SEGNALATO DAL DR. GIORGIO PATTERA (BIOLOGO)
Dopo l'Lhc, dal Cern il progetto
del Future Circular Collider
Il cerchio più grande indica il successore dell'acceleratore Lhc, il
Future Circular Collider (Fcc)(fonte: CERN) © Ansa
Arrivano i primi dettagli
dell'erede dell'acceleratore di particelle più grande del mondo, il Large
Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra che nel 2012 ha (avrebbe ? –ndr MLR)
scoperto il bosone di Higgs: si chiamerà Future Circular Collider (Fcc), avrà
una circonferenza di circa 100 chilometri contro quella di 27 chilometri del
suo predecessore, un costo previsto di 9 miliardi di euro e, grazie a una nuova
generazione di magneti superconduttori, potrà raggiungere l'energia di 100.000
miliardi di elettronvolt (100 TeV), contro i 14 TeV di Lhc. Il progetto, in
quattro volumi e nato dal contributo di oltre 1.300 ricercatori di 150 istituti
e università, fra i quali l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) per
l'Italia, è stato presentato oggi al Cern di Ginevra e presenta diverse opzioni
che i fisici delle particelle dovranno esaminare nei prossimi due anni.
Il confronto tra l'Fcc e i più grande acceleratori di particelle
attuali (fonte: CERN)
La preparazione del progetto è iniziata
nel 2014 e prevede che nel futuro acceleratore Fcc avvengano collisioni fra
elettroni e protoni e fra elettroni e ioni a energie e intensità impossibili
per gli attuali acceleratori di particelle. "Il progetto dell'Fcc è un
traguardo notevole", ha osservato il direttore generale del Cern, Fabiola
Gianotti. "Indica - ha aggiunto - lo straordinario potenziale dell'Fcc nel
migliorare le nostre conoscenze di fisica fondamentale e di mettere a
disposizione della società nuove tecnologie che potrebbero avere un impatto
importante". L'Fcc sarà in tutti i sensi l'erede dell'acceleratore Lhc:
proseguirà, ad esempio, la ricerca sul bosone di Higgs e sulla natura di questa
particella, che potrebbe aprire le porte su una fisica completamente nuova
rispetto a quella proposta dall'attuale modello di riferimento della fisica
contemporanea, il Modello Standard. Si prevede che la nuova macchina potrà
funzionare per un periodo di 15-20 anni e potrebbe cominciare a prendere dati a
partire dal 2040. Alla fine della sua attività, entro il 2060, potrebbe essere
sostituita da un acceleratore di protoni.
Il ruolo dell'Italia:
"L'Infn ha dato un
contributo rilevante alla definizione del progetto del Future Circular Collider", osserva Nadia
Pastrone, presidente della Commissione dell'Infn per la fisica delle
particelle. "L'attività dell'Infn - prosegue - ha visto coinvolti circa
100 fisici e tecnologi esperti in fisica delle particelle alle alte energie,
sia per quanto riguarda gli studi di fisica a livello teorico e sperimentale
sia gli sviluppi di nuove tecnologie per la realizzazione della macchina
acceleratrice e degli apparati sperimentali e di calcolo scientifico dei futuri
esperimenti". In particolare, rileva l'esperta, l'Infn "ha proposto
uno dei possibili disegni per l'apparato sperimentale dell'Fcc, che è stato
studiato in fase prototipale su un fascio di test e, nel 2019, nella fase di
discussione per l'aggiornamento della Strategia Europea della Fisica delle
Particelle, continuerà a ottimizzare e finalizzare il proprio contributo al
disegno e alla realizzazione del futuro dopo Lhc."
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