IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

con il patrocinio di: • Associazione socio-culturale ITALIA MIA di Roma, • Regione Lazio, • Provincia di Roma, • Comune di Arcinazzo Romano, e in collaborazione con • Associazione Promedia • PerlawebTV, e con la partnership dei siti internet • www.luoghimisteriosi.it • www.ilpuntosulmistero.it

LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

martedì 5 settembre 2017

IL MISTERO DELLE PIETRE SFERICHE



1)      I massi di Moeraki in Nuova Zelanda: il mistero del loro fascino, tra leggende Maori e scienza

 
 
Rigogliose vegetazioni, pascoli ovunque, interrotti piacevolmente da vigneti, spiagge lunghe decine di chilometri, in cui soffia un vento impetuoso; spiagge ricche di conchiglie, popolate da animali esotici. Tra foche, elefanti di mare ed albatros…nell’immensità dell’Oceano, troviamo delle indescrivibili stravaganze geologiche: i Moeraki Boulders, meglio noti come “ Massi di Moeraki”. Sulla spiaggia di Koekohe, poco distante da Moeraki, un piccolo villaggio di pescatori sulla costa di Otago, nell’Isola Sud  (Nuova Zelanda), in uno scenario da sogno, intorno al quale ruotano numerose leggende della popolazione aborigena dei Maori, si trovano più di 50 enormi sfere di pietra, alcune integre, altre frantumate; di color grigio, che variano dai 0,5 metri ai 2,2 metri di diametro e possono pesare fino a 7 tonnellate. Si tratta di accumuli in strati concentrici di sostanze depositate dall’acqua, protetti per legge tramite una serie di divieti (danneggiamenti, rimozione, campeggio ecc). La componente rocciosa dei Massi Moeraki è interrotta da grandi crepe che si snodano dal loro centro verso l’esterno, riempite per lo più da uno strato di calcite marrone e in seguito giallastra. Essi appaiono misteriosi, simili a gigantesche uova o a enormi gusci di tartaruga, paragonabili a biglie emesse dagli abissi oceanici. Il gruppo di Ngai Tahu, che viveva nell’area limitrofa, associa i Massi al naufragio della grande canoa Arai Te Uru a seguito di una tempesta, mentre navigava verso sud. Le enormi sfere sarebbero la trasfigurazione di parte del suo carico, come cesti tondi di cibo e zucche; ma altri elementi dell’evento tragico sono stati cristallizzati nel paesaggio circostante: lo scafo sarebbe diventato la scogliera che si estende fino a Shang point, e la grande roccia, Hipo, il navigatore. Molte delle colline tra Moeraki e Palmerston portano i nomi dei membri dell’equipaggio e una quello dell’onda che sommerse l’imbarcazione. Da studi scientifici effettuati sulla composizione dei Massi, in particolare dal contenuto di magnesio e ferro e dagli isotopi stabili di ossigeno e carbonio, è emerso che la loro struttura principale ha iniziato a formarsi nel fango situato in prossimità del fondale marino e la loro forma sferica indica che la quantità di calcio  era maggiore rispetto al contenuto di acqua. Le conchiglie, le ossa e i frammenti di piante agiscono come nuclei di condensazione intorno ai quali i minerali disciolti nell’acqua, iniziano gradualmente a cristallizzare. I massi più grandi (che misurano 2 metri di diametro), secondo una stima, hanno impiegato tra i 4,5 e i 5,5 milioni di anni per aumentare di dimensione e contemporaneamente su queste pietre si accumulavano dai 10 ai 50 metri di fango. In seguito si formarono le concrezioni, le grandi crepe note come septonia, e poi della calcite marrone, calcite gialla e piccole quantità di dolomite e quarzo riempirono progressivamente queste crepe quando, calato il livello del mare, l’acqua freatica riuscì ad attraversare il fango indurito che ora le avvolge.

da:


2)      Costa Rica: il mistero de las bolas, le sfere di pietra

 
 
