IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

sabato 28 novembre 2015

"I GIORNI DELLA SETTIMANA E ...I SETTE CEREALI"


di Asclepio

“Chi si accinge ad indagare nell’intimo della natura,
deve prima ricordare qual è l’origine dell’Uomo”

Alexander von Bernus


Nell’ambito del pensiero antroposofico è nota l’importanza riconosciuta ai ‘ritmi cosmici’ ma anche alla necessità da parte dell’uomo di sviluppare la sua libertà emancipandosi dalla tutela di forze esterne, da qui la dialettica fra sviluppo dell’autonomia dell’uomo (realizzata solo in parte) rispetto a certe forze extra-umane ed extra-planetarie, da un lato, e dall’altro il bisogno di dirigere la propria evoluzione restando in armonia con le forze che reggono il cosmo e soprattutto il nostro sistema solare.

Pianeti e divinità planetarie per gli Antichi:

Le relazioni dei cereali con i giorni della settimana e con i pianeti vanno viste come qualcosa di unitario essendo i primi accordati ai secondi. Tale associazione è giustificata dal  fatto che i cereali più diffusi nell’alimentazione sono soprattutto sette. Secondo la concezione antroposofica, per l’uomo antico anche l’ordine dei giorni della settimana derivava da una visione chiaroveggente dell’ordine dell’universo, nel quale i pianeti apparivano soltanto come immagini esteriori di esseri e forze divine. Giove, ad esempio, era il nome di una forza cosmica, prima ancora che di uno dei sette pianeti fisici. L’ “occhio antico” vedeva l’aura di Giove, e vedeva nell’aura le entità spirituali che, per un certo loro grado di evoluzione, appartenevano a Giove. Poi l’umanità si sviluppò perdendo però gradualmente l’antica chiaroveggenza, per processo analogo a quello per cui con le varie entità della natura (indicate a seconda delle mitologie con nomi differenti: ninfe, ondine, driadi, naiadi, tritoni, sirene, fauni, sileni, silfidi,etc..) già l’uomo delle civiltà antiche andava perdendo ogni forma di contatto effettivo. Mentre l’aura planetaria non fu più visibile all’uomo, per via dello sprofondarsi nei sensi fisici; il nucleo centrale fisico diventava sempre più distinto. La parte spirituale andò perdendosi, e divenne visibile la parte corporea. La conoscenza di questa spiritualità intorno alle stelle, delle entità che le circondano, si conservò nel retaggio delle scienze tradizionali. Di tale conoscenza parlano tutti gli antichi sacerdoti, i Rishi vedici, e anche gli sciamani attuali.  Coloro che erano discepoli dei maestri di quelle scuole dei Misteri, pronunciando nelle lingue sacre i nomi di Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, indicavano una scala di entità spirituali. Oggi invece nel senso odierno di quelle espressioni si indica con esse un astro fisico, cioè solo la parte più grossolana di ciò che con quei nomi s’intendeva in origine; non se ne indica affatto l’elemento principale. Quando un antico sacerdote diceva “Luna”, con questa parola suscitava la rappresentazione di un livello di una gerarchia spirituale. Chi invece per la sempre più profonda immersione nei sensi dell’umanità si era grandemente allontanato da quella veggenza spirituale, levando i suoi sguardi vedeva solo la Luna fisica, e chiamava quella “Luna”. Si usava una parola per due cose che certamente avevano un nesso tra di loro, ma suscitavano nell’uomo rappresentazioni del tutto differenti.


 Ovviamente non consieriamo i pianeti trans-saturniani (Urano, Nettuno e Plutone) che hanno assunto un certo significato per l’umanità solo da un determinato momento e con i quali entreremmo in una scala non più settenaria ma denaria. Per quanto l’effetto di questi pianeti sia effettivo, essi sono lenti ed esercitano la loro funzione più a livello di generazioni: la loro azione influisce sugli uomini soprattutto in senso collettivo.  
Per molti aspetti pratici connessi alla medicina, all’agricoltura, alla salute e all’organizzazione della vita quotidina, il modello settenario antico è certamente sufficiente e accurato. Pertanto ci si può continuare a riferire al modello settenario per quasi tutti gli aspetti organizzativi della vita pratica e spirituale.

