Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa ( ENEA)
Le Car-T Cell al centro della ricerca anti-cancro
Il convegno di Genova “Stem
Cells, Cancer, Immunology and Aging”
sulle nuove terapie anti-cancro ha presentato alcune delle più
importanti novità scientifico-terapeutiche in Onco-Ematologia.
Il trapianto di cellule
ematopoietiche (trapianto di midollo osseo, in origine) ha rappresentato il
primo modello di terapia cellulare. E’ stata un’innovazione terapeutica
formidabile che ha salvato e salva tuttora molte vite. Tuttavia, tale pratica
clinica ancora oggi è associata ad importanti complicanze a lungo termine. Gli
effetti del trapianto sono legati ad una reattività delle cellule trapiantate
contro l’organismo del ricevente che permette di combattere il tumore ma che
talvolta può anche essere diretta verso organi sani. È quindi necessario lo
sviluppo di una terapia cellulare più mirata, cercando di togliere dall’inoculo
le cellule che possono generare danni, lasciando espandere solamente quelle
efficaci nell’eliminare le cellule neoplastiche. Da anni si lavora su progetti
relativi allo studio ed alle applicazioni terapeutiche basate sulla generazione
di popolazioni cellulari in grado di esercitare una potente azione
antitumorale.
Le Car-T Cell al centro della
ricerca anti-cancro:
Gli studi recenti dimostrano che
la terapia cellulare è entrata a far parte dell’arsenale terapeutico, andando
progressivamente ad occupare un posto sempre più rilevante nella pratica medica
e quindi nelle risorse che il SSN dovrà mettere in campo. Oggi tuttavia c’è
concreta evidenza che ingegnerizzando i T linfociti si ottengono risultati
formidabili in pazienti ormai refrattari a tutte le terapie a disposizione. I
Centri di Philadelphia, di New York e di Houston hanno fornito negli ultimi due
anni una solida documentazione di questa portentosa innovazione. Questo
approccio potrebbe in futuro sostituire il trapianto. Segnalata come
Breakthrough of the Year 2013 dalla rivista Science, la terapia cellulare con
linfociti geneticamente modificati è una branca della medicina traslazionale
dalla storia non recente, ma solo ultimamente assurta alla cronaca scientifica
e non per i risultati eccezionali ottenuti già nelle fasi precoci della
sperimentazione clinica in tumori ematologici resistenti a terapie
convenzionali (risposte complete e durature nel 90% dei bambini ed adulti con
leucemia linfoblastica B sottoposti al trattamento – (Maude et al, NEJM, 16
Ottobre 2014).
Processo di trasferimento delle
cellule Car-T nel paziente:
Tale approccio è finalizzato a
migliorare il riconoscimento delle cellule tumorali da parte dei T linfociti
del paziente, rendendoli così in grado di distruggere il tumore. Ciò si ottiene
attraverso l’aggiunta di recettori “artificiali” (definiti chimerici – da cui
il termine CAR: Chimeric Antigen Receptor) attraverso la manipolazione in
laboratorio dei T linfociti estratti dal paziente e reintrodotti nello stesso
al termine della procedura. Questo approccio, essendo basato sull’utilizzo di
cellule self (ossia già appartenenti al soggetto, non estranee), minimizza al
massimo l’eventualità di rigetto.
Le Car-T Cell al centro della
ricerca anti-cancro:
Questi risultati straordinari
sono il frutto di decenni di innovazioni tecnologiche che hanno reso possibile
il superamento degli iniziali ostacoli all’applicazione di questa strategia, ed
in particolare hanno permesso: l’ottimizzazione dei già esistenti recettori
chimerici o CAR, lo sviluppo di vettori virali per il trasferimento genico
sempre più efficaci e sicuri e la messa a punto di protocolli per l’espansione
ex vivo dei linfociti T che ne preservino al meglio le caratteristiche
funzionali. Quest’esperienza, originariamente nata in centri accademici
nordamericani, ha risvegliato un interesse senza precedenti da parte della
grande industria farmaceutica (Novartis, GSK, Pfizer) e ha favorito la nascita
di start-up biotecnologiche ad hoc dalla capitalizzazione iniziale da capogiro
(Juno Therapeutics, Kite Pharma, partnership Bluebird-bio-Celgene). Forti di
ingenti finanziamenti, in questo delicato momento, queste stesse realtà stanno
instaurando una complessa rete di collaborazioni con gruppi accademici, anche
europei, attivi nel campo, al fine di assicurarsi un vantaggio competitivo di
know-how e proprietà intellettuale, in quella che si sta profilando come una
vera e propria corsa all’oro. E’ iniziata una collaborazione con i principali
Centri che hanno sviluppato queste tecnologie. La collaborazione prevede sia
l’invio di giovani in questi Centri, sia una attiva partecipazione del Gaslini
al futuro sviluppo ed impiego di queste nuove tecnologie.
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