venerdì 5 febbraio 2016

"HITLER NON MORI' NEL BUNKER MA FUGGI' CON EVA BRAUN IN ARGENTINA"


L’FBI ribalta la storia del nazismo: “Hitler non morì nel bunker ma fuggì con Eva Braun in Argentina”

Una squadra diretta dall’ex CIA Bob Baer ha ripercorso per History Channel il tragitto che avrebbe compiuto il dittatore tedesco da Berlino a Bariloche, via Spagna

di Rino Di Stefano

Uno dei documenti declassificati dell'FBI su Hitler

La storia dovrebbe essere riscritta: nuove prove lasciano ben pochi dubbi sul fatto che Hitler non sia affatto morto nel bunker sotto la Cancelleria di Berlino. Colui che venne definito “il più grande criminale del Novecento”, sarebbe invece riuscito a fuggire insieme alla moglie Eva Braun e ad un gruppo di ufficiali del Terzo Reich (tra i quali il fedele segretario Martin Bormann), prima in Spagna e poi in Argentina. Questo, almeno, è quanto rivela il Federal Bureau of Investigation (FBI), che nel 2014 ha declassificato oltre 700 documenti relativi alle indagini che vennero svolte dal 1945 al 1950 sulla presunta fuga di Adolf Hitler in America Latina. La desecretazione è avvenuta grazie alla legge Freedom of Information Act (Atto per la libertà di informazione), emanata negli Stati Uniti il 4 luglio del 1966, durante il mandato del presidente Lyndon B. Johnson.
La ricostruzione di quella fuga è stata resa pubblica nell’autunno 2015 grazie al programma televisivo “Hunting Hitler” (A caccia di Hitler) su History Channel. In otto puntate, una squadra di professionisti ha ripercorso l’itinerario che sarebbe stato seguito dal dittatore tedesco, trovando prove e testimonianze che, apparentemente, non lasciano dubbi su quanto accadde tra l’Europa e l’America Latina nei mesi successivi alla capitolazione della Germania.
Secondo quanto si può leggere nei documenti FBI, gli Americani non hanno mai creduto al presunto suicidio del dittatore tedesco. Come disse Edgard Hoover, mitico direttore dell’FBI, “gli ufficiali dell’esercito americano di stanza in Germania non hanno localizzato il corpo di Hitler e non c’è alcuna fonte attendibile che possa sostenere definitivamente che Hitler sia morto”. La convinzione di Hoover nasce anche dal fatto che il dittatore russo Stalin il 31 luglio del 1945, durante l’incontro di Postdam con il presidente americano Harry S. Truman e con il ministro statunitense James F. Byrnes, presenti il primo ministro britannico Clement Attlee e il ministro degli Esteri sovietico Vjaceslav Molotov, aveva dichiarato con molta fermezza “Hitler non è nelle nostre mani”. E ha detto apertamente che, secondo lui, il dittatore era fuggito.

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