…PER IL MOMENTO NON CI PRONUNCIAMO ASPETTIAMO
CHE PASSI QUESTO MOMENTO COSI’ EUFORICO, SENSAZIONALISTICO E A VOLTE QUASI
RIDICOLO,
PENSANDO A QUANTI HANNO RIPORTATO LA NOTIZIA SENZA SAPERE IN REALTA’
NULLA DELLA SUPPOSTA “SCOPERTA” E DELLE EVENTUALI (MOLTO IPOTETICHE) IMPLICAZIONI. E' CURIOSO, PER ALTRO, NOTARE ANCHE IL "TEMPISMO OPPORTUNO", CON CUI GLI INTERFEROMETRI TERRESTRI LIGO (laser interferometer gravitational-wave observatory) E VIRGO, DOPO DECENNI DI SONNO PROFONDO, ABBIANO BATTUTO SUL TEMPO IL SATELLITE ESA "LISA PATHFINDER" LANCIATO IL 3 DICEMBRE 2015 PROPRIO PER LA CATTURA DELLE ONDE GRAVITAZIONALI NELLO SPAZIO...MA IN DIVERSI MI HANNO GIA' RIMPROVERATO: "A PENSARE MALE SI FA PECCATO! "
SI HO RISPOSTO...MA SPESSO CI SI AZZECCA !
PER CERTI ASPETTI UN “déjà-vu”... QUANDO A SUO TEMPO, SI SCRISSE DI TUTTO E DI PIU’ SUL BOSONE DI HIGGS… MA QUANTI OGGI SANNO FINO IN FONDO LA VERITA’ ?
QUANTO SU TUTTO CIO’ PESANO I “MILIARDI”
DI EURO E DI DOLLARI SPESI E ANCORA (IN MOLTI CI SPERANO) DA SPENDERE ?
NON VOGLIO DILUNGARMI OLTRE, SU
QUESTI ARGOMENTI, NEL 2014 HO SCRITTO UN LIBRO, PER CHI VUOLE SENTIRE
ANCHE “CAMPANE DIVERSE”: L’UOMO
KOSMICO – ED. OMPHI LABS 2014 http://www.omphilabs.it/prod/L-UOMO-KOSMICO.htm
…
COMUNQUE SIA IL TEMPO CI DIRA’ LA VERITA’.
VI LASCIO CON L’INTERESSANTE PARERE,
RILASCIATO QUALCHE GIORNO PRIMA DELLA NOTIZIA SULLE ONDE GRAVITAZIONALI, DAL PROF. FERNANDO FERRONI, PRESIDENTE DELL’
INFN – ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE.
BUONA LETTURA
MLR
Fonte: La Stampa
GRAVITÀ:. È ANCORA COSÌ MISTERIOSA CHE CI
VORREBBE UN NUOVO EINSTEIN
“L’origine e la natura di
qualcosa che sperimentiamo in continuazione, senza rendercene quasi conto: la
gravità. Quella che svelò Einstein non è una forza, ma una realtà più
sofisticata”.
Einstein è scomparso, la
Relatività è in ottima salute e ci servirebbe un altro Einstein. Sembra strano,
eppure, nonostante i fisici in circolazione (l’80-90% cento di tutti quelli
esistiti nella storia), siamo andati a sbattere contro un muro,
scientificamente parlando. L’ha spiegato Fernando Ferroni, presidente
dell’Infn, l’Istituto nazionale di fisica nucleare. Ma con il sorriso degli
scienziati, convinti che non ci siano misteri che non possano essere svelati.
«Einstein non ha osservato, ha pensato». (“La gravità è pensiero” cit. del Fisico Dr.
Massimo Corbucci – ndr MLR).
E nell’era della Big Science –
degli esperimenti giganteschi, come quello iconico di Lhc, l’acceleratore di
particelle al Cern di Ginevra – la frase suona spiazzante. Prima dei test nei
laboratori e degli scontri tra protoni
ci vuole il salto quantico dei neuroni. Ecco perché un nuovo Einstein ci
farebbe comodo. Ma per scoprire cosa? L’origine e la natura di qualcosa che
sperimentiamo in continuazione, senza rendercene quasi conto: la gravità.
Quella che – svelò Einstein – non è una forza, ma una realtà più sofisticata. Un
«pezzo» dello spazio-tempo, nel quale i corpi si attraggono non perché si
tirano l’un l’altro, ma perché la massa curva e deforma sia lo spazio sia il
tempo, «obbligando» pianeti e stelle ai movimenti che conosciamo. Peccato che
la spiegazione einsteniana lasci molti interrogativi irrisolti e, quindi, per
la gioia dei fisici c’è ancora tanto lavoro da fare. E allora da dove partire?
