Controllare la velocità della
luce per accelerarla e rallentarla.
Alcuni ricercatori americani sono
riusciti a controllare la velocità luce: l'hanno fatta accelerare fino a 30
volte e rallentare, utilizzando una nuova tecnica che non utilizza un mezzo
intermedio attraverso la quale farla passare, come materiali e gas che ne
rallentano la velocità. Questa volta è tutto fatto nel vuoto e la tecnica si
basa solo sul controllo del suo "spettro spazio temporale". Nessuna
violazione della Relatività speciale di Einstein, niente può viaggiare più
veloce della luce, nemmeno la luce. Questo effetto "superluminare",
infatti, non comporta trasporto di informazione. La nuova tecnica è descritta
in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications da H. Esat
Kondakci e Ayman F. Abouraddy della Central Florida University. Modificare la
velocità della luce è un risultato già ottenuto più volte in laboratorio.
Quello che sono riusciti a fare i due scienziati è controllare la velocità di
un impulso luminoso lavorando sull'impulso stesso, senza doverlo rallentare o
accelerare facendolo attraversare materiali differenti. Ci sono riusciti
attraverso un dispositivo (Phase-only spatial light modulator) piuttosto comune
nella tecnologia informatica. Lo hanno usato per "mescolare le proprietà
spaziali e temporali della luce". Questo gli ha permesso di controllare la
velocità dell'impulso facendolo accelerare "fino a 30 volte la velocità
della luce", rallentare fino alla metà e tornare indietro. "Siamo
stati in grado di controllare la velocità dell'impulso entrando nello stesso
impulso e riorganizzando la sua energia così che i suoi gradi di libertà dello
spazio e del tempo fossero mischiati - spiega Abouraddy professore del
Collegeof Optics and Photonics - siamo molto felici di questi risultati e siamo
fiduciosi che sia il punto di partenza per future ricerche". Secondo gli
autori dello studio è un passo in avanti per le tecniche di comunicazione
ottica, per prevenire la congestione di dati e la perdita delle informazioni,
soprattutto in un periodo in cui i dispositivi online sono sempre più numerosi
e il flusso di dati sempre in crescita: "È la prima dimostrazione di
controllo della velocità di un impulso luminoso nello spazio libero - conclude
Abouraddy - e apre le porte a molte applicazioni tra cui anche un "buffer
ottico" (dispositivo in grado di immagazzinare temporaneamente la luce).
Ma la cosa più importante è che stato realizzato in un modo semplice, è
ripetibile e affidabile".
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