Sistema solare, spunta il decimo
pianeta (e crescono i dubbi sul nono)
Una 'presenza' della massa di
Marte che si troverebbe a circa 60 miliardi di chilometri dal Sole. Lo
suggerisce uno studio sulle anomalie dell'orbita di 600 oggetti lontani.
Crescono invece i dubbi sulla reale esistenza di 'Planet nine', a lungo
ipotizzato e mai osservato. Ora si spera nel James Webb space telescope
"Fuori uno dentro un altro.
La conta dei pianeti del Sistema solare è sempre ferma a otto ma mentre l'ormai
famigerato Planet nine, un colosso che si ipotizzava potesse esistere a una
distanza di almeno 60 miliardi di chilometri dal Sole, potrebbe essere stato
solamente un abbaglio degli scienziati, un'altra possibile presenza spunta un
po' più vicino. Già qualcuno già lo
chiama “Planet ten”, anche se nessuno l'ha visto. Come per il Nine, si tratta
di un'ipotesi fatta osservando il comportamento di altri oggetti della fascia
di Kuiper: anche la loro 'strana' orbita infatti potrebbe essere spiegata con
una 'presenza' di dimensioni planetarie, con una massa compresa tra quella di
Marte e quella della Terra. Ci potrebbe essere un nuovo pianeta dunque nel
Sistema solare, è quello che sostiene un team di ricercatori del Lunar and
Planetary Laboratory presso l’University of Arizona, in
uno studio di prossima pubblicazione su The Astronomical Journal e consultabile
online sul sito di peer review arXiv. La
fascia di Kuiper è una regione esterna del Sistema solare che ospita milioni di
piccoli oggetti, tra asteroidi e pianeti nani, non ultimo Plutone.
Analizzando
il piano orbitale di questi oggetti, i ricercatori hanno notato che da una
certa distanza in poi, rispetto al Sole, il comportamento di 600 di essi
risulta 'stravagante'. Mentre la maggioranza della popolazione della fascia si
mantiene sul “piano orbitale invariabile”, cioè coerente con tutti gli altri
pianeti del Sistema solare, gli altri mostrano un comportamento bizzarro. Una
inclinazione di ben 80 gradi rispetto al normale. Ci deve essere qualcosa che li disturba. “La
spiegazione più probabile ai nostri calcoli è che qualcosa che ha una massa
come quella di Marte causa questa deviazione” spiega Kat Volk, autore dello
studio assieme a Renu Malhotra. Secondo
i ricercatori la possibilità che si tratti di una oscillazione statistica, per
così dire di un 'caso', è molto bassa. Ma perché un oggetto così importante non
è ancora stato scoperto con i telescopi? La spiegazione, secondo ricercatori,
sta innanzi tutto nella sua distanza. Se davvero esiste, si trova a circa 60
Unità astronomiche (una unità astronomica corrisponde alla distanza della Terra
dal Sole: circa 150 milioni di chilometri), qualcosa come nove miliardi di
chilometri, il doppio della distanza a cui si trova Nettuno, che è il più
esterno dei pianeti. La sua osservazione, inoltre, potrebbe essere stata
impedita dal centro galattico molto luminoso, sullo sfondo. Insomma, non
abbiamo ancora cercato abbastanza bene e non con gli strumenti giusti. Sembra mettersi male invece per il Planet
Nine. Anche la sua presenza era stata ipotizzata partendo dalle osservazioni di
alcuni corpi ghiacciati della fascia di Kuiper, la cui particolare disposizione
poteva essere causata dall'influenza gravitazionale di un gigantesco corpo
celeste ancora sconosciuto. Uno studio, coordinato dalla University of Victoria
in Canada, pubblicato su arXiv, non ancora passato al vaglio della comunità
scientifica, pone dubbi sulle osservazioni a supporto della tesi di un pianeta
gigante (dieci volte la massa della Terra) che si troverebbe tra le 400 e le
1.500 Unità astronomiche dal Sole. I
motivi dei nuovi dubbi riguardano la qualità delle osservazioni, che in alcuni
casi sarebbero state compromesse dal meteo non favorevole. Inoltre proprio la
luminosità della Via Lattea comprometterebbe il campo visivo, consentendo
osservazioni solo in alcune zone del cielo. Secondo gli scienziati, questo non
esclude l'esistenza del Planet Nine. Ma servono più dati, più osservazioni. Le speranze per trovare, se esistono, questi
due 'pianeti fantasma', sono affidate allo strumento più potente che l'uomo
metterà in orbita tra poco più di un anno: il James Webb space telescope,
atteso come una vera rivoluzione.
confronto tra il vecchio Hubble (a dx) ed il nuovo JWST
Sarà lanciato a ottobre 2017 e tutto
l'ambiente della ricerca astronomica si aspetta grandi rivelazioni dal suo occhio
senza precedenti. Dalle origini dell'Universo alla caccia di nuovi pianeti,
anche nel 'cortile' di casa nostra.
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DI MARCO LA ROSA
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