IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

con il patrocinio di: • Associazione socio-culturale ITALIA MIA di Roma, • Regione Lazio, • Provincia di Roma, • Comune di Arcinazzo Romano, e in collaborazione con • Associazione Promedia • PerlawebTV, e con la partnership dei siti internet • www.luoghimisteriosi.it • www.ilpuntosulmistero.it

LA NUOVA CONOSCENZA

LA NUOVA CONOSCENZA

GdM

venerdì 28 aprile 2017

UNA VISITA AI LUOGHI DEL CASO “ZANFRETTA” 40 ANNI DOPO.


“Se qualcuno ci chiedesse se riteniamo possibile che un uomo possa essere catturato da misteriosi extraterrestri alti tre metri e trasportato all'interno di un enorme disco volante, la risposta non potrebbe essere che no. Anzi, quasi quasi dubiteremmo pure della sanità mentale di chi ci ha rivolto la domanda. Secondo quanto ci hanno insegnato sui banchi di scuola, infatti, un mondo abitato da creature intelligenti deve ancora essere scoperto. Figuriamoci poi se si può credere a fantastici alieni che si divertirebbero a volare sulle nostre teste e che di tanto in tanto, per motivi che sarebbe difficile comprendere, «prelevano» un povero diavolo per interrogarlo, usarlo come cavia per qualche esperimento scientifico oppure, come nel caso di Zanfretta, affidargli la custodia di una fantomatica sfera contenente una piramide luminosa il cui scopo sarebbe quello di renderci edotti sulla loro presunta civiltà. Ripeto: si può credere a tutto questo? La risposta, in qualunque modo la si voglia mettere, non può essere che no. La realtà, però, non è così in bianco e nero come spesso la immaginiamo. Anche se la nostra ragione si rifiuta di prendere in considerazione fatti che non rientrano nei canoni scientifici che conosciamo, non si possono ignorare episodi che accadono concretamente nel nostro mondo solo perché non rientrano nei parametri della scienza ufficiale. Non possiamo chiudere gli occhi davanti ad un fenomeno che coinvolge decine o centinaia di testimoni liquidandolo semplicemente con un «Non può essere» e dando del pazzo a coloro che ne sono rimasti coinvolti loro malgrado. Perchè questo è proprio quello che è successo con il caso Zanfretta...".

                                                                         Rino Di Stefano

da: IL CASO ZANFRETTA, La vera storia di un incredibile fatto di cronaca
Sesta Edizione riveduta e aggiornata (2014)


CHI E'
Rino Di Stefano, giornalista professionista e scrittore, è nato nel 1949 a Genova e ha studiato Scienze Politiche all’Università di Genova e Giornalismo negli Stati Uniti, dove nel 1977 ha conseguito un college degree. Allievo del Salzburg Seminar of American Studies presso lo Schloss Leopoldskron di Salisburgo, in Austria, ha passato quasi tutta la vita professionale nel quotidiano nazionale “Il Giornale”, fondato da Indro Montanelli. Ha lavorato sia nella redazione principale di Milano, sia nella redazione regionale ligure di Genova, dove era capo servizio. Prepensionato alla fine del 2007, ha tenuto la  rubrica letteraria “Dal nostro lettore speciale” nelle pagine della stessa edizione, ed attualmente collabora in esclusiva con l'edizione nazionale del Giornale.

Sette i libri pubblicati da Di Stefano:

– “ll Caso Zanfretta” (1984), che ha avuto sei edizioni (l’ultima delle quali nel 2014). Da quel libro la Rai ne trasse uno sceneggiato in due puntate che venne mandato in onda nel dicembre del 1984 su Rai Tre.

– “Alcibiade” (1993), una traduzione dall’inglese di una biografia di Alcibiade scritta dal professor Walter M. Ellis della Loyola Marymount University di Los Angeles.

