradotto. Dopo 500 anni di misteri, di un linguaggio incomprensibile, di immagini mai ritrovate nella storia, Richard Rogers, informatico e specialista nella gestione dei dati al Fleet Readiness Center East at Cherry Point (Nord Carolina) sostiene di aver “craccato” il codice e ci tuffa in un mondo fantastico fatto di misteri, scacchiere, codici segreti, algoritmi e matematica. In cui gli italiani sembrano aver contribuito significativamente

Fa mostra di sé alla Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell'Università di Yale. 16x 22×4. 102 fogli, per un totale di 204 pagine. Un concentrato di mistero. Questo è il manoscritto di Voynich. L'enigma letterario più sorprendente di tutti i tempi. Il libro più misterioso della storia. Quello che nessuno è mai stato in grado di leggere. Fino ad oggi. Fino all'11 novembre. Quando un sito americano pubblica le dichiarazioni di un uomo che sostiene di esserci riuscito.

La scoperta.

Richard Rogers, 58 anni, di cui 37 dedicati al governo americano sostiene di aver tradotto le prime pagine del manoscritto. Assolutamente per caso. Stava lavorando ad un nuovo algoritmo per il Dipartimento di Stato americano e aveva utilizzato una parte casuale del testo del manoscritto per fare un test. Il software ha fallito per due volte prima di restituire i dati. Dati in codice macchina in cui Richard Rogers ha letto la incredibile scoperta.

Il manoscritto non contiene lettere, parole. Per anni tutti gli studiosi hanno pensato si trattasse di un linguaggio misterioso. In realtà il testo rappresenterebbe il primo foglio di calcolo della storia. Si tratterebbe non di lettere ma di numeri. Algebra simbolica. Roger non poteva credere a questa possibilità. Ha passato 10.000 ore davanti al computer per tradurre le prime tre pagine del manoscritto. Ha persino utilizzato un software satellitare, creato per rilevare le crepe su Marte, per analizzare il vello su cui il manoscritto è stato redatto e le crepe nella carta.

Rogers ha concluso che il manoscritto contiene un messaggio segreto nascosto nelle figure. Alla base del documento c'è una griglia 8×8. Come quella delle scacchiere. Simbolo massonico.

La griglia ha numeri nella parte bassa e lettere nella parte alta. Il documento è algebra ma è anche un sistema per spiegare come navigare sulla scacchiera per leggere o scoprire i messaggi segreti, le immagini e i simboli. La prima pagina non rappresenta altro che le istruzioni su come leggere il manoscritto.

Attraverso una serie di studi e ricerche Rogers ha concluso che il manoscritto è stato redatto a più mani dalla famiglia proprio in Italia. Martino Longhi (1534-1591), Onorio Longhi e Martino Longhi il giovane (1602-1660) sarebbero gli autori. Datato intorno al 1578 prendendo come riferimento l'anno di costruzione di Villa Mondragone a Frascati dove il libro era conservato dai gesuiti. Rogers sostiene che proprio il giardino della villa, sia la chiave. Che la griglia rappresentata nel giardino si integri con il documento che conterrebbe importanti segreti commerciali nascosti alla chiesa.

Richard Rogers non ha terminato la sua ricerca. Ormai nella sua mente e nella sua vita non esiste altro. Scoprire quella chiave e svelare il segreto. Dopo 37 anni di attività sta per andare in pensione. E questo potrebbe essere il modo migliore per uscire di scena.

Le sue origini

Siamo nel 1912. I gesuiti hanno bisogno di fondi per restaurare la villa di Mondragone a Frascati e decidono di vendere all'antiquario russo trenta volumi della loro biblioteca, tra cui quello misterioso.

Voynich trova all'interno del manoscritto una lettera di Johannes Marcus Marci (1595-1667), rettore dell'Università di Praga e medico reale di Rodolfo II di Boemia, con la quale egli inviava il libro a Roma presso l'amico poligrafo Athanasius Kircher perché lo decifrasse. Kircher non ci riuscirà mai. Nella lettera, recante l'intestazione "Praga, 19 agosto 1665″ (o 1666), Marci affermava di aver ereditato il manoscritto medievale da un suo amico e che il suo precedente proprietario, l'imperatore Rodolfo II, lo aveva acquistato per 600 ducati (una cifra molto elevata), credendolo opera di Ruggero Bacone. E qui sembra si sia perpetrata la truffa di Kelly e Dee.

