Cina: “Nati i primi bambini
geneticamente modificati”
Segnalato dal Dott. Giuseppe
Cotellessa (ENEA)
Uno scienziato cinese ha
affermato di aver modificato il DNA di alcuni embrioni umani per immunizzare i
nascituri contro l’hiv, e questo mese sarebbero nate le prime gemelle
geneticamente modificate con Crispr. Un annuncio che lascia di stucco l’intera
comunità scientifica e non solo. He Jiankui della Southern University of
Science and Technology di Shenzhen ha annunciato al mondo di aver lavorato al
concepimento e alla nascita dei primi bambini geneticamente modificati: si
tratterebbe di una coppia di gemelle cinesi, venute alla luce all’inizio di
novembre. La notizia è stata diffusa dal Mit Technology Review, a cui ha fatto
seguito l’intervista esclusiva all’agenzia Associated Press, nella quale He ha
spiegato come grazie alla tecnica di editing genomico Crispr abbia in pratica
tentato – riuscendoci, a suo dire – di immunizzare i futuri esseri umani
dall’infezione da hiv, il virus dell’Aids, disattivando un gene. He si è
assunto la responsabilità di quella che molti non esitano a definire una
sperimentazione umana dai risvolti imprevedibili, sia dal punto di vista
biologico sia etico.
La sperimentazione:
Con l’appoggio del professore di
fisica e bioingegneria statunitense Michael Deem, He e il suo gruppo di ricerca
hanno avviato una sperimentazione per la creazione di quello che è
ufficialmente definito un vaccino contro l’hiv allo Home Women’s and Children’s
Hospital di Shenzhen. He riferisce che nello studio (di cui per ora non esiste
pubblicazione né revisione da parte di esperti indipendenti) sono state coinvolte
sette coppie cinesi che avevano richiesto di accedere ai servizi di
fecondazione in vitro (Fiv). In tutte le coppie l’uomo aveva contratto l’Aids,
mentre la donna era sana. Partecipando alla sperimentazione le coppie avrebbero
potuto effettuare la Fiv gratuitamente. Ottenuta l’autorizzazione dal comitato
etico della struttura e il consenso informato (anche se qualcuno ne dubita) dei
partecipanti, He e i suoi colleghi hanno dato inizio all’esperimento creando in
totale 16 embrioni modificati geneticamente con Crispr-cas9 perché venisse
inattivato il gene Ccr5. Tale gene codifica per una proteina di membrana che si
ritiene costituisca la porta d’accesso dell’hiv alle cellule. Il senso è:
niente Ccr5, niente infezione – o quantomeno una maggiore protezione dei
nascituri. Una motivazione più che etica secondo i ricercatori, perché L’Aids
in Cina e nel mondo costituisce un serio problema per la salute pubblica,
nonché per il benessere della persona. Spesso, infatti, si giustificano i
ricercatori, i pazienti affetti da Aids perdono il lavoro e vengono
discriminati. Dopo la fecondazione in vitro, gli embrioni in fase precoce di
sviluppo sono stati analizzati per constatare l’avvenuta modifica del genoma.
Di tutti gli impianti effettuati uno sarebbe andato a buon fine e la gravidanza
sarebbe stata portata a termine questo mese. He riferisce che sono nate due
bambine, Lulu e Nana, una delle quali porta entrambe le copie modificate del
gene Ccr5, mentre l’altra è eterozigote.
Critiche e dubbi:
Chi ha avuto modo di visionare i
pochi dati consegnati da He all’organizzazione della conferenza internazionale
sull’editing genomico ha già sollevato diverse obiezioni sia sullo svolgimento
della pratica sia sull’ammissibilità etica. Dal punto di vista tecnico si
contesta la sicurezza con cui questi risultati sono stati diffusi perché i test
effettuati non sarebbero in realtà sufficienti per poter affermare che la
modifica sia andata a buon fine e soprattutto che l’utilizzo di Crispr-cas9 non
abbia comportato danni al resto del genoma. Se anche così fosse, poi, una delle
gemelle sarebbe in pratica un mosaico di cellule, alcune con la modifica
genetica e altre no, e questo non darebbe alcun vantaggio alla bambina perché
risulterebbe comunque suscettibile all’infezione da hiv. Perché dunque
scegliere di impiantare un embrione modificato sapendo a priori che non avrebbe
avuto i vantaggi attesi e esponendo il nascituro a rischi ancora sconosciuti
per la sua sicurezza? Alcuni esponenti della comunità scientifica
internazionale fanno inoltre notare che Ccr5 facilita sì l’ingresso del virus
dell’Aids nelle cellule ma da un’altra prospettiva conferisce resistenza verso
altri tipi di infezioni più comuni, meno prevenibili e trattabili dell’hiv
quali i virus dell’influenza e del West Nile – patologie per cui si muore
tutt’oggi. Oltre al caso particolare, poi, tornano prepotenti tutti gli
interrogativi etici che accompagnano la discussione sulle modifiche genetiche
negli esseri umani, specialmente se effettuate sui gameti (ovociti e
spermatozoi) o sugli embrioni perché attribuiscono tratti ereditabili dalla
futura progenie. Per He, però, il suo lavoro aiuterà coppie e i loro figli e,
nel caso la sperimentazione avesse causato danni, sentirà la stessa pena delle
famiglie, assumendosene la piene responsabilità
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