IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

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LA NUOVA CONOSCENZA

LA NUOVA CONOSCENZA

GdM

lunedì 12 dicembre 2011

CON QUESTI FARMACI LE AZIENDE NON FANNO BUSINESS !

Seconda parte di quattro.
.......continua sull' MDB (Metodo Di Bella)


di Gioia Locati

 http://blog.ilgiornale.it/locati/

Abbiamo chiesto a Stefano Iacobelli, oncologo e professore di oncologia medica all’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti-Pescara (oltre che direttore della Mso, la scuola di specializzazione oncologica “Mediterranean School of Oncology” con sede a Roma) un parere sulla donna guarita da tumore al seno senza intervento chirurgico. 
Il Professor Stefano Iacobelli ha visto l’abstract della storia clinica della paziente presentato da Giuseppe di Bella a diversi convegni mondiali e pubblicato su riviste scientifiche (una storia simile a quella di altre 13 italiane nelle stesse condizioni che hanno seguito scrupolosamente la cura Di Bella).
Gli esami clinici hanno evidenziato la scomparsa della massa tumorale in un paio d’anni. E ora le pazienti seguono una terapia di “mantenimento” e stanno bene. Il primo commento è sottovoce “non vorrei che passasse l’idea che ci può curare dal cancro senza intervento chirurgico… là dove è possibile”. Il secondo commento è a voce alta: “Tra i farmaci che la donna ha preso c’è anche un inibitore dell’aromatasi (un farmaco ad attività antiestrogenica con il quale l’oncologia tradizionale cura i carcinomi ormonodipendenti ma che Di Bella usa anche quando il tumore non è sensibile agli ormoni femminili). È un principio attivo molto efficace sui tumori ormonosensibili, anch’io ho curato così – e soltanto con l’inibitore dell’aromatasi - diverse pazienti anziane che rifiutavano l’intervento e ho ottenuto, in alcuni casi, la remissione completa del tumore”.
Età delle pazienti? “Da 80 a 90 anni”.
In questo caso però la donna aveva 51 anni al momento della diagnosi, tre focolai di tumore nella stessa mammella. Anche le altre suppergiù hanno la stessa età…
“Non possiamo sapere quello che succederà fra qualche anno, per me è un azzardo non operare là dove è possibile”.
Oltre all’inibitore dell’aromatasi gli altri farmaci impiegati da Di Bella sono efficaci contro il cancro?
“Indubbiamente. Di Bella usa principi attivi, naturali e chimici, che hanno una potente attività biologica sulle cellule tumorali, conosciuta da tempo. I retinoidi ad esempio favoriscono la differenziazione cellulare, vuole dire che una cellula maligna può tornare sana. La somatostatina inibisce la proliferazione cellulare e l’angiogenesi (la formazione di nuovi vasi sanguigni).
Se è così perché gli oncologi non dicono ai pazienti che hanno un cancro che ci sono anche questi farmaci oltre alla chemioterapia?
“La questione è semplice: se la multiterapia Di Bella vuole ascendere a terapia anti-tumorale riconosciuta deve passare attraverso una sperimentazione ufficiale, altrimenti la sua cura verrà sempre considerata come quella della pinna di squalo.”
La sperimentazione del ’98 ha arruolato solo pazienti o terminali o in fase di malattia molto avanzata, senza gruppo di controllo, in alcuni casi sono stati impiegati farmaci scaduti (c’è relazione dei Nas), in altri abbinati maldestramente i principi attivi…
“Si potrebbe pensare a una nuova sperimentazione che rispetti tutti i passaggi previsti dall’attuale normativa: prima test in vitro e su animali. Poi, se non c’è tossicità, applicazioni sull’uomo. Stabilita la dose del farmaco, si testa il prodotto su diverse neoplasie. E poi se ne confronta l’efficacia con altri farmaci”.
Ma chi deve richiedere una nuova sperimentazione e a chi? “Non è compito del ministero della Sanità, nel ’98 il governo accettò questo incarico perché la pressione popolare era fortissima e fu fatta un’eccezione. Le sperimentazioni le fanno le industrie farmaceutiche, servono molti soldi. O Di Bella trova un ricco mecenate o si affida a un’industria. Quest’ultima ipotesi è altamente improbabile perché un’azienda si muove soltanto se ha la possibilità di acquistare un brevetto di un principio attivo che poi venderà”.
E non si possono brevettare i farmaci dibelliani?
“Quelli naturali, tipo melatonina e vitamina E, non si possono per legge brevettare. Gli altri, somatostatina, bromocriptina, cabergolina sono prodotti che risalgono a cinquant’anni fa e il brevetto è scaduto”.
E l’Aifa (agenzia italiana del farmaco) che pubblica ogni anno un bando per finanziare la ricerca indipendente? “Dubito che l’Aifa possa fare qualcosa perché c’è un principio base da rispettare e cioè che il principio da brevettare sia specifico per una malattia (esempio: inibitore aromatasi per tumore mammella e non per stomaco e così via).
I farmaci di Di Bella non sono registrati dal ministero come antitumorali, per questo non c’è la prescrizione gratuita”
La chemioterapia è da considerarsi superata? “E' molto probabile che tra qualche anno la chemioterapia non verrà più utilizzata e verrà sostituita da farmaci più intelligenti che colpiscono con maggiore selettività le cellule tumorali ma, al momento, è l’unico metodo riconosciuto che abbiamo a disposizione”.

