IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

sabato 25 aprile 2020

LA VERA ORIGINE DEL COVID 19 – PARTE SECONDA




Di  Marco La Rosa

Sabato scorso ho pubblicato il post con la trascrizione dell’intervista fatta al Prof. Luc Montagnier, relativa alla sua opinione sull’intervento umano, tramite “tecnica di DNA ricombinante” sull’attuale COVID-19.

Come previsto c’è stata una veemente replica dei cosiddetti “paladini” della scienza ufficiale che si sono affrettati a smentire e a etichettare Montagnier di ciarlataneria. Del resto era già stato ampiamente fatto anche in tempi non sospetti, quando Montagnier (Premio Nobel per la Medicina 2008), durante gli esperimenti effettuati nei laboratori di Parigi, si accorse dello strano comportamento nei linfociti umani di un piccolo batterio che frequentemente si accompagna all’HIV, il Mycoplasma pirum. I suoi studi e quelli di altri laboratori sono stati successivamente raccolti all’interno di due ricerche parallele, una francese e una italiana,  guidata dal compianto fisico nucleare Prof. Emilio Del Giudice dell’International Institute for Biophotonics di Neuss (Germania), e nel 2011 hanno dato vita a una pubblicazione sul Journal of Physics. Le due ricerche hanno portato gli scienziati ad affermare che esiste una nuova proprietà del DNA, ossia la capacità induttiva di onde elettromagnetiche in diluizioni acquose. Dagli studi è emerso che alcune sequenze di DNA possono indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali mantengono poi “memoria” delle caratteristiche del Dna stesso. In sostanza una conferma delle intuizioni alla base dell’OMEOPATIA.

Tutto ciò ha scatenato la scomunica “scientifica” di Montagnier.

Questo per doverosa informazione, e per comprendere bene perché Montagnier è così inviso all’attuale leadership medico-biologica mondiale.

ECCO DI SEGUITO SOLO ALCUNE (VE NE SONO MOLTE ALTRE) DELLE SMENTITE “UFFICALI” (?) ALLA TEORIA DI MONTAGNIER:

1)

“Il punto sta nell’essenza stessa della ricerca scientifica: solo i dati raccolti ed analizzati con un metodo rigoroso possono fornire risposte, e solo la replicazione multipla di un risultato da parte di più gruppi indipendenti dà un minimo di garanzia che non si stiano cacciando farfalle». In questa frase scritta da Enrico Bucci su Il Foglio c'è un po' tutto dell'essenza della ricerca scientifica. In sostanza non basta formulare un'ipotesi affinché questa si trasformi in una verità assoluta. E non basta nemmeno aver vinto un premio Nobel per dare certezza a un'ipotesi senza averla dimostrata. È il caso di quanto avvenuto con Luc Montagnier, 87 anni biologo e virologo francese vincitore del premio Nobel per la medicina nel 2008 grazie alla scoperta del virus dell'Hiv. Nel giro di una settimana è finito sulla bocca di tutti per aver sostenuto la tesi del virus SARS-CoV-2 creato in laboratorio e la sua correlazione con l'Hiv”.

Da:

2)

Remuzzi: Virus nato in laboratorio?

Montagnier sbaglia, spiego perché:

Il direttore dell'Istituto Mario Negri, intervistato da BergamoNews, smonta le teorie del Premio Nobel francese che vorrebbero il Covid-19 un tentativo sfuggito di mano per trovare il vaccino all'HIV.
Una di queste è frutto dell'intervista che l'emittente francese C News ha fatto a Luc Montagnier, premio Nobel e scopritore dell'Hiv. Così lo scienziato: «Il virus sarebbe stato rilasciato per errore in un esperimento su un vaccino per l'HIV». Una tesi che in realtà era già stata smontata dalla scienza internazionale diverse settimane fa (solo ultimamente recuperata dagli 007 americani). Andando oltre gli attacchi più "intriganti" della stampa (come "Una Montagnier di fuffa" de Il Foglio) ci sono spiegazioni attendibili che scienziati da tutto il mondo cercano di approfondire, così da non alimentare ulteriori dubbi che permettano false insinuazione (da parte di esperti, ma anche di politici: vedi Salvini e il twitter su un virus polmonare cinese del 2015). A chiarire - forse, una volta per tutte - la questione è anche Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Il suo intervento non lascia dubbi: il Covid-19 è nato in un mercato della carne a Wuhan, in Cina, ed è stato trasmesso all'uomo”.

