CON INSERIMENTI E PRECISAZIONI
DI MARCO LA ROSA
Nella mitologia dell'antica
Grecia, Asclepio era considerato un dio potente, signore della medicina con il
potere di strappare le persone alla morte. Figlio del Dio Apollo, era
raffigurato come un uomo barbuto con in mano un bastone con un serpente
intrecciato. Rispetto alle altre divinità della mitologia greca, la figura e
l'opera di Asclepio sembrano scrivere una pagina separata. Tutti noi abbiamo
familiarità con la figura di Asclepio, dal momento che il simbolo
internazionale che utilizziamo oggi per la medicina è il bastone con un
serpente intrecciato:
mentre nella farmacopea
utilizziamo la variante del caduceo di Ermes con due serpenti intrecciati:
QUESTO SIMBOLISMO E’
INDUBBIAMENTE UN RETAGGIO ANTICHISSIMO CHE RICHIAMA CONOSCENZE BIOGENETICHE
AVANZATE CHE SI SONO DILUITE E CONFUSE NEL CORSO DEI MILLENNI:
Asclepio era figlio di Apollo e
della principessa Coronide secondo Pindaro (Figlio di Apollo e di Arsinoe
secondo Esiodo), Apollo si innamorò di Coronide mentre ella faceva il bagno in
un lago e i due consumarono la loro passione, poi il dio andò via, lasciando un
corvo a guardia della ragazza. Coronide decise di sposarsi con Ischys, e il
corvo, quando li vide assieme, volò da Apollo per riferire. Quando Apollo scoprì che
Coronide era incinta, decise di punire il corvo, tramutandogli le piume da
bianche in nere, poiché non aveva allontanato Ischys da Coronide. Artemide
uccise Coronide trafiggendola con un dardo, su richiesta del fratello
disonorato. Apollo, però, decise di salvare il piccolo che Coronide aveva in
grembo, e chiese ad Ermes (non a caso proprio ad Ermes viene chiesto di effettuare un "intervento" o "espianto" di feto ! ndr MLR) di prenderlo dal corpo della madre. Apollo decise di
dare al piccolo il nome di Asclepio. Un’altra versione del mito racconta che
Apollo stesso uccise Coronide e, compreso il suo errore, estrasse il feto di
Asclepio. Asclepio è quindi un semi-dio (oggi
diremmo un ‘ibrido’). Fu allevato da una misteriosa figura mitologica
greca, il centauro Chirone, il quale istruì Asclepio nell’arte
della medicina. Tuttavia, il dio dell’Ade si lamentò con Zeus, dato che
Asclepio nella sua bravura era in grado di strappare un gran numero di persone alla morte. Il
risultato fu che Zeus decise di mettere fine alla vita di Asclepio
distruggendolo con un fulmine. Dopo la sua morte, Asclepio raggiunse la sua
dimora presso la costellazione di Ofiuco (Colui che porta il serpente).
Una figura controversa:
Certamente, quella di Asclepio,
in confronto alle narrazioni della mitologia greca sullo stile di vita delle
divinità, è una figura in controtendenza. Rispetto ai suoi ‘simili’,
Asclepio sembrava realmente interessato alla salute e al benessere dell’uomo,
tanto da volergli fare addirittura il dono dell’immortalità. (E’ interessante a questo punto evidenziare
come la mitologia Greca abbia molte similitudini con i miti sumero-accadici
relativi alla genesi dell’Adam e ripresi anche nel testo biblico della Genesi, in
relazione alla straordinaria longevità dei primi Patriarchi dopo i quali, per
espresso volere di Dio, la salute e la durata della vita fu drasticamente
ridotta: "Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e
nacquero loro figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini ( ) erano belle e ne presero per mogli quante
ne vollero. Allora il Signore disse: Il mio spirito non resterà sempre
nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di 120 anni. C'erano sulla
terra i giganti a quei tempi e anche dopo quando i figli di Dio si univano alle
figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi
dell'antichità, uomini famosi." (Gen. 6,1-4). Il caduceo del dio Enki è indubbiamente
un richiamo al DNA ed all’ingegneria genetica ante-litteram, come ampiamente esposto
nel mio libro: “IL CADUCEO DORMIENTE, la vera genesi dell’ homo sapiens – Ed.
OmPhi Labs 2015 (NDR - MLR).
