Secondo recenti disposizioni del Vaticano, risalenti a fine giugno e contenute in una Lettera alle Conferenze Episcopali sul nome di Dio, l’impronunciabile nome ebraico di Dio (rappresentato dal tetragramma “YHWH”) non può più essere usato nelle preghiere e nella liturgia, dato che poco si adatta alla natura divina di Cristo affermata dal cattolicesimo.
Infatti, rassicurano le autorità vaticane, per fare in modo che “la Parola di Dio, scritta nei sacri testi, possa essere conservata e trasmessa in modo integrale e fedele, ogni traduzione moderna del libro della Bibbia punta ad essere una trasposizione fedele ed accurata dei testi originali”.
Pare infatti che in anni recenti prenda sempre più piede la tendenza ad utilizzare il termine ebraico per designare Dio, cosa di cui si dolgono le autorità vaticane, che sanciscono: “Nelle celebrazioni liturgiche, nelle canzoni e nelle preghiere il nome di Dio nella forma di tetragramma ‘YHWH’ non è da usare né da pronunciare”.
Per la traduzione della Bibbia il tetragramma deve essere invece reso con altre espressioni, quali Lord, Signore, Segingeur, Herr, Senor.
Questo cambiamento linguistico, apparentemente ozioso, si inserisce nel disegno generale di Benedetto XVI volto al ritorno ad una rigorosa tradizione e ad una riaffermazione della centralità dell’istituzione Chiesa.
Fonte: www.uaar.it
Da: Mauro Biglino
http://www.bibbia-alieni.it/?p=2593
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