IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

giovedì 16 maggio 2019

IL MAGNETISMO E I POPOLI PRECOLOMBIANI


I POPOLI PRECOLOMBIANI USAVANO IL MAGNETISMO: LA SCIENZA CONFERMA


segnalato da:

DR. GIORGIO PATTERA E CRISTIAN VITALI

Da:


La prima prova certa che anticamente si conoscesse il fenomeno del magnetismo è del VI secolo a.C., quando il filosofo greco Talete di Mileto descrisse l’attrazione tra una calamita di magnetite e frammenti di ferro. Tuttavia, ci sono alcune prove che dimostrerebbero come l’uomo fosse a conoscenza del magnetismo in Mesoamerica ancor prima di allora: una tavoletta magnetica, portata alla luce nel sito Olmeco di San Lorenzo, nel Messico meridionale, datata tra il 1400 e il 1000 a.C.; una forte anomalia magnetica sul muso di una scultura animale a Izapa, che suggerisce l’inclusione intenzionale durante la sua realizzazione; e un energico magnetismo registrato sulla superficie di un gruppo di sculture panciute a Monte Alto, in Guatemala, note come “potbellies”, letteralmente "stomaco a pentola". Ciò che cattura l’attenzione è che tali pietre magnetiche sembrano essere sistematicamente collocate nelle medesime parti del corpo delle varie sculture. Tuttavia sino a oggi non era ancora stata eseguita nessuna indagine scientifica completa. Un gruppo di ricercatori di Harvard, di Yale e del MIT, insieme a altre istituzioni, le ha recentemente esaminate con apparecchiature di misurazione magnetica più precise. In un articolo del “Journal of Archaeological Science” intitolato “Conoscenza del magnetismo nell’Antica Mesoamerica: misure di precisione delle sculture di porcellana di Monte Alto, Guatemala”, gli studiosi hanno annunciato un risultato piuttosto sorprendente: “significative anomalie del campo magnetico sono state scoperte in stretta associazione con due particolari regioni corporee: l’ombelico e la tempia destra, poco sopra l’orecchio”. Un indizio importante che fa supporre una disposizione intenzionale della magnetite durante la lavorazione delle sculture, confutando le osservazioni di Malmström del 1997. Inoltre, l’analisi dei modelli magnetici ha confermato che il magnetismo è stato causato da “una corrente elettrica indotta, probabilmente da un fulmine che ha colpito la superficie della pietra prima della fabbricazione degli artefatti”. Secondo i ricercatori, la “collocazione apparentemente intenzionale in precisi punti anatomici e la presenza di pietre magnetizzate in precedenza” implica che gli scultori avessero conoscenza del magnetismo e avessero una sorta di metodo, oltre a strumenti che permettessero loro di rilevare la presenza dei campi energetici anomali. Quali potevano essere quegli strumenti? Le misurazioni dei campi magnetici sulle sculture hanno mostrato che le aree anomale erano “sufficienti a deviare visibilmente l’ago della bussola magnetica sospeso entro un raggio di circa 10 centimetri dalla superficie”. Gli studiosi hanno anche catalogato un esiguo numero di artefatti mesoamericani, “che potrebbero essere stati utilizzati come compasso magnetico per rilevare le anomalie presenti nelle pietre poi utilizzate per le sculture di Monte Alto, sebbene non siano state rinvenute nello stesso sito”. Inoltre, la loro presenza in diverse zone della Mesoamerica fa da apripista alla teoria “che gli abitanti del tardo Preclassico delle coste del Pacifico fossero consapevoli delle proprietà energetica delle pietre. La cosa più curiosa è che la tavoletta di San Lorenzo è stata in grado di allinearsi ai campi magnetici della Terra con l’approssimazione di un grado”. Un tale dispositivo avrebbe prontamente indicato le posizioni e le morfologie delle rocce magnetizzate. “Tra l’altro - sottolineano i ricercatori - diversi manufatti simili, ricchi di ferro e con poteri magnetici, sono stati trovati ovunque in Mesoamerica. Si tratta di schegge di magnetite ed ematite che possono potenzialmente essere utilizzate come pietre per indicare la direzione dei campi energetici. Oggetti che sono stati recuperati da diversi siti nel sud del Messico, suggerendone la fabbricazione e il commercio durante la transizione tra il Tardo e Medio Periodo Preclassico”. 

Inoltre, gli studiosi dicono che potrebbero essere stati utilizzati anche per disegnare i fulmini presenti sui petroglifi di Petroglyph Lake, nell’Oregon, sulle Providence Mountainsin California, e a Grimes Pointin Nevada (USA), estendendo la possibilità della conoscenza del magnetismo a tutto il continente nordamericano. Va notato, tuttavia, che non tutte le sculture rilevate dal gruppo di ricerca hanno mostrato anomalie magnetiche. Il che lascia supporre che le caratteristiche magnetiche delle rocce potrebbero non essere state la motivazione primaria nella scelta del materiale da scolpire. I ricercatori ritengono, però, che “una volta riscontrata l’anomalia magnetica su un masso preselezionato, gli scultori avrebbero dato un preciso orientamento e un posizionare specifica a quelle rocce, e solo a quelle”. Nel complesso, le loro misurazioni delle anomalie magnetiche sul gruppo di sculture testate, dimostrano “una solida evidenza che la conoscenza del magnetismo esisteva nelle Americhe nella seconda metà del primo millennio a.C.”.

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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs







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