A
PROPOSITO DELLA STORIA “MAI RACCONTATA”, PROPONGO UN BEL PEZZO SCRITTO DA YURI LEVERATTO.
LE
EVIDENZE DI UN ANTICO E “SEGRETO” (?) CONTATTO TRA I POPOLI DEL MEDIO ORIENTE E QUELLI DEL
CENTRO SUD-AMERICA.
DIECI
ANNI FA, NEL LONTANO 2003, SCRISSI UN ARTICOLO ISPIRATO PER COSI DIRE, DALLA
MIA PASSIONE (E NON VIZIO) PER I SIGARI CUBANI E IN ONORE DEL PRIMO “HABANOS DAY” ITALIANO.
NE NACQUE
UN PEZZO INTERESSANTE, CHE IL MIO CARO ED INDIMENTICATO AMICO MARCO
BORASCHI, GIRO’ A MIA INSAPUTA A TUTTI I SOCI
DEL CIGAR CLUB ASSOCIATION ITALIA, QUINDI POI, PUBBLICATO SULLE RIVISTE DEL
SETTORE. (PER CHI VOLESSE RILEGGERLO IN
QUESTO BLOG: ANNO 2008 - 3 SETTEMBRE – “SIGARI FARAONICI” : http://marcolarosa.blogspot.it/2008/09/era-una-bella-mattina-luminosa-ma-del.html)
QUELLO
CHE YURI SCRIVE OGGI, AGGIUNGENDO ULTERIORI EVIDENZE, E’ SOSTANZIALMENTE QUELLO CHE GIA’ SI SAPEVA 10-20-30 E PIU’
ANNI FA, MA CHE NATURALMENTE NON TROVEREMO, ANCORA PER MOLTO, SUI LIBRI DI
STORIA.
BUONA
LETTURA.
Marco La Rosa
“ANCORA SUL RITROVAMENTO DI
COCA NELLE MUMMIE EGIZIE”
“Secondo la Storia accademica
non esistettero contatti tra i popoli del Medio Oriente e quelli del Nuovo
Mondo nell'antichità.
Le
evidenze di un antico contatto tra questi due mondi, separati dall'Oceano
Atlantico, sono però tali e tante che, a mio
parere si può parlare di un pre-contatto,
che però non fu ufficializzato e
divulgato alle masse, come durante la spedizione di Cristoforo Colombo, ma
rimase occulto, e solo le elite del tempo poterono avvantaggiarsi di alcuni
segreti, come per esempio l'ubicazione di miniere (vedi il mio articolo sulla
terra di Ofir), e l'utilizzo di alcune piante medicinali.
In alcuni
miei articoli ho analizzato la possibilità che il pre-contatto sia stato
reale, sia studiando alcuni petroglifi (come nel caso della Pedra de Ingà), sia analizzando alcuni manufatti (come nel caso della
Fuente Magna o il Monolito di Pokotia), sia approfondendo alcuni casi
controversi di Storia recente (come nel caso della biblioteca metallica del
Padre Carlo Crespi), sia esaminando antichi sentieri che dalla costa del
Brasile portano nell'interno del continente (come nel caso del cammino del
Peabirù).
C'è, però un'altra prova, molto
importante, che questa volta fu trovata non in America del Sud ma in alcune
mummie egizie.
Come
sappiamo la pianta della coca (erytroxylon coca), è originaria del Sud America e non cresce in nessun altro
ambiente.
Nemmeno
nel Messico tropicale questa pianta attecchisce, tanto che i narcotrafficanti
devono per forza importarla dal Sud America. All'interno della foglia di coca,
vi è un alcaloide, detto cocaina
(da non confondersi con la droga chimica detta anch'essa cocaina).
Conosciamo
l'uso tradizionale e ancestrale che i popoli indigeni del Sud America fanno
della foglia di coca: la masticano e ne ottengono un effetto stimolante e
anestetizzante.
Secondo
la storia accademica questa pianta era sicuramente sconosciuta al di fuori del
Sud America prima del 1492.
Com'è possibile pertanto che siano state trovate tracce
dell'alcaloide cocaina in alcune mummie egizie risalenti ad epoche comprese tra
il 1070 a.C. e il 395 d.C.?
La
scoperta, che fu effettuata dalla scienziata tedesca Svetlana Balabanova nel
1990, ha inderogabilmente provato che nelle mummie egizie presenti nel museo di
Monaco e anche in altre mummie egizie conservate in Sudan, sono presenti tracce
di cocaina e anche di nicotina (tabacco, nome scientifico: nicotiana tabacum).
Sappiamo
che anche il tabacco è una pianta endemica del Sud
America, e pertanto sorge la domanda: come è
possibile tutto ciò?
Per i
resti di nicotina è stata avanzata l'ipotesi che
alcune piante simili al tabacco si coltivassero in Asia e Africa in tempi
antichi, mentre per il caso della coca, non c'è
spiegazione.
L'alcaloide
della cocaina è stato poi trovato in 71
scheletri umani rinvenuti in Nubia, risalenti ad un periodo compreso tra il 600
d.C. e il 1100 d.C.
Può essere questa una prova definitiva del contatto tra i
popoli del Medio Oriente (in questo caso dell'antico Egitto), e quelli del Sud
America?
Gli
scettici hanno portato innumerevoli teorie per sostenere che il ritrovamento
della studiosa Balabanova non debba essere considerato come una prova del
pre-contatto: hanno sostenuto che le mummie furono contaminate, e che le prove
non furono condotte con metodi scientifici, il che non corrisponde alla verità.
Alcuni
hanno sostenuto che le mummie analizzate erano dei falsi, ma anche ciò è stato confutato. La
maggioranza degli scienziati accademici ha però
contestato la scoperta della Balabanova solo per il fatto che un contatto tra
antichi Egizi e popoli del Sud America è per loro impossibile, e
pertanto lo scartano a priori.
A mio
parere i resti dell'alcaloide cocaina, ritrovati nelle mummie egiziane è una delle prove che il continente americano (in questo
caso il Sud America) era conosciuto dai popoli del Medio Oriente, che vi
viaggiavano per intercambiare prodotti con alcuni popoli indigeni.
Certo,
questi viaggi non erano resi pubblici, ma tenuti in segreto.
Le rotte
per raggiungere l'America del Sud erano gelosamente custodite e non venivano
divulgate, ma al contrario queste conoscenze erano riservate a pochi, solo alle
elite del tempo”.
YURI
LEVERATTO
Copyright
2013
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