Le piramidi dell'antica Cina?
Orientate verso la futura stella Polare.
Uno studio di Giulio Magli,
professore di Archeoastronomia al Politecnico di Milano, spiega come alcune
sepolture monumentali erano orientate non a nord ma verso la stella che sarebbe
diventata "Polaris" solo molti secoli dopo. Gli astronomi cinesi
erano quindi a conoscenza del fenomeno della precessione dell'asse terrestre.
LE PIRAMIDI dove erano sepolti i
primi imperatori della Cina dinastica erano grandiosi sepolture che, oltre a
testimoniare il potere divino del sovrano, guardavano nel futuro come una
specie di calendario celeste, grazie alle conoscenze molto raffinate degli
astronomi di corte già possedevano più di 2.000 anni fa. Le indagini condotte
da Giulio Magli, professore ordinario di Archeoastronomia al Politecnico di
Milano, hanno portato alla conclusione che i grandiosi mausolei che somigliano
a colline, nella piana del fiume Wei, non sono orientate a caso, ma puntavano
alla stella che sarebbe diventata il punto fisso nei secoli a venire, che non
era ancora 'Polaris'. Il primo a modellare l'orizzonte a beneficio della sua
imperitura memoria fu Qin Shi Huang, che unificò il Paese e che si fece
seppellire, più di 2.200 anni fa, assieme a un esercito di terracotta. La sua
piramide era orientata a nord, e così quelle che seguirono, fatte costruire dai
sovrani della dinastia Han, e poi della dinastia Song: “Le piramidi hanno una
base quadrata – spiega Magli, che è titolare dell'unico corso di
Archeoastronomia in Italia – con i lati orientati in base alle quattro direzioni
cardinali, ma non tutte”.
Il differente orientamento di due piramidi visto da satellite
Il differente orientamento di due piramidi visto da satellite
La ragione va ricercata sta nella
connessione celeste con il sovrano in Terra (di fatto considerato una divinità)
e nella profonda conoscenza astronomiche, che i cinesi, già più di 2.000 anni
fa, avevano acquisito: “L'imperatore cinese aveva un mandato dal cielo, faceva
da intermediario tra il regno terrestre e il cosmo – continua il professore –
la sua funzione aveva una controparte celeste, il 'Palazzo viola', cioè tutta
la regione delle stelle della regione circolare attorno al Polo che erano la
sua corte”.
L'esercito di terracotta sepolto assieme all'imperatore Qin Shi Huang
L'esercito di terracotta sepolto assieme all'imperatore Qin Shi Huang
Le piramidi sono una quarantina,
circa la metà sono orientate in maniera leggermente diversa da quelle rivolte
perfettamente verso nord, spostate di circa 10-12 gradi rispetto all'allineamento
sul nord geografico. Magli ha condotto ricerche sul campo e soprattutto con
immagini satellitari, pubblicando le sue conclusioni in un articolo su
Archaeological Research in Asia: “Se lei guarda oggi nella direzione in cui
guarda il lato nord di queste piramidi non vede nulla – racconta – ma 2.000
anni fa il cielo era diverso, allora seguendo questa linea avrebbe trovato la
stella Polare. A dimostrazione che l'ipotesi è giusta c'è il fatto che le
piramidi sono tutte allineate verso la posizione che la stella occupa a ovest
del nord celeste, quando si trova alla massima elongazione, cioè alla massima
distanza”.
La carta del Polo nord celeste nel 200 a.C., con la stella polare nella posizione dell'epoca e (cerchiata di rosso) nella posizione che occupa ora.
La carta del Polo nord celeste nel 200 a.C., con la stella polare nella posizione dell'epoca e (cerchiata di rosso) nella posizione che occupa ora.
Il nord e Polaris
Per noi oggi, il nord corrisponde
quasi perfettamente con la posizione in cielo della stella Polare, che ora si
trova lungo la proiezione dell'asse terrestre ed è praticamente fissa in cielo,
dal Polo nord fino all'Equatore. Non è sempre stato così. L'asse terrestre
infatti si sposta, molto lentamente, con un movimento circolare simile a quello
di una trottola. Il fenomeno astronomico è più noto come “precessione degli
equinozi”, che si completa ogni 25.765 anni e modifica il cielo col passare dei
secoli.
Usando un semplice software
(scaricabile gratuitamente online) come Stellarium, si riesce a visualizzare
com'era migliaia di anni fa o come sarà tra migliaia di anni nel futuro.
L'archeoastronomia se ne serve, come in questo caso, per capire sotto quali
stelle si orientavano le civiltà antiche, sotto una volta che era diversa da
quello che vediamo ora. Le teorie sull'orientamento di costruzioni e monumenti
delle antiche civiltà fanno spesso riferimento proprio alle stelle, basti
pensare alle piramidi egizie o alle costruzioni preistoriche di Ustica. Secondo
Magli l'orientamento “diverso” ma coerente di alcune piramidi testimonia il
fatto che gli astronomi cinesi fossero già a conoscenza del fenomeno e avevano
previsto che quella stella, che all'epoca era circumpolare (cioè descriveva un
cerchio attorno al Polo nord celeste), si sarebbe posizionata proprio dove la
vediamo oggi: “Sono deviazioni che riscontriamo in tutta la Cina, anche in
epoca predinastica – conclude Magli – gli astronomi cinesi erano molto precisi
e questo allineamento implica che conoscessero il fenomeno della precessione
molti secoli prima di quanto non sia testimoniato”
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