IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

giovedì 5 settembre 2013

INVENZIONI E LORO APPLICAZIONI..."4"


di: Dott. Giuseppe Cotellessa (ENEA)

“Anche nel campo della diagnosi ecografica l'applicazione del procedimento brevettato può risultare molto utile.”



 L’ECOGRAFIA

 Da quando, nella seconda metà degli anni Settanta, l’ecografia ha cominciato ad essere utilizzata nella pratica medica quotidiana, ha immediatamente conquistato un grande successo tra operatori sanitari e pazienti. I medici hanno avuto, per la prima volta, la possibilità di vedere, come attraverso una finestra, l’interno del corpo umano utilizzando uno strumento versatile, di facile impiego, privo di rischi e poco costoso. 
Ai pazienti l’ecografia piace perché non è dolorosa né fastidiosa, non si serve di radiazioni come i raggi X, e non richiede, di regola, una lunga o fastidiosa preparazione.
L’ecografia è in realtà uno strumento utile per osservare organi prima visualizzabili solo al tavolo operatorio, diagnosticare molte malattie e seguire nel tempo l’evoluzione di un’affezione. Consente, inoltre, di eseguire in tutta sicurezza esami clinici più complessi come biopsie e veri e propri interventi chirurgici.
Tuttavia si registra un eccessivo, e talora improprio, utilizzo di questa metodica. Molte persone, inoltre, ignorano come funzioni e quali ne siano indicazioni e limiti.

Caratteristiche generali:

L’ecografia si basa su un semplice fenomeno fisico: i cristalli di quarzo attraversati da una corrente elettrica generano delle onde sonore che, però, non sono udite dall’orecchio umano e perciò sono chiamate ultrasuoni.
Questo fatto accade nel trasduttore che è quel dispositivo che il medico tiene in mano e appoggia sul corpo del paziente, mentre esegue l’esame.
Il trasduttore , chiamato anche sonda, ha la forma di una saponetta, ma può avere anche altre forme, come quella di una grossa matita, ed è collegato alla macchina con un cavo.
Gli ultrasuoni, generati nella sonda , si spostano come onde d’acqua prodotte da un sasso gettato in uno stagno e, come queste, se trovano un ostacolo, tornano indietro.
È lo stesso fenomeno che avviene se si emette un urlo in una caverna: dopo pochi istanti si può ascoltare l’eco della voce che è rimbalzata sulle pareti della grotta.
La sonda dell’ecografo non solo genera gli ultrasuoni, nello stesso tempo può udire gli echi di ritorno. Funziona, in altre parole, anche da orecchio.
Conoscendo la velocità con la quale gli ultrasuoni si muovono, e misurando il tempo trascorso dal momento in cui sono stati prodotti a quello in cui la sonda sente gli echi di ritorno, la macchina è in grado di misurare la distanza dell’ostacolo che ha provocato l’eco.
Lo stesso principio è usato per localizzare i branchi di pesce. Il sonar del peschereccio è come un ecografo: emette onde sonore che viaggiano nell’acqua, rimbalzano sulle grandi masse di pesce e sono captate dalla nave che è in grado di localizzarli con precisione.
Gli ostacoli che gli ultrasuoni incontrano nel corpo umano, sono gli organi interni che avendo struttura e natura differenti rimandano gli echi in misura diversa.
Le ossa, come uno specchio, riflettono completamente gli ultrasuoni che tornano indietro tutti appena ne incontrano la superficie. Una cisti ripiena di liquido, invece, non fa resistenza alcuna ed è attraversata facilmente. Tra questi due estremi c’è un’ampia gradazione: ci sono strutture del corpo umano che lasciano passare un po’ di ultrasuoni e ne mandano indietro altri, come avviene, per esempio per il fegato, muscoli, tiroide e altri. La sonda, perciò, udirà echi di ritorno più o meno forti. Il computer interno della macchina trasforma gli echi in puntini più o meno scuri, secondo la forza dell’eco, che formano le immagini che si muovono sullo schermo.
Queste semplici spiegazioni fanno capire che l’ecografia non è adatta allo studio delle ossa, mentre gli organi compatti (fegato, milza, pancreas, utero, tiroide, muscoli, e molti altri) possono essere esplorati bene.
Allo stesso modo l’ecografia ci permette di visualizzare organi solidi con cavità piene di liquido, come il cuore ed i reni.
Ci sono, poi, altri organi come la vescica, le cui pareti possono essere studiate a condizione che sia ripiena d’urina.
Il nascituro può essere visto in tutti i suoi dettagli, organo sessuale compreso, anche perché si trova dentro il sacco amniotico che è pieno di liquido.
Gli ultrasuoni viaggiano benissimo nell’acqua, un po’ meno nei solidi e malissimo nell’aria.
I gas come l’aria sono nemici degli ultrasuoni, poiché in corrispondenza di una sacca d’aria, questi sono sparsi in tutte le direzioni.
Gli amanti dei film di guerra ricorderanno che il sommergibile inseguito dal nemico cercava di “confondere” il sonar facendo fuoriuscire delle bolle d’aria. Per questo il medico, prima di eseguire l’esame, cosparge abbondantemente il paziente con un gel acquoso che ha lo scopo di eliminare l’aria tra la sonda e la pelle, creando uno strato liquido.
Ben si comprende, perciò, che organi che contengono gas, come i polmoni, non possono essere studiati con l’ecografia. Anche l’intestino, che generalmente contiene gas, non si presta ad uno studio completo con l’ecografia, mentre lo stomaco è visibile solo in parte. Poiché l’intestino si trova davanti ad alcuni organi, questi possono essere mal distinguibili; ed è per questo che i medici consigliano, ai pazienti che devono fare un’ecografia dell’addome, diete e farmaci che riducono la quantità di gas intestinale.
I moderni ecografi utilizzano una tecnica che i tecnici chiamano real time, cioè in tempo reale.
A differenza dei primordi dell’ecografia, in cui era possibile avere delle immagini statiche, cioè delle fotografie ferme, oggi sullo schermo scorre una specie di film : si può, cioè, vedere un muscolo che si contrae, l’intestino che si muove, il cuore riempirsi e vuotarsi e questo permette di studiare non solo la forma, ma anche se con dei limiti, il funzionamento.