– “Soluzione Virale” (2000). Il libro, che racconta la versione romanzata della diffusione dell’Aids negli USA, è stato pubblicato in inglese nel Luglio 2008 (The Viral Solution) da Amazon (BookSurge) negli Stati Uniti. Nel 2009 il libro ha ricevuto due riconoscimenti: la versione italiana è stata premiata a Roma nel Premio Nazionale di Narrativa Albero Andronico; quella inglese ha ricevuto una Honorable Mention nel 17° Annual Writer’s Digest International Self-Published Book Awards a Cincinnati, USA.

– “Mia cara Marion… – 1926-1949. Dal carcere alla Repubblica: gli anni bui di Sandro Pertini nelle lettere alla sorella” (2004), che contiene 40 lettere inedite che il Presidente più amato dagli italiani ha inviato alla sorella Maria Adelaide, detta Marion, dal 1926 al 1949. Nel luglio 2006 questo libro è stato scelto dalla Biblioteca Nazionale Cinese di Pechino per arricchire il proprio patrimonio librario internazionale.

– “Oltre l’orizzonte – Dal passato al futuro nell’avventura politica di Claudio Scajola” (2006), un saggio tra cronaca e politica sull’ex ministro dello Sviluppo Economico.

“L’ombra dell’orchidea”,(2014), che è un romanzo thriller ambientato tra Milano, Genova e gli Stati Uniti.

“ Il ritorno del Principe, un Romanzo dal passato” (2014).


ORA, RIPERCORRIAMO CON RINO DI STEFANO IL CASO DI ABDUCTION PIU’ SIGNIFICATIVO ED INDAGATO IN ITALIA.

Di Marco La Rosa con i testi della narrazione originale dei fatti accaduti a cura di Rino Di Stefano.

(Gente, Sabato 20 Gennaio 1979)

Genova, Giovedi 7 Dicembre 1978:

I carabinieri di Torriglia, un paesino dell'entroterra genovese, ricevettero, dalla cooperativa "Val Bisagno" di Genova, la segnalazione dell'atterraggio di un UFO di cui era stato testimone il loro dipendente Fortunato Zanfretta, 26 anni, la sera prima, durante il suo giro di perlustrazione. Zanfretta era stato ritrovato dai suoi colleghi Walter Lauria e Raimondo Mascia in stato di choc alle 1,15 del mattino, presso la villa "Casa Nostra" in frazione Marzano di Torriglia. Non connetteva. Era spaventatissimo, e continuava a ripetere: "Li ho visti, li ho visti". Quando si riprese, disse che coloro che lo avevano tanto terrorizzato erano "degli extraterrestri dalle sembianze mostruose".

                      Ricostruzione grafica effettuata secondo il resoconto di Zanfretta

                        La villa "Casa Nostra"  di Marzano di Torriglia - lato sud (1978)

                             La Villa "Casa Nostra" oggi, lato nord - ovest

                  Rino Di Stefano e Marco La Rosa, sullo sfondo Villa "Casa Nostra"

Dietro sua indicazione, i carabinieri si recarono sul "luogo dell'atterraggio" e lì, chiare sull'erba gelata dalla brina invernale, trovarono due impronte a forma di ferro di cavallo, aventi un diametro di circa tre metri.

Per Zanfretta fu l'inizio di una "popolarità" non prevista e forse non gradita. Giornalisti, televisioni private, poi "Portobello": tutti volevano sentire il racconto del suo straordinario incontro. Persino la sua vita familiare ne fu sconvolta. Sua moglie, Silvana Mura, continuava a ricevere telefonate: c'era chi voleva prendere in giro suo marito, e chi invece chiedeva appuntamenti. Anche i loro due bambini, Margherita, di 4 anni, e Fabio, di 15 mesi, finirono per risentire di tutto quel trambusto che siera creato attorno al loro papà. Nella zona dove la famiglia abita, a Sampierdarena, molti non credevano al racconto di Zanfretta e lo definivano "un visionario".
                            L'impronta lasciata dall'Ufo sul prato ghiacciato

