del Dr. Giuseppe Di
Bella
La classe medica non ha
gradito l’ultimo "diktat" dei politici, che col consueto disprezzo
della dignità e libertà del medico, stanno imponendo scelte diagnostiche
autoritarie e arbitrarie penalizzando
con gravi sanzioni il medico insubordinato. Da decenni i burattini politici
delle multinazionali si sono
arbitrariamente interposti tra medico e paziente gestendo
interamente tutti i settori della sanità, con criteri clientelari e nel
rispettoso e zelante ossequio solo
degli interessi delle multinazionali del farmaco, mai dei disprezzati sudditi italiani. Già nel
1996, questi onesti e disinteressati
servitori del popolo italiano, avevano
realizzato una dittatura
terapeutica eliminando completamente
la libertà del medico di prescrivere secondo scienza e coscienza,
applicando in ogni singolo caso le relative evidenze scientifiche reperibili in
letteratura, ricercando il miglior rapporto tra efficacia e tollerabilità di
ogni farmaco, impiegato in base all’esperienza professionale propria e dei
colleghi. Solo ed unicamente grazie alle ricerche e ai documentati risultati
clinici del Prof Luigi di Bella, nel
1997, l’opinione pubblica
prese coscienza della gravità e
del pericolo per la salute e la vita di una sanità autoritaria, tirannicamente
gestita da una classe politica corrotta. Grazie al movimento di opinione creato
dal Prof Di Bella, sotto la pressione dell'opinione pubblica, nel 1998 fu
formulata e applicata la disposizione di legge, la cosiddetta “legge Di Bella”
(articolo 3, comma 2 D.L. n. 17 del 23 febbraio 98, conv. con modificazioni,
dalla legge 8 aprile 1998, n. 94), che ridava dignità e libertà al medico
consentendogli di prescrivere al di
fuori dei vincoli burocratici ministeriali secondo scienza e coscienza, in base
alle evidenze scientifiche, allora, come oggi, in gran parte disattese dal
prontuario Ministeriale. Dopo aver grossolanamente falsificato la
sperimentazione del 98 sul Metodo Di Bella, come ampiamente documentato, e aver
fatto instancabile e continua opera di disinformazione sul Metodo Di Bella,
solo nel 2007, nella completa indifferenza della classe medica, restaurarono la
dittatura terapeutica. Prodi, con la
Finanziaria 2007 (al comma 796, lettera Z), abrogò la disposizione di legge
introdotta sotto la pressione dell'opinione pubblica nel 1998, la cosiddetta
“legge Di Bella” (articolo 3, comma 2 D.L. n. 17 del 23 febbraio 98, conv. con
modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94), che aveva consentito ai medici di prescrivere al di fuori dei
vincoli burocratici ministeriali secondo scienza e coscienza. Vi fu un
precedente significativo: nel 1996 la CUF (commissione unica del farmaco, oggi
AIFA) presieduta pro tempore dal Prof Silvio Garattini, bloccò la distribuzione
in farmacia della melatonina. Il governo di allora, accogliendo la richiesta
del farmacologo, con il decreto 161 del 25 marzo, stabilì condanne penali per i
medici che l’avessero prescritta. Il prodotto è sempre stato da banco, venduto
sugli scaffali dei supermercati, conosciuto in passato perché permetteva di
risolvere i problemi da jet lag. La
Corte Costituzionale, accogliendo il ricorso dei pazienti, dichiarò poi incostituzionale il decreto. Oggi sulla
Melatonina, nel massimo motore di ricerca scientifico, il National
Library of Medicine, http://www.pubmed.gov, si reperiscono oltre 21.000
pubblicazioni e la documentazione del suo ruolo rilevante, fondamentale, in
assenza totale di tossicità, sia nel cancro, che nelle malattie degenerative, e
sulle maggiori reazioni e funzioni vitali. Il Prof. Di Bella malgrado il
decreto ministeriale non solo continuò a prescrivere la Melatonina ma, in calce
alla ricetta, siglava che il Ministero con decreto ne vietava l’uso, esempio e
monito ad una classe medica che ha aspettato
di perdere l’ultima traccia di indipendenza libertà e dignità prima di
reagire.
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