SEGNALATO DAL DR. GIORGIO PATTERA
(eso-Biologo)
Spazio, segnale sospetto da 95
anni luce: "Al lavoro per scoprire se sono gli alieni"
Captato da un radiotelescopio
russo nella costellazione di Ercole, ha fatto partire la caccia da parte del
Search for Extra-Terrestrial Intelligence Institute. Ma c'è chi invita alla
prudenza: potrebbe essere una quasar.
“Un quasar (contrazione di QUASi-stellAR radio
source, radiosorgente quasi stellare) è un nucleo galattico attivo estremamente
luminoso e generalmente molto distante dalla Terra (dell'ordine dei miliardi di
anni luce). Il nome deriva dal fatto che questi oggetti, la cui natura è stata
controversa fino ai primi anni ottanta, furono inizialmente scoperti come
potenti sorgenti radio, la cui controparte ottica risultava puntiforme come una
stella. Il grande spostamento verso il rosso che caratterizza i quasar, in
accordo con la legge di Hubble, implica che siano oggetti molto distanti e che
quindi debbano emettere energia equivalente a centinaia di normali galassie. Si
ritiene comunemente che tale grande luminosità sia originata dall'attrito
causato da gas e polveri che cadono in un buco nero supermassiccio; essi
formano un disco di accrescimento, che converte circa la metà della massa di un
oggetto in energia. Il termine QUASAR è stato coniato nel 1964 dall'astrofisico
Hong-Yee Chiu”.
E' arrivato dallo spazio un
segnale radio "sospetto", di grande intesità e, al momento, senza
alcuna spiegazione astrofisica. Tanto da far sperare ai cacciatori di vita
extraterrestre che possa trattarsi di un messaggio alieno. La scoperta in
realtà risale al 15 maggio 2015, quando un radiotelescopio russo, il Ratan-600
ai piedi dei Monti del Caucaso, ha captato una onda elettromagnetica
proveniente da una stella (nome in codice HD164595) nella costellazione di
Ercole e a 95 anni luce di distanza dalla Terra. La stella in questione è
grande quasi quanto il nostro Sole ed ha almeno un pianeta che le ruota
intorno, grande come Nettuno e con un anno della durata di circa 40 giorni
terrestri. Tuttavia la sua orbita è molto schiacciata, con passaggi
alternativamente molto ravvicinati e molto lontani dall'astro poco compatibili
con lo sviluppo di esseri viventi. Non è
escluso però che intorno a HD164595 orbitino altri pianeti, più adatti ad
ospitare forme di vita e forse vita intelligente, capace di raggiungere uno
sviluppo tecnologico tale da consentire l'invio di potenti messaggi nello
spazio profondo. Irritati gli scienziati del Search for Extra-Terrestrial
Intelligence Institue (Seti). "Sono scioccato dall'averlo saputo un anno
dopo" ha detto al Guardian Seth Shostak, della sede principale del Seti a
Mountain View, in California. "La prassi consolidata nella nostra comunità
è che appena si capta un segnale interessante si condividono le informazioni
con gli altri in modo da poter puntare altri radiotelescopi nella zona di cielo
in questione". Lo stesso Seti avanza dubbi sull'intensità del segnale
registrato dai russi. Se è davvero quella, spiegano gli eredi di Carl Sagan, le
possibilità sono due: o gli alieni di HD164595 hanno inviato il messaggio in
tutte le direzioni e allora per trasmetterlo avrebbero avuto bisogno di una
potenza di 100 miliardi di miliardi di Watt (centinaia di volte l'energia che
il Sole irraggia verso la Terra), oppure hanno scelto di inviarlo solo in
direzione del nostro pianeta, ma anche in questo caso avrebbero avuto bisogno
di una energia paragonabile a quella usata da tutto il genere umano. Entrambi
gli scenari, sottolineano gli esperti del Seti, richiedono uno sforzo
tecnologico ben superiore di quello di cui saremmo capaci noi terrestri. A
diffondere la notizia tra la comunità internazionale è stato un astrofisico
italiano, Claudio Maccone dell'Istituto nazionale di astrofisica e presidente
del comitato Seti all'interno dell'Accademia internazionale di astronautica.
