LEONARDO DA VINCI, quando anche l’errore è geniale: i 10
meravigliosi errori del Maestro.
Per commemorare i 500 anni dalla morte del Grande Maestro da
Vinci, scegliamo di ricordare i suoi errori più clamorosi e meravigliosi,
perchè “errare è umano”... ma perseverare può essere geniale.
Da:
Quando il padre, Ser Piero, fece vedere i disegni del figlio
al Verrocchio, questi probabilmente gli rispose: “Se lo prendo a bottega? E lo
prendo sì che lo prendo!”. E ma messer Andrea del Verrocchio ne capiva bene d’arte,
alla sua bottega si formarono nomi come Botticelli, Perugino, Ghirlandaio e
tanti altri, oltre, naturalmente, proprio lui, il più grande, eclettico e forse
anche il più bischero di tutti –Leonardo, la mano sinistra del diavolo, come
certe volte lo chiamavano i compagni. Un uomo che non ha mai avuto paura di
confrontarsi con alcuna disciplina, che ha sempre osato andare oltre e che s’è
n’è sempre fregato degli errori. Anzi, li ha spesso cercati – per provocazione,
per sfida, ma anche per metodo e filosofia: “Voi mi considerate un uomo sanza
lettere, ma siete degli stolti perché le mie cose sono date dall'esperienza non
dalle parole”. E questa è la base per il metodo sperimentale che formulerà poi
più compiutamente Galileo Galilei il secolo dopo – l’esperienza, la
sperimentazione, che porta all’errore per definizione, ma proprio in esso v’è
nascosto il segreto del progresso. Vediamo quindi questa classifica virtuale in
ordine cronologico dei principali errori di Leonardo – casuali, spontanei o
cercati e voluti? Che importa? Sono tutti errori stupendi.
1 1- L’Annunciazione - tra il 1472 e il 1475
Annunciazione - Galleria degli Uffizi di Firenze
Gli errori di prospettiva sono abbastanza evidenti: il
braccio destro della Vergine Maria, più lontano e che quindi ci si aspetterebbe
più corto, risulta invece lungo almeno quanto il sinistro e quindi
sproporzionato mentre la parte bassa dei corpi dei due soggetti è più corta
della parta alta. Anche il cipresso che si confonde con l’edificio sembra
troppo piccolo e quindi fa sembrare l’edificio enorme. Il punto però è – e se
Leonardo avesse voluto fare un esperimento di ‘anamorfismo’ prevedendo che il
quadro sarebbre stato esposto in una posizione tale da essere guardato
prevalentemente dal vertice in basso a destra? In quel caso tutto tornerebbe.
Ma è possibile che ad appena vent’anni, ad una delle sue prime commesse
ottenute a bottega dal Verrocchio, Leonardo avesse già l’ardire di sperimentare
una cosa del genere? In alcuni suoi taccuini sono stati trovati appunti anche
sugli adattamenti prospettici in relazione alla collocazione prevista
dell’opera ma si tratta di studi posteriori ed è difficile dire. Piace notare
piuttosto che contrariamente alla tradizione medioevale che aveva sempre voluto
l’annunciazione collocata in un ambiente chiuso, qui viene per la prima volta
scelto un ambiente esterno e grandissima, inconsueta attenzione si concentra
sulla descrizione della natura. Fiori, erba, alberi e paesaggio di sfondo non
sono soggetti secondari. Il messaggio è chiaro – il miracolo dell’incarnazione
del divino è non solo in Maria ma nella natura tutta. Geniale in ogni caso.
2 2 - Le macchine volanti – studi tra il 1483 e il
1486
Ala meccanica, esperimento - Manoscritto B, Parigi, Institut
de France
La vite aerea (elicottero di Leonardo), le ali battenti
meccaniche e il paracadute. Di questi solo l’ultima invenzione avrebbe
funzionato sul serio. La vite aerea avrebbe avuto bisogno di una spinta motore
enorme e sarebbe stata comunque inpossibile da pilotare mentre le ali battenti
non sarebbero mai state azionabili dalla sola forza umana. Leonardo questo lo
sapeva, infatti tutta la sua attenzione era concentrata sul creare dei sistemi
di leve meccaniche capaci di moltiplicare la forza umana per far battere le
ali. L’errore fu non capire il concetto di ‘portanza’. Il deltaplano, realizzato
però solo tre secoli e mezzo dopo, avrebbe fatto al caso suo. Un’ala rigida,
piuttosto di due mobili, capace di sfruttare la differenza di pressione
dell’aria tra la superficie superiore e inferiore. La giusta velocità avrebbe
permesso di spiccare il volo. Era ad un passo, se solo avesse osservato come
volano gli albatros invece dei nibbi, forse ce l’avrebbe fatta. Resta però il
fatto che fu il primo a capire che l’uomo un giorno avrebbe volato e che l’aria
è un fluido comprimibile con il quale saremmo stati in grado di interagire.