Da:

3)

L’OMS afferma di conoscere la vera origine del coronavirus, ponendo (forse) fine all’eterna discussione su come sia nata la pandemia.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha detto che il coronavirus della COVID-19 proviene dagli animali e non ci sono prove di manipolazione in laboratorio. Ha quindi smentito le teorie che sostengono che il virus sia stato creato dall’uomo (l’ultimo a dirlo è stato Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina nel 2008) o sia fuggito da un laboratorio di ricerca a Wuhan. Gli scienziati hanno già dimostrato che non esiste alcune somiglianza tra il nuovo virus e qualsiasi altro virus noto che potrebbe dimostrare l’ipotesi che sia un prodotto di laboratorio. La teoria della cospirazione è abbracciata da moltissime persone, ma è facile che la paura di un virus nuovo e sconosciuto che sta devastando il nostro mondo ci porti a voler trovare a tutti i costi un capro espiatorio a cui dare la colpa e a cui chiedere i danni. Dall’altra parte c’è chi dice che l’OMS sia un’organizzazione filocinese e che sia stata complice di un insabbiamento dei primi casi in Cina.
Ha colpito profondamente la decisione di Trump di tagliare i finanziamenti all’OMS per il modo in cui ha gestito la pandemia nei primi giorni. Le sue azioni devono essere esaminate attentamente, ma l’OMS resta comunque l’autorità principale e il maggior punto di rifermento in materia di salute, e la sua supervisione è oggi richiesta più che mai.
In ogni caso l’OMS non è l’unica a respingere la teoria del virus nato in laboratorio. La Francia, tramite un funzionario dell’ufficio del presidente Macron, alcuni giorni fa ha detto che non ci sono prove di una pandemia nata in un bio-lab o di un legame tra l’origine del virus SARS-CoV-2 e il laboratorio P4 di Wuhan.
La risposta della Francia è arrivata dopo le ultime dichiarazioni di Washington che ha detto che l’intelligence sta indagando la possibile provenienza del virus dal laboratorio di Wuhan, senza però escludere lo sviluppo naturale dello stesso.

Da:

4)

Walter Ricciardi fa chiarezza sul complottismo: "Escluso che Covid-19 sia un virus artificiale"

Il membro del Consiglio esecutivo dell'Oms: "Che questo sia un virus 'naturale' lo sappiamo con certezza perché c'è un lavoro dirimente su questo tema pubblicato su 'Science' il 17 marzo.
Basta con i complottismi: "Che questo sia un virus 'naturale' lo sappiamo con certezza perché c'è un lavoro dirimente su questo tema pubblicato su 'Science' il 17 marzo. È un lavoro inequivocabile perché analizza i genomi del virus e delle sue varie caratteristiche ed esclude categoricamente che possa trattarsi di un virus artificiale. Che poi ci siano laboratori in cui vengono fatti esperimenti nessuno lo può escludere".

Da:

Una domanda però, sorge spontanea a noi “profani”: COME SI FA A CAPIRE CHE UNA TECNICA MODERNA DI “INGEGNERIA DA DNA RICOMBIANANTE” è stata utilizzata, oppure no, sulle sequenze geniche del COVID-19?

PURTROPPO, PER TUTTI, VI E’ UNA SOLA RISPOSTA:

NON SI PUO’, LE SEQUENZE SUCCESSIVAMENTE ANALIZZATE, SAREBBERO INDISTINGUIBILI !

QUESTO NON LO DICO IO, CHE SONO “NESSUNO”, LO DICE LA SCIENZA UFFICIALE CHE OGGI, BOLLA DI CIARLATANERIA MONTAGNIER.

Ergo, tutte le supposizioni, sia pro che contro, l’intervento umano sul COVID – 19, sono frutto di ciò che sappiamo ma soprattutto, di ciò che non sappiamo.