... "Mercoledi 6 dicembre 1978, verso le 23,30", ha raccontato il metronotte, "mi sono recato a Marzano per il solito giro di ispezione. Arrivato nei pressi della villa "Casa Nostra" la mia auto si è improvvisamente fermata con l'impianto elettrico fuori uso. A distanza ho visto allora quattro luci che si muovevano nel prato circostante la villa. Subito ho pensato a dei ladri e ho provato a chiamare via radio la centrale per avvertire, ma anche la radio si era misteriosamente ammutolita. Lì per lì ho pensato ad un guasto e non ci ho fatto caso. Sono sceso dalla macchina e, pistola in mano, mi sono diretto verso la villa. Nell'altra mano avevo la mia pila elettrica, ovviamente spenta. Tutto quello che pensavo in quel momento era di prendere i ladri, non si ha tempo per aver paura o cose del genere. Vicino alla villa ho visto che il cancello era aperto e la porta spalancata. Allora sono entrato e mi sono avvicinato al muro per poi saltare fuori e arrestare i ladri.

ALTO TRE METRI

                       Ricostruzione grafica effettuata secondo il resoconto di Zanfretta

"Proprio allora mi sono sentito spingere e mi sono voltato di botto con la pistola spianata e la luce accesa. Lì, a pochi centimetri da me, ho visto qualcosa che mi ha fatto accapponare la pelle. Era un essere mostruoso, spaventoso e molto alto. Per vederlo in viso ho dovuto alzare la pila e ho calcolato che non poteva essere meno di tre metri. Lo spavento è stato tanto che la pila mi è caduta dalle mani. L'ho raccolta e sono fuggito. Correndo, ho avvertito improvvisamente una luce enorme alle mie spalle. Mi sono voltato e sono rimasto come abbagliato da un velivolo di forma triangolare, ma molto appiattito, che si alzava da dietro la villa con un sibilo. Era molto luminoso e più grande della stessa casa; la luce era tanta che ho dovuto ripararmi gli occhi con il braccio. Si è anche sviluppato un forte calore tutto intorno".
Da questo momento in poi la narrazione di Zanfretta si fa confusa e lacunosa. Non ricorda molto bene. Tutto quello che sa è che ha richiamato la centrale via radio e questa volta qualcuno gli ha risposto. Poi nebbia assoluta. Da notare che, in quello stesso istante, alcune persone abitanti nella vicina Torriglia vedevano un forte bagliore in direzione della villa "Casa Nostra".

                   I colleghi di Zanfretta (da sinistra) Mascia, Delle Piane e Travenzoli

La prima chiamata, ricorda Carlo Toccalino, il centralinista della "Val Bisagno" che quella notte era di turno, "l'ho ricevuta soltanto verso mezzanotte e un quarto. Zanfretta urlava e diceva continuamente: "Mamma mia quanto è brutto". Io allora gli ho chiesto se lo stavano aggredendo e lui, di rimando: "No, non sono uomini, non sono uomini". A questo punto la comunicazione si è interrotta e io ho subito avvertito il tenente Giovanni Cassiba".
"In effetti non sapevamo né dove Zanfretta si trovasse, né cosa fosse successo", spiega il tenente. "Subito ho dato ordine alla pattuglia delle guardie Luria e Mascia di mettersi sulle tracce di Zanfretta, ma lo hanno trovato soltanto all'1,15 sdraiato per terra nel prato antistante la villa. Quando li ha visti è saltato su con la pistola in una mano e la pila accesa nell'altra; non li conosceva e aveva gli occhi fuori dalle orbite. Gli hanno detto di abbassare la pistola ma lui non sembrava nemmeno capire. Alla fine hanno dovuto saltargli addosso e disarmarlo. Quello che è strano è che aveva gli abiti caldi nonostante il freddo pungente che c'è da quelle parti. Inoltre sia il cancello sia la porta della villa erano regolarmente chiusi. Ben visibili i segni dell'atterraggio dell'UFO".
Gli stessi carabinieri nutrono pochi dubbi sul fatto che un qualche oggetto volante si sia posato. Né mettono in dubbio le parole di Zanfretta. "Conosco Zanfretta da molti anni" afferma il brigadiere Antonio Nucchi, comandante della stazione di Torriglia "e ritengo di poter affermare con sicurezza che è un tipo deciso e senza strane fantasie per la testa. Quando abbiamo effettuato il sopralluogo, di giorno, lui quasi non voleva venire, tanto era spaventato. Soltanto qualcosa di eccezionale poteva mettergli addosso un timore simile. In ogni modo io ho ricevuto segnalazioni di UFO anche da altre persone che quella notte ne hanno visto uno dirigersi proprio su quella zona. Tutti tacciono fino a quando il caso non esplode, poi però si fanno coraggio e parlano. Non mi stupirei, quindi, che le cose fossero andate più o meno come le ha descritte Zanfretta".