I templi dedicati al signore
della medicina erano centri di culto, ma allo stesso tempo avevano anche la
funzione di ospedali, i primi ad essere eretti nella storia occidentale. Si
stima che nella Grecia antica si contassero circa 320 Asclepeion (ospedali). Ma
ciò che più interessa è l’approccio olistico nelle cure tramandate e fatte
discendere direttamente dall’insegnamento di Asclepio. Le malattie erano
considerate il risultato di molteplici fattori sociali, ambientali,
psicologici, spirituale, emotivi e fisici. In effetti, non si prendeva in
considerazione solo il corpo del paziente, ma l’interezza della sua persona (medicina Olistica). La
terapia aveva lo scopo di armonizzare e bilanciare tutti questi fattori. Come
sottolinea John Black su Ancient Origins, i nostri antenati avevano sviluppato
il perfetto equilibrio tra scienza e spiritualità. Nell’Asclepeion, il paziente
veniva inizialmente posto in un ambiente piacevole a godere di teatro e musica;
poi veniva sottoposto ad un regime dietetico più salutare; infine, venivano
prescritte sedute di idroterapia e psicoterapia. Quando i terapeuti reputavano
il paziente pronto, questi veniva portato al tempio per pregare e poi dormire
al suo interno. La mattina dopo, il paziente raccontava al medico cosa aveva
sognato e cosa aveva provato, in quanto si credeva che la visita in sogno di
Asclepio fosse la chiave per curare tutte le malattie. Dall’interpretazione del
sogno sarebbero arrivate la terapia che il paziente doveva eseguire per
ottenere la completa guarigione.
L’Asclepeion di Pergamo:
Tra i centri di guarigione più
importanti, forse il più conosciuto ed enigmatico è quello che si trova alla
base dell’acropoli di Pergamo, in Turchia. La città fu fondata nel 4° secolo
a.C., attorno ad una sorgente ritenuta sacra che scorre ancora oggi. Nel corso
dei secoli è diventato uno dei centri di cura più conosciuti del mondo antico,
secondo per importanza solo a Epidauro, in Grecia, considerato il primo
ospedale psichiatrico del mondo. L’influente medico Galeno nacque proprio a
Pergamo e qui vi praticò l’arte medica intorno al 2° secolo d.C., affermando la
sua buona reputazione come guaritore di gladiatori. Il trattamento medico per
eccellenza somministrato a Pergamo era garantito dalla sorgente sacra, la quale
si è scoperto più tardi avere proprietà radioattive. Le sorgenti sacre sono
state visitate da personaggi importanti come l’imperatore romano e filosofo
Marco Aurelio, e innumerevoli altre persone comuni in cerca di cure per i loro
disturbi fisici e mentali. I pazienti cominciavano la terapia percorrendo la
Via Sacra, alla quale si accedeva attraverso un passaggio sotterraneo. Il
tunnel era costellato di cubicoli su entrambi i lati, dove alcuni pazienti vi
trascorrevano la notte per poi raccontare i loro sogni ai sacerdoti-medici, in
modo da facilitare la diagnosi della loro malattia. Al mattino, una volta
saliti al tempio, i pazienti percorrevano un sentiero circolare in modo da
camminare in una sorta di processione senza fine. Dopo di che, si veniva
sottoposti ad una serie di trattamenti che comprendevano la psicoterapia,
massaggi, rimedi erboristici, fanghi e trattamenti balneari, interventi
chirurgici e la somministrazione dell’acqua della sorgente sacra. All’interno
dell’Asclepeion c’era anche un teatro, per intrattenere i pazienti che vi
sarebbero rimasti per settimane. Tutto questo veniva fatto nella convinzione
che la guarigione era un’arte sacra e che le anime delle persone avevano
bisogno di essere curate, così come i loro corpi. Secondo le cronache del
tempo, pare che i rimedi proposti a Pergamo avessero una grande efficacia nel
guarire le malattie.
Ancora oggi, migliaia di persone
si recano in pellegrinaggio all’antico sito di Pergamo nella speranza di
ottenere la guarigione. Nei nostri ospedali moderni, dove per lo più impera la
burocrazia e la spersonalizzazione delle cura, forse non sarebbe male
recuperare lo spirito ‘olistico’ che animava l’arte medica dei greci antichi… e
non solo.
L’arte degli dei:
E’ interessante sottolineare il
fatto che tremila anni fa l’approccio alla malattia e alla guarigione era
completamente differente rispetto ad oggi, e sicuramente molto più efficace. Da
dove veniva questo valido approccio olistico, in cui il paziente veniva
trattato con umanità e curato nell’interezza della sua persona? Anche in
questo, parliamo di una disciplina insegnata agli esseri umani direttamente
dagli dei, così come descritto bene anche dai testi cuneiformi sumeri. Asclepio, ispirato dal desiderio di insegnare
agli uomini l’arte medica, ha pagato con la vita l’ira di Zeus, il quale
concepiva l’immortalità come appannaggio unico delle divinità, una diatriba tra
dei ben descritta anche in altre mitologie, oltre quella greca. In una bizzarra
trasposizione moderna, la storia di Zeus ed Asclepio ricorda tristemente il
rapporto tra le case farmaceutiche, divinità che tengono nelle loro mani il
monopolio delle cure mediche, e la ricerca di terapie mediche che sappiano
guardare all’interezza della persona umana e che siano realmente efficaci.
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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