IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

lunedì 23 luglio 2012

SIAMO PRIMI AL MONDO !



di:  Antonio Gigliotti

Primi assoluti al mondo! E certo, perché una volta sfumato il sogno ucraino degli europei di calcio, che ci siamo fatti sfuggire a tutto vantaggio della pluripremiata Spagna, e ancora prima che la fredda Albione vestita a festa ci faccia intravedere le glorie olimpiche, il Belpaese ha incassato un successo senza eguali: ebbene, l’Italia afflitta da venti di recessione è stata premiata con la prestigiosa medaglia d’oro del Paese con le tasse più alte al mondo.
Stando ai risultati di uno studio condotto da Confcommercio, in Italia la pressione fiscale apparente, ossia quella desumibile dal rapporto tra gettito erariale e PIL, negli ultimi 12 anni ha subìto un’escalation costante al rialzo, salendo così al 45,2% nel 2012. Guardando alla pressione fiscale sui contribuenti invece, il dato sale al 54,8%, consegnando al nostro Paese il triste primato a livello mondiale.
Nel corso della presentazione del rapporto è intervenuto il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, il quale, a supporto dei dati forniti da Confcommercio, ha sottolineato come la pressione fiscale reale sia talvolta anche superiore al 55% indicato dallo studio, arrivando addirittura in alcuni casi a toccare la soglia del 70%. Lo stesso, dopo aver affermato “che la pressione fiscale è elevatissima” ed è “un grosso problema”, ha cercato di scaricare la colpa del carico tributario troppo elevato sui disonesti che si sottraggono ai diversi obblighi verso l’Erario.
Dunque, tale nera vittoria è in buona parte riconducibile a quella larga fetta della popolazione italiana che, in diverse misure, decide deliberatamente di attaccarsi in maniera parassitaria al resto della società che invece rispetta i propri impegni col Fisco. Mi chiedo, però, se davvero tutta questa storia del gettito alto e del primato italiano possa essere riconducibile all’evasione o se, contestualmente, non vi siano altre problematiche alla fonte di siffatto raccapricciante scenario.
A mio parere, l’analisi del Direttore delle Entrate tralascia un aspetto fondamentale. Il punto è che a favorire l’evasione fiscale sono oltre al livello di pressione fiscale (ora primo al mondo), anche le infinite carenze del sistema dei controlli, la percezione di servizi pubblici a volte inesistenti, i vari scandali da parte degli appartenenti alla Casta, quindi di coloro che dovrebbero dare il buon esempio, e infine la complessità dei vari adempimenti fiscali. In sostanza, si potrebbe riassumere tutto sotto un’unica parola: sfiducia.
Ciò detto, appare ormai difficile non dare una risposta certa agli ingenui, o sedicenti tali, che ancora hanno il coraggio di domandarsi perché le aziende nel nostro Paese abbiano smesso di crescere o, ormai in molti casi, abbiano fatto le valigie e si siano trasferite alla volta di lidi esteri, fiscalmente più fertili e appetibili.
Ma siamo un po’ seri! Come si può pensare di aiutare la crescita del Paese introducendo una nuova tassa al giorno e strangolando quelle poche imprese ancora in vita? Tutto ciò, si badi bene, senza una politica mirata a dare respiro alle imprese!
Non si può far finta di non vedere che i soldi giunti a sanare le casse delle nostre banche siano stati investiti dagli stessi istituti di credito lucrando sulla differenza. Quali interventi ha preso questo governo per far sì che quelle risorse finanziarie venissero dirottate alla volta delle imprese in crisi?
Ci avevano promesso che dopo un periodo di lacrime e sangue sarebbe arrivato il periodo della crescita con provvedimenti diretti in tal senso. 
Io lo sto ancora aspettando questo periodo d’oro. E voi?
Anche per quanto riguarda lo spread, le previsioni erano state rosee e dense di ottimismo. Fino allo scorso novembre si faceva la gara nel dire che il livello elevato era imputabile al governo Berlusconi e che, al contrario, con il sobrio e misurato team tecnico si sarebbe ridotto. Ebbene, dove sono ora questi livelli accettabili dello spread che avevano promesso? I dati mostrano che in realtà siamo a un punto ben superiore rispetto a quello raggiunto durante il governo precedente.
Ma questo governo, bisogna ammetterlo, non ha solo la fissa delle tasse. E no! La squadra esecutiva sta dimostrando una predilezione anche per le cesoie. Peccato però che ancora non si è ben compreso quali siano i tagli mirati che ha intenzione di fare. E soprattutto ne sfuggono i risultati benefici per l’Italia.
Pertanto, non posso fare a meno di chiedermi, l’ormai famosa spending review quali settori ha realmente ridimensionato?
L’altra brutta notizia giunta qualche giorno fa è che il Parlamento, anziché individuare una misura d’argine alla straripante pressione fiscale, ha fatto esattamente il contrario votando per il fiscal compact (che non sta per FISCAL FOCUS). Di cosa si tratta? Ebbene, di un patto scellerato che ci impegna per i prossimi vent’anni ad applicare rigide regole di bilancio. In sostanza, dal 2013 saremo costretti a fare delle manovre annuali da 45 miliardi di euro, nel disperato tentativo di rispettare i parametri debito-PIL e deficit-PIL. Misure che praticamente non lasceranno alcuno spazio per la riduzione delle tasse, anzi è molto più probabile che siano preludio a un ulteriore aumento. E sì, perché un Paese incapace di scovare i veri evasori e mettere fine agli sprechi tentando di farlo con la spending review, non ha altra strada che quella dell’aumento delle tasse, continuando a sottomettersi alle mire della Germania. Ciò significa che d’ora in poi non potremo decidere più nulla se non chiedendo il permesso al glorioso popolo teutonico.
Vi sono però alcuni risvolti della medaglia che non possono non destare una particolare curiosità. Ad esempio, sapevate che il premier Monti, nominato senatore a vita, si è assicurato un bel vitalizio di oltre ventimila euro al mese?
O che il ministro Passera, prima di porsi al servizio del Paese, ha incassato da Banca Intesa oltre undici milioni di euro tra liquidazione e monetizzazione di stock option. Beato lui, certamente soldi meritati.
Ma cari tecnici, anche i nostri piccoli guadagni (di cui ci lasciate il 30% prelevando addirittura il 70% di tasse), sono meritati e non abbiamo più intenzione di lasciarvene altri…
Come vedete, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia… prima avevamo la casta dei politici, ora quella dei tecnici…
E a noi non rimane neanche il tempo per pagarle, tutte queste tasse! 

Da: FISCAL FOCUS


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