I nomi dei giorni della settimana sono, in tutte le lingue europee, connessi con le forze-deità planetarie:

La conoscenza degli antichi miti divini è in genere oggi assente, sicché per molti è diventato incomprensibile il significato dei nomi assegnati ai giorni della settimana specialmente nelle lingue nordiche. Domenica, da dominus, giorno del Signore, si riferisce al Sole, cosa più evidente in tedesco ove Sonntag deriva da Sonne ed in inglese, ove Sunday deriva da Sun. La relazione che intercorre tra Luna e lunedì in italiano e nelle lingue romanze, è facilmente avvertibile. Lo stesso vale per martedì da Marte, dio della guerra e pianeta  “rosso”. Mercoledì è il giorno di Mercurio, che però nelle religioni nordiche era in parte assimilato a Wotan (Odin); in inglese infatti il mercoledì è Wednesday, in antico anglosassone Wōdnesdæg (giorno di Wotan); giovedì = Giove; venerdì = Venere. Per il giorno di sabato l’inglese ha scelto il nome più adatto: saturday, giorno di Saturno, mentre altre lingue come l’italiano o il russo hanno invece ricalcato etimologicamente lo shabbat ebraico, che non ha nessuna relazione con le divinità planetarie. Secondo Steiner l’uomo attuale con lo sviluppo della coscienza ha maturato  una maggiore autonomia e libertà rispetto agli ordinamenti cosmici e alle forze e intelligenze che ne guidano l’azione. Sebbene quindi gli sia concesso di svolgere la sua attività secondo la sua volontà in ogni giorno della settimana, secondo un’autonomia maggiore che per l’umanità antica, resta pur sempre il ritmo dei giorni della settimana, scandito secondo la scala settenaria, con cui l’uomo ha comunque la possibilità di armonizzarsi. Su questa scala settenaria Steiner ha immaginato fra l’altro di poter correlare anche le “vie” dell’Ottuplice Sentiero buddhista, anche in sede di “esercizi” su cui guidare la propria azione giornaliera, secondo questa corrispondenza:

giorno di Saturno: retto pensiero.
giorno del Sole: retta intenzione.
giorno della Luna: retta parola.
giorno di Marte: retta azione.
giorno di Mercurio: retto sistema di vita.
giorno di Giove: retta aspirazione.
giorno di Venere: retta presenza mentale.
giorno di Saturno: retta contemplazione.

Il giorno di Saturno (ripetuto) rappresenta molto bene a mio avviso la duplicità di Saturno: dio nero, e dio dell’età dell’Oro (per Steiner infatti, nel testo de “La Scienza Occulta”, Saturno era l’antico Sole nel ciclo planetario precedente) Come detto è possibile anche mettere in relazione ogni giorno ad un cereale corrispondente, secondo la nozione tradizionale di segnatura. Va però precisato che queste corrispondenze, per la medicina antroposofica,  hanno un significato per l’esperienza animica più che da un punto di vista nutrizionistico in senso stretto, anche se un maggior equilibrio animico, come si sa, può portare per ricaduta dei miglioramenti anche anche a livello fisiologico.

Giorni della settimana e cereali:

Domenica. Frumento. La domenica è in relazione con il Sole. La segnatura “solare” del grano è facilmente intuibile. La domenica apre il ciclo tradizionale della settimana, ma l’elemento solare, per altri versi, tiene la posizione centrale della serie dei 7 giorni, se consideriamo la “sequenza caldaica” (Saturno-Giove-Marte-Sole-Venere-Mercurio-Saturno). Tutti i cereali hanno segnatura solare; il frumento però ha questa segnatura in modo eminente ed esclusivo. Esso è diffuso su tutta la terra (posizione “centrale” del Sole) ed anche visivamente richiama, come niente altro, l’oro solare. Anche nell’uomo la sua azione si distribuisce uniformemente ed armonicamente in tutti gli organi, senza concentrarsi prevalentemente in alcuno.


Tale dunque è l’associazione del frumento al Sole e alla domenica. Il frumento è centrale nella cultura sacrale mediterranea, in particolare nelle scuole misteriche legate al culto dell’eroe-dio solare, in particolare nei misteri di Osiride, stesso ruolo che poi è passato nella figura del Christo, altro dio solare del ciclo di civiltà mediterraneo.

Lunedì. Riso. La Luna riflette la luce del Sole soltanto in un soffuso chiarore: l’astro notturno non possiede il potere irradiante e penetrante della luce solare. Il Sole dona la vita, la Luna agisce sulla forza vitale modulandone l’azione secondo il ritmo ciclico del suo crescere e decrescere. La Luna agisce prevalentemente attraverso l’elemento dell’acqua e, di tutti i cereali, il riso è quello che necessita di essere coltivato direttamente dentro l’acqua, in contatto totale con questo elemento:  da cui l’evidente segnatura lunare di questo cereale, riscontrabile anche nel colore bianco del chicco del riso che ricorda il pallore lunare, di contro al biondo dorato del grano. Un’altra corrispondenza essenziale è con la tradizione orientale: poiché il riso è il cereale su cui si regge l’intero mondo asiatico e orientale. La luna rimanda anche all’idea di passività e di abbandono, alla ricettività e all’inconscio: questo tema è in un certo senso associabile alla tradizione orientale, dai connotati tendenzialmente più “contemplativi” rispetto alla più attivo Occidente, tanto da fondare il sia pur semplificativo motto “Ex Oriente Lux, ex Occidente Dux“.