QUELLA CHE SEGUE E’ UNA BELLISSIMA INCHIESTA DI ELENA DUSI PER REPUBBLICA: “LA RIVOLUZIONE DELLA GENETICA FAI DA TE” (22 SETTEMBRE 2016), LEGGETELA BENE PER INTERO, IO METTO SOLO UNA PICCOLA MA SIGNIFICATIVA CITAZIONE;  POI DITEMI, “ONESTAMENTE”, SE QUELLO CHE HA AFFERMATO MONTAGNIER E’ PURA FANTASIA OPPURE SANO REALISMO:

“La Crispr, una tecnica altamente innovativa, permette di modificare i geni con precisione e facilità, aprendo la strada a straordinari progressi nel campo della medicina e dell'agricoltura. Le grandi multinazionali del biotech sono alla finestra per capire come si risolverà la guerra dei brevetti che nel giro di pochi anni potrebbero valere l'accesso a un mercato da circa 3,5 miliardi. Ma la semplicità e le infinite applicazioni offerte dal nuovo metodo sollevano anche paure e dubbi etici sui suoi possibili utilizzi”.



“…Qualcuno ha definito Crispr un"metodo democratico", forse anche troppo. Costa poco, è rapido e uno studente di biologia saprebbe già usarlo. Non c'è da stupirsi che il taglia e incolla abbia attirato l'attenzione degli scienziati-fai-da-te: quegli appassionati che si divertono a fare piccoli esperimenti nel garage di casa o in laboratori affittati "a ore". Su Internet, a poco più di cento dollari, sono in vendita dei kit per creare in casa degli ogm. Nelle università, il costo di un esperimento può scendere a 50 dollari, contro i 10-15 mila del metodo tradizionale. "Per ottenere una guida, la sequenza di Rna che indica dove tagliare, basta fare un ordine su Internet", spiega Roberto Chiarle."Vengono chiesti solo la carta di credito e l'indirizzo di spedizione. Nessuna credenziale. Il costo? Una decina di euro. Creare la sequenza, per la ditta specializzata, richiede un quarto d'ora. Sono solo una ventina di basi. La consegna, qui negli Usa, avviene nel giro di quattro giorni". Ad arrivare a casa è un tubino con l'Rna liofilizzato. Se su internet si vuole ordinare anche la "forbice", la proteina Cas9, bisogna sborsare un'altra sessantina di dollari. "Cosa si può fare di pericoloso? Tutto quello che ti viene in mente", spiega Chiarle."Nei nostri laboratori le regole sono ferree, e i controlli frequenti. Ma non è ovunque così. Volendo, si potrebbero ingegnerizzare i virus per renderli pericolosi, o i batteri per renderli resistenti ai farmaci. E perfino manipolare un embrione per donargli gli occhi azzurri o renderlo immune dall'Aids".

“La Crispr è uno strumento, pertanto in sé non è né buona né cattiva. Dipende dall'uso che se ne farà. E questo dipenderà anche dalla capacità di regolamentarla, magari a livello sovranazionale, e dalla capacità di autoregolamentazione della comunità scientifica, che si è già data confini piuttosto netti. Però, si sa, per qualcuno la tentazione può essere forte. E dato che siamo davanti allo strumento più potente prodotto fino a oggi dalle scienze della vita, è auspicabile che le autorità non si facciano trovare impreparate”.

(Marco Cattaneo, Fisico e giornalista)


Per leggere interamente l’inchiesta:


“UN INDIZIO E’ UN INDIZIO, DUE INDIZI SONO UNA COINCIDENZA, TRE INDIZI SONO UNA PROVA”

Agatha Christie.

Dunque dove sta la verità? Nel mezzo?

Al momento forse, ancora …nel mezzo, proprio a causa della deleteria “litigiosità” e “arroganza” della scienza considerata ufficiale. Ma come ho già ribadito più volte, l’interdisciplinarità o meglio la condivisione della ricerca è la soluzione che ci serve in questo momento.

Sarà capace l’Umanità attuale, vero gigante con i piedi di argilla, di svoltare? Di trovare la soluzione per fare il balzo evolutivo?

AI POSTERI L’ARDUA SENTENZA.