La datazione del testo è ancora controversa, ma è possibile collocarlo tra il XVI e il XVII secolo.

I tentativi di decrittarlo

Cosa contiene il manoscritto? Cosa rappresentano quelle immagini? In molti, nel corso del tempo hanno tentato di risolvere il mistero.

1921 – William Newbold. Professore di filosofia medievale alla Università di Pennsylvania. Propone un elaborato ed arbitrario procedimento con cui tradurre il testo, che sarebbe stato scritto in un latino "camuffato" addirittura da Ruggero Bacone. La conclusione a cui Newbold arriva è che già nel tardo medioevo sarebbero state conosciute nozioni di astrofisica e biologia molecolare. Newbold analizzando il manoscritto però si accorge che le minuscole annotazioni segnalate da Voynich come greco antico, che gli avevano fatto collocare il testo nel XIII secolo, sono in realtà delle crepe nella carta invecchiata.

1940-50 – Joseph Martin Feely e Leonell C. Strong. Crittografi. Applicano al documento dei sistemi di decifratura sostitutiva, cercando di ottenenere un testo con caratteri latini in chiaro. Il tentativo produce un risultato privo di significato. Il manoscritto resiste perfino alle analisi degli esperti di crittografia della marina statunitense.

1945 – William F. Friedman. Professore. Costituisce a Washington il First Voynich Manuscript Study Group (FSG). Ma la sua ricerca si risolve in un nulla di fatto. A niente serve la trasposizione dei caratteri in segni convenzionali, che doveva fungere da punto di partenza per qualsiasi analisi successiva.

1976 – William Ralph Bennett. Professore alla Yale University. Mette in luce la ripetitività delle lettere e delle parole e la semplicità lessicale e la bassissima entropia del testo. Basilarità linguistica riscontrabile, tra le lingue moderne, solo nell'hawaiano.

1978 – John Stojko. Filologo dilettante. Crede di aver riconosciuto nella lingua del libro l'ucraino con le vocali rimosse. La traduzione però pur avendo in alcuni passi un apparente senso non corrispondeva ai disegni.

1987 – Leo Levitov- Fisico. Attribuisce il testo a degli eretici Catari, pensando di aver individuato un misto di diverse lingue medievali centroeuropee. Il testo tuttavia non corrisponde con la cultura catara, e la traduzione ha poco senso.

2004 – Gordon Rugg. Scienziato. Individua nella griglia di Cardano, creata da Girolamo Cardano nel 1550, il possibile metodo seguito per produrre il testo. Il metodo consiste nel sovrapporre ad una tabella di caratteri o ad un testo una seconda griglia, con solo alcune caselle ritagliate. La sovrapposizione oscura le parti superflue del testo, lasciando visibile il messaggio. In questo modo l'anonimo scrittore avrebbe realizzato il testo molto rapidamente partendo da una singola griglia piazzata in diverse posizioni. Un testo di tali proporzioni sarebbe stato molto difficile da realizzare senza un metodo di questo tipo. Rugg ne conclude che il manoscritto è falso e che non contenga alcun messaggio segreto codificato nel testo.

11 novembre 2009 – Richard Rogers. Esperto informatico. Non sembra dello stesso parere. Lui giura di avere una soluzione.

di CLAUDIA MIGLIORE(27 Novembre 2009)
da: La Porta del Tempo

link: http://www.gialli.it/decrittato-e-tradotto-il-mano...

SE TI E' PIACIUTO QUESTO POST NON PUOI PERDERE:

LA VERA STORIA EVOLUTIVA DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?

"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA
DI MARCO LA ROSA
E' UN'EDIZIONE OMPHILABS
ACQUISTABILE DIRETTAMENTE DAL SITO OMPHILABS ED IN LIBRERIA



http://www.omphilabs.it/prod/L-UOMO-KOSMICO.htm

martedì 8 dicembre 2009

SINDONE: gli studi di BARBARA FRALE illuminano e sconvolgono !