continua...

sabato 10 dicembre 2011

A CACCIA DI CIVILTA' ALIENE


di Corrado Ruscica
Tratto da Scienza e Conoscenza n.32.
Sin dai tempi dei filosofi greci, l’uomo si domanda se siamo soli nell’Universo e se esistano altri pianeti abitabili che possano ospitare civiltà intelligenti. Già nel XVI secolo Giordano Bruno era fortemente convinto dell’esistenza di un numero infinito di soli e di pianeti abitati come la Terra. Nel 1855 l’esistenza di un “pianeta extrasolare” venne postulata dal Capitano W.S. Jacob che scoprì delle anomalie nel sistema stellare 70 Ophiuchi, una stella binaria, che egli pensava fossero appunto dovute alla presenza di qualche pianeta. Ma si trattò di un falso allarme. Il primo vero pianeta extrasolare in orbita attorno ad una stella, 51 Pegasi, fu scoperto nel 1995 ad opera di Michel Mayor e Didier Queloz, anche se le sue dimensioni sono pari a circa la metà di quelle di Giove. Dal 1999 gli scienziati hanno cominciato a scoprire tutta una serie di esopianeti: per la maggior parte si tratta di pianeti di grossa taglia, nessuno è di tipo terrestre, e oggi se ne contano oltre 420.
Comunicazioni interstellari:
Se è vero che Giordano Bruno aveva avuto ragione nel ritenere l’esistenza di altri mondi, allora la domanda successiva è: quanti pianeti esistono in grado di ospitare forme di vita, insomma quante civiltà aliene tecnologicamente avanzate ci aspettiamo nella Galassia? Queste domande, un po’ provocatorie, furono poste inizialmente da Carl Sagan agli inizi degli anni ’60. In quel periodo, l’americano Philip Morrison e l’italiano Giuseppe Cocconi, pubblicavano un articolo in cui ipotizzavano le onde elettromagnetiche, in particolare le onde radio, come mezzo di comunicazione interstellare economico ed efficiente. Il radioastronomo Frank Drake, che lavorava presso l’osservatorio di Green Bank nella West Virginia, rimase entusiasta di questa possibilità e un anno dopo, assieme ad un gruppo di collaboratori, decise di puntare l’antenna di 25m di diametro verso due stelle vicine, Tau‐Ceti ed Epsilon‐Eridani, che distano circa 10‐11 anni‐luce. Lo scopo era quello di “ascoltare” eventuali segnali radio intelligenti, sintonizzandosi sulla “frequenza magica” di 1420 MHz – la regione dello spettro radio in cui il rumore creato dalla presenza dell’atmosfera terrestre, dall’emissione radio della Galassia e della radiazione cosmica di fondo è minimo e non interferisce con i segnali radio provenienti dallo spazio. Questo progetto, denominato Ozma, gettava le basi dei futuri programmi verso la ricerca di segnali radio di origine extraterrestre (Search for ExtraTerrestrial Intelligence, SETI). Ma che tipo di segnali radio bisogna cercare? Attualmente si considerano due tipologie di segnali da indagare. La prima si limita alla ricerca di segnali volontari, cioè segnali radio potenti (tipo radiofaro), che vengono continuamente diffusi nello spazio: segnali potenti che contengono poche informazioni. La seconda si limita a cercare segnali involontari, cioè segnali emessi da trasmissioni radio o televisive, che si disperdono nello spazio: segnali deboli che contengono invece molte informazioni. Dunque quali regioni dello spazio dobbiamo esplorare? Sicuramente con la tecnologia oggi a nostra disposizione ci si deve limitare alla nostra Galassia anche se non bisogna escludere, in via teorica, il fatto che un segnale radio alieno potente proveniente da una galassia potrebbe raggiungere un radiotelescopio terrestre assumendo che questo ultimo sia dotato di un ricevitore altamente sensibile.
L’equazione di Drake:
