IL MITRAISMO E IL CONCETTO DELL’AETERNITAS… FORSE VIENE
DA MOLTO PIU’ LONTANO DI QUANTO IMMAGINASSIMO.
di: Marco La Rosa
QUELLO CHE SI CONOSCE OGGI
DEL MITRAISMO:
“Il mitraismo o mithraismo fu un'antica
religione ellenistica, basata sul culto di un Dio chiamato Meithras che
apparentemente deriva dal Dio persiano Mitra e da altre divinità
dello zoroastrismo. A differenza dello zoroastrismo fu una religione misterica."
"L'origine del mitraismo è da identificarsi nell'area del
Mediterraneo orientale intorno al II-I secolo a.C. Questa religione venne
praticata anche nell'Impero romano, a partire dal I secolo a.C., per
raggiungere il suo apogeo tra il III ed il IV secolo, quando fu molto popolare
tra i soldati romani. Il mitraismo scomparve come pratica religiosa in seguito
al decreto Teodosiano del 391, che mise al bando tutti i riti pagani e
apparentemente si estinse poco più tardi.
Il culto di Mitra attirò l'attenzione del mondo romano
soprattutto per le sue concezioni misteriosofiche, che ruotavano intorno
all'idea dell'esistenza dell'anima e della sua possibilità
di pervenire attraverso le sette sfere planetarie all'aeternitas.
Nonostante la religione facesse professione di universalismo,
questo culto escludeva le donne e fu praticato soprattutto dai militari e, in
parte, da "burocrati" e amministratori."
"Essendo una religione misterica di iniziazione, al pari dei
misteri eleusini, il mitraismo non diede luogo alla diffusione di un corpo di scritture
rivelate e anche i suoi rituali erano tenuti segreti e riservati agli iniziati.
Le scarne informazioni scritte sul mitraismo provengono da
scrittori cristiani o pagani, ma non aderenti al mitraismo, oppure sono frutto
dell'applicazione ipotetica al mitraismo di notizie sul Dio Mitra provenienti
dallo zoroastrismo. Il mitraismo è documentato soprattutto dalle
scoperte archeologiche, iconografiche ed epigrafiche dei suoi templi, i mitrei,
risalenti al tardo Impero Romano.
San Girolamo descrive i sette gradi dell'iniziazione mitriaca
(epistola CVII ad Laetam) e Tertulliano riferisce che l'iniziato veniva segnato
in fronte come "soldato di Mitra" (De Praescriptione haereticorum,
40) e che agli adepti venivano prescritte abluzioni purificatorie, simili al
battesimo cristiano (De baptismo, 5).
Il contenuto dottrinale del mitraismo, quindi, è
quasi esclusivamente il prodotto di interpretazioni moderne. Nei primi
decenni del XX secolo è stata accolta universalmente la
ricostruzione di Franz Cumont. La ripresa degli studi mitraici negli anni
settanta ha portato ad interpretazioni sostanzialmente diverse."
"Il centro del culto ed il luogo di incontro dei seguaci era il mitreo,
una cavità o caverna naturale adattata, di preferenza già
utilizzata da precedenti culti religiosi locali, oppure un edificio artificiale
che imitava una caverna. I mitrei erano luoghi tenebrosi e privi di
finestre, anche quando non erano collocati in luoghi sotterranei. Quando
possibile, il mitreo era costruito all'interno o al di sotto di un edificio
esistente. Il sito di un mitreo può essere anche identificato dalla sua
entrata separata o vestibolo, la sua caverna a forma di rettangolo,
chiamata spelaeum o spelunca, con due panchine lungo le mura laterali
per il banchetto rituale, ed il suo santuario all'estremità,
spesso in una nicchia, prima del quale vi era l'altare. Sul soffitto in genere era
dipinto un cielo stellato con la riproduzione dello zodiaco e dei pianeti.
I mitrei, così diversi dai grandi edifici templari
dedicati alle divinità dei culti pubblici, si distinguevano
anche per il fatto di essere di dimensioni modeste; il servizio di culto, che
terminava in un banchetto comune, era officiato da una piccola comunità,
solitamente formata da poche dozzine di persone.
Nel mitraismo l'acqua sembra svolgere un ruolo purificatorio importante
e spesso nelle vicinanze del santuario vi era una sorgente naturale o
artificiale."
L’iconografia Mitraica, è piuttosto complessa e sicuramente ha
subito "metamorfosi opportune” attraverso il corso dei secoli,
adattandosi alle culture che hanno “aderito” a questo culto oppure, meglio dire: “conoscenza
iniziatica”.
