Alla ricerca del moto perpetuo:
il Santo Graal per molti studiosi
Sin dai tempi antichi l’uomo
subisce l’attrazione del moto perpetuo. Una macchina in grado di funzionare
perfettamente, senza una fonte energetica, cambierebbe tutto. Ma è davvero
possibile realizzare una macchina di questo genere? Secondo le leggi su cui si
fonda la nostra realtà, no.
La realizzazione della macchina a
moto perpetuo ha attirato la curiosità di molti studiosi, diventando un vero e
proprio rompicapo. La tenacia e la creatività sono i motori principali che
hanno spinto l’uomo a tentare di realizzare una macchina di questo tipo,
nonostante i vari fallimenti ottenuti nel corso dei secoli. Infatti, le varie
macchine costruite in grado di soddisfare le condizioni del moto perpetuo hanno
determinato risultati fallimentari, seppur importanti, dimostrando che tale
moto è soltanto un concetto puramente ideale e tale rimarrà. Uno degli esempi
più lampanti è sicuramente Leonardo Da Vinci, che nel tentativo di progettare e
costruire una macchina del genere, ne dimostrò l’impossibilità. Il genio del Da
Vinci, infatti, concluse che è impossibile che il moto perpetuo possa esistere
in natura, anticipando di quasi tre secoli la dimostrazione del principio data
dagli studi sulla termodinamica di James Clerk Maxwell.
Appunti e disegni di Leonardo da Vinci Credits: istock
Il moto perpetuo di prima specie:
Il moto perpetuo di prima specie
implica la violazione del primo principio della termodinamica, che afferma che
l’energia non può essere né creata né distrutta, e, in quanto tale, la somma
della quantità di calore ceduta a un sistema e del lavoro eseguito deve
corrispondere ad un aumento dell’energia interna del sistema stesso. In breve,
si dovrebbe realizzare una macchina in grado di produrre una quantità di
energia superiore a quella consumata, in modo tale da autoalimentarsi. Macchine
che potrebbero funzionare mediante questa modalità, dovrebbero usare magneti
come fonti di energia, ma, seppur siano in grado di mantenere un certo moto per
tempi lunghi, sono comunque destinate a fermarsi perché non possono in alcun
modo estrarre energia gratuita.
Il moto perpetuo di seconda
specie
Il moto perpetuo di seconda
specie, invece, implica la violazione del secondo principio della termodinamica
la quale si fonda su due enunciati: è impossibile realizzare una trasformazione
il cui unico risultato sia quello di assorbire calore da un’unica sorgente e di
trasformarla completamento in lavoro (Lord Kelvin); è impossibile realizzare
una trasformazione il cui unico risultato sia quello di far passare calore da
un corpo freddo a uno caldo (R. Clausius). Entrambi gli enunciati negano la
possibilità di realizzare una macchina a moto perpetuo, in quanto un sistema di
questo genere implicherebbe il trasferimento di energia da un corpo freddo a un
corpo caldo senza spendere lavoro. Una macchina avrebbe quindi un rendimento
pari al 100%, considerato che dovrebbe convertire completamente l’energia
termica, estratta da una determinata sorgente, in energia meccanica.
In conclusione
La ricerca di un moto perpetuo va
sicuramente contro a uno dei due principi della termodinamica, e ciò dovrebbe
già bastarci per affermare non possa esistere concretamente. Nulla nega però
che le ricerche svolte dagli studiosi e dai costruttori siano stati
fondamentali per giungere a tale conclusione. E se uno fra questi studiosi
fosse riuscito in quest’ardua missione, avrebbe senza alcun dubbio cambiato
molti aspetti della fisica classica e sicuramente la vita dell’uomo.
MA GLI STUDI SULLA ZPE (ENERGIA DEL PUNTO ZERO) A CHE PUNTO SONO?
FORSE E' PROPRIO IN QUESTA
DIREZIONE CHE DOVREMMO CONCENTRARE GLI SFORZI PER UN VERO SALTO EVOLUTIVO.
(NDR M.L.R.)
DA:
https://sciencecue.it/ricerca-moto-perpetuo-da-vinci/23170/
https://www.needforscience.com/physics/vacuum-energy-special-case-of-zero-point-energy/
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