QUATTRO LUCI

                            Il brigadiere dei Carabinieri Antonio Nucchi

Questi, dunque, i precedenti della seduta ipnotica che Zanfretta ha voluto, stanco di essere preso per bugiardo da gente che si ostina a non credere al suo racconto. L'esperimento di ipnosi si è svolto il 23 dicembre in via San Sebastiano, a Genova, nello studio del dottor Moretti, al quale Zanfretta si è presentato accompagnato dal suo tenente, Giovanni Cassiba, Erano presenti anche, in veste di testimoni, Angelo Massa, psicoterapista e assistente del dottor Moretti, Giorgio Cesari, studioso di ipnologia, e Luciano Boccone, del "Gruppo di ricerche clipeologiche ed ufologiche" di Arenzano.
Nel corso della seduta è emerso che, dopo avere visto l'extraterrestre, Zanfretta non sarebbe fuggito, come lui crede di aver fatto, bensì sarebbe stato rapito e trasportato in un locale caldissimo dove lo avrebbero interrogato. Ciò spiegherebbe come mai i suoi abiti erano tanto caldi quando fu trovato, e come mai intercorse mezz'ora di tempo da quando egli lasciò la macchina la prima volta a quando vi ritornò per chiamare la centrale.

Quella che segue è la fedele registrazione della seduta ipnotica.

   Il Dr. Mauro Moretti, il Dr. Angelo Massa e Pier Fortunato Zanfretta disteso sul lettino 

Dottor Moretti: "Ora, davanti ai suoi occhi, c'è un grande quadrante d'orologio, un grande orologio bianco con le lancette nere. Però questo grande orologio ha una particolarità: non va avanti, bensì va indietro. Le lancette scorrono all'indietro e noi torniamo indietro nel tempo. Trascorrono indietro i minuti, trascorrono indietro le ore, trascorrono indietro i giorni e io e lei torniamo indietro nel tempo. Sempre più indietro, sempre più indietro, sempre più indietro. Ora lei è circondato da una nebbia, una nebbia densa e lei non vede nulla perché la nebbia è il tempo che lei sta oltrepassando all'indietro. Ora noi ci troviamo al giorno 6 di dicembre, è un mercoledì, mercoledì 6 dicembre. La nebbia si dirada. è notte, sono le 23 passate, lei sta facendo il suo lavoro, si trova a Marzano di Torriglia, sta facendo il suo giro di perlustrazione. è buio e freddo. Ora ci troviamo vicino ad una villa, questa villa si chiama "Casa Nostra". Ora io voglio che lei, pur restando nel sonno più profondo, parli. Voglio che mi racconti tranquillamente, perché io sono vicino a lei, tutto quello che lei vede. Parli forte, in modo che io la possa sentire bene. Io vedo un cancelletto, un cancelletto bianco. Mi sembra aperto, vero?".
Zanfretta, disteso sul lettino nella penombra della stanza, comincia a dare segno di vita e sussurra un "sì" sottovoce. Il dottor Moretti, in piedi dinanzi a lui, continua, con voce suadente, a interrogarlo.
Dottor Moretti: "Che cosa c'è nel prato dietro il cancello?"
Zanfretta: "Quattro luci".