Vediamo alcuni esempi, che sono arrivati sino a noi e che sono
essenziali e/o funzionali alla spiegazione della teoria “temporale”
che voglio presentare:
"Il mitreo Fagan (regio I) a Roma, è così chiamato perché venne
scavato dal pittore irlandese Robert Fagan tra il 1794 e il 1802. Oggi non è
più accessibile, ma originariamente doveva trovarsi da qualche
parte tra il Palazzo Imperiale e la bocca del Tevere.
Due importanti ritrovamenti vennero effettuati all’interno
di questo mitreo. Il primo di essi è un gruppo marmoreo raffigurante l’uccisione
del toro da parte di Mitra (la "tauroctonia"), che attualmente è
conservato all’interno dei Musei Vaticani. Alla base
della statua vi è un’iscrizione, che riporta la dedicazione
di un certo Caio Valerio Ercole al "dio imperscrutabile": «SIG(num)
INDEPREHENSIVILIS DEI C(aius) VALERIVS HERACLES SACERDOS S(ua) P(ecunia)
P(osuit) L(ucius) SEXTIVS KARVS ET». L’ultima parte dell’iscrizione,
con il nome di Lucio Sestio Caro, è un’aggiunta successiva.
Il Leontocefalo
La seconda statua trovata al suo interno è ben
più curiosa, e si trova esposta all'ingresso della Biblioteca
Vaticana. Rappresenta un uomo nudo con la testa di leone ed avvolto dalle spire
di un serpente. Nelle sue mani tiene una chiave con dodici fori ed uno scettro.
Alle sue spalle sono due coppie di ali, che riportano ciascuna i simboli di una
stagione. La statua ha conservato tratti di una pittura originale di colore
rosso che lo ricopriva interamente. Questa figura, chiamata genericamente
Leontocefalo (cioè un essere con la testa di leone) è
ritenuta essere una rappresentazione del tempo.
La figura è affiancata da una lapide nella quale
si trova le seguente iscrizione, che attesta il grado di "Pater" del
già citato Valerio Ercole, e riporta la dedicazione del tempio,
da parte sua e di altri due sacerdoti, che pagarono le spese di realizzazione,
alle idi di Agosto (cioè il 13 Agosto) del 190 d.C.:
C(aius) VALERI
VS HERACLES
PAT(er)
ET C(aii) VALERII
VITALIS ET NICO
MES SACERDO
TES S(ua) P(e)C(unia) P(o)S(ue)R(unt)
D(e)D(icatum) IDI(bus) AVG(ustis) IMP(eratore)
COM(modo)
VI ET
SEPTI
MIANO
CO(n)S(ulibus)
"Interessante, in questa raffigurazione, è il complesso simbolismo esoterico che
essa rappresenta. Il serpente, innanzitutto, è un simbolo fondamentale. Esso avvolge
l’uomo in sei spire, e la sua testa è
vicina a quella dell’uomo, in forma di leone. Impossibile
non fare il collegamento con i centri energetici dei chakra, l’energia
del Kundalini (il serpente cosmico) che fluisce attraverso di essi risalendo
dal più basso al più alto fino all’ultimo
chakra che ha sede al centro della testa, nella ghiandola pineale, laddove si
aprirà il cosiddetto "Terzo Occhio", quello del
risveglio iniziatico. Il simbolo è in stretta analogia con il caduceo di
Mercurio e tutta questa simbologia è
rappresentata nella lapide a lato della figura, sotto l’iscrizione,
dove si vedono il caduceo, un gallo (simbolo del risveglio iniziatico) ed una
pigna (la "ghiandola pineale", il Terzo Occhio, la Conoscenza
Iniziatica)."
Seguitando:
Troviamo il leontocefalo nella cultura egizia, nella figura della Dea Sekmet:
“Sekhmet il cui nome significa "Colei che è
potente" era una divinità solare zoomorfa della mitologia
egizia.
Rappresentava lo strumento della vendetta di Ra contro l'insurrezione
degli uomini imponendo l'ordine del mondo.
Portava morte all'umanità ma era anche la dea protettrice dei
medici come citano i papiri medici Ebers ed Edwin Smith
Dal carattere molto pericoloso questa dea aveva quindi un lato benevolo
che richiedeva rituali specifici soprattutto durante gli ultimi cinque giorni
dell'anno solare, giornate queste estremamente pericolose.
Era temuta persino nell'Aldilà dove il malvagio Seth ed il serpente
Apopi venivano sconfitti dalla dea che abbracciava con le sue spire di fuoco Ra
nel suo viaggio notturno.