«In base ai confronti svolti, oggi sono convinta che le tracce di scrittura identificate sul lino della Sindone possano appartenere ad un testo derivato direttamente o indirettamente dai documenti originati fatti produrre per la sepoltura di Yeshua ben Yosef Nazarani, più noto come Gesù di Nazareth detto il Cristo». È questo il sasso lanciato nello stagno della scienza della Sindone, il celebre (e discusso) sudario di Cristo conservato a Torino, da una storica di recente balzata agli onori delle cronache per i suoi saggi medievalistici. Già il volume I Templari e la sindone di Cristo (Il Mulino), uscito a inizio anno, di Barbara Frale, funzionaria dell'Archivio Segreto Vaticano, aveva diviso gli esperti.

Ora, con La Sindone di Gesù nazareno (Il Mulino, pp. 254, euro 28), la Frale - nata a Viterbo nel 1970 - lancia un'altra ipotesi suggestiva: che sul lino custodito all'ombra della Mole si annidino alcune scritte multilingue vergate da un funzionario addetto alla sepoltura dei condannati a morte nella Gerusalemme del I secolo. Qui Barbara Frale interpreta un'iscrizione compatibile con la tradizione che vede nel sudario il telo che avvolse il corpo di Gesù di Nazareth, che nella primavera prossima verrà di nuovo mostrato in pubblico: a Torino si recherà pellegrino anche Benedetto XVI.

La Frale ha interpretato la seguente scritta: «Gesù Nazareno deposto sul far della sera, a morte, perché trovato» colpevole. Il tutto scritto con termini di tre idiomi: latino, greco ed ebraico. E al profluvio di critiche che si preannunciano, la giovane addetta dell'Archivio vaticano risponde così nelle conclusioni del suo volume, anticipato ieri da Repubblica: «L'ipotesi che le scritte siano state messe da un falsario per avvalorare l'autenticità della Sindone è da scartare: infatti questo truffatore avrebbe dovuto inventare un sistema complicato per lasciare sul telo certe tracce che sarebbero divenute visibili ai posteri solo tanti secoli dopo, con l'invenzione della fotografia; inoltre qualunque falsario avrebbe usato le diciture del titulus crucis, quelle descritte dall'evangelista: non certo quelle strane parole che con i Vangeli non c'entrano proprio nulla».

E la discussione si infiamma. «Sono molto stupito». Monsignor Giuseppe Ghiberti, vicepresidente del Comitato per l'ostensione della Sindone, non nasconde la sua perplessità, sebbene metta le mani avanti: «Prima di tutto bisogna leggere l'opera. Sono stato di fronte alla Sindone ore e ore e mai ho avuto sentore di nulla del genere. E nemmeno l'hanno avuto professori competenti in elaborazione di immagini». Circa il carattere multilinguistico della ricostruzione, Ghiberti afferma: «L'unico precedente che può dare peso a questa ipotesi è il titolo della croce di Gesù, che era in più lingue». Ma alla domanda se ritenga realistica la tesi della studiosa laziale, Ghiberti risponde con un eloquente sospiro. E riprende: «Quando non si conoscono bene gli argomenti altrui, si preferisce sospendere il giudizio. Ma tutto questo non mi convince».

«Non voglio essere ironico né polemico», esordisce Luciano Canfora, docente di Filologia greca e latina all'università di Bari. «Ma secondo me Barbara Frale si è avventurata in qualcosa di molto insidioso». Per lo studioso barese «la ricchezza di particolari nascosti nelle fibre di lino fa pensare a una vera falsificazione». Canfora qualifica come errata l'ipotesi della Frale in base a due elementi: la ricchezza di dettagli e il poliglottismo della scritta decifrata. «Si presenta tutto ciò come una gigantesca novità, ma così non è. La prima, forte perplessità è la presenza di tre lingue nella scritta ritrovata. La Frale spiega tale riscontro con il pluriculturalismo della Gerusalemme del tempo. Ma un conto è l'ambiente culturale di una città - annota Canfora -, altra cosa un documento che racchiude tre lingue. È come se oggi un taxista di origine indiana a Londra, per scrivere una ricevuta, utilizzasse tre idiomi diversi».

