Il Sole va in letargo:
raffreddamento globale e parossismo delle operazioni chimiche
Introduzione di Giuliano Bruni
“Un’ennesima smentita alla balzana pseudo-teoria del riscaldamento
globale giunge dall’autorevole voce del climatologo John Casey. Ha ragione
l’astronomo Eric Dollard a sostenere che l’attività solare è, in questi ultimi
tempi, debole: ne conseguirà più che un immediato influsso sul clima, ormai
gestito in gran parte dai soliti noti, un’intensificazione delle attività
chimiche, visto che la ionosfera è alimentata dall’energia elettromagnetica
sprigionata dalla nostra stella. E’ un’intensificazione volta a creare uno
strato elettroconduttivo nella bassa atmosfera indispensabile ai signori della
guerra per i loro maledetti conflitti presenti e futuri. [1] Di seguito l’articolo in cui Casey, che è pur sempre un solarista
con i pregi ed i limiti di questa categoria, preannuncia un raffreddamento
planetario con tutte le ripercussioni facilmente immaginabili. Osserviamo
infine che, se veramente il clima subirà una diminuzione delle temperature,
probabilmente ciò sarà dovuto per lo più alle operazioni illegali in atmosfera
e non tanto ad un Sole sonnacchioso, i cui effetti non si manifestano ex
abrupto, da un anno all’altro, ma con estrema gradualità.”
Notizia da Retenews 24:
"Caro presidente Obama, si
copra bene: farà freddo, freddissimo, per almeno trent’anni". Lo sostiene
John Casey, già climatologo della N.A.S.A., ora direttore di un centro studi di
Orlando, la “Space and science research corporation”. L’allarme: l’attività del
sole sta rapidamente cambiando, la comparsa di nuove macchie solari lascia
presagire un nuovo “grande inverno” per il pianeta, a partire dal 2015-2016,
con conseguenze devastanti, fenomeni di assideramento di massa e addirittura il
crollo del 50% della produzione alimentare a causa del collasso
dell’agricoltura. E’ il drammatico contenuto della lettera che lo scienziato ha
rivolto al capo della Casa Bianca già lo scorso aprile. Oggetto: “Richiesta di
preparare gli Stati Uniti per un pericoloso clima freddo”. Casey chiede di
prendere “provvedimenti immediati per garantire che gli Stati Uniti d’America
siano pronti per lo storico e potenzialmente pericoloso clima freddo, che sta
per arrivare”. Ma il problema non era il global warming, il surriscaldamento?
Sì, fino a ieri. Da oggi, l’allarme è di segno opposto: neve, gelo, temperature
sotto zero. A partire dai prossimi mesi. Anche l’Italia dovrebbe già avvertirne
gli effetti da questo dicembre. Gli ultimi studi compiuti confermerebbero
l’arrivo di freddo e neve sull’Italia, infatti, già da capodanno. A
condizionare la stagione invernale saranno i venti di Burian che si faranno
sentire in modo particolare per due o tre volte quest’anno. La tesi di molti
mesi rigidi e di un gennaio tra i più freddi della storia con temperature al di
sotto dei 20 gradi sembra dunque confermarsi.
Casey cita le ricerche condotte
negli ultimi decenni sulle cause del cosiddetti cambiamenti climatici. Il
periodo passato del riscaldamento globale è un fenomeno naturale, prodotto
principalmente dal Sole ed è finito”, scrive il climatologo nella sua
Iceberglettera ad Obama. “Sono oltre diciassette anni che non viene registrata
alcuna effettiva crescita delle temperature atmosferiche globali in troposfera.
Ironia della sorte, questo significa che, mentre per la maggior parte del tempo
la comunità internazionale ha avuto a che fare con il riscaldamento globale,
quest’ultimo, non c’era! E’ quindi importante accettare che il riscaldamento
globale è finito”. Non c’è più alcun riscaldamento globale, sostiene Casey. “La
Terra – scrive – è in fase di raffreddamento da diversi anni, come gli oceani
negli ultimi undici anni e l’atmosfera per la maggior parte del tempo”. Dei 24
parametri climatici monitorati dalla Space and science research corporation,
registrati in resoconti trimestrali, ben 18 di essi mostrano un raffreddamento
globale come tendenza dominante”. Quanto ai restanti 6, «si convertiranno verso
lo stato di raffreddamento, entro i prossimi cinque anni».