3. Il carro armato – progetto del 1485
Carro coperto - disegno e ricostruzione (dal codice Arundel,
British Library di Londra)
“Posso costruire,
poi, carri coperti, sicuri e inattaccabili, i quali col fuoco dei propri
cannoni potranno penetrare tra i nemici senza che questi, per quanto numerosi,
possano attaccarli. Dietro il carro potranno seguire le fanterie, in gran numero,
illese e senza incontrare ostacoli...” questo un estratto del ‘curriculum’ che
spedì a Ludovico il Moro nel 1482. A Leonardo iniziava a stare stretta Firenze
e Milano sembrava una piazza meno legata ai classicismi e più aperta
all’innovazione. Poi andrà a finire che gli starà stretta anche Milano, poi
Mantova, Venezia, Roma. Classico ‘cervello in fuga’ si direbbe oggi. Il
progetto di carro coperto, il carro armato di Leonardo, che presentò a ‘Il
Moro’ però era sbagliato. Le ruote risultavano collegate due a due allo stesso
albero trasmissione in modo errato tanto che il movimento sarebbe stato
contrapposto e il carro non si sarebbe mosso. Però molti studiosi sono pronti a
giurare che quel progetto fosse sbagliato volutamente. Si trattava di ‘segreto
militare’ e quella volta non c’erano le password per difendere i file.
Presentare un progetto con dei particolari volutamente ‘alterati’ era l’unica
garanzia per non far cadere in mani nemiche informazioni sensibili e progetti
pericolosi veramente realizzabili. Quel carro mobile avrebbe avuto comunque dei
limiti di movimento abbastanza evidenti – le ruote fisse ne avrebbero limitato
moltissimo l’utilità. L’idea però era validissima. La guerre mondiali avrebbero
dimostrato l’importanza dei carri armati per le operazioni di terra. 4 secoli
dopo.
4. Monumento equestre a Francesco Sforza – tra il 1482 e il
1493
Studi per la stata equestre (Biblioteca Nacional, Madrid e
Castello di Windsor)
Con la commessa del Duca di Milano per commemorale il padre
andò proprio male. Sarebbe dovuta essere
la più grande statUa equestre al mondo. Non solo, volevano un cavallo rampante
nell’atto di abbattersi sul nemico. Leonardo preparò con minuzia i disegni
immaginando un cavallo perfetto studiando i migliori destrieri dell’epoca ma la
realizzazione materiale dell’opera fu un vero incubo. La pretesa di un’opera
gigantesca da 100 tonnellate di bronzo fece alla fine propendere per un cavallo
al passo piuttosto che rampante dal momento che gestire equilibratura e
baricentro non sembrava realistico. Quanto alla fine il modello in creta fu
pronto ci si rese conto che le 100 tonnellate di bronzo per la fusione non
erano più disponibili perchè utilizzate per fare i cannoni per difendersi dai
francesi. I francesi arrivarono comunque in città nel 1499 e quando trovarono
il modello del cavallo i soldati ci giocarono al bersaglio con le balestre.
Tirava una brutta aria, Leonardo se n’era andato da Milano poco prima.
5 Studi sui fossili – 1490 circa
Studi geologici sull'acqua - Codice Leicester (proprietà di
Bill Gates)
Osservando fossili di conchiglie e altre creature marine
rinvenuti in piena Pianura Padana se non addirittura su alture apenniniche o
alpine, Leonardo, tra un dipinto, invenzione, messa in scena teatrale, studio
anatomico, progetto e mille attività varie, trovava il tempo di appuntare nei
suio taccuini anche osservazioni di geologia. Egli irrideva coloro che
pensavano che quelle antiche conchiglie potessero essere arrivate fin lì grazie
al Diluvio Universale raccontato dalla Bibbia. Pensava piuttosto che ci fosse
una relazione tra il microcosmo dell’uomo ed il macrocosmo che questi circonda.