Sekhmet incarnava il fiammeggiante Occhio di Ra ed era in questo caso
assimilabile a Tefnet. Narra il mito della Dea Lontana che Ra, adirato con gli
uomini che avevano cospirato contro di lui, la inviò per ucciderli, ma dovette poi
fermarla ubriacandola con la birra, colorata di rosso come il sangue, per far
sopravvivere il genere umano. La dea, assetata di sangue, che stava uccidendo
sistematicamente tutti gli uomini dopo aver bevuto la birra si addormentò
ed al risveglio prese le sembianze di Hathor.
Per ricordare la terribile circostanza, nacque la Festa dell'Ebbrezza,
celebrata nella stagione di Akhet ossia dell'inondazione del Nilo e nella quale
venivano preparate grandi quantità di birra.
L'attributo di Colei che è potente era in realtà
attributo di Hathor e fu quest'ultima, per punire gli uomini ribelli, che si
trasformò in Sekhmet a sua volta identificata, oltre alle già
citate Bastet e Tefnet, anche in Uadjet.
Più di cinquecento statue della dea sono state trovate nel
tempio di Karnak, fatte erigere da Amenofi III per non inimicarsi la crudele
dea.
Facile pertanto, ritrovare nella storia della dea Sekmet, tutte le
simbologie “esoteriche” rappresentate appunto, nel
leontocefalo romano, ma non solo:
Il leontocefalo di Sidone (Siria):
Il leontocefalo di Bordeaux (Francia):
ECCOCI ARRIVATI QUINDI (SCUSATE IL LUNGO, MA NECESSARIO PREAMBOLO) AL
NOCCIOLO DELLA QUESTIONE:
IL MITRAISMO HA ORIGINI PREISTORICHE?
VI SONO RITROVAMENTI CHE POSSONO AVVALLARE QUESTA TESI?
LE NOSTRE CONOSCENZE SULLA PREISTORIA DELL’UOMO SONO IN GRAN PARTE DA RIVEDERE?
IO, LEGGENDO L’ARTICOLO CHE SEGUE, QUALCHE DUBBIO ME
LO SONO POSTO !
BUONA LETTURA
MLR
“L'enigmatica
statuina del "Leone Umano"
Da:
“ Una testa di leone su un corpo umano.
La storia del "Leone Umano" (in tedesco: Löwenmensch,
letteralmente "leone umano") comincia nel 1939, quando un gruppo di archeologi
tedeschi, impegnato in uno scavo presso il sito paleolitico di Stadelhole
("grotta stabile") a Hohlenstein, nel sud della Germania, scoprì
centinaia di frammenti di avorio di mammut.
Solo una settimana dopo l'interessante scoperta, prima che il team
potesse completare il lavoro sul campo e analizzare i reperti, lo scoppio della
Seconda Guerra Mondiale costrinse gli archeologi ad abbandonare rapidamente il
sito.
I frammenti furono custoditi in un deposito presso un Museo
nelle vicinanze della città di Ulm, dove vi rimasero, quasi
dimenticati, per trent'anni, fino a quando l'archeologo Joachim Hahn cominciò
ad analizzare i frammenti.
Hahn catalogò e analizzò più
di 200 frammenti, con i quali compose una straordinaria figurina umanoide
risalente al periodo Aurignaziano (più di 30 mila anni fa). Era chiaramente
una figura con caratteristiche sia umane che animali.
Ma la statuita era incompleta. Infatti, solo una piccola parte
della testa e dell'orecchio sinistro erano state trovate, quindi non si riusciva
ancora a capire quale tipo di creature potesse rappresentare.
Tra il 1972 e il 1975, furono consegnati al museo altri
frammenti raccolti dal pavimento della grotta e altri ancora che furono
rinvenuti in una campagna di scavi del 1960, conservati il un altro luogo.
Bisognerà aspettare il 1982 perchè un archeologo rimetta mano alla
composizione della statuina.
Fu Elizabeth Schmidt, un'archeologa, a riprendere il lavoro
cominciato da Hahn. La Schmidt non solo corresse alcuni errori commessi da
Hahn, riusci ad aggiungere anche le parti del naso e della bocca che mancavano,
rendendo sempre più chiaro che la statuina aveva la testa
di un felino.
In origine, la figura antropomorfa fu classificata da Hahn come
di sesso maschile. Ma la Schmidt, sulla base dei frammenti aggiuntivi, decise
che si trattava di un essere di sesso femminile con la testa di leone, cioè
di una "Löwenfrau" (donna leone). Ma
entrambi le ipotesi non potevano essere provate scientificamente.
