IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

giovedì 5 maggio 2016

LA MEMORIA "PRIONICA" DELLE PIANTE



SEGNALATO DAL DR. GIUSEPPE COTELLESSA (ENEA)

Anche le piante hanno un meccanismo che permette di ricordare gli eventi salienti della loro esistenza, dall'esposizione alla siccità o al freddo fino alle aggressioni da parte di agenti patogeni. Questa memoria è conservata in modo diffuso da proteine che hanno le stesse caratteristiche dei prioni(red)
Alcune proteine prioniche permettono alle piante di memorizzare le condizioni ambientali in cui hanno vissuto. A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori del Whitehead Institute for Biomedical Research a Cambridge, in Massachusetts, che firmano un articolo pubblicato sui "Proceedings of the National Academy of Sciences".

                                  Fiore di Arabidopsis thaliana.

Anche le piante formano dei "ricordi", ossia tengono traccia delle loro precedenti esposizioni a siccità, calore, freddo prolungato, agenti patogeni, oltre che della lunghezza del giorno. La memoria di questi eventi permette alla pianta di distinguere, per esempio, l'improvviso crollo della temperatura di una sola nottata dalla prolungata esposizione al freddo invernale che, grazie alla stabilità di questa memoria, promuove la fioritura in primavera. Ma non solo: se esposto al freddo, un callo vegetale - una massa di tessuti indifferenziati - si sviluppa in una nuova pianta che si comporta come se avesse passato un inverno rigido, senza averlo mai realmente sperimentato. Ciò dimostra che la memoria delle piante viene trasmessa per via epigenetica, ossia attraverso proteine che influenzano l'espressione dei geni. Il fenomeno è, in un certo senso, simile a quello del cosiddetto potenziamento a lungo termine delle sinapsi neuronali che permette la conservazione dei ricordi nel cervello degli animali, e che - come è stato dimostrato di recente - coinvolge delle proteine che hanno caratteristiche simili a quelle dei prioni. Grazie alla conoscenza della sequenza di DNA che codifica per una proteina prionica presente nei lieviti, Susan Lindquist e colleghi hanno passato al setaccio l'intero genoma di Arabidopsis thaliana per identificarne le regioni che mostravano una certa somiglianza con quella sequenza. In questo modo gli autori hanno  identificato 474 proteine potenzialmente prioniche, che hanno poi vagliato sulla base di considerazioni strutturali e di test in vitro. In questo modo sono riusciti a isolare una proteina, la luminidependens (LD), che è coinvolta nella fioritura e mostra le caratteristiche delle proteine prioniche, come la capacità di autoreplicarsi. Secondo gli autori la conformazione di luminidependens e alcuni test in vitro suffragano l'ipotesi che si tratti di una proteina prionica -  la prima mai individuata in una pianta - che media le memorie di Arabidopsis, o quanto meno quelle che hanno a che fare con il processo di fioritura.

Da:
http://www.lescienze.it/news/2016/02/23/news/piante_azzeramento_memoria_variazioni_ambiente_stress-2982526/

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LA VERA "GENESI" DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?

"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA"
" IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: LA VERA GENESI DELL'HOMO SAPIENS"
DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs






                             http://marcolarosa.blogspot.it/p/come-fare-per.html 

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