La probabilità di intercettare un segnale radio nella direzione giusta al momento giusto è legata a due fattori, il metodo di trasmissione e la statistica. Nel primo caso, la possibilità di ricevere segnali radio extraterrestri dipende da come viene diffuso il fascio delle onde elettromagnetiche: fascio largo, ampia area di cielo coperta ma degrado del segnale fino a qualche decina di anni‐luce; fascio stretto, area di cielo limitata ma segnale radio più penetrante fino a qualche centinaio di anni‐luce. Nel secondo caso invece ci aiuta la ben nota equazione di Drake che dà una indicazione sul possibile numero di civiltà aliene in funzione di diversi fattori legati all’esistenza di un pianeta in un sistema solare dove la vita si può sviluppare fino a produrre esseri intelligenti. L’equazione di Drake, detta anche equazione o formula di Green Bank, fu introdotta dallo stesso Frank Drake nel 1960 al meeting di Green Bank allo scopo di dare una sequenza ai vari argomenti trattati che avevano come tema principale il problema della ricerca della vita nell’Universo.
L’equazione di Drake si scrive nel seguente modo: N=R* x fs x fp x ne x fl x fi x fc x L, dove N è il numero delle civiltà intelligenti esistenti nella nostra Galassia, R* è il tasso di formazione stellare annuo, fs è la frazione di stelle simili al Sole, fp la frazione di stelle con sistemi planetari, ne il numero di pianeti simili alla Terra, fl la frazione di pianeti dove sono presenti forme di vita, fi la frazione di pianeti dove sono presenti civiltà intelligenti, fc la frazione di pianeti con civiltà tecnologicamente avanzate in grado di trasmettere segnali nello spazio, L il tempo di vita medio di una civiltà tecnologica avanzata in grado di trasmettere segnali nello spazio. Se da un lato l’equazione di Drake ci dice che devono esistere un certo numero di civiltà aliene, il famoso “Paradosso di Fermi” esprime, al contrario, la mancanza di evidenza di tali civiltà forse perchè queste tenderebbero rapidamente all’autodistruzione o forse ancora perché il loro tempo medio di vita è piuttosto breve. Inizialmente, Drake e i suoi colleghi ottennero un valore di N=10. Assumendo valori pessimistici dei termini si ottiene N=0,05 (siamo quasi certamente l’unica civiltà intelligente nella Galassia) mentre considerando valori più ottimistici si ottiene N=5.000. Occorre dire che i vari termini nell’equazione non sono noti dunque l’equazione di Drake non può essere utilizzata per arrivare a conclusioni scientifiche. Nonostante le critiche mosse negli anni nei confronti dell’equazione essa viene utilizzata oggi come una sorta di strumento intellettuale che stimola discussioni e curiosità sulle questioni che riguardano l’esistenza di civiltà aliene e la formazione e l’evoluzione della vita nell’Universo.
In conclusione, possiamo dire che dopo circa 50 anni di risultati negativi oggi ci si chiede se la nostra tecnologia sia adatta a ricevere segnali di origine extraterrestre. Sono giuste le strategie di ricerca ed i metodi utilizzati? Il fatto è che sappiamo ancora molto poco e tutti i programmi SETI possono essere considerati solo delle prove per i programmi futuri. Forse qualche civiltà aliena sta già cercando di contattarci ma i nostri strumenti non rivelano i loro segnali. È anche vero che questo è un momento unico nella nostra storia, di ogni storia delle civiltà: l’era della tecnologia, un momento in cui il “contatto” può realizzarsi. Non è possibile pensare, statisticamente, che siamo l’unica civiltà esistente nell’Universo: ciò sarebbe davvero un grande spreco di spazio.
Tratto da Scienza e Conoscenza n.32.

