di: RINO DI STEFANO
Recentemente mi è capitato di assistere ad una
conferenza che Giorgio Pattera (biologo, giornalista e responsabile scientifico
del Centro Ufologico Nazionale) ha tenuto a Genova Pontedecimo insieme al suo
amico Domenico Azzone, primo maresciallo in congedo del Servizio Meteorologico
dell’Aeronautica Militare Italiana, sul tema delle scie chimiche. Entrambi
organizzano conferenze di questo tipo in giro per l’Italia, allo scopo di far
conoscere il pericolo che questo fenomeno può comportare per la salute umana,
soprattutto come causa di alcune malattie dell’apparato respiratorio. Le
prossime si svolgeranno sabato 5 dicembre, alle ore 16, presso la Sala
Polifunzionale “Palm Work e Project” in via Codisotto 8, a Buzzoletto – Viadana
(MN); sabato 12 dicembre, alle ore 21, presso la Sala Croce Verde di via
Mantova 8, a Cremona; sabato 19 dicembre, alle ore 17, presso la Libreria Alef
in via Ravagnana 146/A, a Ravenna. Devo dire che non mi sono mai occupato di
questo problema, per cui quando quel pomeriggio mi sono seduto tra il pubblico,
non avevo alcun preconcetto nei confronti di questo argomento. Tuttavia,
conoscendo bene la serietà e la competenza del dottor Pattera, mi aspettavo di
uscire da quella sala con qualche conoscenza in più sul discorso delle scie
chimiche. E non mi sbagliavo. La collaborazione Pattera – Azzone è stata
illuminante per mettere a fuoco le circostanze che riguardano le cosiddette
“irrorazioni artificiose antropiche”, comunemente conosciute come scie
chimiche. Devo dire che il tema è così vasto e dettagliato da non poter essere
sintetizzato in poche parole. Per cercare di rendere accessibili a chiunque i
risultati di un lavoro portato avanti nei suoi quarant’anni presso il Servizio
Meteorologico dell’Aeronautica, il maresciallo Azzone ha scritto un libro di
451 pagine, intitolato GEO-INGEGNERIA ATMOSFERICA, che offre gratuitamente a
chiunque sia interessato al fenomeno delle scie chimiche. Per la cronaca, si
tratta di un ampio panorama scientifico e divulgativo che illustra tutti gli
aspetti, conosciuti o meno, del problema. Chi volesse dargli un’occhiata, può
scaricarlo in rete, senza alcuna spesa, cliccando sul seguente link:
Le lunghe e meticolose
descrizioni tecniche del maresciallo Azzone, vengono poi appoggiate dalla parte
più propriamente giornalistica e scientifico-informativa del dottor Pattera.
Prima di tutto, come egli chiarisce fin dalle prime battute delle sue
conferenze, stiamo parlando di un problema mondiale che investe praticamente
ogni nazione. Ovunque, le domande dei ricercatori vengono eluse e nessuna
autorità si sogna di dare neanche una pur pallida risposta ai quesiti che
vengono posti dagli studiosi per cercare di fornire una qualunque spiegazione
all’irrorazione di misteriose sostanze chimiche nell’atmosfera. Sostanze
irritanti, detto per inciso, che lì non dovrebbero esserci. Gli esempi forniti
da Pattera e Azzone sono molteplici e suscitano una naturale quanto ovvia
curiosità. Date, per esempio, un’occhiata a questi filmati che vengono dagli
Stati Uniti:
Di certo, visto che le sostanze
sono state rilevate e analizzate, non si può dire che non fossero presenti
quando il fenomeno è avvenuto. Ovviamente, le spiegazioni possono essere
diverse e nessuna, visto che di studi ufficiali non se ne conoscono, può
comunque ritenersi definitiva. Un altro esempio, sempre per chi volesse
informarsi, è il seguente link:
E’ comunque un fatto che il 2
Ottobre 2001 il Congresso degli Stati Uniti ha approvato la legge H.R.2977
Space Preservation Act of 2001 (Legge sulla Salvaguardia dello Spazio del 2001)
nella quale (Sezione 7) tra le altre cose si vietano esplicitamente le
“chemtrials”, cioè le scie chimiche. Il concetto, dunque, non è poi così
strampalato, né tanto meno astratto. A quale conclusione giungere, allora?
Purtroppo, a nessuna. Anche se alcuni punti fermi ci sono. In determinati posti
e circostanze (soprattutto in condizioni di caldo umido), è stata accertata
l’irrorazione artificiosa di sostanze antropiche dannose per la salute umana.
Analisi chimiche dimostrano la presenza di questi composti nell’aria. Nessuno,
invece, afferma di sapere da dove provengano gli aerei accusati di rilasciare
quelle sostanze. E le autorità civili e militari negano a priori che quegli
aerei possano persino esistere. Di conseguenza, si continua a parlare del
nulla, anche se il fenomeno risulta comunque presente. Per il momento, insomma,
l’intera vicenda resta coperta da una cappa di scetticismo, disinformazione e
ipocrisia, nell’ambito di un’incomprensibile censura.
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