Individuate le differenze individuali nella
"velocità" del cervello, almeno della velocità della percezione
visiva, e la capacità delle persone di aumentare o diminuire la velocità di
questa attività cerebrale, con un impatto sul comportamento, grazie ad una
ricerca condotta dal Cimec dell'Università di Trento nell'ambito del progetto
'Erc CoPeST "Construction of Perceptual Space-Time"
("Costruzione dello spazio-tempo percettivo").
Un articolo è uscito sulla rivista scientifica
statunitense Pnas. La ricerca è stata oggetto di oltre 30 pubblicazioni su
riviste scientifiche internazionali. "Gli studi che abbiamo condotto -
dice David Melcher, 'principal investigator' del progetto e professore del
Cimec di Trento - mostrano la coesistenza di più ritmi nella nostra percezione
visiva, e ciò potrebbe spiegare perché non percepiamo la realtà in maniera
frammentata e discontinua, come avviene invece in alcuni disturbi psichiatrici
(come la schizofrenia) o indotti da un danno neurologico".
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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