IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

venerdì 15 febbraio 2019

IL PRIMO SAPIENS, FORSE TROVATO IN MONGOLIA



Cranio trovato in Mongolia puó appartenere al piú antico umano “moderno” mai scoperto.

Un antico cranio umano molto discusso, rinvenuto in  Mongolia è stato datato e analizzato geneticamente, dimostrando che si tratta del primo umano moderno (Homo Sapiens) mai trovato nella regione, secondo una nuova ricerca dell’Università di Oxford. La datazione al radiocarbonio e l’analisi del DNA hanno rivelato che l’unico fossile di ominide del Pleistocene scoperto in Mongolia, inizialmente chiamato Mongolanthropus, è in realtà un umano moderno che visse approssimativamente 34-35 mila anni fa. La calotta cranica, rinvenuta nella valle di Salkhit, nella Mongolia nord-orientale, è, ad oggi, l’unico fossile di ominide del Pleistocene rinvenuto nel paese.


Il reperto
Il cranio è per lo più completo e comprende le creste sopraccigliari e le ossa nasali. La presenza di caratteristiche arcaiche ha portato inizialmente a ritenere che si trattasse di Homo Erectus o Neanderthal. I paleoatropologi di Oxford hanno infine datato l’esemplare a 34.950-33.900 anni fa,  8.000 anni  in più rispetto alla datatazione iniziale.
Il team di Oxford ha utilizzato una nuova tecnica per la datazione al radiocarbonio di ossa fortemente contaminate. Questo metodo si basa sull’estrazione di uno solo degli amminoacidi dal collagene presente nell’osso. L’amminoacido idrossiprolina (HYP), che rappresenta il 13% del carbonio nel collagene dei mammiferi. La datazione di questo amminoacido consente infatti un drastico miglioramento nella rimozione di contaminanti moderni dai campioni.

I risultati
La nuova e affidabile datazione al radiocarbonio ottenuta per il campione mostra che questo individuo risale allo stesso periodo del Paleolitico superiore in Mongolia, che di solito è associato all’uomo moderno. L’età del reperto è posta successivamente alle prime tracce degli esseri umani anatomicamente moderni nella maggiore Eurasia, che secondo alcuni ricercatori potrebbe superare i 100.000 anni in Cina. Questo nuovo risultato suggerisce anche che c’era ancora una significativa quantità di contaminazione non rimossa nel campione durante le misurazioni del radiocarbonio originale. Ulteriori analisi eseguite in collaborazione con scienziati dell’Università di Pisa hanno confermato che il campione era fortemente contaminato dalla resina che era stata usata per conservare il campione dopo la sua scoperta.

Le dichiarazioni
“La ricerca che abbiamo condotto dimostra ancora una volta i grandi benefici dello sviluppo di metodi chimici migliorati per datare materiale preistorico che è stato contaminato”, ha detto il dr. Thibaut Devièse, primo autore dell’ articolo, che guida gli sviluppi del metodo nell’analisi specifica dei composti presso l’Università di Oxford. “Il pretrattamento dei campioni è fondamentale per ottenere cronologie affidabili in archeologia”.

Le analisi del DNA sono state eseguite anche sulle ossa di ominide dal team del professor Svante Pääbo presso il Max-Planck Institute for Evolutionary Anthropology a Lipsia, in Germania. Diyendo Massiliani e colleghi hanno ricostruito il genoma mitocondriale completo del campione. Si colloca all’interno di un gruppo di mtDNA umani moderni (aplogruppo N) che è molto diffuso in Eurasia oggi, a conferma dell’opinione di alcuni ricercatori secondo cui il cranio è davvero di un essere umano moderno. Sono in corso ulteriori lavori sul DNA nucleare per gettare ulteriore luce sulla genetica del cranio.

“Questo enigmatico cranio ha lasciato perplessi i ricercatori per qualche tempo”, ha affermato il professor Tom Higham, che guida il gruppo di ricerca PalaeoChron presso l’Università di Oxford. “Una combinazione di scienza all’avanguardia, tra cui la datazione al radiocarbonio e la genetica, ha dimostrato che questo reperto e’ di un umano moderno; i risultati si inseriscono perfettamente nella documentazione archeologica della Mongolia che collega appunto gli umani moderni al Paleolitico superiore in questa parte del mondo. “

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DI MARCO LA ROSA
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