Nel 2008, una nuova spedizione ha portato un team di archeologi,
guidati da Claus-Joachim Kind, sul sito di Stadelhole. La squadra ha rimosso
tutto il materiale di riempimento versato frettolosamente dai colleghi del 1939
all'indomani dello scoppio della guerra. Nei tre anni di permanenza sul sito,
il team di Kind ha trovato mille nuovi frammenti di avorio, molto più
piccoli dei precedenti.
"Nel 2009, quando abbiamo trovato i primi frammenti,
abbiamo avuto una sorpresa enorme", spiega Kind. "Siccome abbiamo
scavato esattamente nel punto in cui venne fatta la prima scoperta nel 1939, abbiamo
capito subito che appartenevano al “Leone Umano”.
Era evidente che alcuni frammenti erano stati danneggiati
durante gli scavi precedente. Furono recuperati solo i pezzi più
grandi, mentre quelli più piccoli furono lasciati nella
caverna".
Grazie ad una simulazione tridimensionale della statuina, si è
riusciti a collocare i frammenti ritrovati come parti mancanti del collo e del
dorso. "Alla fine del 2011 abbiamo recuperato tutti i pezzo",
conclude Kind. "Ci auguriamo che presto il Leone Umano sia completo".
Nella sua configurazione definitiva, la statuina risulta essere
alta 29, 6 centimetri, larga 5, 6 centimetri e con uno spessore di 5, 9
centimetri. E' stata ricavata da avorio di mammut con uno scalpello in pietra
di selce. Attualmente è custodita nel museo di Ulm, in
Germania.
Una delle caratteristiche della scultura che più
sorprendono è la straordinaria precisione con il
quale è stata realizzata, considerata l'epoca a cui viene fatta
risalire. All'inizio, si pensava che la statuina fosse stata scolpita circa 30
mila anni fa. Ma la datazione al radiocarbonio eseguita di recente sposta la
sua datazione di ben 10 mila anni nel passato, facendola risalire a 40 mila anni fa. Questo, ne fa una della più
antiche sculture antropomorfe d'Europa, come riferisce la rivista Archeology.
Ma chi o casa rappresenta?
L'interpretazione del manufatto è molto difficile. Uno dei metodi per
coglierne l'identità è quello di compararlo con i dipinti
rupestri ritrovati in alcune grotte europee, come quelli di Lascaux, in
Francia. Anche questi pittogrammi presentano figure ibride. Tuttavia, si tratta
di opere di diverse migliaia di anni più giovani della scultura tedesca.
In alcune campagne di scavo successive al ritrovamento del Leone Umano,
in una grotta della stessa regione, furono rinvenute altre statuine con la
testa di Leone, molto più piccole e insieme ad altre figure di
animali e flauti vari. Questo potrebbe essere un indizio che la figura
antropomorfa del leone abbia svolto un ruolo importante nella mitologia degli
esseri umani del Paleolitico Superiore.
Ciò che colpisce è che
lo scultore del Leone Umano era dotato di una mente capace di grande
immaginazione, non limitandosi a rappresentare forme presenti in natura.
"A quanto pare, non è necessario avere un cervello con una
corteccia prefrontale complessa per creare un'immagine mentale di un
uomo-leone", sottolinea Jill Cook, curatrice del British Museum. "La
scultura di Ulm getta una luce nuova sull'evoluzione dell'homo sapiens".
I ricercatori hanno calcolato che lo scultore ha impiegato
almeno 400 ore per realizzare l'opera, lavorando per due mesi alla luce del
giorno. Ciò significa che l'intagliatore non era un cacciatore ed era
mantenuto dalla comunità. Ciò presuppone un certo grado di
organizzazione sociale e un sostanziale apprezzamento per le arti visive.
Il dibattito tra gli studiosi, su ciò che
rappresenta la statuina, è ancora aperto. C'è chi ritiene che sia da collegare allo
sciamanesimo e al mondo degli spiriti, c'è chi crede che si tratti di un'opera
d'arte fine a se stessa, e che crede che possa anche trattarsi di giocattoli
realizzati per i bambini del Paleolitico Superiore.
Ad ogni modo, la creatura fantastica umano-leonina rappresenta
una reliquia unica nel suo genere. Essa si riferisce alla vita intellettuale,
sociale e religiosa della mente degli esseri umani vissuti durante l'ultima
glaciazione. Tuttavia, la loro visione complessa del mondo, non può
essere decifrata più di quanto si sia riusciti finora”.
Biblio: Wikipedia
LA VERA STORIA EVOLUTIVA DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?
"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA
DI MARCO LA ROSA
E' UN'EDIZIONE OMPHILABS
ACQUISTABILE DIRETTAMENTE DAL SITO OMPHILABS ED IN LIBRERIA
http://www.omphilabs.it/prod/L-UOMO-KOSMICO.htm
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