Come nel nostro corpo si muovono i fluidi, così anche sulla terra si spostano
nel tempo mari e fiumi. In realtà nel caso dei fossili marini che si trovano
sulle nostre montagne non è proprio così. Non sono stati portati dallo
spostamento delle acque ma, al contrario, dal sollevamento di un antico piatto
fondale marino spinto dalla placca continentale africana contro quella europea.
Non poteva conoscere la teoria della tettonica a zolle a quel tempo, però
certo, l’interpretazione che diede lui fu la più prossima di tutte alla realtà
per il suo tempo. Aveva capito che la Terra è simile ad un organismo in
movimento. Geologia appunto.
6 Il cenacolo – opera iniziata nel 1495, conclusa nel 1498
Cenacolo - ex-refettorio convento di Santa Maria delle
Grazie, Milano
Subito dopo la realizzazione (inutile) del modello in creta
per la statua equestre per gli Sforza, ricevette un’altra importante commessa
da Ludovico il Moro – dipingere una ‘ultima cena’ nel refettorio della Chiesa
domenicana di Santa Maria delle Grazie, il luogo di celebrazione della casata.
Una parete molto grande e anche piuttosto umida (dietro c’erano le cucine) che
avrebbe richiesto la tecnica dell’affresco. Solo che l’affresco è una tecnica
che richiede assoluta rapidità di esecuzione e mal si adattava a Leonardo il
quale, tanto genio ma anche tanta sregolatezza, amava ripensare, rifare,
correggere, aggiungere, togliere, passare un giorno intero dall’alba al
tramonto senza neppure mangiare intento nel lavoro, il giorno dopo presentarsi
a mezzogiorno, tirare due pennellate e poi sparire, insomma, l’affresco proprio
non era per lui. Tentò quindi una tecnica mista e dipinse come su tela. Il
risultato fu che dipinse esattamente quello che voleva ma l’opera, se non fosse
stata subito giudicata così eccezionale e quindi meritevole di continui
restauri, sarebbe andata presto persa. Errore, ma se non avesse commesso
quell’errore non avrebbe potuto dipingere QUEL cenacolo.
7 Il Salvator Mundi – 1499
Salvator Mundi - collezione privata, Abu Dhabi
Qui siamo di fronte all’ennesimo mistero che riguarda
Leonardo. Poco prima di lasciare Milano dipinge su commissione di un misterioso
privato il Salvator Mundi, un’opera che oggi è nelle mani di un collezionista
di Abu Dhabi. E’ la raffigurazione di Gesù Cristo che con la destra benedice e
la sinistra tiene un globo, simbolo di potere universale. Osservate bene e,
prima di leggere oltre, giudicate da voi cosa c’è di strano. Ma certo, non c’è distorsione ottica nella sfera di
cristallo! Qualsiasi sfera trasparente deforma le immagini ma qui il braccio e
le vesti del Cristo traspaiono come dietro un vetro piatto. Il quadro più caro
al mondo (Christie’s l’ha venduto nel 2017 per 450 milioni di dollari) sarebbe
forse un falso come sostengono alcuni studiosi? O forse veramente Leonardo fece
un errore così grossolano nonostante sappiamo per certo che al tempo aveva già
compiuto degli studi sulla rifrazione e distorsione ottica? Ma perchè allora
non lanciare piuttosto una terza ipotesi, finora del tutto sottovalutata – e se
fosse un errore voluto? Se molti scommettono che a vent’anni avesse già il
coraggio di sbagliare volontariamente la prospettiva dell’annunciazione per
l’anamorfismo necessario a favorire un punto di vista angolare, perchè a 47 non
avrebbe potuto osare ancora di più? Una metafora, un tentativo di dialogo
diretto con l’osservatore – “Guarda la sfera” dice l’artista “Guardala bene,
non è una sfera qualsiasi”.