Scritto da Corrado Ruscica

Astronomo, scrittore e divulgatore scientifico. Il suo blog, Astronomica Mentis (http://astronomicamentis.blogosfere.it), è dedicato agli scienziati e alle loro idee sull’Universo, e affronta temi di cosmologia, astrofisica, astrobiologia e fisica delle particelle.

mercoledì 7 dicembre 2011

VI RICORDATE IL METODO "DI BELLA" ? ECCO PERCHE' NE RIPARLIAMO...

E' con grande piacere che iniziamo oggi, e proseguiremo nelle prossime settimane, la pubblicazione di quattro illuminanti articoli della Dott.ssa Gioia Locati, giornalista del  "Il Giornale". La ringraziamo per la collaborazione anche a nome del nostro amico e consulente nel campo della medicina, Dott. Giuseppe Di Bella.
La sua "profonda e "toccante" esperienza personale, l'ha portata ad "evocare" quotidianamente la VERITA', trasmettendola a coloro che hanno condiviso con lei esperienze simili, ma sopratutto divulgando la "Conoscenza" che SALVA. Nessuno di noi deve sottrarsi al diritto-dovere, di far conoscere ciò che ci rende LIBERI di vivere una VITA PIENA E FELICE.
Buona lettura
Lo staff del Blog


PRIMA PARTE DI QUATTRO:
Chi vive con una diagnosi di cancro è come un naufrago in cerca di un approdo sicuro le strade per raggiungere il quale sono più di una. Così nasce l’idea di questo dibattito. Vogliamo invitare i lettori a farsi un’idea, i malati a studiarsi le pubblicazioni affinchè possano trovare il loro approdo...
di Gioia Locati  
Da quando ho aperto il blog, nel febbraio scorso, ho ricevuto valanghe di mail di lettori che hanno condiviso con me l’esperienza del cancro. 
In molti casi gli ammalati erano i loro parenti. Le loro domande diventavano le mie. E le mie le loro. “Avrò fatto la scelta giusta?” “Dovevo cambiare città?” “Potevo evitare gli effetti collaterali”? La loro disperazione mi contagiava: “Perché ci sono i tumori chemioresistenti?”. “Perché qualcuno guarisce e qualcuno muore, è solo una questione di diagnosi precoce?”.
Ho trovato notizie di scoperte più o meno eclatanti e le ho segnalate sul blog, come fiori da cogliere: chi vive con una diagnosi di cancro è come un naufrago in cerca di un approdo sicuro. Non so quale sia questo approdo, sicuramente le strade per raggiungerlo sono più di una. Io ho scelto il protocollo tradizionale, dopo l’intervento e la radioterapia, ho affrontato quattro cicli di chemioterapia.
Fra i lettori più assidui del mio blog (e anche fra chi si considera guarito) ci sono molti “dibelliani”, ossia persone che hanno scelto di curarsi con il metodo Di Bella messo a punto da Luigi Di Bella negli anni ’70 e ’80 e che oggi il figlio Giuseppe continua ad applicare.
All’inizio, ammetto, ho fatto un po’ di fatica a riordinare le idee. Ricordavo una sperimentazione condotta dal Ministero della Sanità nel 1998 (il ministro era Rosy Bindi) che stabilì che queste terapie erano inefficaci. Ma continuavo a ricevere documenti e testimonianze che reclamavano la mia attenzione. Tipo: indagini dei Nas, successive alla sperimentazione, hanno dimostrato che molti farmaci furono somministrati scaduti, che in altri fu aggiunto dell’acetone e che per altri ancora vennero modificati posologie e quantità. La terapia così “alterata” fu testata su un gruppo di pazienti gravemente malati, alcuni terminali, altri all’ultimo stadio (quelli che l’oncologia tradizionale tratta con medicine palliative). Nonostante ciò è ancora viva nell’opinione pubblica l’immagine del professore dai capelli bianchi sbugiardato in televisione. Degli esiti dei Nas la gente non ricorda nulla. Molti miei colleghi, tutt’oggi, considerano l’anziano professore alla stregua di un santone. Ho visto che l’argomento “divide”, scalda gli animi – di mezzo c’è il bene più prezioso, la salute (e, ovvio, una marea di interessi economici) - e che su Facebook i dibelliani sono migliaia.
La medicina ufficiale liquidò così il metodo Di Bella. Chi avesse voluto curarsi in quel modo avrebbe dovuto pagare tutto di tasca propria. Come in una terapia alternativa lo Stato non avrebbe rimborsato un centesimo.
Tuttavia esistono fior di richieste di rimborso ordinate dai giudici . Com’è possibile? Sono centinaia i ricorsi presentati dai pazienti – guariti con la cura Di Bella e non con le chemioterapie, i trapianti di midollo o gli anticorpi monoclonali - e vinti. Carta canta come si sul dire, e infatti, i periti dei tribunali, dopo aver esaminato le cartelle mediche di questo esercito di persone hanno “condannato” lo Stato a pagar loro la cura dibelliana. Un assurdo? Giudicate voi…
Così nasce l’idea di questo dibattito. Vogliamo invitare i lettori a farsi un’idea, i malati a studiarsi le pubblicazioni (per chi non ha avuto un cancro: durante le notti insonni, quando il tarlo del cancro si divora i pensieri, si studia e si legge…), chiediamo agli stessi oncologi di intervenire.
Vi raccontiamo la storia di una donna guarita da un tumore al seno senza aver fatto l’intervento chirurgico (il suo caso è uno degli 11 guariti senza intervento e uno dei 523 tumori trattati con la terapia dibelliana, con buon esito, pubblicati su riviste scientifiche e presentati ai convegni mondiali). E vi presentiamo il parere di un oncologo tradizionale, Stefano Iacobelli, direttore della Scuola Oncologica di Roma, a cui abbiamo chiesto perché la medicina tradizionale non prende in considerazione il metodo Di Bella. 
 Elementare: non porta denaro alle aziende farmaceutiche.
….. LA SECONDA PARTE LA PROSSIMA SETTIMANA…..NON MANCATE !