L’ecodoppler:

Con l’ecografia, associata alla tecnica doppler , si può esaminare il flusso del sangue nel cuore e nei vasi.
Sarà capitato a tutti di udire la sirena di un’ambulanza senza riuscire a vederla; eppure dalle caratteristiche del suono si riesce a comprendere se si sta avvicinando o allontanando. Questo è, in parole povere, l’effetto doppler.
Un fascio d’ultrasuoni che colpisce un liquido che scorre in un vaso può far capire la direzione e la velocità del flusso. Mettendo insieme l’ecografia e la doppler è possibile osservare non solo le eventuali modificazioni della forma del cuore, delle arterie e delle vene, ma anche le caratteristiche del flusso del sangue al loro interno.

L’ecografia endoscopica:

Sebbene l’ecografia sia utilizzata, prevalentemente, appoggiando la sonda sulla superficie esterna del corpo, talora è necessario introdurla all'interno per studiare organi che sarebbero mal distinguibili da fuori.
Per questo sono state disegnate sonde di forma adatta per essere messe nella cavità rettale, attraverso l’ano, al fine di indagare la prostata e le pareti dell’ultima parte dell’intestino o, nella vagina, per esplorare l’apparato genitale femminile. Più recentemente si sono affermate tecniche che, facendo penetrare la sonda ancora più in profondità, per esempio nell’esofago e nello stomaco, permettono di scrutare da vicino molti organi nel torace e nell’addome e forniscono immagini con dettagli molto precisi.

L’ecografia interventistica:

La capacità dell’ecografia di mostrare immagini in tempo reale permette un altro importante utilizzo degli ultrasuoni. Introducendo un ago, per esempio, all’interno di un organo, è possibile con l’ecografia vederlo, mentre viene spostato e perciò si può collocarne la punta esattamente nel punto desiderato.
Con questo metodo si è in grado di eseguire prelievi in vari organi come mammella, tiroide, rene, linfonodi, prostata, fegato e altri ancora. Il materiale, così prelevato, sarà poi esaminato al microscopio per capire la reale natura della lesione.
È inoltre possibile, con l’aiuto dell’ecografia, mettere piccole protesi, drenaggi ed altri dispositivi, in profondità, per risolvere situazioni che, sino a pochi anni or sono, avrebbero richiesto un intervento chirurgico più complesso.
Recentemente, con l’ecografia, è stato possibile eseguire veri e propri interventi chirurgici dentro l’utero materno, su feti che presentavano gravi alterazioni, per consentire loro di svilupparsi e nascere regolarmente.

Qualche consiglio:

Accanto a questi pregi indiscutibili, tuttavia, l’ecografia presenta aspetti che ne suggeriscono un utilizzo prudente e accorto. L’ecografia è più di altri esami legata all’esperienza dell’operatore. Un esame radiografico, come una Mammografia o una TAC una volta eseguito, può essere “letto” da medici differenti, in luoghi e tempi diversi, e, in tal modo, il paziente ha la possibilità di sentire più pareri. L’ecografia, invece, non presenta questo vantaggio e, se il paziente vuole avere un secondo parere, deve nuovamente eseguire l’esame presso un altro specialista.
È evidente, perciò, che è bene scegliere con attenzione il medico, preparato nel particolare esame che vogliamo eseguire, perché è possibile che un ecografista con grande esperienza in un determinato campo, non ne abbia altrettanta in altri. Un altro difetto , per così dire, dell’ecografia consiste nel fatto che quest’esame permette di vedere molti dettagli, anche troppi. Può sembrare un paradosso, ma l’ecografia mostra talora immagini che sono in relazione ad alterazioni prive d’importanza, presenti da molti anni senza che l’individuo ne patisca alcuna conseguenza.
È comprensibile, tuttavia, che molti pazienti si spaventino e si preoccupino se l’ecografia svela la presenza di una cisti renale o altre alterazioni, assolutamente innocenti, della mammella o di altri organi.
Per questo è opportuno che l’ecografia sia prescritta dal medico, e non fatta su iniziativa del paziente, solo se esistono motivate ragioni per eseguirla e che il medico deve spiegare al collega ecografista.
L’ecografia è, in conclusione, un esame innocuo, ma non per questo si deve abusarne o eseguirlo senza un preciso motivo che solo il medico di fiducia è in grado di segnalare.


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