8 Battaglia di Anghiari - 1503
Battaglia di Anghiari - copia di Paul Rubens dal cartone
originale (parte centrale)
Dopo la presa di Milano da parte dei francesi Leonardo
inizia un periodo errabondo tra varie città, corti e commesse varie che lo
porta a tornare anche a Firenze. Ad un certo punto gli viene chiesto di
dipingere un lato della parete del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a
Firenze. L’altro lato lo avrebbe dovuto dipingere il suo rivale di sempre,
Michelangelo, con il quale non era mai andato d’accordo. Ebbene cosa credete,
dopo l’esperienza del Cenacolo, con il rischio di fare una brutta figura e
perdere la sfida con Michelangelo, Leonardo si mutò a più miti consigli e
trattò il muro come vuole il muro, cioè con un classico affresco? E che
Leonardo sarebbe stato se lo avesse fatto, No, piuttosto rispolvera l’antica
tecnica dell’encausto – una tecnica pittorica amata dagli antichi romani che
prevedeva una miscela di pigmenti e cera d’api che poi, una volta terminata
l’opera, veniva fissato alla parete a caldo. Ebbene, Leonardo ebbe il coraggio
di sperimentare, sottolineato sperimentare, per la prima volta il fissaggio di
un’intera parete pigmentata con bracieri ardenti. L’operazione fallì perchè il
calore non raggiunse le zone periferiche ma soltanto la parte centrale. Nel
1557 il Vasari coprì i resti dell’opera con un successivo affresco
commissionatogli. Dell’opera originale non è rimasto nulla, le uniche
testimonianze di come dovesse apparire l’opera ci vengono dalle copie fatte da
artisti posteriori fatte sulla base del cartone originale di prova che, pure
questo, andò perduto. Leonardo era così.
9 Tentativo di deviazione dell’Arno – 1504
Progetti per l'Arno e Uomo Vitruviano
La deviazione dell’Arno è una vecchia idea che accompagnò Leonardo
quasi per tutta la vita. Per circa 40 anni teorizzò un canale alternativo al
corso naturale dell’Arno. Gli argomenti per proporre la validità dell’opera
furono i più vari: impedire alluvioni, migliorare la navigabilità, migliorare
il territorio di Prato e la Valdinievole. L’occasione di poter tentare i lavori
sul serio arrivò solo nel 1504 quando Firenze si trovò interessata a trovare
uno stratagemma definitivo per porre fine all’annosa questione con Pisa.
Prendere quella città con la forza appariva impossibile e l’assedio anche
risultava inutile per via dei rifornimenti fluviali che non si riuscivano a
fermare. L’unica soluzione pareva essere proprio quella di Leonardo – deviare
il fiume. Il Maestro aveva calcolato tutto, tranne che appena iniziati i
lavori, dopo le prime palate, subito i fiorentini avrebbero rinunciato. In
realtà, recenti studi dimostrano che, superato il primo dosso, il fiume avrebbe
poi fatto tutto il resto da solo, proprio come previsto da Leonardo. Lo storico
Ludovico Antonio Muratori due secoli dopo avrebbe scritto “Il fiume si rise di
chi gli volea dar legge”, e forse proprio questo è l’indizio che ci fa capire
perchè Leonardo ci tenesse tanto a questo progetto - avete presente il famoso
disegno dell’Uomo Vitruviano dello stesso Leonardo? L’uomo al centro di tutte
le regole geometriche e misura di tutte le cose. L’uomo che se vuole detta
legge anche al fiume.
10 Studi di anatomia tra il 1508 e 1515
Studi anatomici - Codice Windsor
Al ritorno a Milano, questa volta su invito del nuovo
governatore francese, si appassionò particolarmente di studi di anatomia
facilitato anche dalla collaborazione dell’Università di Pavia. Anche in quel
campo Leonardo fu capace di inventare qualcosa di straordinario e attuale
ancora oggi – l’immagine esplosa per le illustrazioni anatomiche. Concentrando
in particolare i suoi studi sul cuore scoprì e descrisse come mai prima le
funzioni dell’organo e del sistema circolatorio arrivando persino a dedurre il meccanismo
dell’arteriosclerosi ma, anche in questo campo commise un errore. Immaginò il
cuore come una caldaia che serve a scaldare e non si rese conto che invece si
tratta di una semplice pompa. Trasferitosi a Roma per via dell’instabile
situazione a Milano, questa passione per l’anatomia gli costò quell’accusa di
negromanzia che lo convinse alla fine ad accettare le lusinghe di Francesco I e
partire per la Francia dovre riceverà una ricca pensione, un intero maniero e
gli verrà dato modo di riordinare le sue carte ed i suoi codici con calma e in
tutta prosperità. Morirà però due anni dopo. Cioè 500 anni fa esatti.
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