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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs







sabato 18 aprile 2020

LUC MONTAGNIER E LA "VERA" ORIGINE DEL COVID 19


«Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova».

Agatha Christie



Etichettata per mesi, come fake da quasi tutti i media, ritorna alla ribalta l’ipotesi del Covid19 “costruito” in laboratorio. A rilanciarla, il 16 aprile, niente di meno che Luc Montagnier, Premio Nobel per la medicina 2008, co-scopritore del virus dell’AIDS, professore presso l'Istituto Pasteur di Parigi.

L’attendibilità  dell’ipotesi prospettata oggi da Montagnier, cioè un progetto cino-statunitense per realizzare un vaccino anti-AIDS nel quale poi, un incidente di laboratorio, ha determinato la fuoriuscita del Covid19, è sicuramente molto alta (ndr - MLR).

Di seguito il testo integrale dell’intervista di Montagnier, rilasciata all’emittente on line Porquoi Docteur tradotto in lingua italiana.

Presentazione del conduttore di Radio Porquoi Docteur, Jean-François Le Moine:

“Mentre cominciano a serpeggiare dubbi sulla versione cinese circa l’irruzione del coronavirus nelle nostre vite, il prof Montagnier fa scoppiare il caso. Il premio Nobel per la medicina racconta una storia tutta diversa da quella ufficiale: pipistrelli, mercati degli animali a Wuhan, sfortuna, per riportare l’attenzione sul laboratorio di virologia di Wuhan nel quale alcune ricerche avrebbero valicato certi limiti, probabilmente nell’ultimo semestre del 2019. Con le conseguenze mondiali che misuriamo oggi.

Professore, questo coronavirus è stato identificato abbastanza rapidamente rispetto ad altri come quello dell’Hiv che Le è valso il Nobel per la medicina, ma secondo Lei questa “identificazione” è fallace?

Luc Montagnier:

“Il laboratorio della città di Wuhan si è specializzato sui coronavirus da molto tempo, dall’inizio del 2000. Hanno un’esperienza in questo campo e mi ha colpito la descrizione del genoma, la sequenza dell’acido nucleico che è una Rna, di questo virus. Questo è stato l’inizio di una ricerca fatta non solo da me ma soprattutto dal mio collega Jean-Claude Perez, un matematico che continua a sviluppare la biomatematica, l’applicazione della matematica alla biologia. Perez ha studiato la sequenza nei minimi dettagli. Non siamo stati i primi: un gruppo di ricercatori indiani ha cercato di pubblicare un’analisi che mostrava che il genoma completo di questo nuovo coronavirus, avrebbe sequenze di un altro virus che, sorpresa per me, è il virus Hiv, il virus dell’Aids.
Questo è stato pubblicato prima dal gruppo Indiano che successivamente è stato “obbligato” a ritirare la ricerca dietro indebite pressioni politiche. Ma la verità scientifica finisce sempre per emergere.

Jean-François Le Moine:

Si può capire che trovare pezzi di Hiv in questo coronavirus l’ha colpita. Ma non potrebbe essere semplicemente una mutazione naturale di questo virus in un organismo di un malato colpito dall’Aids?

Luc Montagnier:

No, perché per chiudere una sequenza di Hiv nel genoma occorre avere una strumentazione molecolare, non è il paziente a farlo. È il tecnico di laboratorio con le strumentazioni. E oggi è molto più facile.

Jean-François Le Moine:

Dunque eliminando l’ipotesi naturale, non può essere che deliberato...

Luc Montagnier:

L’ipotesi è che questo virus sia “scappato” dal laboratorio di Wuhan. È un laboratorio di alta sicurezza ma malgrado tutto il virus è scappato dal controllo dei “tecnici”.  
La storia del mercato del pesce è una bella leggenda, se vuole, ma non è possibile. (…) Hanno lavorato su un modello, il virus dei pipistrelli, ed è questo virus che hanno modificato.

Jean-François Le Moine:

Ma il loro obiettivo era di fabbricare un’arma biologica, un virus aggressivo oppure, il che sarebbe più tollerabile, fabbricare un vaccino contro l’Aids?

