Secondo la paleontologia
ufficiale, i dinosauri si sono estinti 65 milioni di anni fa. Eppure, nel 2012
è stato recuperato il corno di un triceratopo, la cui datazione al
radiocarbonio ha restituito un risultato di 33.500 anni, mettendo in crisi la
cronologia ampiamente condivisa dagli scienziati. Una clamorosa svista o i
libri di paleontologia sono da riscrivere?
uomini-e-dinosauri:
Il corno di un triceratopo scoperto a Dawson
County, Montana, nel 2012, sta mettendo in crisi l’opinione corrente secondo la
quale i dinosauri si sono estinti circa 65 milioni di anni fa. La datazione al
radiocarbonio del reperto, infatti, ha restituito un’età di 33.500 anni fa, il
che significherebbe che uomini e dinosauri hanno camminato insieme sul nostro
pianeta. Il reperto è conservato presso il Glendive Dinosaur and Fossil Museum,
il quale ha richiesto la datazione di un frammento del corno alla Center for
Applied Isotope Studies dell’Università della Georgia. Il campione è stato
suddiviso in due parti, che sono state sottoposte a due tecniche di datazione
differenti, così da valutare la coerenza dei risultati.
I campioni hanno
restituito rispettivamente una datazione di 33.570 (± 120) anni e di 41.010 (±
220 anni), quindi abbastanza coerenti
tra loro ma tali da far saltare i paleontologi sulla sedia. Il triceratopo
(nome che significa “faccia con tre corna), è un dinosauro erbivoro che secondo le
conoscenze attuali è vissuto verso la fine del Maastrichtiano (tardo Cretaceo),
circa 68 milioni di anni fa, in quello che è oggi il Nord America,
estinguendosi circa 66 milioni di anni fa. Dunque, come ci è arrivato un
triceratopo nel periodo in cui l’uomo moderno cominciava a muovere i primi
passi? In realtà, secondo gli scienziati del Paleochronology Group, un gruppo
di geologi, paleontologi, chimici e ingegneri che indaga su quelle che vengono
definite “anomalie della scienza”, la datazione del triceratopo non sorprende
affatto, ma conferma quello che si sospetta da tempo, e cioè che i dinosauri
non si sono affatto estinti milioni e milioni di anni fa, ma ci sono prove
sostanziali che essi sono vissuti fino a circa 23 mila anni fa! Su quale
fondamento è possibile affermare una cosa del genere? Fino a poco tempo fa, la
tecnica del carbonio-14 non si riteneva necessaria per datare le ossa di
dinosauro, dato che il test è affidabile solo fino a 55 mila anni indietro nel
tempo. Poichè i fossili di dinosauro vengono spesso trovati negli strati del
terreno che corrispondono a milioni di anni fa, a cosa serve datarli? Gli
scienziati infatti stabiliscono l’età di un fossile di dinosauro sulla base
della misurazione radiometrica dei sedimenti vulcanici depositati sotto e sopra
il reperto, un metodo che secondo il Paleochronology Group presenta “seri
problemi e richiede la formulazione di troppe ipotesi”. «È diventato chiaro
anni fa che i paleontologi non solo trascuravano di datare le ossa di dinosauro
con il C-14, ma addirittura si rifiutavano», ha spiegato Hugh Miller, capo del
Paleochronology Group. «Normalmente, un buon scienziato sarebbe curioso di
confrontare i metodi di datazione». Secondo quanto dice Miller, i risultati
della datazione del triceratopo non sono unici: numerosi test eseguiti su altre
ossa di dinosauro hanno restituito risultati che risalgono a migliaia di anni fa,
piuttosto che a milioni di anni fa.
Il fatto che i dinosauri possano essere più
giovani di quanto si pensi è un’idea che numerosi ricercatori indipendenti
sostengono da tempo, ritenendo che un tempo i grossi rettili e gli uomini abbiano
camminato insieme sul nostro pianeta. Esistono, infatti, numerose opere d’arte
antiche e manufatti che sembrano rappresentare proprio i dinosauri, realizzati
migliaia di anni prima che la scienza scoprisse il primo fossile e ricostruisse
il loro aspetto.
Tra gli esempi più noti ci sono le controverse pietre di Ica,
una collezione di pietre di andesite recanti una serie di incisioni
superficiali, fra cui rappresentazioni di dinosauri e tecnologia avanzata. Sono
state scoperte in una grotta vicino alla città di Ica, in Perù, e rese note dal
medico peruviano Javier Cabrera Darquea. Meno controverso l’emblematico esempio
offerto da un incisione in pietra posta sul tempio buddista di Ta Prohm, in
Cambogia, divenuto noto come lo “Stegosauro di Ta Prohm”.
Gli archeologi
ritengono che il tempio di Ta Prohm risalga a circa 800 anni fa. E, allora,
come è possibile che gli antichi cambogiani conoscessero i dinosauri, dato che
i primi fossili sono stati estratti solamente da qualche centinaio di anni? In
una tomba scoperta nella regione di Nazca risalente a 1300 anni fa, furono
ritrovati alcuni reperti ornamentali, tra cui ceramiche e tessuti, con la
rappresentazione di quelli che sembrano autentici dinosauri. Sebbene il
Paleochronology Group affermi di non appartenere a un credo specifico, alcuni
critici contestano i risultati perchè sarebbero viziati dalla tendenza
“creazionista” di alcuni suoi componenti. Tuttavia, il gruppo di ricercatori ha
replicato invitando gli scettici ad eseguire rigorose datazioni C-14 sui
campioni di dinosauro il loro possesso, così da poter confrontare i risultati. Sebbene
la sfida sia stata lanciata, la comunità scientifica “ortodossa” ha
incredibilmente rifiutato e i precedenti tentativi di pubblicare i risultati
dei test sulle riviste d’élite sono stati ripetutamente bloccati. Inoltre, è
stata anche impedita la presentazione dei dati grezzi, cioè senza
interpretazione, in numerosi simposi scientifici: nel 2009 dal North American
Paleontological Convention, nel 2011 e 2012 dall’American Geophysical Union e
dalla Geological Society of America. “Il pubblico deve essere informato sul
fatto che le datazioni dei reperti e le raffigurazioni antiche dei dinosauri
rendono le attuali convinzioni obsolete”, ha detto Miller. “Il ruolo della
scienza è quello di trovare prove, non di rimanere prigioniera delle proprie
convinzioni, lasciandole cadere dove possibile”.
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