 È singolare notare come anche la consistenza delle spighe rivela questa differenza: normalmente morbida e pendula quella riso, più dura e consistente quella del grano, con le glumette dalle reste così rigide da sostenersi in posizione verticale (orizzontale  e verticale, come simbolicamente collegati alla funzione femminile e maschile). Risulta così evidente che i due cereali, tanto largamente diffusi, l’uno legato alla tradizione occidentale-mediterranea e l’altro a quella asiatico-orientale riproducono così lo schema di polarità dei due luminari. Si potrà forse obiettare che questo ruolo passivo, riflessivo e contemplativo poco si addice al lunedì, come primo giorno della settimana lavorativa. Questo elemento “disarmonico” è stato introdotto nel mondo occidentale dal cristianesimo, per la volontà di differenziarsi dall’ebraismo che celebrava il giorno sacro e il riposo nel giorno di sabato (shabbat). Fu così che si decise di spostare sulla domenica il rito religioso e la festività sacra, rafforzata dall’identificazione della figura del Cristo con l’archetipo del dio solare (Mithra, Sol Invictus, etc.). Fu comunque mutuato dalla tradizione ebraica e biblica il precetto del riposo settimanale, il che ha indebitamente trasformato il primo giorno della settimana, aprentisi sotto il segno del dio solare, in un giorno di riposo! Riteniamo ragionevole pensare che questa scelta disarmonica non sia stata priva di conseguenze epocali.

Martedì – Orzo. Forse meno evidente è la natura “marziale” dell’orzo. gw-hoplites-fightingEppure questo cereale più scuro e poco raffinato, tutto sommato meno pregiato di altri, forse anche per la sua frugalità fece da pasto ai guerrieri spartani, il cui alimento giornaliero consisteva in focacce di farina di orzo oltre che nel famigerato “brodo nero” spartano, e così pure per gli opliti di tutta la Grecia classica.


I romani non amavano particolarmente l’orzo, più in voga nei tempi antichi, e nel tempo lo sostituirono con il più apprezzato farro (un varietà di frumento); rimase un cibo destinato spesso ai servitori o, appunto, ai soldati. Che fosse un cibo destinato a “rinvigorire” e a dare lo slancio aggressivo e la determinazione lo attesta comunque il fatto che i gladiatori ne facevano ampio uso nello loro alimentazione giornaliera, sia come zuppe che in forma di polenta; Plinio il Vecchio nella sua  Historia naturalis ricorda come essi fossero appunto chiamati hordearii, cioè mangiatori di orzo. Esteriormente l’orzo assomiglia molto al grano, questo richiama la contiguità del Sole con Marte, primo pianeta “maschile” che troviamo oltre il Sole. Questa somiglianza si ritrova pure in ermetismo ed alchimia, con il Braccesco che ricorda come dal Marte-ferro dipenda “la perfettione dello Elixir “( cit. Espositione di Geber filosofo) mentre è ben noto l’impiego di sali del ferro o limatura di ferro nella preparazione del Regolo d’Antimonio, prima tappa della Via Secca.

Mercoledì – Miglio. Ciò che al martedì non è stato trasmutato delle antiche forze di Marte, trapassa al mercoledì. A questo spetta il compito di effettuare quella trasmutazione. Mercurio è infatti il dio della trasformazione e al contempo il guaritore, a cui era assegnata la funzione della Medicina. Per il mercoledì troviamo dunque il miglio quale cereale “mercuriale”.


Dio-hermes-mercurio La sua cariosside, piccola e leggera, più di quella degli altri cereali, ne esprime bene il carattere mercuriale, così come il fatto che questo cereale si sia diffuso su tutto il pianeta grazie alla sua facilità ad adattarsi a tutti i terreni. In passato veniva coltivato per l’alimentazione delle specie avicole, e questo ben si addice ad un vegetale che ha la segnatura del dio alato.  Il miglio agisce sugli organi adibiti al contatto con il mondo esterno, ossia sulla pelle e gli annessi cutanei, pelle che infatti ha una specifica segnatura mercuriale nella sua funzione di comunicazione con l’esterno. Il miglio agisce anche facilitando le funzioni depurative del sistema linfatico, che ha la segnatura planetaria di Mercurio e quella zodiacale di Aquario, domicilio di Saturno ed esaltazione di Mercurio.

