Sempre più credibile l’ipotesi
della PANSPERMIA !
Da Harvard uno studio che sembra
avvalorare l'ipotesi della panspermia per la diffusione della vita nella
galassia.
«Una volta che tutti i nostri
tentativi di ottenere materia vivente da materia inanimata risultino vani, a me
pare rientri in una procedura scientifica pienamente corretta il domandarsi se
la vita abbia in realtà mai avuto un’origine, se non sia vecchia quanto la
materia stessa, e se le spore non possano essere state trasportate da un
pianeta all’altro ed abbiano attecchito laddove abbiano trovato terreno
fertile.» – (Hermann von Helmholtz).
La Panspermia è una teoria
secondo la quale la vita sarebbe stata importata sulla Terra e su altri pianeti
da comete, meteoriti o per alcuni, accidentalmente o volutamente, da civiltà
aliene evolute (panspermia guidata). Si tratta di un’idea abbastanza credibile,
almeno su distanze cosmiche non troppo grandi, come ammette l’astronomo Seth Shostak,
presidente del SETI. Questa teoria, è oggi avvalorata da un nuovo studio basato
sull’espulsione di corpi come gli asteroidi che diffondono i germi della vita
attraverso sistemi stellari vicini. Nuovi calcoli affermano che tale fenomeno
potrebbe essere molto concreto. Lo studio, condotto da un team di ricercatori
dell’Istituto di Teoria e Computazione dell’università di Harvard,che
comprendeva Idan Ginsburg e il solito Avi Loeb, oltre a Manasvi Lingam, è
basato sul calcolo più completo che sia mai stato realizzato riguardo alle
probabilità che questo evento si realizzi, almeno nella nostra galassia, la via
Lattea, e i risultati ottenuti hanno sorpreso sia tutto il team di Idan. Lo
strabiliante risultato ha dimostrato che possono esistere fino a 10 trilioni di
corpi delle dimensioni di un asteroide in grado di trasportare nello spazio la
vita sotto forma di microrganismi. A questi corpi andrebbero a sommarsi un
numero pari a 100 milioni di oggetti delle dimensioni di Encelado, cioè con un
diametro di circa 500 chilometri e almeno altri mille oggetti delle dimensioni
della Terra che portano con loro la vita o comunque del materiale capace di
generarla. Il risultato è quindi chiaro, la panspermia all’interno della nostra
via Lattea “non solo è possibile, ma è probabile”, come suggerisce lo stesso
Idan Ginsburg. L’ipotesi della panspermia si è sempre scontrata con vari
problemi. uno di essi, le radiazioni ultraviolette, potenzialmente in grado di
distruggere ogni forma di vita, non sarebbe poi un problema così
insormontabile, in quanto, secondo il ricercatore, sarebbero sufficienti alcuni
centrimetri di roccia per schermarla e fornire una adeguata protezione alla
vita microbica stessa, senza contare che esistono forme di vita in grado di
resistere a tali radiazioni senza necessitare di nessuna protezione, queste
forme di vita particolari sono dette “estremofile”. Un’altra scoperta
importante avvenuta negli ultimi anni è che molti batteri e microorganismi
possono sopravvivere nello spazio e in teoria anche alla fase del “rientro”,
ossia l’impatto del corpo celeste che trasporta la vita sulla superficie di un
altro corpo astronomico dove potrebbero trovare terreno fertile per
proliferare, tipicamente un pianeta. A seminare la vita in ogni dove nella
galassia potrebbe essere lo stesso centro galattico ricco di corpi astronomici
di ogni dimensione, planetesimi, comete, asteroidi, lune di ogni tipo, che, una
volta espulse dalle vicinanze del centro galattico, potrebbero fungere da
veicoli per il trasporto della vita nel resto della galassia, in particolare
nei suoi bracci a spirale. La panspermia, quindi, potrebbe trasportare la vita
tra le stelle e tra gli stessi pianeti di un sistema stellare che, in
prospettiva, sarebbero culle dove la vita microbica esiste, si diffonde e
potrebbe un giorno evolvere in forme più complesse come è successo qui sulla
Terra. Questo potrebbe succedere, e forse è già successo, in molti sistemi
stellari, alcuni dei quali scoperti da poco. Uno di essi, il sistema stellare
chiamato Trappist-1 conta diversi esopianeti orbitanti attorno alla stella
principale, Trappist appunto, una nana rossa a 40 anni luce dal nostro sistema
solare.
Una ricerca effettuata su questo
sistema analizza la possibilità che la vita, presente inizialmente su uno solo
dei pianeti del sistema di Trappist-1, potrebbe poi essere stata trasportata,
tramite il naturale scambio di materiali tra pianeti di uno stesso sistema
stellare, da un pianeta all’altro secondo il fenomeno che abbiamo descritto, la
panspermia. Autore della ricerca, Sebastiaan Krjit che ha svolto uno studio
apparso poi su l’Astrophysical Journal Letters. Knijt è ricercatore
dell’Università di Chicago, e pensa che lo scambio di materiale tra pianeti
adiacenti nel sistema TRAPPIST-1 potrebbe essere reale e avvenire abbastanza di
frequente. Gli scambi avverrebbero similmente agli scambi che avvengono nel
nostro sistema solare, tra la Terra e Marte ad esempio quando un corpo colpisce
la superficie di uno dei pianeti lanciando nello spazio frammenti di materiale
a una velocità adeguata a superare l’attrazione gravitazionale del pianeta
stesso. L’impatto non ucciderebbe le forme di vita batteriche che riuscirebbero
cosi a viaggiare da un pianeta all’altro, viaggio abbastanza breve da
permettere alle eventuali colonie di batteri di prosperare e riprodursi. Lo
scambio di materiale biologico, secondo le stime fatte dai ricercatori
avverrebbe in soli 10 anni.
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