Luc Montagnier:

L’ipotesi più ragionevole è che volessero fare un vaccino contro l’Hiv. Utilizzavano un coronavirus che in linea di principio poteva attenuare, non provocare malattie, come vettore, portatore degli antigeni, delle parti di molecole del virus dell’Aids che potevano servire per un vaccino.

Jean-François Le Moine:

Dunque una tragica storia di pompiere incendiario...

Luc Montagnier:

È un lavoro da “apprendisti stregoni”, se vuole. Sfortunatamente, si conoscono molte cose in biologia molecolare, ma abbiamo dimenticato, o piuttosto non abbiamo percepito il fatto che la Natura non tollera qualunque ingerenza. Ci sono armonizzazioni, e il mio collega Perez ha molto sviluppato questo negli anni, la Natura non ammette qualunque costruzione molecolare, se una la danneggia, cerca di eliminarla.

Jean-François Le Moine:

Ed è quello che sta accadendo secondo lei? La natura ci offre una via d’uscita?

Luc Montagnier:

È la seconda parte del mio messaggio. Quello che sta accadendo è che la Natura elimina questi corpi estranei dal genoma del coronavirus e si assiste a mutazioni spettacolari, delle “délétures” (eliminazioni) la Natura elimina spontaneamente pezzi alterati, dell’Hiv, man mano che il virus passa dall’uno all’altro. E questo lo si vede, soprattutto su pazienti statunitensi, gli ultimi a essere stati colpiti. Lo si vede sulla costa Ovest, pacifica, a Seattle per esempio, dove il virus comincia una “dérégolade” (disordine) enorme in questa piccola parte del genoma del coronavirus.

Jean-François Le Moine:

Una luce di speranza?

Luc Montagnier:

In effetti anche se non si fa niente, le cose si aggiusteranno. Ma al prezzo di molti morti. Dunque se si può accelerare il processo… E io ho proposte da fare ma ho bisogno di molti mezzi. Ad esempio (in base ai miei esperimenti) si può fare con onde interferenti con le onde che sono correlate alle sequenze di Rna.

Jean-François Le Moine:

È chiaro ma al tempo stesso impressionante. Lei ha una grande reputazione come ricercatore, e l’aura del Nobel. Ma non c’è il rischio che le diano del complottista?

Luc Montagnier:

No. I complottisti sono nel campo opposto, fra chi nasconde la verità. Guardi, ho molti amici in Cina, stimo quel paese dove ho passato molte settimane poco prima della questione del coronavirus. Ritengo che il governo cinese faciliterebbe molto la questione se riconoscesse che sono successe cose poco chiare nel suo laboratorio di alta sicurezza a Wuhan.

Del resto la verità verrà fuori. Quello che ho detto sull’inserimento di sequenze estranee, non c’è solo il retrovirus, ci sono altre sequenze, per esempio del germe della malaria eccetera, tutto questo indica che alcune persone, non so chi e non spetta a me dirlo, hanno forse avuto l’idea di sviluppare un vaccino contro il virus dell’Aids inserendo sequenze “anomale”. Se il governo cinese riconoscesse questo, faciliterebbe le cose. Ma tocca al governo cinese assumersi le proprie responsabilità.

Il fatto di vietare ora pubblicazioni sull’origine del coronavirus senza il visto delle autorità governative cinesi è un’aberrazione e soprattutto dà l’idea che la scienza non dipenda dalla verità delle cose ma dalla volontà delle persone. Questo è molto, molto negativo per la reputazione della scienza. Nessuno a quel punto avrà più fiducia sulla scienza. È una posizione molto negativa, spero che il governo cinese vada fino in fondo. Comincia a riconoscere che sono stati fatti dei lavori sul coronavirus. Va detto che c’è stato un aiuto statunitense finanziario importante, ma forse anche scientifico, a quell’ équipes cinese. Dunque questa faccenda non ha solo un’origine cinese.

Il mio obiettivo non è fare un’indagine di polizia, né di accusare gente. Penso che si sia trattato di un errore. Errare humanum est. Un altro esempio recente: l’Iran ha ucciso molte persone in quell’aereo, per sbaglio. E lo hanno riconosciuto.

Spero che la Cina sia abbastanza grande per riconoscere un errore.


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