“SIETE MOSTRI!”

Dottor Moretti: "Saranno dei ladri? Non ha paura, vero?".
Zanfretta:"No".
Dottor Moretti: "Mi racconti, cosa vede?".
Zanfretta: "Canguro dalla 68, Canguro dalla 68... le luci della macchina, come mai? Le luci della macchina si sono spente". (Evidentemente ora il metronotte sta tentando di chiamare la centrale con le parole convenzionali).
Dottor Moretti: "Parli più forte, se no non la sentono".
Zanfretta: "Ma non mi sentono. Canguro, mi porto dentro la villa, ci sono dei ladri".
Zanfretta ora comincia ad ansimare profondamente, il suo petto va su e giù ritmicamente, le sue mani tremano.
Zanfretta: "Chi c'è? Che succede? Mamma... ".
Dottor Moretti: "Cosa c'è? Mi racconti. Io sono qui con lei e non può accaderle nulla. Mi racconti cosa vede".
Zanfretta: "Madonna... Perché dovrei venire con voi? Cosa volete farmi? Cosa sono tutte quelle luci? Non voglio. Voi non siete esseri umani. Via! Cosa mi mettete sulla testa? Via! Non voglio... Lasciatemi stare...".
Tratteggiata si vede una delle orme trovate sul posto del secondo incontro. Accanto c'è la scarpa numero 43 del brigadiere Nucchi. Appare chiaro che il metronotte sta parlando di particolari che gli sono ignoti allo stato cosciente. Sta dicendo in sostanza di essere stato prelevato e portato in un luogo luminoso e caldo dove lo hanno interrogato ed esaminato.
Zanfretta: "Non voglio che tornate. Non posso dirlo? Sì... farò come voi volete... Datemi una prova... Non mi crederanno... Quante luci... Via! Via! Via quel coso dalla testa. Aspetterò che tornate... Che caldo. Via quel coso dalla testa... Via. Siete dei mostri... Voglio andare a casa. La mia pila".
Finalmente il metronotte è scappato, o lo hanno lasciato libero. Correndo, si ferma e vede una gran luce alzarsi da dietro la casa, poi arriva in macchina e richiama la centrale via radio.
Zanfretta: " Cos'è tutta quella luce? Com'è grande. Mi dà fastidio. Canguro dalla 68... Canguro... Non sono uomini... Non sono uomini".
Ora Zanfretta ritorna a parlare con qualcuno e dice: "Volete che torni alla villa? Va bene... sì".
Poi c'è l'incontro con i suoi colleghi. Zanfretta rivive quei momenti e dice le cose che gli sono state dette là, nel prato vicino alla villa dove è stato ritrovato. "Metti giù la pistola, pensa ai bambini", gli dice uno. "Dài, piantala", insiste l'altro. Poi lo prendono, lo schiafieggiano, e lo portano via ancora intontito mentre continua a ripetere: "Li ho visti, li ho visti".
Dottor Moretti: "Ora voglio che lei mi descriva bene questi esseri che ha visto. Dice che non sono uomini come noi. Li descriva".
Zanfretta: "Sono verdi, occhi gialli a triangolo, con degli spinoni, hanno la carne verde e la pelle piena di rughe come se fossero vecchi, hanno una bocca con qualcosa che sembra ferro, hanno delle vene rosse sulla testa, le orecchie a punta, braccia con delle unghie... con delle cose rotonde...Vengono dalla terza galassia".
Dottor Moretti: "Prima ha detto che hanno lasciato un messaggio, se lo ricorda?".
Zanfretta: "Vogliono parlare e dicono che torneranno presto e numerosi".
Dottor Moretti: "In che modo comunicate? Parlano la nostra lingua?".
Zanfretta: " No. Traducono... con l'apparecchio luminoso".

