SEGNALATO DAL DR. GIUSEPPE COTELLESSA (ENEA)
Nanomotori per combattere
l’acidificazione degli oceani
In fase di test un nuovo sistema
di trattamento delle acque. In futuro potrebbe dare una mano a combattere
l’acidificazione degli oceani.
Spesso e volentieri la lotta
all’inquinamento sceglie armi piccole, anzi piccolissime. E’ il caso dei
nanomotori realizzati dall’Università di California (UC) di San Diego,
minuscoli componenti in grado di catturare la CO2 marina in eccesso. L’anidride
carbonica di origine antropica, infatti, ha tra gli effetti negativi quello di
diminuire il ph delle acque, portando ad una progressiva acidificazione degli
oceani e influenzando di conseguenza anche la vita in essa contenuta. Nel
tentativo di trovare una soluzione soddisfacente al problema, gli scienziati
dell’ateneo americano hanno creato dei particolari “nanoengineers”, capaci di
muoversi in maniera autonoma nell’acqua, rimuovendo le molecole di CO2 e
trasformandole in materiale riutilizzabile.
Come funzionano i nanomotori?
Più piccoli del diametro di un
capello umano, i nanomotori possiedono una superficie esterna polimerica che
contiene l’anidrasi carbonica. Questo enzima è presente anche nei globuli rossi
e il suo compito è quello di catalizzare la reazione tra anidride carbonica e
acqua per ottenere bicarbonato. Se nella soluzione acquosa è aggiunto il
cloruro di calcio, quest’ultimo trasforma il bicarbonato in carbonato di
calcio. Questo sale in natura è il materiale che costituisce, in tutto o in
parte, una grande varietà di rocce. Nell’esperimento effettuato dagli
scienziati dell’UC, il movimento autonomo e continuo dei nanomotori attraverso
l’acqua aiuta il processo di miscelazione, aumentando la velocità di conversione
dell’anidride carbonica. Per rendere le cose ancora più facili, i ricercatori
hanno aggiunto una piccola quantità di perossido di idrogeno nella soluzione:
questo reagisce con la superficie interna in platino dei nanoengineers
generando un flusso di bolle di ossigeno che funzionano da propulsore,
spingendo i motori attraverso l’acqua a velocità superiori a 100 micrometri al
secondo.
Un’arma contro l’acidificazione
degli oceani
Il team riferisce che, in
laboratorio, i nanomotori sono riusciti a rimuovere il 90 per cento del
biossido di carbonio da una soluzione di acqua deionizzata, in soli cinque
minuti. Un’efficienza simile è stata osservata in una soluzione di acqua di
mare, dove le piccole macchine hanno rimosso l’88 per cento della CO2. Una volta
compiuto il loro lavoro, i motori possono essere recuperati dalla soluzione ed
essere riutilizzati in un secondo momento.
COMMENTO:
Resta da vedere la quantità
utilizzabile di questi nano-motori in relazione alle parti di oceano da
trattare, ma soprattutto la compatibilità con la fauna marina. Posso essere
ingeriti dai pesci ? e nel caso che danni possono provocare all’ecosistema
marino ?
MLR
Da:
http://www.rinnovabili.it/ambiente/nanomotori-acidificazione-degli-oceani-666/
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