GIAPPONE: UN TUMULO FUNERARIO A FORMA DI
PIRAMIDE ALIMENTA IL MISTERO DI ASUKA
da: http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/08/18/lincredibile-scoperta-di-una-tomba-a-forma-di-piramide-in-giappone-alimenta-il-mistero-di-asuka/
Un team di archeologi giapponesi
ha scoperto nel villaggio di Asuka, nella prefettura di Nara, un grande tumulo
che contiene una rarissima tomba a forma di piramide. La datazione preliminare
colloca la tomba intorno al 6° secolo. La scoperta va ad aggiungersi al mistero
di Asuka, luogo nel quale sono state scoperte megaliti di granito dalle forme
insolite, come la Nave di Roccia si Masuda.
L’Asahi Shimbun riporta
l’incredibile scoperta di un gruppo di archeologi giapponesi nei pressi di
Asuka, prefettura di Nara: un tumulo con all’interno una tomba a forma di
piramide.
Secondo i ricercatori, la tomba
risalirebbe al 6° secolo d.C. e un tempo conservava i resti del potente capo
clan Soga no Iname, un leader della dinastia Yamato che morì nel 570 d.C. A lui
si devono i grandi progressi culturali e tecnologici del Giappone.
Scavi precedenti presso il sito
avevano chiarito ben poco la struttura della tomba, ma i ricercatori del Kansai
Archaeological Research Institute sono riusciti a portare alla luce i gradoni
esterni di quella che sembra una vera e propria piramide.
“I ricercatori hanno
controllato per capire se ci sono tombe con una struttura analoga in Giappone,
ma non c’è nulla di simile”, ha detto un funzionario comunale di Asuka al Wall
Street Journal. “La tomba è unica”.
La tomba a forma di piramide è
stata sepolta sotto un tumulo di terra alto 7 metri e largo 40 metri. Strutture
simili sono state ritrovate nell’antico regno di Koguryo (1° secolo a.C. – 7°
secolo d.C.), un regno della Manciuria che si espandeva dal nordest della Cina
fino alla parte settentrionale della penisola coreana. In base all’altezza del
tumulo, i ricercatori stimano che la tomba sia composta di sette o otto strati
di pietra.
Il territorio di Asuka è una terra
ricca di interesse storico e affonda le sue origini nel periodo della storia
giapponese definito Jidai Kofun (250-552 d.C.), caratterizzato dalla
realizzazione di numerosi tumuli funerari, ma la piramide a gradoni scoperta di
recente è decisamente diversa da quelli già trovati.
La zona è conosciuta anche per i
suoi numerosi templi buddisti, santuari e statue, ma ci sono anche dei
monumenti di pietra sulle colline circostanti che non si adattano allo stile della scultura
buddista e che nessuno sembra sapere che li abbia realizzati, o quando. Il più
grande ed enigmatico dei monoliti di Asuka è certamente quello denominato
Masuda no Iwafune (La Nave di Roccis di Masuda), lungo 11 m, largo 7 m, ed alto
circa 5 m, pesa quasi 800 tonnellate ed è completamente scolpito nel granito.
La parte superiore della scultura
risulta completamente appiattita, su cui insistono due cavità quadrate ampie un
metro con una lastra di pietra ad esse parallela. Alla base del megalite vi
sono delle rientranze a forma di reticoli che alcuni ritengono essere correlate
al processo utilizzato dai costruttori per appiattirne i lati. Lo scopo, il
metodo e il periodo di costruzione sono un completo mistero. Tuttavia, sono
state avanzate numerose ipotesi sullo scopo di questa struttura unica e
insolita.
Una di esse viene proprio dal
nome della roccia stessa, Nave di Roccia di Masuda. Si ritiene che la pietra
sia stata scolpita in commemorazione della costruzione del lago di Masuda, uno
specchio d’acqua che una volta si trovava nelle vicinanze e che poi è stato
prosciugato diventando parte della città di Kashiwara.
Altri storici, invece,
suggeriscono che la roccia sia parte di una tomba progettata per i membri della
famiglia reale. Tuttavia, questo non spiega le caratteristiche insolite della
costruzione, né mai sono stati trovati corpi o oggetti nelle vicinanze del
megalite. Forse, dicono gli studiosi, si tratta di una tomba incompiuta. Sebbene
sia attualmente integrato nel santuario dedicato al dio shintoista Oshiko
Jinja, nessuno sa quando sia stato costruito e soprattutto perché. Una delle poche
conclusioni condivise è che l’intera regione su cui insistono gli enigmatici
megaliti deve essere molto più antica dell’epoca Jidai Kofun, data la grande
quantità di pietre scolpite presenti nell’area, e comunque, anche in questo
caso, non c’è nessuna prova definitiva che possa confermare questa prospettiva.
Alla fine, la vera origine e lo
scopo di queste enigmatiche sculture del Giappone antico rimangono avvolte dal
mistero e, forse, perduti per sempre nelle pagine della storia antica del
nostro pianeta.
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