NUOVO ALLARME
lo spiazzo dove è avvenuto il secondo incontro di Zanfretta con presunti alieni in Località Rossi




L' orma gigante rinvenuta nello spiazzo della salita a Rossi, notare la differenza con la scarpa del Brigadiere Nucchi di Tg. 43. Sembra quasi la forma di uno scarpone da "astronauta" (ndr) "queste orme risultano lunghe 50 centimetri e larghe circa 20. La profondità è di 3 centimetri".




CURIOSITA': questo è lo scarpone usato per le escursioni delle missioni Apollo sulla superficie lunare



 le foto sopra: lo spiazzo dove sono state rinvenute anche le orme "ciclopiche", come è oggi. La parte asfaltata arriva fino al ciglio della strada, ma sostanzialmente queste zone sono rimaste immutate anche a distanza di quarant'anni. Pochissime abitazioni sparpagliate qua e là...e fitta vegetazione boscosa...


        il sentiero sempre in Località Rossi dove è stato ritrovato Zanfretta la seconda volta


 Il Dr. Pattera indica le caratteristiche della particolare e fitta vegetazione presente in Loc. Rossi



  Sopra: altre due vedute del sentiero boscoso di Rossi e la valle sottostante dove si sarebbe abbassato nascondendosi, l'oggetto volante non identificato, visto anche dai colleghi di Piero Zanfretta. 

"Quando il dottor Moretti lo ha risvegliato, Zanfretta non ricordava più niente e sosteneva di essere rimasto su quel lettino per meno di tre minuti, In effetti lo stato di ipnosi controllato in tutte le sue fasi dal medico; è durato per oltre mezz'ora. Il metronotte non sapeva nulla di quanto era rimasto nella registrazione.
Tra i testimoni quello forse più impressionato era il tenente Cassiba. "Io a Marzano non ce lo vorrei più mandare", diceva "Ho paura".
Quasi a conferma dei timori del tenente Cassiba, nella notte tra mercoledì 27 e giovedì 28 dicembre, a 21 giorni esatti dal primo "incontro", l'allarme e scattato nuovamente nella sala operativa della "VaI Bisagno". Zanfretta aveva preso servizio alle 22,05 e viaggiava a bordo di una Fiat 127 diretto come al solito verso Torriglia.
Alle 23,46 esatte il centralinista di turno, Attilio Mazza, ha ricevuto dalla Beta 68 (sigla di Zanfretta) una concitata chiamata di soccorso. "Sono avvolto da una fitta nebbia e non vedo più nulla", urla Zanfretta nella radio, "la macchina sta andando da sola e acquista velocità. Non so cosa fare".
In quel momento il metronotte si trova all'uscita della galleria della Scoffera. Alle 23,50, quattro minuti dopo, Zanfretta chiama un'altra volta. La voce, dirà in seguito Mazza, sembra più calma e quasi obbediente. "La macchina si è fermata. Vedo una gran luce, Ora esco".
A questo punto viene dato l'allarme. Mazza avverte la Beta 29 del brigadiere Emanuele Travenzoli e la Beta 70 del metronotte Raimondo Mascia, che si mettono alla ricerca di Zanfretta. Il centralinista chiama anche la Eco 15 del tenente Cassiba. Questi, unitamente al dottor Tutti, direttore della "VaI Bisagno", si mette a sua volta alla ricerca di Zanfretta.
"La notte era freddissima e pioveva a dirotto", ricorda il tenente Cassiba. "Inoltre dalle parti di Torriglia una fittissima nebbia impediva ogni visibilità, Le ricerche sembravano ad un punto morto quando all'1,09 abbiamo udito un nuovo messaggio radio di Zanfretta: "Non so dove mi trovo, Sono vicino ad una grande luce, Ho paura, venite".
Servendosi della radio, infine il brigadiere Travenzoli rintraccia Zanfretta. è l'1,25. La Beta 68 si trova ferma su un sentiero di montagna a 800 metri di altezza e a 4 chilometri dal più vicino centro abitato, Ma quando Zanfretta vede i fari della macchina del collega, non capisce più niente. "Sembrava un gatto selvatico braccato", dice Travenzoli. E in effetti lo deve rincorrere, acchiapparlo e assestargli qualche ceffone per farlo tornare in sé. "Dicono che mi vogliono portar via", dice Zanfretta tremando e piangendo, "cosa ne sarà dei miei bambini? Non voglio, non voglio..".
Misteriosamente, nonostante la fittissima pioggia, Zanfretta ha gli abiti e il viso asciutti. "Dal naso in su", spiega Travenzoli "era caldissimo, le orecchie erano rosso fuoco".