lunedì 5 dicembre 2011

ALLA CONQUISTA DEL POLO SUD

Di Matteo Zavattaro




POLO SUD 1911: la spedizione Norvegese guidata da Roald Amundsen raggiunge il campo base, anche una spedizione Britannica con a capo Robert Scott si trova in Antartide, l’obbiettivo è lo stesso: calpestare per primi il Polo Sud ed essere nella storia i primi esseri umani a giungervi.

Viene inviato un telegramma qualche tempo prima alla spedizione di Scott :

« PERMETTO INFORMARLA FRAM DIRETTA ANTARTIDE -- AMUNDSEN »

Il senso dell’onore innato, e tra uomini veri, ha voluto che la sfida si svolgesse allo stesso tempo, accantonando eventuali sotterfugi che avrebbero rovinato il prestigio della vittoria.

Nave Norvegese Fram

I campi base sono ormai allestiti ai margini della formazione Antartica.

In Ottobre Amundsen parte con più di 30 cani e qualche slitta per la conquista del Polo, prima aveva predisposto alcuni campi di rifornimento a latitudini più avanzate in direzione Sud, la temperatura è di -51°.

Roald Amundsen

Non ci sono telegrafi senza fili, troppo ingombranti e onerosi da portare.

Il 14 Dicembre Amundsen raggiunge il polo Sud, 35 giorni prima della spedizione di Scott, ma nessuno può ancora avere notizie…
90° 0’ Sud la bandiera Norvegese è al Polo Sud

La spedizione di Scott arriva alle coordinate 90°0’ Sud , tuttavia incontra la bandiera lasciata un mese prima dall’altra spedizione, uomini immersi nella stessa impresa, compagni nel ghiaccio…

Purtroppo, durante il ritorno, il gruppo di Scott rimane sorpreso da avverse condizioni atmosferiche e rimane bloccato in una tenda isolata. Dal diario ritrovato nel campo transitorio di Scott:

« Fossimo sopravvissuti, avrei avuto una storia da raccontarvi sull'ardimento, la resistenza ed il coraggio dei miei compagni che avrebbe commosso il cuore di ogni britannico. »

Componenti della spedizione di Scott

Le vite di questi uomini si sono confuse per sempre, con le loro voci , tra i ghiacci del Polo

le avventure di questi uomini mi ricordano come si viveva un tempo…

la vita era piena di gusto e impregnata di “ senso “ , poichè si inseguiva con un pensiero dritto la spada che incendia le anime, posta alla fine di una strada che è circondata di pericoli ma che conduce alla nobiltà dell’esistenza dell’essere umano… colorata per sempre

Per ricordare questo evento è stata allestita una mostra visitabile a Genova, sotto vi riporto la notizia ripresa dal sito del National Geographic Italia

Buona lettura e buoni sogni a tutti

Matteo Zavattaro .