Lo scienziato dichiara
che il livello del mare ha già iniziato a calare, là dove alcune aree oceaniche
stanno diventando più fredde. Il centro ricerche coordinato da Casey prevede
una riduzione globale del livello del mare della durata di 30 anni, “che
comincerà in qualsiasi momento tra quest’anno ed il 2020. Se queste tendenze
cambiassero, il centro studi sarebbe il primo a segnalarlo - dice Casey -
tuttavia, sulla base delle temperature globali effettive e dei modelli
climatici più affidabili, c’è una sola conclusione sullo stato attuale clima
della Terra: un nuovo clima freddo è arrivato”. Se questa “nuova era glaciale”
procedesse come negli episodi passati (circa 200 e 400 anni fa), secondo Casey
“dovremmo aspettarci di vedere notevoli danni alle colture a livello mondiale,
sconvolgimenti sociali e politici e la perdita della vita”. […] Casey aggiunge
che abbiamo poco tempo per prepararci: “Gli scienziati russi si sono spinti
fino a parlare di una nuova “Piccola era glaciale” che principierà quest’anno”.
Secondo gli studiosi statunitensi, il nuovo clima freddo verrebbe imposto alla
Terra “da un ripetuto ciclo, di 206 anni, del Sole”. Casey l’aveva già
annunciato nel 2007. “Anche se molti altri ricercatori hanno scoperto questo
ciclo o previsto un clima rigido in arrivo, sono stati ignorati”, scrive lo
scienziato, nella sua lettera a Obama. “La fase di freddo di questo lungo ciclo
di due secoli, è prodotta dalla riduzione drammatica dell’energia con la quale
il sole scalda la Terra”. Lo chiamano “letargo solare” ed è stato confermato
dalla N.A.S.A., dall’aviazione statunitense e dal “National solar observatory”.
“La ricerca relativa a questi letarghi – aggiunge Casey – mostra anche che si
verificano in concomitanza con i terremoti e le eruzioni vulcaniche più
distruttive”. Potenzialmente devastanti le conseguenze dello choc climatico
sulla popolazione, a cominciare dalle categorie più esposte: “Credo che gli
afro-statunitensi, altre minoranze ed i poveri soffriranno di più, per la nuova
era glaciale e le vostre politiche climatiche”, scrive Casey al presidente (in
realtà un fantoccio, un utile idiota, n.d.r.) […] “Senza adeguate contromisure
governative, avverte lo scienziato, saremo impreparati ed incapaci di
procurarci il cibo”. Inutile aggiungere che ci sarà un’impennata dei costi
dell’energia, micidiale soprattutto per i più poveri. Casey rimprovera ad Obama
di aver “creduto alla teoria del surriscaldamento globale” e gli rinfaccia la
responsabilità per l’incolumità di 317 milioni di cittadini statunitensi di
fronte al “grande freddo” che, giura, sta davvero per arrivare.
[1] Spiega Dollard: “Sono cicli di
ventidue anni, di inattività e di attività. Un ciclo cominciò agli albori del
Rinascimento. Un picco si verificò durante la Seconda guerra mondiale ed ora
nel ciclo 24 il Sole si addormenta, non crea la ionosfera, come se le fasi
solari stessero per finire. Oggi il flusso solare è 140 circa e dovrebbe essere
almeno 200: ora l’astro lavora a metà potenza per questa parte del ciclo,
quindi non genera la ionosfera utile per comunicare. Col minimo solare si
indebolisce così lo spettro radio: adesso siamo al massimo solare e non è
meglio del minimo. Perciò la domanda è la seguente: quando il Sole entrerà nel
minimo nei prossimi sette anni, quanto sarà ‘morto’? L'ultimo minimo è stato da
primato: l’emissione energetica non è mai scesa sotto 60, mentre questa volta
ha toccato 58 sicché non si poteva comunicare". La flessione nelle
prestazioni nelle comunicazioni ionosferiche fornisce un'indiretta indicazione
per quanto concerne le attività di geoingegneria spacciate come "solar radiation
management", volte a mitigare gli effetti dell'attività solare. In realtà
è il contrario, ossia le operazioni di aerosol sono finalizzate al mantenimento
di una coltre elettroconduttiva utile a bilanciare la diminuzione di efficienza
dello strato ionosferico.
Fonte: Retenews24
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