 HA SPARATO?

   Zanfretta al momento del risveglio dall'ipnosi. Accanto a lui, la moglie e il tenente Cassiba

"Di lì a poco arrivano anche gli altri e Zanfretta viene affidato al dottor Tutti e al tenente Cassiba."Era completamente stravolto", ricorda Tutti "sembrava un bambino impaurito".
Intorno all'auto di Zanfretta, sparse qua e là, il metronotte Mascia nota alcune tracce ancora fresche. Sotto la luce delle torce appaiono diverse orme di grandezza spropositata. Misurate l'indomani dai carabinieri, queste orme risultano lunghe 50 centimetri e larghe circa 20. La profondità è di 3 centimetri. Le sorprese non finiscono qui: il tetto della 127 è tanto caldo che non si può toccare. "All'interno", dice il metronotte Francesco Meligrana, che l'ha riportata indietro a Genova "sembrava di essere in un forno".
                                               la Fiat 127 in dotazione a Zanfretta

Di questo nuovo episodio sono stati informati sia i carabinieri sia la questura di Genova, che stanno tutt’ora indagando sulla vicenda. Un particolare strano è che dalla rivoltella di Zanfretta risultano essere stati sparati cinque colpi su sei. Contro chi? Per il momento il campo è aperto soltanto alle supposizioni. Zanfretta, che ora non ricorda più nulla, è stato sottoposto a una completa visita medica da uno specialista genovese che gli ha riscontrato "ipertensione nervosa da forte choc emotivo". Per adesso i dirigenti della "Val Bisagno" gli hanno dato qualche giorno di riposo, perché si rimetta...”

RINGRAZIO L’AMICO RINO DI STEFANO PER L’AUTORIZZAZIONE ALLA PUBBLICAZIONE SIA DEL TESTO ORIGINALE CHE DELLE FOTOGRAFIE.

Da:

(Le foto in bianco e nero originali sul caso Zanfretta sono state scattate dal fotoreporter Luciano Zeggio)

(le odierne foto a colori sono state scattate da Cristiana Chierici e Marco La Rosa)

Sito Web del Centro di Ipnosi Medica e Medicina Psicosomatica di Genova
Video correlati:

