Credito: ParallelVision, Pixabay, 5651984
Un astrofisico dell’Osservatorio
Sonneberg in Germania che lavora anche nell’ambito dell’iniziativa Breakthrough
Listen, ha tentato di trovare le tracce, nella radiazione cosmica di fondo, di
un eventuale creatore dell’universo ma, nello studio presentato per ora solo su
arXiv, dichiara di non aver trovato alcuna traccia che possa essere
riconducibile ad una entità intelligente. Tutto è nato nel 2005, come spiega
Science alert, quando due fisici proposero che, se l’universo fosse stato
davvero creato da un’entità intelligente, forse si potrebbero intercettare le
sue tracce nella radiazione di fondo dell’universo, tracce diffusesi nel cosmo
insieme alla luce quando fu “liberata” per la prima volta.
Che cos’è la radiazione cosmica
di fondo
La radiazione cosmica a microonde
è considerata come una “reliquia” dell’universo primordiale: è sostanzialmente
una radiazione elettromagnetica omogenea, che si dirama praticamente in ogni
direzione del nostro universo, e il cui picco di emissione è intercettabile nel
campo delle microonde. È considerata la traccia della prima luce rilevabile
nell’universo, traccia rilevabile ancora oggi. Fu scoperta ha casualmente nel
1964 e la sua scoperta è considerata come una delle prove più schiaccianti
della teoria del big bang.
Studio del 2006: potrebbe esserci
un messaggio binario
Secondo i due fisici Anthony Zee
dell’Università della California e Stephen Hsu dell’Università dell’Oregon,
autori del lavoro del 2006, nelle variazioni di temperatura della radiazione di
fondo potrebbe essere presente una sorta di messaggio binario codificato.
L’esistenza di un messaggio del
genere sarebbe la prova dell’esistenza di un essere superiore al cosmo stesso,
probabilmente creatore dell’intero universo. Vorrebbe, inoltre dire, che
l’universo stesso sarebbe stato creato intenzionalmente.
Tale messaggio codificato delle
variazioni di temperatura di questa debole radiazione onnipresente sarebbe
identico per tutti gli osservatori dell’intero universo e per tutto il tempo di
esistenza dello stesso, secondo i due ricercatori.
Nuovo studio: due obiezioni
iniziali
Ora l’astrofisico Michael Hippke
ha tentato proprio di trovare questo codice nascosto ma ha rilevato subito dei
problemi. Innanzitutto la radiazione di fondo si sta raffreddando: iniziò a
propagarsi con una temperatura di 3000° kelvin, oggi ha una temperatura di 2,7°
kelvin. Ciò significa che tra qualche miliardo di anni (molti miliardi, circa
10 duodecilioni di anni, ossia 1040 anni, secondo Hippke) questa stessa
radiazione praticamente non sarà più rilevabile. Inoltre è improbabile che
questa radiazione di fondo appaia sempre allo stesso modo a osservatori diversi
in luoghi diversi dell’universo. Ad esempio noi, dalla Terra, non possiamo
analizzare del tutto questa intera reazione perché la via Lattea crea notevoli
disturbi.
Fluttuazioni di temperatura
trasformate in bit
Anche soprassedendo a questi
fattori chiave, il ricercatore ha comunque analizzato le fluttuazioni di
temperatura della radiazione cosmica di fondo trasformandole in flussi di bit.
In pratica ha assegnato un “1” ai residui di temperatura positivi e uno “0” a
quelli negativi. Ne è risultata una sequenza di “0” e di “1”, una di quelle
sequenze che nell’informatica possono indicare, ad esempio, un testo o
un’immagine oppure semplicemente nulla. Alla fine non trovava alcun messaggio
significativo (anche intercambiando gli “0” con gli “1”) concludendo che non
esiste un messaggio codificato sotto forma di bit nella radiazione cosmica di
fondo.
Risultati non indicano che non
esiste un creatore
Ciò non vuol dire che non esista
un creatore, cosa difficilmente dimostrabile, e neanche che non esista un
messaggio in questa radiazione in quanto potremmo ancora non riuscire a
capirlo. E questi risultati non intaccano neanche la teoria secondo la quale
viviamo in una simulazione, come spiega Hippke nelle conclusioni dello studio.
In ogni caso la radiazione cosmica di fondo resta una delle tracce più
incredibili che abbiamo trovato dell’universo primordiale e probabilmente molte
altre cose avrà da raccontarci in futuro.
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