"E' scomparso all'età di 74 anni il professor Emilio del
Giudice, venuto a mancare la mattina del 31gennaio. Lascia dietro di sè un vuoto non solo tra i suoi cari ma anche nel mondo
scientifico.
Nato a Napoli il 1° gennaio 1940, Del Giudice consegue la laurea in fisica nel
1961 e la specializzazione in fisica teorica nel 1965, presso l’università di Napoli, dove poi
insegnerà – dal 1966 al 1974 – Tecnica delle forze
nucleari, fisica delle particelle elementari e fisica per geologi.
Stimato ricercatore
dell’Infn dal 1976 all’88 quando diventa
Primo ricercatore fino alla pensionamento nel 1996 per limiti di età. Membro dell’I.I.B
-International Institute of Biophysics- di Neuss, Germania dal 2007. Insignito
del “Prigogine Award 2009”. Ricercatore presso il Center of Theoretical Physics del
MIT dal 1969 al 1972. Ricercatore presso il Niels Bohr Institute di Copenhagen
dal 1974 al 1976. Ricercatore presso il CERN di Ginevra.
Lo si ricorda
facilmente insieme a Giuliano Preparata, con il quale condivise la ricerca sui
processi nucleari a bassa temperatura e l’elaborazione dei principi dell’elettrodinamica
quantistica (QED). Con altrettanto piacere lo si ricorda con Maurizio Torrealta
– attualmente capo redattore
responsabile delle inchieste a Rainews24 - con il quale collaborò alla stesura di un romanzo-inchiesta dal titolo “Il segreto delle tre pallottole” sul tema dell’utilizzo di armi tattiche nucleari a
basso potenziale. Così scrive Giorgio
Masiero in memoria di Emilio del Giudice: “Del Giudice ha
dedicato tutta la sua vita di ricercatore a mostrare come la condizione di
risonanza in cui tutto l’Universo è immerso come un
solo corpo e in cui, all’interno, sono immersi il rapporto tra l’uomo e la natura ed
i rapporti dei singoli uomini tra loro, implichi anche scientificamente un’etica ed una
politica non relative, ma naturali, non individualistiche, ma comunitarie,
perchè così risultano
profondamente iscritte nelle leggi dell’Universo, e non come vorrebbe l’ideologia”.
Ci lascia quindi un
grande scienziato, amato sia per il contenuto che per l'estetica del suo
linguaggio e per essere stato riferimento di eccellenza e di grande umanità.”
di: Andrea Pallini
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