"Dal 2014 lavoro perché anche gli scienziati russi possano dare il loro
contributo al programma Seti" racconta Maccone. Il risultato è un accordo
che prevede l'uso del radiotelescopio Ratan 600 per "ascoltare"
eventuali messaggi alieni. Ma perché una volta registrato il segnale ci hanno
messo tanto a rendere pubblica la notizia? "I russi sono timidi e ancora
un po' isolati dal resto della comunità scientifica" risponde Maccone.
"Tuttavia a settembre ci sarà un congresso in Messico e io li ho
sollecitati a partecipare presentando i loro risultati". A parte
l'irritazione per l'anno di ritardo, Maccone sottolinea che un primo traguardo
è stato raggiunto: "Ora anche gli americani hanno puntato i loro
radiotelescopi verso HD164595 e finalmente ci sarà una vera collaborazione tra
statunitensi e russi anche nella ricerca di intelligenze extraterrestri. Non
solo: dal 21 settembre sarà operativo il più grande e potente radiotelescopio
mai costruito, il Fast realizzato dai cinesi ed esteso come 30 campi di calcio.
Coinvolgere anche Pechino nel progetto Seti sarà il prossimo passo". Per
ora, nonostante un anno di ulteriori indagini, da HD164595 non sembra essere
arrivato alcun altro segnale. Né gli apparati del Seti messi in moto nelle
ultime ore hanno captato alcunché. L'onda registrata dai russi è sospetta
perché ha una potenza anomala per i segnali astrofisici. E anche la frequenza,
circa 11 gigahertz, somiglia più a quella dei segnali tv che alle emissioni di
un corpo celeste. "La maggior parte degli astrofisici" conclude
Maccone "è convinta che ci sia una spiegazione naturale o che si tratti di
una interferenza terrestre. Ma è giusto esplorare tutte le possibilità,
compresa quella di una civiltà aliena". La caccia, infatti, è aperta e c'è
già chi sogna di interloquire a intervalli di 95 anni (il tempo che la luce
impiega ad arrivare dalla Terra alla stella e viceversa) con gli alieni. E c'è
da aspettarsi che in futuro ricerche del genere si moltiplicheranno visto il
proliferare di pianeti gemelli della Terra che si stanno avvistando nello
Spazio. Ultimo in ordine di tempo quello che ruota intorno a Proxima Centauri,
la stella più vicina a noi: appena 4 anni luce. Se lì ci fosse davvero ET fare
"due" chiacchiere richiederebbe otto anni e non due secoli.
LA POSIZIONE UFFICIALE (UFFICIOSA
?) DEGLI ASTRONOMI RUSSI:
Altro che extraterrestri. Il
segnale 'anomalo' captato dal radiotelescopio russo Ratan-600 è ''molto
probabilmente di origine terrestre''. Ad affermarlo sono gli esperti
dell'Osservatorio astrofisico speciale dell'Accademia russa delle scienze
(Sao-Ras), che hanno deciso di esprimere ufficialmente la loro posizione dopo
il clamore suscitato sui media di tutto il mondo. Il segnale, proveniente dalla
stella HD 164595 nella costellazione di Ercole, era stato captato nel maggio
del 2015, ma era stato reso noto solo recentemente a livello internazionale
dall'italiano Claudio Maccone, che aveva assistito a una conferenza degli
astronomi russi. La notizia, immediatamente rimbalzata sul web e rilanciata in
Italia dal profilo Facebook dell'astronauta Umberto Guidoni, aveva fatto
sognare gli appassionati di Ufo e fantascienza, mentre aveva lasciato perplessi
gli esperti del programma Seti per la ricerca di intelligenza extraterrestre. Ora
anche gli astronomi russi cercano di riportare tutti alla realtà, affermando
che ''il successivo processamento e le analisi del segnale hanno rivelato la
sua origine molto probabilmente terrestre''. ''Così come per altre cose
rilevate nel programma Ratan-600, è ancora troppo presto per parlare di
risultati scientifici affidabili'', scrivono gli esperti russi in una nota.
''Si può dire con sicurezza che non sono ancora state trovate evidenze''.
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