DIAMO QUINDI VOCE E VISIONE ANCHE
SU QUESTO BLOG, NELLA SPERANZA CHE IN FUTURO SI POSSA PROGREDIRE ATTRAVERSO UN COSTRUTTIVO
DIBATTITO.
MARCO LA ROSA
LEZIONE -1-
del Dott. Giuseppe Cotellessa
Sir Isaac Newton ai suoi tempi
non conosceva l'esistenza delle cariche elettriche positiva e negativa. Ha
impostato la fisica inventando il concetto di massa. Successivamente è stata
scoperta la carica elettrica. Questi due mondi, meccanico ed elettrico, hanno
coesistito insieme come due mondi separati. Anche oggi non è ancora possibile
unificare la forza gravitazionale con quella elettrica. E' necessario fare
degli approfondimenti per cercare di comprenderli meglio.
E' noto che in campo meccanico
esistono grandezze fondamentali come l'energia cinetica
1) Ec = 1/2mv2
e la quantità di moto
2) p=mv
Non esistono grandezze
equivalenti nel mondo elettrico dell'energia cinetica meccanica
3) Ec = 1/2qv2
e della quantità di moto
elettrico
4) p=qv
Altre considerazioni importanti:
Einstein ha compreso che il
valore della massa non è costante ma funzione della velocità nella relatività
ristretta e che inoltre la massa è solo una forma di energia
5) E =mc2
Inoltre non esistono masse
negative e positive. Se consideriamo la carica elettrica q dobbiamo constatare:
1) che il suo valore è
indipendente dalla velocità della particella
2) la carica elettrica non è una
forma di energia
3) esistono cariche elettriche
positive e negative.
Queste semplici considerazioni
fanno supporre che bisogna considerare l'esistenza della massa meccanica m in
modo simile alla esistenza del campo magnetico H. Gli effetti magnetici non
sono dovuti all'esistenza di poli magnetici isolati ma è un effetto dovuto al
movimento della carica elettrica. Così la massa dovrebbe essere un effetto di
qualche proprietà della carica elettrica. Comprendere i legami tra proprietà
delle cariche elettriche e l'esistenza ed il valore della massa (a riposo ed in
movimento) dovrebbe costituire il più grandioso sforzo della fisica negli anni
a venire per comprendere veramente la realtà fisica del mondo. Altrimenti
l'umanità rischia di fare giganteschi
sforzi sperimentali con consumo inutile di gigantesche risorse economiche
destinati al fallimento.
Per ultimo ma non meno importante
è la seguente considerazione:
(1) Per circa 130 anni, dal 1889, la misura del chilo è stata
ottenuta attraverso una bilancia tradizionale, costituita da un cilindro di
platino e iridio mantenuto in una campana di tre strati di vetro. Questo
prototipo, conservato presso l’International Bureau of Weights and Measures a
Sèvres, in Francia, serve a identificare materialmente la massa di un
chilogrammo, un parametro di riferimento – un’unità di misura, appunto – per
misurare qualsiasi altra massa esistente. Tuttavia, a un secolo di distanza
dalla prima misura, questo chilogrammo originale conservato in Francia ha perso
circa 50 milionesimi di grammo. Una frazione infinitesimale, che tuttavia può
fare una minima differenza, se si considera che copie dell’originale,
effettuate successivamente, non hanno perso massa. Anche per questa ragione e
per ottenere una misura ancora più precisa, gli scienziati hanno pensato di
optare per un metodo tanto impeccabile quanto complesso. L’idea è quella di
utilizzare una bilancia di Planck, che possa essere impiegata in tutto il
mondo: potrebbe essere utile, per esempio, alle aziende farmaceutiche per
misure di grande precisione come quelle per dosare il contenuto di farmaci e
prodotti medici, nonché in ambito forense, per misure tossicologiche e in vari
altri settori. La costante di Planck è fissata ed è esattamente pari a
6.62607015×10-34 chilogrammi per metro quadro al secondo, una misura che
contiene al suo interno il chilogrammo e da cui questa misura stessa può essere
estrapolato. Ma l’impresa non è affatto semplice. In pratica, un peso posto da
un lato deve essere bilanciato da una forza elettrica dall’altro lato. Tale
forza è strettamente legata con la costante di Planck ed è direttamente
associata anche alla misura del chilogrammo. Una misura è stata svolta
dall’Università a Ilmenau, in Germania, ma diversi gruppi in tutto il mondo
hanno messo a punto la bilancia, ad esempio anche un gruppo coordinato dal Nist
statunitense che ha pubblicato uno studio sulla rivista Aip. Quest'ultimo
approfondimento del sistema metrologico internazionale è un piccolo contributo
alla soluzione del problema, ma non costituisce ancora la vera soluzione del
problema ancora tutta da impostare.
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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