giovedì 2 febbraio 2012

2012 LO STATO DELL’ARTE NEL FENOMENO “CERCHI NEL GRANO”. Seconda Parte


SECONDA PARTE DI TRE

RIEPILOGO E PREMESSA:

Alla luce delle ultime pubblicazioni sul fenomeno degli agro glifi, l’ago della bilancia, sembra di nuovo orientato verso il “DISBELIEVER” (incredulo - miscredente), quasi ridicolizzando il “BELIEVER” ( chi crede –credente),  e tutti gli studi scientifici di laboratorio, effettuati negli anni.
Questa “stupida” etichettatura, è lo specchio del perenne “infantilismo cerebrale” dell’uomo in continua competizione, divorato da uno spirito scientista aggressivo e fine a se stesso.
Noi, non ci riconosciamo in nessuna delle due categorie sopra menzionate perché aneliamo alla umile cooperazione e alla multidisciplinarità. Non siamo scettici, perché sarebbe solo da “scientisti” relegare un fenomeno ancora “inspiegato” nell’ambito umanissimo delle burle fantasiose; non siamo “credenti” o “creduloni” perché non riconosciamo con certezza, chi o cosa “crea” queste misteriose formazioni, però ci sentiamo “misticamente” attratti da qualcosa che ci “coinvolge” nel profondo. Piuttosto riteniamo sia molto più “affascinante” cercare di scoprire se e quale messaggio è eventualmente celato o non del tutto rivelato.
PERCHE’ QUINDI A TUTT’OGGI,  IL SUDDETTO FENOMENO NON PUO’ ESSERE SPIEGATO COME OPERA DI INGEGNO PURAMENTE E TOTALMENTE UMANO ?
A tal proposito abbiamo girato la domanda a tre studiosi , che hanno soddisfatto appieno, per ora, la nostra mai doma “curiosità”.
Pubblicheremo gli interventi di questi studiosi per tre puntate, anche per permettervi di assimilare bene le ragioni degli interventi di ognuno, che sono esaustivi ed articolati.
BUONA LETTURA.
SECONDO INTERVENTO:

CLAUDIO DALL’AGLIO (Ricercatore del Centro Galileo di Parma, studia il fenomeno da quindici anni ed è autore del libro: “Cerchi nel grano, La Chiave. La scoperta del Mistero” – 2011). 

Rispondo volentieri a questa domanda perché si tratta proprio del motivo per cui gli esperti continuano la ricerca. Quando parlo di esperti mi riferisco a quelle persone che trattano il fenomeno da più di trent’anni.

Per rispondere citerò un episodio emblematico che tutti dovrebbero conoscere e che, dopo averlo letto, non dovrebbero più avere dubbi.   

Il 14 settembre del 1999 alcuni volontari del BLT Research furono chiamati a fare un sopralluogo ad Edmonton in Canada accompagnati dalla geologa Diane Conrad specialista in cristalli. Sul campo era apparsa una formazione composta da un cerchio centrale ed e sei cerchi satellite più piccoli intorno. Dopo aver prelevato diversi campioni di piantine e di terra i tre scoprirono che le spighe e la parte di suolo interessato avevano memorizzato un trauma, in particolare il terreno era molto arido e secco. In seguito, l’analisi sui campioni, fatta a San Diego (California) in un laboratorio specializzato in difrattometria, ha evidenziato che i cristalli di Mica, contenuti nel terreno e sottoposti a calore, avevano subito una modificazione come se fossero stati sottoposti, per diverse ore, ad una temperatura tra i 600 e gli 800 gradi centigradi. Di solito, però, la formazione di un crop circle non dura più di trenta secondi/un minuto!

Quale tecnologia è in grado di scaldare una porzione di terreno ad una temperatura così elevata da fare “accrescere” dei cristalli di Mica, che hanno un punto di fusione superiore ai 1000 gradi centigradi, senza incenerire all’istante l’intero raccolto?

In diversi casi, i testimoni che hanno assistito alla comparsa di un crop circle, hanno parlato di un calore latente una volta raggiunto il luogo interessato dalla piegatura delle spighe. Si è capito, però, di che temperatura si stava parlando quando il fenomeno ha interessato un terreno contenente argilla ricca di cristalli di Mica, la quale ha uno dei componenti base che è il silicio.

Nelle vetrerie industriali il silicio, componente base del vetro, viene fatto fondere ad oltre 1000 gradi centigradi per ottenere un impasto in grado di poter essere lavorato.

Come si può capire da questo caso, un calore molto intenso unito ad una forza intelligente sono i componenti base per la creazione di un pittogramma. Infatti poi, sulla piantine, si trova disciolta la paraffina che riveste il fusto con tutte le conseguenze dovute al calore: allungamento od esplosione dei nodi dovuta all’aumento della pressione interna ed il rinsecchimento delle cariossidi. 

Il caso di Edmonton è uno dei casi chiave nello studio dei crop circles, che ci ha fatto comprendere la complessità del fenomeno che ci troviamo di fronte. Inevitabilmente, quando si conosce questo episodio si esclude la piegatura delle spighe con metodi meccanici e si prova a considerare una tecnologia diversa da quella convenzionale. 

E POSSIBILE SCARICARE LA VERSIONE E-BOOK GRATUITA DEL LIBRO DI CLAUDIO DALL'AGLIO: "CERCHI NEL GRANO, LA CHIAVE" - ALL'INDIRIZZO SOTTOSTANTE.
http://www.galileoparma.it/keybook.html

...fra tre giorni la terza ed ultima parte. 

Nessun commento:

Posta un commento