IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

martedì 9 gennaio 2018

ACRILAMMIDE: una lunga storia, raccontata ai consumatori…


di GIORGIO PATTERA (BIOLOGO)

Nel luglio 2014 (fonte: https://www.efsa.europa.eu/it/press/news/140701 ), l’EFSA (l’Autorità europea per la Sicurezza alimentare, con sede a Parma) lanciò l’allarme sull’impiego d’una sostanza comunemente diffusa nell’industria alimentare, in particolar modo nella produzione di patatine e biscotti. L’imputata risponde al nome di acrilammide e viene utilizzata per conferire un aspetto invitante ai cibi, mediante la caratteristica “doratura”. L’EFSA denunciò i sospetti che già da tempo gravavano sulla probabile correlazione fra l’acrilammide ed alcune tipologie tumorali, mediante un comunicato che riportiamo integralmente: “L’EFSA ha confermato le valutazioni precedenti secondo cui, sulla base degli studi sugli animali, l’acrilammide negli alimenti aumenta potenzialmente il rischio di cancro per i consumatori, in tutte le fasce d’età. L’acrilammide negli alimenti è prodotta dalla stessa reazione chimica che conferisce al cibo la “doratura” – rendendolo anche più gustoso – durante la normale cottura ad alta temperatura (+150°C), in ambito domestico, nella ristorazione e nell’industria alimentare. Caffè, prodotti fritti a base di patate, biscotti, cracker, pane croccante/morbido e alcuni alimenti per l’infanzia rappresentano importanti fonti alimentari di acrilammide. Sulla base del peso corporeo, i bambini sono la fascia d’età maggiormente esposta”. Diane Benford, presidente del gruppo di esperti scientifici impegnato negli studi sull’acrilammide, spiega che “… l’acrilammide consumata per via orale viene assorbita dal tratto gastrointestinale, si distribuisce a tutti gli organi e viene ampiamente metabolizzata. La glicidammide, uno dei principali metaboliti derivati da questo processo, è la causa più probabile delle mutazioni geniche e dei tumori osservati negli studi sugli animali”.

Nonostante questa autorevole presa di posizione, la stessa Efsa candidamente confessò “… di non avere poteri tali da poter cambiare le norme sull’uso di questa sostanza, ma auspica che i propri studi possano servire da supporto per i decisori europei e nazionali nella valutazione delle possibili misure per ridurre ulteriormente l’esposizione dei consumatori a questa sostanza negli alimenti…”.

La qual cosa si commenta da sola, se non con l’aggiunta “… e allora, l’EFSA, a cosa serve…?”. 
Ma se questa non è, purtroppo, una novità, c’è chi, oltre un anno prima, aveva già messo in guardia gli utenti del web circa la potenziale pericolosità della medesima sostanza, anche nella sua forma polimerizzata: la poli-acrilammide, appunto. Nella forma polimerizzata, questa risulta inerte e quindi non reattiva, ma nel caso (non impossibile) perdesse per qualsiasi causa la polimerizzazione, tornerebbe ad essere quella di sempre: una potente neurotossina, facilmente assorbibile anche attraverso la cute.
Come si vede, quindi, entrambe le sostanze sono accumunate dalla stessa pericolosità: quasi certa, la prima, potenziale la seconda.
Ma come è arrivato un Biologo parmigiano a precedere le conclusioni dell’EFSA?

  
Una ricerca datata 15 febbraio 2013:

(http://www.galileoparma.it/Caso%20Lugo%20di%20Romagna%20(RA)%203-09-2012%20-%20Efsa.pdf), supportata dalle relative analisi di laboratorio, giungeva alla conclusione che anche il “KRILIUM” (Peter Cordani, Patent US 6,315,213 B1 - 13/11/2001), un "condizionatore del suolo" (= ammendante), formalmente impiegato per uso agricolo e orticolo con vari nomi commerciali, è composto da acrilammide, anche se in forma polimerizzata (forma anionica = poliacrilammide-reticolata) e pertanto potenzialmente non tossica. Tuttavia quali potrebbero essere le conseguenze, dirette o indirette, se la poli-acril-ammide, per motivi ancora non indagati, DOVESSE PERDERE LA POLIMERIZZAZIONE, ipotesi da non poter escludere “a priori”? Questa eventualità suscitò l’attenzione anche da parte della COLDIRETTI:
(http://www.coldiretti.it/archivio/acrilammide-nel-2014-consultazione-pubblica-efsa), proprio in ragione della definizione stessa della sostanza in causa: "L'acrilammide è una potente neurotossina e, nella forma non-polimerizzata, è facilmente assorbita anche attraverso la pelle…".

RICADUTE sull'AMBIENTE

Molte riserve sono state sollevate circa l'uso di poliacrilammide in agricoltura: esiste un potenziale rischio di contaminazione degli alimenti con la neuro-tossina acrilammide.
La poliacrilammide è relativamente non-tossica, ma è noto che i prodotti commercialmente disponibili contengono alcune quantità di acrilammide, residuate dal suo ciclo di sintesi, di solito intorno allo 0,05%.
Inoltre, si teme che la poliacrilammide possa de-polimerizzarsi per formare acrilammide. In uno studio condotto nel 2003 presso il Central Science Laboratory di Sand Hutton, Inghilterra, la poliacrilammide è stata trattata al pari di alimenti da consumarsi previa cottura (= somministrazione di energia termica, circa 200 °C). E' stato appurato che tali condizioni non causano la de-polimerizzazione in modo significativo, ma lo Stato della California, in via prcauzionale, richiede ugualmente (dal 2010) che i prodotti contenenti acrilammide siano etichettati con l'indicazione secondo cui "...l'ingrediente è una sostanza chimica nota nello Stato della California come causa di cancro". (fonte : http://en.wikipedia.org/wiki/Polyacrylamide)

E così, (tanto tuonò che piovve), si è giunti al 20 novembre 2017.

In tale data, è stato (finalmente) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (304/24, 2017/2158) il Regolamento della Commissione Comunitaria che impone alle Industrie alimentari, a decorrere dall’11 aprile 2018, l’adozione di misure atte alla riduzione, se non all’eliminazione, della presenza di acrilammide negli alimenti (fonte: https://www.efanews.eu/it/item/1442-acrilammide-l-europa-la-riduce-nei-cibi.html).

Naturalmente, le Multinazionali alimentari hanno già annunciato insurrezioni, ricorsi e pressioni contro la disposizione europea ed allora la domanda sorge spontanea (parafrasando un noto conduttore televisivo): “Ma quando la Scienza (quella libera ed indipendente) riuscirà a non farsi oscurare dalla Politica economica?”. Forse mai…

Meditate, gente, meditate.

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SONO EDIZIONI OmPhi Labs






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