Da: National Geographic Italia:
 
"In occasione del 100° anniversario dell’esplorazione dell’Antartide, Palazzo Ducale di Genova presenta, dal 16 ottobre 2011 al 18 marzo 2012, la mostra "Race. Alla conquista del Polo Sud", organizzata dall'American Museum of Natural History e promossa da National Geographic. È l'unica tappa italiana e l'anteprima europea dell'esposizione originale già allestita a New York.
La versione italiana della mostra è prodotta da Codice. Idee per la Cultura, Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Costa Edutainment SpA, Festival della Scienza, in collaborazione con CNR, Museo Nazionale dell’Antartide e Università di Genova.
In mostra fotografie, dipinti e rari manufatti, ma anche filmati, installazioni multimediali, riproduzioni di oggetti storici e materiale dell’epoca, ma non solo. Nel corso della mostra sono infatti allestite attività pratiche, laboratori didattici e giochi interattivi touch–screen per aiutare gli spettatori a immergersi in quella straordinaria esperienza e comprendere fino in fondo cosa significasse avventurarsi nel posto più freddo della Terra cento anni fa.
Chiude la mostra una sezione dedicata all'importanza del Polo Sud nei moderni studi scientifici e una rassegna fotografica sull'Antartide, presentata da National Geographic, partner della manifestazione, e firmata dai più grandi fotografi naturalistici mondiali."



Mappa dei percorsi effettuati dalle due spedizioni degli esploratori

Pinguini, si trovano solo al Polo Sud e non al Nord


fonte: National Geographic Italia. - a cura di Daniele Tempera.

sabato 3 dicembre 2011

SALUTE E PROPRIETA’ NATURALI: IL PROPOLI


IL PROPOLI è una sostanza naturale elaborata dalle api.


Forse non tutti sanno che l’alveare delle api , così perfetto e magnifico, è soggetto a manutenzioni. Infatti può essere attaccato da funghi, muffe, batteri, o altri organismi unicellulari che sono indesiderati all’interno alveare stesso.

PER combattere questi organismi che danneggiano l’alveare, anche a livello materiale, le API SONO IN GRADO DI OVVIARE PRODUCENDO PROPOLI. Questa sostanza viene infatti prodotta e buttata come una malta nelle zone danneggiate o contaminate. La riparazione è pronta ed efficace, il suo risultato è pressochè garantito. La sostanza è composta da cera, resine prelevate da certi alberi, e da una complessità numerica di sostanze differenti elaborate ed inserite che hanno azione: BATTERICIDA , BATTERIOSTATICA, ANTIVIRALE, DISINFETTANTE, FUNGHICIDA, CICATRIZZANTE, ANTIOSSIDANTE e molte altre che non sto ora ad elencare. Il punto è che il propoli ha identiche azioni se assunto dal corpo umano, in più si aggiunge un’azione immuno-stimolante (= nostro sistema di difesa diventa più forte ). In altre parole le infezioni che tentano di aggredire il nostro organismo sono praticamente SPACCIATE se prendiamo per tempo il propoli come supporto alle nostre difese.


A quale uomo è venuto in mente di usarlo bisognerebbe dare onore per l’illuminazione avuta, non era un’idea così scontata. Comunque è in vendita, controllate la concentrazione e l’origine originale del “farmaco “ naturale . Dire propoli non significa nulla, potrebbe essercene una goccia in un boccetto in cui il resto è acqua perché possano dire “ è propoli ! “ si, ma QUANTO ce né ?


Bisogna chiedere che sia propoli vero e fatto praticamente solo di sé stesso e non una composizione di succhi o altre vitamine e una goccia di propoli da microscopio.


