IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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* MISTERI DELLA STORIA *

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

venerdì 21 dicembre 2012

GUSTAVE LE BON, IL PIÙ STUDIATO DAL POTERE CHE GOVERNA.



(1841-1931)
Antropologo, psicologo e sociologo francese.

"L'opera più nota di Le Bon è la Psicologia delle folle (1895). Nel momento in cui egli la scrive, già il potere delle folle ha segnato il mondo e sta iniziando un'età dominata dal ruolo della massa. Pur dando importanza alla folla, Le Bon ha di essa una visione negativa. Egli si schiera dalla parte delle minoranze, esalta il ruolo della minoranza creatrice e sostiene che se ci si affida alle folle si va verso una decadenza. La folla ha grande potere distruttivo ma scarsa capacità costruttiva, in quanto manca di disciplina, preveggenza, ecc
La folla è importante nella fase distruttiva (come catarsi di un assetto societario già malato) ma è incapace di produrre una ponderata ricostruzione di quell'assetto che ha contribuito a distruggere. All'interno della folla, l'individuo acquisisce un sentimento di forza invincibile: nel diventare folla vengono meno i freni inibitori e il senso di responsabilità individuale. Esiste una sorta di inconscio collettivo tramite il quale la folla è sempre condizionabile: l'individuo sacrifica con facilità il proprio interesse personale a favore dell'interesse collettivo. L'uomo, unendosi alla folla, perde la propria razionalità: la folla è guidata, appunto, dall'inconscio che, secondo Le Bon, non è proprio dell'individuo, bensì del gruppo collettivo.
L'individuo all'interno della folla trasforma immediatamente in azioni le idee suggerite; l'uomo all'interno della folla è un istintivo e un barbaro. È vero che la folla distrugge, ma lo fa per tornare indietro, per conservare più che per innovare: "gli istinti della folla sono istinti conservatori"; quando entriamo in una folla perdiamo l'apertura al dialogo, così in tutte le tipologie di folla sono presenti l'autoritarismo e l'intolleranza.
In Le Bon la razza è identificabile con una comunità geografica (pressappoco nazionale), ma ciò non implica giudizi di superiorità di una razza rispetto ad un'altra. "Il tipo dell'eroe caro alle folle avrà sempre l'aspetto di un Cesare" il quale però, non appena caduto in disgrazia, verrà linciato dalla folla stessa, che lo annovererà già nella categoria dei deboli. La stessa istruzione sarebbe dannosa, perché lo studente, a contatto con gli altri, subirebbe un processo di massificazione che porterebbe alla perdita di coscienza individuale. Per conquistare le folle per periodi di lunga durata bisogna insistere su un concetto, anche semplice e conciso; l'insistenza su questo concetto lo farà passare di bocca in bocca e lo renderà connaturato alla massa, lo farà penetrare nelle menti.
Le idee passano alla massa anche grazie al prestigio di chi le propugna; "il prestigio è una sorta di fascino che un individuo provoca su di noi". La caratteristica del prestigio è quella di impedirci di vedere le cose come sono. Le folle si caratterizzano per la loro mutevolezza: sotto alcuni aspetti sono ingestibili, si dimostrano sempre più coscienti del loro ruolo e sono perciò sempre più indomite. In Le Bon torna l'immagine della piramide, tipica del pensiero reazionario; si insiste sul valore delle minoranze: il progresso di una nazione è portato avanti da pochi."

Da: wikipedia
  
 Le masse non hanno mai avuto sete di verità. Chi può fornire loro illusioni diviene facilmente il loro comandante; chi tenta di distruggere le loro illusioni è sempre la loro vittima.
                                                                                                            Gustave   Le Bon

MLR

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