SEGNALATO DAL DR. GIUSEPPE
COTELLESSA (ENEA)
La Dott.ssa Noa Shenkar e la
studentessa Tal Gordon del Dipartimento di Zoologia dell’Università di Tel Aviv
hanno recentemente trovato una piccola creatura marina capace di rigurgitare
tutto il proprio apparato digestivo in caso di pericolo, e quindi di
rigenerarlo. Secondo lo studio, pubblicato il 16 marzo 2015 all’interno della
rivista Nature Group, con questa scoperta si potrebbe progredire con le analisi
sul processo di rigenerazione degli organi negli esseri umani.
Spiega la Dott.ssa Shankar:
“Come parte integrante dell’iniziativa per la classificazione delle
specie viventi in Israele, effettuiamo delle ricerche su alcuni invertebrati
marini, chiamati “Tunicati”, che vivono nella barriera corallina di Eilat.
Abbiamo scoperto che alcune specie di ascidia riescono ad espellere qualcosa
quando si tenta di toccarle. Dopo le analisi, si è scoperto che l’oggetto
espulso era il loro sistema digestivo”.
I ricercatori hanno esaminato
numerosi esemplari di ascidia ed hanno notato che, in risposta ad una leggera
pressione meccanica, essi rifiutano il loro sistema digestivo. Gli esperti
hanno notato anche che il piccolo animale si ritrae per circa 48 ore e,
successivamente, si riapre ed il tutto ricomincia a funzionare normalmente.
“Ci siamo resi conto, con grande stupore, che l’ascidia esegue un
processo miracoloso di rigenerazione e riparazione dei tessuti. Rigenera il suo
intestino in 12 giorni e le sue branchie in 19 giorni, vera fantascienza! Molti
animali sono in grado di ricostruire parti del corpo che hanno perso. Ad
esempio, le lucertole rinnovano la loro coda, le stelle marine le braccia e la
tenia intere parti del corpo; ma tutti questi organi non sono essenziali per la
sopravvivenza. Il tunicato riesce invece a rifiutare tutto il suo apparato
digerente, organo senza il quale la vita è impossibile, riesce anche a
sopravvivere e a rigenerarlo”.
Si è scoperto che il rifiuto del
sistema digestivo è parte integrante di una strategia di sopravvivenza. Non è
di solito utilizzato come alimento da parte dei pesci perché non ne amano il
gusto. In uno degli esperimenti ricercatori hanno sottoposto 18 sistemi
digestivi espulsi dalle ascidie ai pesci, ma sono stati tutti respinti. Non si
sa ancora quale sia la componente che generi il “cattivo gusto” ma è possibile
che ciò protegga le ascidie da potenziali predatori. Al di là dell’aspetto zoologico, la scoperta ha importanti potenziali
applicazioni nel campo della ricerca medica:
“Il fenomeno delle emissioni di colon-retto è ben noto, soprattutto
nelle oloturie (conosciuti anche come cetrioli di mare). Le ascidie però
appartengono ad una specie più vicina ai vertebrati, compresi mammiferi e
esseri umani, in termini di evoluzione. Nel corso dell’evoluzione alcuni
processi fisiologici non sono cambiati, motivo per cui il processo di rigenerazione
cellulare è molto simile al nostro. Quindi queste creature possono essere un
eccellente modello animale per la futura ricerca medica sul tema del
rinnovamento dei tessuti”.
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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