venerdì 16 febbraio 2018

LA NUOVA FRONTIERA DEI MICROCHIP RETINALI


Impiantato microchip sotto la retina contro la cecità, prima volta in Italia

Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa (ENEA)

E' un microchip di circa 3 millimetri e 1.600 sensoried è in grado di restituire una visione indipendente,senza la necessità di supporti esterni come telecamere o occhiali. Un vero e proprio modello di retina artificiale, impiantato all'ospedale San Raffaele di Milano" per la prima volta in Italia", fanno sapere dalla struttura del gruppo ospedaliero San Donato. La protesi sottoretinica hi-tech è stata utilizzata su una donna non vedente che ora "sta bene ed è stata dimessa dall'ospedale", dopo il delicato intervento durato quasi 11 ore, condotto da un'équipe di specialisti in chirurgia vitreo - retinica e oftalmo - plastica dell'Unità di Oculistica, diretta da Francesco Maria Bandello. L'operazione è stata interamente finanziata da Banca Mediolanum.


Ora la paziente attende l'accensione del microchip che stimolerà gradualmente la retina, consentendole di 'imparare' nuovamente a vedere. Il microchip, denominato Alpha Ams e prodotto dalla compagnia tedesca Retina Implant è stato pensato per persone che hanno perso la vista durante l'età adulta a causa di gravi malattie genetiche della retina, come la retinite pigmentosa. Il dispositivo può ripristinare la percezione della luce e delle sagome di alcuni oggetti e persone circostanti. Si tratta, spiegano gli esperti, "del sistema di visione artificiale più evoluto al mondo". Il funzionamento si basa sulla sostituzione dei fotorecettori della retina, cioè le cellule specializzate (i coni e bastoncelli) deputate a tradurre la luce in segnali bioelettrici che arrivano al cervello attraverso il nervo ottico. I fotorecettori ormai non più funzionanti vengono sostituiti da un fotodiodo, un microscopico apparato elettronico in grado di trasformare la luce in uno stimolo elettrico. Il microchip viene inserito al di sotto della retina, in corrispondenza della macula, in modo da stimolare il circuito nervoso che naturalmente collega l'occhio al cervello: in questo modo si sostituisce all'attività delle cellule non più in grado di fare il loro lavoro. L'équipe di camici verdi - diretta da Marco Codenotti, responsabile del servizio di Chirurgia vitreo-retinica dell'Irccs di via Olgettina, coadiuvato per la parte extraoculare da Antonio Giordano Resti, responsabile del servizio di Chirurgia oftalmo-plastica dello stesso ospedale - ha eseguito l'intervento il 20 gennaio. La paziente ha 50 anni e soffre fin da giovane di retinite pigmentosa, malattia genetica che provoca la graduale riduzione della vista. I primi sintomi sono iniziati durante l'adolescenza e in seguito la visione si è gradualmente ridotta fino a esaurirsi totalmente. Oltre al microchip che è stato inserito al di sotto della retina, è stato posizionato dietro all'orecchio - sotto la pelle nella regione retroauricolare - un circuito di collegamento che lo unisce all'amplificatore del segnale elettrico. Per Codenotti si può parlare di "un vero e proprio 'occhio bionico', perché il dispositivo è appunto all'interno dell'occhio e non ha bisogno di ausili esterni". Finora questo nuovo modello di protesi sottoretinica (Alpha Ams) è stato impiantato in pochissimi pazienti ed esclusivamente in 2 centri europei. Ora la prima italiana. "L'intervento - confida Codenotti - è stato il più complicato che abbia mai eseguito. Ogni passo è fondamentale e delicato e la riuscita dell'intervento può essere compromessa da un momento all'altro. L'aver visto il microchip posizionato correttamente è stato per me un sogno realizzato, una grandissima emozione". Adesso, continua lo specialista, "ci aspettiamo una stimolazione retinica che gradualmente potrà portare la paziente a reimparare a vedere, muovendo i propri occhi".Per l'ingegnere Elena Bottinelli, amministratore delegato del San Raffaele, l'intervento "conferma la vocazione dell'ospedale e di tutto il gruppo ospedaliero San Donato ad adottare le soluzioni più innovative per i propri pazienti. Grazie a Banca Mediolanum e all'esperienza della nostra oculistica, è stato possibile raggiungere questo importante risultato, sperimentando una nuova tecnologia. Un passo avanti importante per i pazienti affetti da queste gravi patologie".Banca Mediolanum, afferma l'amministratore delegato Massimo Doris, "ha deciso di finanziare interamente il primo impianto italiano di microchip sottoretinico, considerato il più evoluto sistema di visione artificiale al mondo. Un progetto pionieristico che apre una nuova strada nella chirurgia vitreoretinica e soprattutto accende una speranza nelle persone affette da malattie genetiche ereditarie, come la retinite pigmentosa. Poter essere al fianco di una realtà di eccellenza in campo medico e scientifico, quale l'Irccs ospedale San Raffaele, non vuol dire solo aver dato un sostegno economico, ma essere stato un tassello di un progetto innovativo che mi auguro possa coinvolgere numerosi altri finanziatori che intendano seguire il nostro esempio".

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