PRESENTA:
RELATORI:
MARCO LA ROSA & GIORGIO PATTERA
SETI 3.0 : LA RICERCA DEL DNA COME COSTANTE COSMOLOGICA
di Marco La Rosa & Giorgio Pattera
“La vita è un fenomeno naturale,
normale, addirittura inevitabile. Quindi, presto o tardi, inizierà su ogni
pianeta abitabile…”
(Isaac Asimov, 1979)
Abstract:
Non si tratta solamente di
“creazionismo non religioso”, cioè l’intervento alieno sull’evoluzione
biologica umana, ma oggi è ormai possibile dimostrare, con l’ausilio
dell’interdisciplinarità, che tale concetto ha comunque valenza teorica
plausibile, fino a prova contraria e come tale dev’essere considerato ed
adeguatamente proposto anche nelle sedi accademiche. Gli studi pluriennali
sull’origine della vita hanno portato i biologi ad un alto grado di conoscenza
del DNA e di tutti i suoi meccanismi correlati. L'acido desossiribonucleico
(DNA) è un acido nucleico che contiene le informazioni genetiche necessarie
alla biosintesi di RNA e proteine, molecole indispensabili per lo sviluppo ed
il corretto funzionamento della maggior parte degli organismi viventi. Oggi
possiamo ricercare nel Cosmo questa specifica “frequenza”, che è diventata a
tutti gli effetti la “costante cosmologica” fautrice dell’aumento dell’entropia
negativa (o neghentropia), di fatto sparigliando le carte delle obsolete
previsioni riguardo la futura ed ineludibile morte termica dell’Universo. Le
cosiddette isole “neghentropiche” (panspermia guidata o diretta) stanno
nascendo a ritmo vertiginoso, perché la vita, anche intelligente, è
inevitabile.
Bibliografia essenziale:
IL PRINCIPIO DELL’IMMORTALITA’:
NEO – ESO – BIOLOGIA di Marco La Rosa e Giorgio Pattera – CreateSpace Editions
USA 2016
PANSPERMIA RIVALUTATA
Giorgio Pattera
Risale ad oltre un secolo fa,
grazie allo scienziato svedese Svante Arrhenius (Chimico e Fisico, premio Nobel
per la Chimica nel 1903), l’ipotesi che la Vita sulla Terra sia stata portata
da microorganismi provenienti dalle profondità del Cosmo (“L’EVOLUTION des
MONDES”, 1910); ipotesi meglio conosciuta col termine di “Panspermia” [dal
Greco πανσπερμία: πᾶς/πᾶν (pas/pan) = "tutto" e σπέρμα (sperma) =
"seme"].
Ipotesi osteggiata, per non dire
derisa, dai benpensanti “ortodossi” della Scienza “ufficiale” dell’epoca, in
base all’assioma (per quei tempi) che nessuna entità biologica potesse
sopravvivere all’esposizione alle micidiali radiazioni cosmiche, in grado di
distruggere ogni forma di organismo vivente in brevissimo tempo.
Ma siamo proprio sicuri che sia
così? Sembra di no! Vediamo…
Durante un’attività
extraveicolare (EVA), all’esterno del segmento russo della Stazione Spaziale
Internazionale (ISS), sono stati trovati batteri viventi di origine
sconosciuta, probabilmente provenienti dallo spazio, i quali sono stati
immediatamente raccolti e analizzati presso i laboratori della NASA.
L’affermazione non arriva da una persona qualunque, ma dal cosmonauta russo
Anton Shkaplerov, già due volte passeggero della Stazione Spaziale. Shkaplerov,
in un’intervista all’agenzia di stampa russa «Russian News Service» della TASS,
ha raccontato che il campionamento è avvenuto in un’area esterna della base
dove si accumulano i residui di carburante dovuti alle manovre dei motori.
Questa stessa regione del modulo, al tempo del lancio nello spazio nel 1998,
non presentava nessuna forma di vita microbica; da questo le conclusioni del
cosmonauta: siamo davvero di fronte alla prima forma di «vita aliena»?
Stando a quanto riportato
dall'agenzia di stampa russa TASS, i cosmonauti avrebbero condotto indagini
approfondite mediante tamponi di cotone sull'esterno del segmento russo della
ISS, che sono poi stati spediti sulla Terra e analizzati.
Risultato: le colture dei tamponi
hanno evidenziato «batteri che erano assenti durante il lancio del modulo ISS»;
in altri termini, «microrganismi provenienti dallo Spazio, che si sono
depositati lungo la superficie esterna della ISS, quando la stazione era già in
orbita», come ha spiegato Shkaplerov. Sono pericolosi? "Stando agli studi
condotti finora, molto probabilmente non rappresentano un pericolo per il
genere umano".
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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