SEGNALATO DAL DR. GIORGIO PATTERA (BIOLOGO)
State attenti a quei vaccini. C'è tutto, non quel che serve.
INTERVISTA DEL QUOTIDIANO "IL TEMPO" AL PROF. D'ANNA, PRESIDENTE DELL'ORDINE NAZIONALE DEI BIOLOGI ITALIANI.
Da:
Mesi di prove e controprove, poi
la risposta dei controlli cofinanziati dall'ordine biologi. Manca la rosolia in
quello che dovrebbe debellarla. Dna umano e diserbanti nell'altro.
Analisi choc su due lotti di
vaccini
L’idea era nata durante la scorsa
legislatura per i lavori della commissione parlamentare di inchiesta
sull’uranio impoverito. Vero che i casi di malattia e morte di tanti nostri
militari avevano relazione evidente con le condizioni di impiego sugli scenari
delle missioni. Ma c'era anche un'altra condizione comune fra tutti quei casi:
per essere inviati in Afghanistan piuttosto che in Libano o in Iraq e in tutti
gli scenari delle missioni di pace, i nostri militari venivano sottoposti a una
quantità impressionante di vaccinazioni. E a qualcuno - fra cui l'attuale
presidente dell'ordine dei biologi (che allora era parlamentare) Vincenzo
D'Anna era venuto un dubbio: non poteva essere anche in quelle vaccinazioni la
causa dell'insorgenza di quei mali? Il dubbio dovrebbe essere la strada di
indagine maestra per ogni uomo di scienza. In epoca di guerra di religione
sulle vaccinazioni obbligatorie, anche quella semplice ipotesi da verificare
sembrò scandalosa. Poco conta che D'Anna, come in genere tutti i biologi, non
sia affatto un no vax. Anzi, era ed è convintissimo sulla utilità e l'efficacia
dei vaccini. E in effetti l'indagine proposta non aveva caratteristiche
ideologiche, ma lo scopo di escludere l'ipotesi ad esempio di una partita di
vaccini non prodotta a regola d'arte. C'è voluto del bello e del buono per
trovare qualcuno disposto ad effettuare quei controlli indipendenti sui vari
lotti delle più comuni vaccinazioni. Ma alla fine qualcuno c'è stato. Ed alcuni
laboratori indipendenti del Nord Est Italia per mesi e mesi hanno effettuato
analisi e controanalisi di laboratorio, più volte ripetute su lotti diversi
dello stesso vaccino quando insorgevano anomalie di qualsiasi tipo. In alcuni
casi la prova scientifica ha dato l'esito che ci attenderebbe: vaccini prodotti
a regola d'arte. In altri no. Per due di questi i risultati delle analisi
biologico-genomiche (i cui referti sono in possesso de Il Tempo) sono stati
clamorosi. E preoccupanti, perché i campioni prelevati da diversi lotti tutto
sembravano meno che essere confezionati secondo le regole. In un caso, quello
del vaccino da impiegare per morbillo, rosolia, parotite e varicella, si è
rilevata la totale assenza degli antigeni del virus della rosolia. Quegli
stessi lotti sarebbero quindi stati utilizzati per migliaia di vaccinazioni
inutili, perché in assenza dell'antigene necessario chiunque sia stato
vaccinato può prendersi la rosolia esattamente come non avesse mai visto un
vaccino. Nel secondo referto di laboratorio analisi e contro analisi che riguardavano
un vaccino multivalente per non contrarre fra l'altro difterite, tetano,
pertosse ed epatite B, è stata rilevata la presenza di sostanze che non
dovevano esserci (ad iniziare dal dna umano) e sia pure in dosi microscopiche
potenzialmente dannose per la salute dell'uomo. Questi clamorosi risultati
oltre ad essere pubblicati su riviste scientifiche internazionali, porteranno a
un esposto che verrà presentato all'Agenzia italiana del Farmaco, alla sua
madre europea Ema, ai nas dei carabinieri e alle competenti procure della
Repubblica. Non essendo scienziati abbiamo chiesto quindi al presidente
dell'ordine dei biologi, D'Anna, di spiegare in maniera comprensibile anche a
tutti i consumatori il preoccupante risultato di quelle analisi.
Il Tempo- Lei è presidente dei
biologi italiani. Devo farle la domanda di rito: sarà mica uno di quegli
estremisti no vax?
D'Anna- Io? No, assolutamente.
Come tutti i biologi credo nella utilità delle vaccinazioni, sono un pro-vax. E
non è manco a tema l'utilità o meno dei vaccini in queste analisi di
laboratorio. L'indagine è stata sulla qualità della realizzazione dei prodotti
messi in commercio, non sull'efficacia o meno teorica del vaccino.
Il Tempo- E i risultati di queste
analisi quali sono stati?
D'Anna- Hanno rilevato decine di
impurità in più lotti. E al momento sono state individuate 43 sostanze
improprie, nel senso che lì non si sarebbero dovute trovare.
Il Tempo- Improprie? Cioè?
D'Anna- Anticrittogamici,
diserbanti, glisofato, antibiotici, antimalarici...
