Di che cosa sono capaci le cellule “immortali” trovate per
caso negli anni ’50 del secolo scorso?
Segnalato dal Dr. Giuseppe Cotellessa (ENEA)
Si usa ritenere che il corpo umano sia mortale come
qualsiasi organismo vivente. Studiando
un tumore cancerogeno maligno mezzo secolo fa è stata ritrovata per caso ciò
che è diventata una delle più grandi scoperte scientifiche nel campo delle medicina. E' la linea della coltura cellulare
immortale HeLa, la più famosa ed utilizzata su vasta scala, coltivata in laboratorio
per condurre ricerche mediche e
sperimentazioni.
Perché queste cellule possono essere considerate immortali? In esse è avvenuta “in un modo ancora inspiegato”, una mutazione della
divisione che ha annullato il cosiddetto limite di Hayflick con il
quale avviene un graduale invecchiamento e la morte delle cellule. Prima della
comparsa di HeLa era incredibilmente difficile condurre le ricerche in diversi
campi della biomedicina poiché le colture cellulari morivano precocemente.
Oggi, le cellule HeLa sono utilizzate in tutti i laboratori
del mondo come il più semplice ed efficiente "analogo umano" per
testare una nuova medicina o verificare la reazione a qualsiasi fattore
irritante. Proprio grazie a HeLa è stato testato il vaccino
contro poliomielite ed è stato possibile l'inizio della medicina genetica,
della clonazione, della fecondazione
extracorporea ecc... Senza la casuale, fortuita (?) scoperta di HeLa all'inizio degli anni '50 del secolo scorso la
medicina molto probabilmente, non sarebbe progredita. (?)
Ecco La Storia:
…Nel febbraio del 1951 al Johns Hopkins Hospital di Baltimora fu
ricoverata la trentenne afroamericana Henrietta Lacks. Dopo la biopsia le fu diagnosticato
un cancro del collo dell'utero. La malattia si sviluppò in modo fulmineo e,
nonostante le cure, nell'ottobre dello stesso anno Henrietta morì. Le sue
cellule tumorali, prelevate durante la biopsia, furono inviate per analisi al
Dr. George O. Gey, responsabile del laboratorio per lo studio delle cellule. Fu
proprio lui a notare che le cellule di Henrietta non morivano, ma continuavano
a dividersi senza sosta contravvenendo a
quello che era il normale comportamento cellulare. Gay avviò la ricerca e si rese
conto che le cellule HeLa (acronimo del nome e cognome di Henrietta Lacks) avrebbero
aperto un nuovo fronte di studio dalle prospettive mai viste prima.
In quel periodo nel mondo scoppiò una pandemia di
poliomielite senza precedenti. Il virologo americano Jonas Edward Salk nel
febbraio del 1952 elaborò il primo vaccino contro questa malattia, ma non
poteva somministrarlo ai pazienti senza un riscontro accurato dell’ efficacia.
Ciò richiedeva cellule coltivate su scala industriale. Il tempo stringeva e la
gente moriva. Entrò quindi in scena il Dr. George O. Gey che mise a disposizione
le colture HeLa.
L'unicità delle cellule immortali HeLa consiste nella loro
assoluta adattabilità. Non hanno bisogno per la crescita di una capsula di Petri, ma possono essere
coltivate in grandi vasche con ambiente nutritivo riducendo di molto i costi
per la loro produzione. Così fu attivata la fornitura del materiale biologico
per il vaccino contro poliomielite e fu costituita la Microbiological
Associates che tuttora si occupa delle grandi ricerche e forniture nel campo della
biomedicina . Per contro, di tutto questo, alla famiglia Lacks non fu
corrisposto nemmeno un centesimo. Negli anni '50 negli USA non esisteva ancora
la legge sul consenso del paziente per l'utilizzo del suo materiale biologico. La
società suddetta, ha mantenuto per molti anni il segreto sul nome del
"donatore" delle cellule ma quando il nome di Henrietta Lacks fu reso
di dominio pubblico è iniziata una lunga causa che, soltanto nel nuovo secolo, dopo la decodifica del genoma,
la famiglia Lacks ha parzialmente vinto. Ora l'accesso al genoma è possibile
soltanto dopo aver inoltrato la richiesta al National Institues of Health degli
USA e con il consenso personale dei Lacks.
Anche se le cellule immortali HeLa sono in sostanza
cancerogene, hanno tutte le proprietà delle normali cellule umane. Producono
energia e sono sensibili alle infezioni. Tutto ciò le rende tuttora
straordinariamente diffuse e richieste nella biomedicina ma anche nelle
organizzazioni governative segrete che sperimentano su di esse diversi tipi di
armi biologiche.
Gli scienziati sperano ancora che, grazie a queste cellule,
potranno capire come fermare il processo di invecchiamento e morte delle
stesse, scoprendo finalmente il tanto agognato “elisir di lunga vita”.
LA VERA STORIA EVOLUTIVA DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?
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