Un chip nel cervello, un ragazzo paralizzato muove la mano
Sperimentata per la prima volta grazie a un team della Ohio
University una tecnica in grado di bypassare il midollo spinale e comandare il
movimento con il pensiero.
Segnalati dal Dr. Giuseppe Cotellessa (ENEA)
Un meccanismo articolato permette di muovere le mani col
pensiero, bypassando il midollo spinale. È la tecnologia Neurobridge, della
quale si parla da tempo che è dedicata a coloro che hanno subito lesioni
midollari alte o ictus e che sono dunque impossibilitati nel movimento. Ora è
stata testata per la prima volta da un ragazzo tetraplegico e si sono
registrati i primi piccoli grandi successi.
Come funziona:
Si tratta di un chip con 96 elettrodi e grande 0,4 cm che
viene inserito nel cervello: gli elettrodi leggono i comandi di movimento
impressi dalla sezione del cervello specifica e li trasmettono via cavo a un
supporto nel cranio, collegato a sua volta a un computer. Il primo paziente in
assoluto a sperimentala è Ian Burkhart, un ragazzo ventitreenne tetraplegico.
Un chip dunque è stato impiantato nel cervello del giovane paralizzato da un
team della Ohio State University e Ian è entrato ufficialmente nell’era che i
medici definiscono bionica, regalando speranze a molte persone, sia mielolese
che colpite da ictus. I suoi pensieri vengono tradotti in impulsi e nonostante
la lesione midollare i comandi cerebrali possono comunque giungere alle mani.
Come ha spiegato Chad Bouton, ricercatore della Ohio University, il concetto
che sta alla base di Neurobridge non è poi così diverso da quello del bypass
aorto-coronarico. Dopo l’intervento per impiantare il chip nel cervello, gli
scienziati di Battelle, l’ente di ricerca no-profit ideatore di Neurobridge,
sono entrati nel cervello del ragazzo e l’hanno collegato, mentre Ian osservava
i movimenti di una mano digitale, pensava di replicarli e il computer leggeva
nella mente del giovane. I primi movimenti reali sono avvenuti al Wexner
Medical Center di Columbus, in un clima di emozione generale.
L’esperimento:
Il ragazzo nell’esperimento ha dimostrato di poter aprire la
mano e di stringerla poi in un pugno, afferrando un cucchiaio. Un piccolo
gesto, ma enormemente significativo per una persona che non è più in grado di
pilotare i movimenti degli arti: “«a cosa che mi manca maggiormente – ha
spiegato Ian – è l’autonomia: è molto frustrante dipendere dagli altri anche
per i gesti e le necessità più semplici». La fantascienza diventa realtà,
scrive ilWashington Post, mentre il giovane Ian ha iniziato rivivere piccoli
spazi di autonomia che per lui sono un regalo prezioso. Da quando nel 2010, in
seguito a un’immersione, si è rotto la spina dorsale è rimasto completamente
paralizzato. Aveva deciso di festeggiare la fine del primo anno all’università
dell’Ohio con una giornata di mare e fu proprio lo schianto contro un banco di
sabbia nascosto dalle onde ad aver causato la lesione. Le speranze per il
momento sono tiepide e la cautela doverosa, ma l’era bionica è comunque
iniziata.
http://www.corriere.it/methode_image/2014/06/25/Salute/Foto%20Salute%20-%20Trattate/neurobridge-kNg-U43020747508285VKD-180x140@Corriere-Web-Sezioni.JPG?v=201406251727
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AirPod la prima autovettura alimentata ad aria compressa,
esempio di mobilità sostenibile, parte dal centro del Mediterraneo.
Mentre Tata Motors è in fase di predisposizione dei suoi
modelli su tecnologia MDI per il mercato indiano, la Sardegna si è candidata
per la prima produzione europea del veicolo, prevista per il tardo autunno del
2014.
L’autovettura ideata dall’ingegnere francese Guy Nègre (MDI,
Motor Development International) sarà prodotta e distribuita a Bolota-na (NU)
da Airmobility, una società di imprenditori sardi che ha scommesso su questa
innovativa tecnologia. La scelta di questa tecnologia consentirà un’alternativa
realmente sostenibile al trasporto urbano a combustibile convenzionale verso
una nuova era ecocompatibile e rispettosa dell’ambiente.
Nel 2014 AirPod segna la versione 2.0 e passa da prototipo a
veicolo di serie commerciabile nella comunità europea. Le novità salienti
riguardano il suo design esterno ancora più moderno e accattivante, una
dotazione di interni paragonabile a un’auto di fascia medio-alta e la nuova
soluzione two-seater (due posti a sedere) per venire incontro alla normativa
europea (n° 168/2013 in materia di omologazione di veicoli a motore) che vieta
dal primo gennaio 2016 vetture con posti a sedere contrari al senso di marcia.
Il nuovo modello sarà prodotto in due versioni: motore 7 KW
(guida con patente B) 80 km/h con autonomia di circa 120 km (circuito urbano);
motore 4 KW (guida con patente A, motocicli) 45km/h e stessa autonomia,
entrambi dotate di un bagagliaio da 500 litri con incluso uno scomparto
refrigerato da trenta litri. Si guida tramite joystick o in opzione può essere
richiesto il volante.
Nel luglio 2012 la città di Cagliari è stata la prima in
Italia ad accogliere la prova dimostrativa dell’AirPod. Nel settembre 2013 in
occasione della settimana della mobilità sostenibile Airmobility ha annunciato
il progetto di costruire un impianto di produzione a Bolotana (NU), una delle
zone più depresse della Sardegna, dove lo sviluppo industriale degli anni ‘80
ha lasciato delle ferite profonde. Unendo il concept industriale MDI (che
prevede una produzione meno massiva) con una microfabbrica totalmente
autosufficente dal punto di vista energetico, AirMobility intende perseguire
coerentemente una reale idea di mobilità sostenibile, dalla costruzione del
veicolo sino alla commercializzazione e alla messa su strada.
Airpod entrerà sul mercato con un modello base dal costo di
€ 7.500 e sarà destinata al trasporto passeggeri. La vettura ecologica avrà
costi di alimentazione e manutenzione contenuti: un pieno da 4 euro permette di
percorrere 100 km alla velocità massima di 80 km/h. Il rifornimento di
ariacompressa può avvenire tramite stazioni abilitate (2,5 minuti per un pieno)
o presa di corrente domestica da almeno 10kw (3,5 ore per un pieno).
La vettura pesa complessivamente 280 kg ed è realizzata in
materiale composito di fibra di vetro e resina poliestere. La combinazione
oltre ad avere un basso impatto ambientale, in caso di incidente ha una
capacità di assorbimento dell’urto da due a quattro volte superiore alla
carrozzeria di un veicolo tradizionale. MDI è costantemente alla ricerca di
soluzioni alternative e a basso impatto ambientale, attualmente sono in corso
test su materiali quali sisal e lino, come alternativa alla fibra di vetro.
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LA VERA STORIA EVOLUTIVA DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?
"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA
DI MARCO LA ROSA
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