«Se la gravità è intrecciata allo spazio-tempo, in un unico “oggetto”, il
problema è che la meccanica quantistica con quelle equazioni di Einstein non
c’entra proprio». Tradotto: non possediamo evidenze che lo spazio-tempo sia una
realtà quantizzata e che la gravità sia quantizzabile, ma vediamo (e misuriamo)
gli effetti della gravità stessa, per esempio quelli, tutto sommato deboli,
nella quotidianità.
«Il punto – aggiunge Ferroni – è
che l’intreccio si è verificato alle origini dell’Universo, quando lo
spazio-tempo aveva le stesse dimensioni, minuscole, nelle quali la meccanica
quantistica domina. Ma noi, oggi, non riusciamo a vedere le conseguenze dei
suoi fenomeni, anche se li sfruttiamo, come succede con lo smartphone, mentre
la gravità sa benissimo come rendersi visibile. Per esempio facendo ruotare la
Terra intorno al Sole». Ecco una frontiera aperta. «Si può pensare liberamente.
C’è chi si spinge a ipotizzare anche 12 dimensioni. Se è vero che in fisica
classica ciò che è vietato è vietato, nel mondo estremo dell’infinitamente
piccolo molto è comunque permesso». All’interrogativo se saranno i
super-acceleratori di particelle a svelare l’arcano Ferroni risponde di no.
«Con queste macchine raggiungiamo energie molto alte, risalendo indietro nel
tempo. Però non arriviamo al momento in cui la gravità era una forza
importante. Ci fermiamo a un miliardesimo di secondo dopo il Big Bang e a
questo punto la gravità era già cambiata». I fisici traducono la soglia con un
enigmatico «10 alla meno 30 secondi». Che fare, quindi? Aggiunge Ferroni che
non ci si deve disperare. «Einstein, lo ricordo, non ha risolto le sue
equazioni partendo da dati sperimentali. La Relatività l’ha risolta pensandola.
E confido in questa risorsa – il pensiero – per scavare nell’apparente
dicotomia tra Relatività e meccanica quantistica. Una questione di cui, d’altra
parte, lo stesso Einstein non è venuto a capo. La verità è che dalla sua epoca
a oggi non abbiamo fatto nessun significativo progresso: siamo di fronte a un
problema concettuale. Siamo, in poche parole, alla filosofia della scienza». Nell’attesa
di ideare una guida che ci accompagni nell’Universo, con un credibile modello
di funzionamento, ci sono altri misteri che, invece, la Big Science è decisa ad
affrontare a viso aperto. Come quello – sebbene su una scala diversa dalla
joint venture Relatività&meccanica quantistica – della materia oscura. Nel
mese di novembre del 2015 è stato inaugurato nei Laboratori del Gran Sasso
l’esperimento Xenon 1T, che – sottolinea Ferroni – «cerca la materia che
costituisce all’incirca l’80% di quella del cosmo e che tuttavia non sappiamo
cosa sia. Di sicuro è figlia degli stessi meccanismi che hanno dato origine
alle altre particelle e ci darà informazioni importanti. Quando l’avremo
identificata, potremo stilare la carta d’identità di questo alieno e forse
ricrearla in laboratorio». Intanto Lhc (Large hadron collider) è ripartito e
«cerca nuove particelle, al di là di quelle che conosciamo». Ecco un’ulteriore
sfida, che potrebbe generare allo stesso tempo nuove risposte e nuove domande.
«Il Modello Standard della fisica è completo. E quindi dovremo spiegare – con
gli esperimenti Atlas e Cms – come e perché quelle eventuali particelle
esistono, mettendo insieme una costruzione complementare». Questo è il futuro
prossimo, mentre è cronaca la partenza, il 2 dicembre, del satellite
Lisa-Pathfinder. Sarà un test del test: metterà a punto l’high tech per
l’osservatorio spaziale con cui catturare le onde gravitazionali, vale a dire
le radiazioni (previste dalla Relatività) emesse da masse accelerate. «Ecco un
altro problema che Einstein ci ha lasciato e che sarebbe straordinario
risolvere nel centenario». Le onde si intercettano con strumenti noti come
interferometri. Qui, sulla Terra, ne esistono già e sono le mega-strutture Ligo
e Virgo. Cercano un tipo particolare di quei segnali, figli di catastrofi
cosmiche, tipo un buco nero che divora una stella o una supernova che collassa.
«Nello spazio, invece, dovrebbe essere possibile intercettare le onde degli
inizi, quando – come dicevo – la gravità era accoppiata alla meccanica
quantistica. E a quel punto cominceremo a capire. Sarà, finalmente,
l’esperimento che ci dirà in che direzione andare per combinare Relatività e
meccanica quantistica». In attesa di un nuovo Einstein.
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
http://informaridendo.blogspot.it/2016/01/le-leggi-della-fisica-sono-sei-e-non.html
RispondiEliminaLe Leggi della Fisica sono Sei e non Quattro!
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-La Membrana Quantica – una “membrana di caratteristiche”
Libro: "Dio è Quantico ed è nel DNA - Rivelazioni".
Grazie Eliude !
RispondiEliminaMLR