Il Tempo- La fermo. Non sono uno
scienziato. Se mi dice diserbanti capisco che non dovrebbero esserci. Ma se mi
cita gli antibiotici, le chiedo perchè: non devono esserci in un vaccino?
D'Anna- No, un antibiotico non
deve stare in un vaccino. Un antimalarico neppure. Come un erbicida. Si è
trovata alle analisi tutta una serie di inquinanti che lì non dovrebbero
esserci..
Il Tempo-In quantità minuscole,
spero...
D'Anna- Certo, parliamo di
nanogrammi, di nanoparticelle. Ma tenga presente che non si tratta di sostanze
ingerite, ma iniettate, assorbite e in alcuni casi (ad esempio l'alluminio) non
smaltibili. Ma non è nostro compito accertare né la nocività, né la tossicità
dei materiali. Però da quelle analisi è venuto fuori altro. Come l'assenza del
virus della rosolia, che in sé potrebbe configurare una frode in commercio,
perché migliaia di bambini che si sono vaccinati con quel lotto non sarebbero
coperti verso la rosolia. E poi sono state rilevate quantità improprie di dna
fetale...
Il Tempo- Dna fetale?
D'Anna- Sì, perché i virus
vengono fatti replicare per fare le dosi occorrenti su materiale fetale da
aborto, oppure su uova di galline. Ed è per quello che trovi i diserbanti o il
glisofato, gli anticrittogamici e gli antiparassitari...
Il Tempo- Ma in un vaccino non
dovrebbero esserci quelle tracce per quanto minuscole, no?
D'Anna- Certo che non devono
esserci...
Il Tempo- E non c'è stato un
esame pubblico di laboratorio su quelle dosi?
D'Anna- Lei l'ha visto? Ne
conosce i risultati? Purtroppo c'è una aporìa giuridica: i test sul prodotto
finito non sono obbligatori per il produttore. Li dovrebbero fare le strutture
statali che proteggono la salute dei cittadini. Ma io non le ho mai viste.
Anche perché qualsiasi risultato è tenuto segreto un po' come la ricetta della
Coca Cola, per evitare che qualche concorrente copi la formula industriale di
produzione del vaccino.
Il Tempo- Ma se nei laboratori di
Stato fossero emersi i clamorosi risultati che stiamo citando, che cosa sarebbe
accaduto?
D'Anna- Avrebbero dovuto
chiamarsi il produttore dei vaccini e chiedere spiegazioni. Certo dovrebbero
chiedere come fanno ad esserci gli anticorpi della rosolia se non c'è
l'antigene? Per quanto riguarda il vaccino per tetano, difterite etc... non
sono stati trovati quattro distinti tossoidi (che sono antigeni proteici) come
dovrebbe essere, ma una sola macromolecola fatta da queste quattro proteine
denaturate (quelle del tetano, difterite, etc...) dalla presenza di un
conservante come la formaldeide. Questa macromolecola precipita al fondo della
provetta e attaccata con tripsina non risponde...
Il Tempo- Qui seguirla diventa
difficile. Vado al sodo: non dovrebbe accadere così in quei vaccini. Questo mi
vuole dire?
D'Anna- Esatto. Dovrebbero
esserci le quattro proteine dei vaccini previsti che se attaccate con tripsina
dovrebbero sciogliersi. Questo non accade, e quindi nella macromolecola non ci
sono solo proteine. Faremo un esposto all'Aifa e all'Ema per capire se sono a
conoscenza di queste cose.
Il Tempo- Nei primi lotti di
vaccini doveva esserci la rosolia e non c'è. E mi è chiara l'inutilità. Capisco
meno le conseguenze della macromolecola in questi altri vaccini...
D'Anna- Primo: anche tutto fosse
lecito ed innocuo al minimo bisognerebbe informarne le autorità ed i cittadini
che usano i vaccini. Secondo: in questi vaccini è stato riscontrato un numero
significativo di peptidi (cioè frammenti corti di sequenze di aminoacidi) di
origine batterica, probabilmente provenienti da batteri avventizi che
contaminano le colture. A questi si aggiungono 65 sostanze chimiche
contaminanti, 35% note, (finora abbiamo replicato i risultati su un solo lotto,
l’unico disponibile tramite le farmacie su tutto il territorio italiano da
oltre un anno), di cui 7 sono tossine chimiche, anche questi composti devono
essere confermati nella struttura da uno studio con standard di controllo.
Il Tempo- Quindi?
D'Anna- Quindi bisogna che le
agenzie ripetano queste analisi, facciano i controlli e rendano pubblici sia i
risultati che il loro giudizio. Noi faremo la nostra parte. Ad esempio il
prossimo 25 gennaio a Roma dove abbiamo organizzato un grande convegno dal
titolo «Vaccinare in sicurezza» con la partecipazione di scienziati italiani,
tra i quali Giulio Tarro da poco insignito negli Usa del premio di miglior
virologo, e stranieri. Le analisi fatte serviranno anche ad alimentare il
dibattito scientifico.
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