Canfora sottolinea un altro particolare per spiegare la sua disapprovazione: «Tutto si basa sull'idea che al collo del condannato vi sia il verbale del giudizio di Caifa su Gesù». L'affermazione che si trattasse di uno scritto fatto da un becchino trova l'antichista pugliese nettamente scettico: «Non è ovvio che esistesse una figura del genere. Non abbiamo ancora una trattazione sistematica sulla figura di funzionari addetti alla sepoltura dei condannati a morte nella Giudea del I secolo: vi sono testimonianze contraddittorie al riguardo».

Canfora stabilisce un parallelo tra il papiro di Artemidoro e la Sindone, o meglio tra la contestata autenticità della seconda e la dimostrata falsità del primo: «I numerosi dettagli, che vogliono avvalorare l'autenticità, indicano invece che questi elementi scritturistici sono aggiunte tardive. Com'è stato constatato dalla polizia scientifica per il papiro di Artemidoro». Canfora riconosce che Barbara Frale non propone una tesi: «Lei dice: io ho trovato questo. Ma ha riscontrato cose tutt'altro che univoche!».

A Canfora replica Franco Cardini, medievalista e docente all'università di Firenze: «Primo: dobbiamo difendere Barbara Frale dai sindonologi che si scagliano con durezza contro quanti sostengono ipotesi troppo forti. La sua non è ancora una tesi ma un'ipotesi, ragionevole e affascinante, basata su indizi. Si tratta di una pista interessante. Ritengo che gli indizi che lei individua siano troppo coerenti per poterli considerare frutto del caso. Si è limitata a riempire dei vuoti di documentazione come solitamente si fa nella ricerca storica. La sua è un'interpretazione con forti basi storiche, niente a che fare con la fantastoria di Dan Brown». Insomma, per lo storico fiorentino siamo davanti a «un lavoro serio, da prendere in considerazione, in cui ci sono osservazioni geniali».

È poi singolare che Cardini giudichi in maniera opposta il particolare del plurilinguismo rinvenuto dalla Frale sul lino di Torino, cosa che Canfora bolla come «artefatto»: «Se si trattasse di un documento di ambiente caratterizzato da un forte monolinguismo, capirei l'obiezione. Ma la Gerusalemme del I secolo era un luogo di straordinario incrocio linguistico: il latino era la lingua ufficiale ma il greco rappresentava il "basic english" del tempo. Poi c'erano il caldeo, l'ebraico, e altre lingue che poggiavano su una grande tradizione grafica». Cardini guarda all'oggi per suffragare la plausibilità dell'interpretazione plurilinguistica della Frale: «I ragazzini arabi dei suk della Gerusalemme attuale, quando scrivono, passano tranquillamente dalla grafia araba a quella latina dell'inglese. Il plurilinguismo della scritta della Sindone non mi sorprende affatto».

Invece Bruno Barberis, direttore del Centro internazionale di Sindonologia di Torino, non concorda con la Frale: «Premetto che devo leggere il libro per un giudizio completo. Comunque, già nell'opera precedente, questa studiosa faceva un accenno a tali ipotesi. Il nodo è che queste scritte sono tutt'altro che confermate. Non è mai stato fatto un rilievo fotografico che dia risposte definitive se sulla Sindone ci siano delle scritte. Del resto in molti vi hanno rinvenuto tantissime parole: sembra più un'enciclopedia che un sudario!». Barberis afferma che è prioritario «stabilire se queste scritte esistono. Che poi si giunga a conclusioni del genere della Frale, mi sembra fantascienza e fantastoria. Sono inoltre estremamente critico su queste ipotesi perché possono essere strumentalizzate dagli avversari della Sindone».

di Lorenzo Fazzini(21 Novembre 2009)
da: La Porta del Tempo

link: http://www.avvenire.it