Giovedì – Segale. Il giovedì, consacrato un tempo a Giove, padre degli dei, deve essere vissuto in una chiave che richiami la magnanimità e la saggezza. La segale si nota per la sua elevata e possente figura, che ben si addice al robusto e sanguigno Zeus/Giove. La sua resistenza anche ai climi freddo-temperati ha permesso a questo cereale di essere coltivato nei paesi nordici, in cui spesso ha rappresento una delle principali fonti alimentari. Trasmette quindi all’uomo una forte energia formativa e resistenza. Contribuisce a stimolare inoltre le attività del fegato, l’organo associato a Giove. L’azione ricostituente ed energizzante della segale ben si associa con la funzione “gioviale”, di cui tuttavia modera gli eccessi essendo meno calorica di altri cereali: mostra di avere una minor indice  glicemico ed è anche ipocolesterolemizzante, adatta così a chi soffre di “sindrome metabolica” e disturbi del ricambio.

Venerdì – Avena. Il venerdì è dedicato a Venere. E’ bene che alla saggezza ed alla gravitas di Giove segua ora la bellezza ed il piacere.  Un ampio regno della vita viene custodito da Venere: essa è la madre di ciò che germoglia, che cresce nella vegetazione, la Venus Genetrix, degli Antichi. A questo complesso archetipico conviene l’avena. La natura femminile di questo cereale si evidenzia, ancor più che nel riso, nelle cariossidi che pendono molli e in piacevole abbandono dallo stelo (nella nomenclatura scientifica una sua variante è detta fatua) . L’avena è assai strettamente legata alle forze vitali eteriche , cosa evidente nel fatto che esso resta verde piú a lungo – viriditas, attributo e colore di Venere, nelle note corrispondenze ermetiche. Questo cereale, inizialmente proveniente dall’Asia e dal Medio Oriente (terra d’elezione del Culto di Ishtar), si diffuse poi in Europa; i Romani non ne apprezzavano troppo il sapore, e spesso lo lasciavano ai meno raffinati Germani. L’associazione con il furor teutonico può apparire contraddittorio solo apparentemente, se si pensa che l’aspetto “durgico” della divinità femminile, era ben contemplato nella figura della Venus Victrix, la Venere delle battaglie, la Sekhmet egizia che era l’aspetto guerriero della stessa Hathor. Il popolo tedesco sviluppò solo più tardi quella potenzialità estetica della Venere, sviluppando un animus artistico che si è espresso prevalentemente nelle figure di sommi musicisti e poeti.

Sabato – Mais. Il giorno di Saturno chiude il ciclo della settimana, introducendo la serietà, la compostezza e il rigore di questo austero dio planetario, il quale imprime il suo carattere al giorno del sabato. Tale giorno, che chiude la settimana, dovrebbe essere dedicato al raccoglimento, all’interiorizzazione.


Ciò corrisponde poco all’attuale attitudine, specie alla moda della cosiddetta “febbre del sabato sera”, a cui fa da triste contrappeso la mietitura di anime operata con le “stragi del sabato sera” dalla pareggiatrice falce di Saturno, che salda il conto ristabilendo l’equilibrio, di cui le forze saturnie sono inflessibili custodi. Abbiamo detto già sopra delle disarmonie che l’attuale uso calendariale e la consuetudine hanno apportato rispetto all’ordine tradizionale e cosmico. Il cereale che ha rapporto con Saturno è il mais: tale corrispondenza poggia sul fatto che la razza indiana delle Americhe (l’uomo rosso) possiede, come si suol dire, un’impronta saturnina, dall’animo serio ed austero. Saturno, dio dell’età dell’oro, cioè la memoria di un ciclo precedente, risuona in queste civiltà precolombiane che avevano un profondo collegamento, specie quelle meso e sud-americane, con l’antica Atlantide delle leggende, che in lingua nahuatl era assai significativamente chiamata con un nome molto simile: Aztlàn.
Queste indicazioni non devono essere viste necessariamente come una “dieta” tanto più come una forzatura, ma possono essere un aiuto per maggiormente armonizzarsi con le energie del settenario secondo i singoli giorni, per chiunque volesse interiormente rafforzare il lavoro di avvicinamento a queste sette forze planetarie, o vivere le giornate secondo una maggiore armonizzazione con gli archetipi su cui si articola la pluralità della manifestazione.

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