Le misteriose sfere di pietra del Costa Rica, considerate tra i reperti archeologici più preziosi del paese. Queste misteriose sfere – chiamate Las Bolas a livello locale ed apparse anche nella famosa scena del film “I predatori dell’Arca perduta” della saga di Indiana Jones – sono state ritrovate a partire dal 1939 nel sud ovest del Costa Rica, nella zona del Pacifico meridionale, quasi esclusivamente nella zona del Delta del Diquís, tra le cittadine di Palmár Sur e Ciudad Cortés, oltre che nella Penisola di Osa e nell’Isola di Caño, al largo della Penisola stessa. Alcuni esemplari sono stati rinvenuti anche nella zona di Fila Costeña, attorno a San Vito de Java (o de Coto Brus) e Ciudad Neilly, e vicino alla località di Bolas. Negli anni, di sfere, ne sono venute alla luce circa 300 di grandi dimensioni, cioè con un diametro che va dai 50 ai 250 cm, ed un numero imprecisato di piccole dimensioni, di peso variabile tra il chilo e le 25 tonnellate. Gli studiosi non sono ancora riusciti a capire quale sia l’origine ed il significato di questi reperti. Le sfere, fatte di andesite, gabbro e granodiorite, rocce di origine vulcanica, sono infatti quasi tutte state spostate rispetto al luogo di ritrovamento. Inoltre, molte sono state anche sepolte da detriti alluvionali o spostate a causa di smottamenti del terreno, e non solo per colpa dell’uomo, dalla loro collocazione originaria. Questo non ha permesso agli studiosi di analizzare i loro eventuali allineamenti, se non in pochissimi e rari casi. Alcuni archeologi suppongono che le sfere stiano a rappresentare il Sole e la Luna o alcune costellazioni, quindi la loro posizione originale sarebbe stata fondamentale per supportare questa tesi. Il primo a studiare questi manufatti di pietra è stato il professore americano Samuel Lothrop, archeologo di Harvad che, seppure con qualche cautela, è riuscito a dare delle riposte ai tanti interrogativi. Secondo Lothrop i grandi sferoidi del Costa Rica avrebbero un’origine abbastanza recente e databile intorno al 400 d.c. (anche se altri studioso indicano il 600 d.c.), cioè nel periodo in cui nella zona arrivò la cultura dell’oro. Secondo Lothrop ed altri studiosi gli sferoidi erano considerati indicatori sociali o segnalatori di aree sacre. Per quanto si è potuto accertare, infatti, alcuni di essi erano posizionati ai lati delle rampe di accesso di mounds (monticoli) su cui etano state costruite le case dei capi o dei famosi shamani oppure sul piano di mound su cui si svolgevano cerimonie di culto o civili. Molti studiosi avvallano la teoria che furono gli indigeni di cultura Diquis (Diquis significa “grandi acque” o “grande fiume” in lingua Boruca) a creare queste sfere. Ancora oggi gli indios Boruca vivono nella zona. Come abbiano fatto a farle così perfette rimane un mistero irrisolto. Sono tante le ipotesi e le teorie sorte intorno a queste sfere – c’è anche chi sostiene che le abbiano fatte gli extraterrestri – ma nessuna è ancora stata supportata da prove certe. Mentre gli studi e le ricerche vanno avanti, il Governo del Costa Rica, ha chiesto all’Unesco di riconoscerle come patrimonio mondiale dell’Umanità e di approvare il progetto di un parco delle sfere chiamato “Plenitud bajo el cielo: el parque arqueológico de las esferas de piedra precolombinas” (Pienezza sotto il cielo: Parco archeologico delle sfere di pietra precolombiane). Per ora sono tre in Costa Rica i luoghi dichiarati dall’Unesco patrimonio naturale dell’Umanità: Isla del Coco, Parque Internacional La Amistad e Parque Nacional Guanacaste.

3)      Cina: la montagna delle uova di pietra


 
La recente scoperta di sfere di pietra di grandi dimensioni in Cina, richiama alla mente l'accumulo misterioso di sfere simili in altre parti del mondo. Prove sperimentali suggeriscono che potrebbero essere state create da archi elettrici ad alta energia. Antiche civiltà hanno attribuito alle sfere di pietra caratteristiche divine. Alcune di loro sono state elevate su plinti e adorate come messaggeri del cielo. Da antiche cronache, si può addirittura evincere che molte sfere siano "cadute dal cielo" o si siano formate in misteriosi e probabilmente catastrofici eventi. Un gruppo di lavoratori cinesi ha portato alla luce diverse sfere di pietra , situate nella provincia di Hunan, mentre scavavano le fondamenta per una nuova autostrada. Le pietre sono di varie dimensioni ed essendo anche piuttosto numerose la collina in cui sono state scoperte è stata denominata la "montagna delle uova di pietra." Altri depositi di queste pietre si trovano nella zona di  Shennongjia, Riserva Naturale della provincia di Hubei.  Naturalmente anche queste sfere di pietra sono assolutamente simili a quelle ritrovate nella struttura della piramide bosniaca del sole


 
 scoperta nel 2005 dal Dr. Semir Osmanagich, (Direttore del ‘Center for Anthroplogy and Archaeology at the American University’ in Bosnia-Herzegovina), e come precedentemente illustrato molto simili a quelle in Costa Rica e Nuova Zelanda. Quel può essere il  principio unificante in grado di fornire la spiegazione più plausibile per una comune genesi ? La maggior parte delle teorie convenzionali (come abbiamo visto) attribuisce la loro formazione al lento accumulo di minerali, considerando queste “concrezioni " composte da carbonato o altri elementi parzialmente solubili in acqua. Tuttavia, come il teorico del modello elettrico, Mel Acheson , ha sottolineato: "Quando ed in che situazione magneto-geologica si sono formate le concrezioni? E perché sono sferiche? Perchè la gravità non le ha schiacciate in una forma a cupola, come logicamente dovrebbe essere avvenuto? Se si fossero formate attraverso un mezzo resistivo, l'attrito avrebbe dovuto cambiare la loro forma! E’ assolutamente logico supporre che le forze che le hanno plasmate dovevano propagarsi attraverso una simmetria sferica. Quindi, dovremmo cercare altrove la causa - che tenga conto della loro struttura simmetrica”. Una descrizione di sferule vetrificate, create attraverso gli esperimenti del Dr. C.J. Ransom con scariche ad alta tensione, hanno avvallato la teoria secondo cui potenti scariche elettriche in atmosfera (fulmini) possono essere state fondamentali per plasmare le sfere. Infatti, è provato che archi elettrici tendono a raccogliere la materia al centro di un vortice e fonderla in una sfera. (foto sotto)
 
 



 

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" IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: LA VERA GENESI DELL'HOMO SAPIENS"
DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs





 

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