Il Nuovo Ordine dell'Europa: distruggere ogni differenza
di: Ida Magli (*)
(*) Ida Magli è stata la prima ad adoperare il metodo antropologico per analizzare la società europea e in particolare quella italiana, dall’antichità al medioevo fino a quella attuale, con gli stessi strumenti adoperati dall’antropologia per le società“primitive”. Tutti i suoi scritti, quindi, libri, saggi, articoli, rispecchiano il risultato di questo metodo e pertanto danno ampio spazio a fenomeni e a fatti di solito passati sotto silenzio: la storia delle donne non come mondo a parte ma come intrinseca al potere maschile, la predicazione popolare e la devozione mariana come importantissimo documento storico, il rapporto fra il Sacro e il Potere negli avvenimenti politici. Comunque Ida Magli è nota in particolare, come forte polemista nei confronti dell'Unione Europea. Fin dal 1994 ha denunciato, a suo avviso, l’impossibilità dell'unificazione europea e ha cercato, inutilmente, di convincere i politici a desistere da un progetto fallimentare e che, sempre secondo lei, segnerà la fine della civiltà europea.
"All'inizio degli anni Novanta le
scienze umane sono state fatte sparire dall'orizzonte dell'informazione di
massa, semplicemente con il silenzio, non parlandone più. Dato l'enorme
entusiasmo che avevano suscitato nel periodo che va dalla fine della Seconda
guerra mondiale fino agli anni Novanta, il fatto che nessuno abbia fatto
rilevare questa sparizione sarebbe «strano» se non rappresentasse la conferma
che la sparizione è stata voluta.
Le cattedre ovviamente
sussistono, ma le loro scienze non fanno più notizia. Contemporaneamente sono
state eliminate dalle scuole, per ordine dell'Ue, antiche, nobilissime e
essenziali discipline come la geografia, la letteratura latina e greca con le
lingue corrispondenti, riducendole tutte a fantasmi, innocui brandelli di un
sapere inesistente. Perfino la storia, privata di tutti i contributi
metodologici di cui l'epoca moderna l'aveva arricchita, sembra diventata un
residuo d'altri tempi, impotente a dare agli uomini quella consapevolezza di se
stessi che ne è il frutto principale, conquista fondamentale della civiltà europea.
Anche questo è stato deciso e messo in atto nel più completo silenzio.
Sembra di vivere in una società
di analfabeti, dove nessuno è in grado di valutare e di esprimere un giudizio
su simili provvedimenti. Eppure anche soltanto il corpo insegnanti italiano (ma
il decreto riguarda tutte le scuole dell'Ue) è costituito da circa un milione
di persone. Come mai non hanno protestato, non hanno espresso il loro parere su
una decisione così grave? Di fatto i governanti, provvedendo a educare tutti
con le scuole di Stato, hanno dettato anche il tipo di insegnamento cui i
sudditi debbono essere sottoposti, tipo d'insegnamento che possiamo riassumere
nel dato che segue: gli studenti debbono studiare in modo da non imparare
nulla, o quasi.
Per prima cosa non debbono
imparare a «pensare», a che cosa serva «pensare», a che cosa serva «conoscere»;
di conseguenza, debbono imparare tutto senza imparare nulla su di sé, sulla
propria vita, sul proprio ambiente, sul proprio gruppo, sulla propria storia,
sulle istituzioni e sul potere che le regge. Sembra evidente che tutto questo
sia stato programmato in vista dell'ideologia di chi comanda in Europa, o
almeno di quello che si suppone sia questa ideologia: l'omogeneizzazione
mondiale, la formazione di persone tutte uguali: i «cittadini del mondo».
È obbligatorio, pertanto,
insegnare ai ragazzi quale sia la verità sul sesso stabilita dal Potere. Non
quella che il bambino vede, sente, tocca su di sé da quando è nato, quella
della natura che ha fornito il pene e l'utero per la prosecuzione della specie,
Dna diversi fra maschi e femmine, così come ha fornito gli occhi per vedere, i
polmoni per respirare, ma quella del gender (termine che non viene mai tradotto
vista la sua ambiguità). Che poi è ovviamente quella imposta dagli omosessuali
«maschi» e che l'Italia ha approvato: si è maschi o femmine, o anche trans, se
l'individuo crede o pensa o desidera, o «sente» di esserlo. Il Consiglio
d'Europa ha fornito la traccia obbligatoria per tutti. Al Policlinico di Bari
si effettuano cambiamenti di sesso con 170mila euro a intervento forniti dalla
Regione Puglia, stanziamento che naturalmente serve a incrementarli.
Perché si vogliono rendere più
frequenti e «normalizzare» i cambiamenti di sesso caricandone la spesa sulle
spalle della società? La spiegazione va cercata nel loro desiderio di
integrazione. Le tecniche chirurgiche odierne facilitano questo scopo, anche se
si tratta di operazioni di per sé molto complesse, e che lasciano sempre, o
quasi sempre, conseguenze negative fisiche e psicologiche.
Una cosa, però, la si può dedurre
con sicurezza da questi comportamenti: nella direzione di senso impressa
all'Europa dal Laboratorio per la Distruzione l'uguaglianza finale non sarà
soltanto quella delle idee, della lingua, della religione, della Patria, ma
anche fisica. L'uguaglianza che si persegue, però, è il più possibile
«indistinta», di cui il modello è il «trans».
Quello che abbiamo davanti oggi,
dunque, in Occidente, è il mondo della non-forma che pretende di diventare
modello prevalente sulla forma. È ciò cui tende il Laboratorio per la
Distruzione: nulla è più debole della non-forma. Come è ovvio, sul grigio cui
si sta riducendo l'Europa, debolissimo di per sé, vincerà il «nero».
Si tratta, dunque, di preparare i
giovani a non appartenere a nulla, a non identificarsi in nulla, a non sapere
orientarsi sessualmente ma anche geograficamente, come è stato affermato con
semplicità eliminando la geografia dagli insegnamenti scolastici: a che
servirebbe visto che il pianeta appartiene a tutti? Perfino della psichiatria e
del problema dei malati di mente, di cui si era discusso in Italia con grande
passione dal '68 in poi a causa delle teorie di Franco Basaglia sulla necessità
di chiudere i manicomi e di liberare i pazienti da una vita presso a poco
carceraria, adesso non si sente più parlare. Non esistono più malati di mente?
Come si curano? Come se la cavano i parenti nell'assisterli? Non lo sappiamo. È
evidente che l'informazione in proposito è stata messa a tacere."
Articolo pubblicato sul sito de
Il Giornale
Link diretto:
http://www.ilgiornale.it/news/cultura/970003.html
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