Certo l’idea che le api uccidano batteri, virus e altre schifezze ,con il loro sistema torna ovviamente utile anche a noi: se i microorganismi vengono eliminati con quel sistema, pare evidente che siano sempre soggetti e sensibili a tale sostanza anche se sono dentro di noi, sebbene ovviamente l’ambiente è diverso, e l’effetto forse non sia sovrapponibile, tuttavia essa ci può aiutare a combatterli.


In tempi di influenze, raffreddori e malanni vari, il PROPOLI è una buona alternativa medica naturale per il nostro benessere.


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Per rigore di precisione devo comunque ricordare che qualunque sostanza assunta (farmaci, sostanze naturali o cibi ) dal nostro organismo può produrre gradi di risultati differenti ( a volte anche reazioni differenti ) avendo il nostro corpo umano un certo grado di soggettività nelle risposte.


Buon inverno a tutti



Dott. Matteo Zavattaro ( Biologo )



giovedì 1 dicembre 2011

L’ORIZZONTE DEGLI EVENTI

L’UMANITA’ AL BIVIO


“Come bambini che non vogliono crescere, scegliendo di restare nel mondo delle illusioni e dei balocchi.”


di Marco La Rosa



“L’Orizzonte degli eventi in campo astronomico, è una regione in cui l’immensa forza del campo gravitazionale, successivo al collasso di strutture stellari di grande massa, separa lo spazio interno che circonda la “singolarità” centrale del buco nero dall’Universo esterno. Nemmeno la luce sfugge a tale attrazione.”

Voglio usare questa analogia per spiegare come, nonostante tutti i fiumi di parole, promesse, impegni e sforzi, tutto il mondo che noi conosciamo: capitalistico, consumistico, profitto-dipendente, sia arrivato al capolinea. Secoli e secoli di “competizione” hanno fagocitato tutto.

Siamo così giunti sul bordo dell’”Orizzonte”, e in cuor nostro sappiamo bene che finiremo nel “buco nero”, ma ci illudiamo e costringiamo all’illusione-ipnotica tutti gli altri. Fragili, deboli, schiavi del cosum-profitto, psico-dipendenti, emotico-vampiri…e via via tutti coloro che non sono capaci di fermarsi e scollegarsi, anche per poco tempo, dall’occhio ipnotico della “Bestia” che si nutre dei nostri Spiriti dormienti.



In questo tempo, si sta consumando la più grande “ipnosi collettiva”, mai osata prima, da questa “forza oscura”. Badate bene, io misuro sempre le parole, non le butto a caso o per far sfoggio dialettico oppure sensazionalismo. Il “grande inganno”, sta propagando la falsa idea che con un po’ di sacrificio, austerità e rigore, tutto ritornerà come prima, anzi meglio.

Poveri bambini illusi ! niente e nessuno può sottrarsi alla smisurata forza di attrazione del “Buco Nero”. L’unica certezza è che l’Umanità verrà sicuramente inghiottita tutta quanta.

Paura, terrore, panico… ALT !

Bisogna assolutamente cancellare questo pensiero ! scacciatelo via !

Scollegatevi per un attimo e seguitemi:

I pensieri che fino a poco fa vi hanno incupito, sono il senso comune che è un paradosso nel paradosso.

Pochi sanno, che in astronomia, un buco nero è un falso spauracchio. Come uno spaventapasseri in un campo di grano, però i corvi non lo sanno. L’umanità attuale è come i corvi.


Se ci lasciamo cadere, se ci lasciamo prendere senza resistere dalla forza del “buco nero”, che tanto ci terrorizza … magicamente ci troveremo in una nuova porzione di Universo. Nuova, sfolgorante, non contaminata e piena di opportunità. L’Umanità, non ha altra scelta che passare nell’altro Universo, dove esiste solo la “cooperazione”, antitesi o (antimateria) della competizione padrona di questo Universo.


Il crollo dei debiti sovrani, il default delle economie, è solo un’illusione creata ad arte dalle nostre menti, per le nostre menti, come tutto il resto del mondo materiale effimero.

Non resta quindi che riappropriarci per davvero, delle nostre vite, imprigionate da illusioni. La grande riscoperta della spiritualità, cancellata o sepolta dal materialismo, è un segnale forte che ci arriva da molto lontano.


