Ricercatori olandesi
dell'Università "Vrije" di Amsterdam hanno messo a punto un
dispositivo in grado di rilevare la vita vegetale dal modo in cui essa riflette
la luce. Funziona anche a chilometri di distanza. Installato su una sonda, in
futuro potrebbe aiutare gli scienziati a scovare la vita su mondi lontani.
Una “firma” non confondibile con
quella di materiali abiotici – come le rocce – e che dunque potrebbe essere
equipaggiata su sonde spaziali per la ricerca di vita aliena su mondi lontani.
Il dispositivo rivoluzionario si chiama “spettropolarimetro TreePol” ed è stato
sottoposto a diverse revisioni da parte del suo creatore, il biologo olandese
Lucas Patty dell'Università Vrije di Amsterdam. Il ricercatore, assieme ai
colleghi dell'ateneo olandese, iniziò a sviluppare la tecnologia nel 2015,
basandosi su strumenti di laboratorio che erano già in grado di rilevare la
peculiarità della luce riflessa dalle piante. Ma l'ambiente controllato è ben
diverso dal “mondo reale”, a causa dei disturbi legati agli agenti esterni, ai
movimenti del bersaglio e anche alle variazioni di illuminazione. Patty iniziò
a testarlo negli ambienti esterni del suo ateneo e scoprì che non era in grado
di “intercettare” il verde del campo sportivo; credette che il suo prototipo
avesse dei problemi, ma scoprì ben presto che era ricoperto da erba sintetica:
aveva la prova che era sulla strada giusta. Dopo ulteriori lavori di
perfezionamento lo spettropolarimetro TreePol adesso riesce a individuare la
vita vegetale anche a chilometri di distanza. Ma come funziona esattamente? Il
segreto è nella chiralità, che negli organismi biologici fa riflettere la luce
in modo specifico determinando una cosiddetta polarizzazione circolare. È
proprio questa la “firma” che il super dispositivo riesce a individuare. Come indicato, una volta perfezionata questa
super tecnologia potrebbe essere installata su sonde inviate attorno a pianeti
extrasolari lontani, verificando così la potenziale presenza di organismi
biologici in tutta sicurezza dall'orbita. “I nostri risultati sottolineano il
potenziale significato della polarizzazione circolare sia come mezzo
accessibile a distanza per rilevare la presenza di vita extraterrestre, sia come
un prezioso strumento da remoto per il monitoraggio della vegetazione sulla
Terra”, hanno spiegato gli studiosi. Secondo Patty e colleghi, infatti, si
potrebbe usare lo spettropolarimetro TreePol per monitorare i terreni agricoli
e le foreste dall'alto, oltre che gli effetti dell'urbanizzazione. I dettagli
sul dispositivo sono stati pubblicati in un nuovo articolo su arXiv.
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SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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