"NON SIETE ESSERI UMANI..." - Filmato dell'ipnosi regressiva sostenuta da Zanfretta (1979)
Sceneggiato-documentario "UFO a Genova? Gli incontri ravvicinati di Piero Zanfretta" della serie "COME SIAMO" (RAI, 1984)
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Torriglia studia il mistero di UFO tra biologia, astrofisica e psicologia
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Il caso Zanfretta torna il 3 Maggio 2012 a "Mistero" su Italia1
TORRIGLIA UFO CONVENTION 2012 - 1° Meeting Nazionale di Ufologia il 15 e il 16 Settembre 2012 a Torriglia (GE)
Il 3 Gennaio 2013 su Sky (Canale 403) il National Geographic mostra al mondo gli UFO di Torriglia
Il National Geographic scopre gli UFO di Torriglia
Gli UFO in Val Trebbia Mercoledì 23 Gennaio 2013 a "Mistero" su Italia1
TORRIGLIA UFO CONVENTION 2013 - 2° Meeting Nazionale di Ufologia “UFO e Scienza, realtà a confronto” il 14 e il 15 Settembre 2013 a Torriglia (GE)
Incontro ravvicinato
TORRIGLIA UFO CONVENTION 2014 - 3° Meeting Nazionale di Ufologia “UFO: dai complotti alle ammissioni” il 13 e il 14 Settembre 2014 a Torriglia (GE)
TORRIGLIA UFO CONVENTION 2015 - 4° Meeting Nazionale di Ufologia “UFO e Nuovo ordine Mondiale: la strategia occulta del potere” il 12 e il 13 Settembre 2015 a Torriglia (GE)
Pagina Facebook Ufficiale de Il Caso Zanfretta





3 commenti:

Unknown ha detto...

EGREGIO SIG LA ROSA LE RICORDO CHE LA VITTIMA SONO IO PURTROPPO TUTTI SANNO TUTTO DI ME MA NESSUNO SA NULLA DELLA REALTA' VISSUTA TUTTI DICONO CHE IO SIA MATTO MA NON E COSI FINCHE SERVIVO
ANDAVA TUTTO BENE MA ORA NON SERVO PIU E BELLO ANDARE SUI POSTI PARLARE DI ME MA NON E BELLO GIRARE LE SPALLE A ME ANCHE SE NON MI CREDONO PERO' SI DIVERTONO AD ANDARE SUI POSTI MA SE LA PORTASSI IO DENTRO LA LUCE RIMMARREBBE A BOCCA APERTA TUTTO A SUO TEMPO E QUANDO ACCADRA' TANTE PERSONO CHE SONO STATE AMICHE PER INTERESSE SARANNO LULTIMA RUOTA DEL CARRO TROPPA GENTE A MANGIATO ALLE MIE SPALLE A BREVE ACCADRA UNA COSA IMPORTANTE E COME DICO VEDRA' CHI VIVRA' PS TANTI CADRANNO AL MOMENTO GIUSTO AMICI CHE FURONO E NON AMICI DI OGGI LA SALUTO SCUSI PER IL DISTURBO MA HO VISTO ORA LE FOTO DEL 2016 PFZ

Marco La Rosa ha detto...

Gentile Piero,
ho avuto modo di ascoltare la tua testimonianza molte volte. Questo post non vuole essere minimamente la celebrazione di una semplice o banale gita turistica. Nelle mie intenzioni era ed è il tentativo di tenere accesa la luce sulla tua sconvolgente vicenda. Sono passati quasi quarant'anni e nonostante ciò personalmente ritengo che nessuno possa deriderti o considerarti un pazzo.
Credo che leggendo in retrospettiva il testo del post, tutto ciò si capisca bene, anzi meglio ! Le fotografie sono semplicemente un supporto alla memoria..."scripta manent" gli scritti rimangono: "Anche se la nostra ragione si rifiuta di prendere in considerazione fatti che non rientrano nei canoni scientifici che conosciamo, non si possono ignorare episodi che accadono concretamente nel nostro mondo solo perché non rientrano nei parametri della scienza ufficiale. Non possiamo chiudere gli occhi davanti ad un fenomeno che coinvolge decine o centinaia di testimoni liquidandolo semplicemente con un «Non può essere» e dando del pazzo a coloro che ne sono rimasti coinvolti loro malgrado. Perchè questo è proprio quello che è successo con il caso Zanfretta..." e queste, caro Piero sono le parole che Rino Di Stefano scrisse molto tempo fa, ma ti garantisco che le sostiene con forza e determinazione ancora oggi.

Un caro saluto

Marco

Emanuel S. ha detto...

Buonasera, io le credo e grazie di tutto quello che sei riuscito a ricordarti! Mi spiace molto per la sua avventura molto spaventosa...