Fermiamoci ed ascoltiamo, zittiamo l’assordante rumore di fondo, messo li per confonderci. Credo proprio che questa sia davvero l’ultima possibilità, il passaggio lo vedo davvero obbligato, non abbiamo più altra via.

28-11-2011


mercoledì 30 novembre 2011

NUOVO VIRUS LETALE !

ECCO LE PERSONE CHE SONO A CAPO DELLE NOSTRE UNIVERSITA’nel mondo: ( E VENGONO PURE PAGATI )



L’umanità sembra davvero di fronte ad un bivio, finchè nelle menti di “presunti “ scienziati scorrono idee come quelle che vedete sotto, e pure le realizzano, possiamo capire come mai l’umanità sia degradata.



Notizia tratta da Yahoo.it


"Roma, 29 nov. (Adnkronos Salute) - Creato in laboratorio un super virus dell'influenza, virtualmente capace di sterminare la popolazione. I ricercatori che l'hanno prodotto, vogliono che il loro lavoro sia pubblicato, mettendo dunque nero su bianco come si può riuscire a ottenere un virus così contagioso e aggressivo. Ma la comunità scientifica si oppone alla pubblicazione, in tanti sollevano dubbi sull'opportunità dell'esperimento. E divampano le polemiche.

Il virus è una variante geneticamente modificata dell'H5N1, responsabile dell'influenza aviaria: la versione ottenuta in laboratorio è in grado di trasmettersi molto più facilmente da uomo a uomo e potrebbe contagiare milioni di persone in tempi rapidissimi. La nuova 'creatura' incarna le paure della comunità scientifica, da sempre preoccupata che il virus dell'aviaria - attualmente aggressivo ma non abbastanza contagioso - potesse mutare geneticamente acquisendo la capacità di causare una pandemia.

L'equipe coordinata dal virologo Ron Fouchier, dell'Erasmus Medical Centre in Olanda, ha dimostrato che bastano solo 5 passaggi per far mutare il virus dell'aviaria in un microrganismo altamente contagioso. L'esperimento, condotto sui furetti, che sono ormai diventati il modello animale di prima scelta per i test sui virus influenzali, fa parte di una più ampia ricerca internazionale per comprendere meglio l'H5N1.

Il virologo che ha coordinato lo studio - si legge sul quotidiano britannico Daily Mail - è consapevole che potrebbe ben presto abbattersi su di lui una tempesta mediatica. Ha già ingaggiato un consigliere per lavorare insieme a una strategia di comunicazione. Lo scienziato, infatti, non intende fare retromarcia: ammette che il virus creato è "uno dei più pericolosi che si possano ottenere", ma è lo stesso deciso a voler pubblicare come ci è riuscito.

La pubblicazione agita la comunità scientifica, divisa fra la libertà di stampa e la necessità di regolamentare ricerche che potrebbero avere effetti benefici sulla salute pubblica, ma allo stesso tempo potrebbero essere strumentalizzate e rivelarsi utili per il bioterrorismo.

Le polemiche riguardano lo studio olandese, ma anche un lavoro simile, condotto da ricercatori americani (università del Wisconsin) e giapponesi (università di Tokyo) sempre sull'H5N1. Entrambe sono sotto esame da parte dello statunitense National Science Advisory Board for Biosecurity (Nsabb), che non ha il potere di bloccare la pubblicazione, ma potrebbe chiedere alle riviste scientifiche di non farlo. "Questo virus fa più paura dell'antrace, non mi viene in mente niente di più spaventoso", ha commentato Paul Keim, a capo del Nsabb. “



Non abbiamo nemmeno le parole per commentare un evento simile e un simile “ parto “ mentale che è diventato realtà : un virus letale, realizzato senza chiederci il permesso .


E’ evidente che gli uomini si dividono in due categorie : chi “violenta” la natura dell’uomo e degli esseri viventi di questa terra e chi invece ha a cuore i valori che ancora risiedono dentro all’essere umano. La scelta è in mano nostra, nessuno ha obbligato l’uomo a inventare simili “ mostri “, LA PAROLA SCIENZA ANDREBBE ABBINATA ALLA PAROLA CO-SCIENZA.


Se siete d’accordo potete clikkare a favore dell’articolo, se desiderate. Facciamoci sentire e non lasciamo in mano ad incoscienti quello che è anche il nostro destino !





l’equipe del blog