martedì 26 novembre 2013

CONOSCENZE "MISTERICHE" NELLA PREISTORIA


IL MITRAISMO E IL CONCETTO DELLAETERNITAS FORSE VIENE DA MOLTO PIU LONTANO DI QUANTO IMMAGINASSIMO.

di: Marco La Rosa

QUELLO CHE SI CONOSCE OGGI DEL MITRAISMO:

Il mitraismo o mithraismo fu un'antica religione ellenistica, basata sul culto di un Dio chiamato Meithras che apparentemente deriva dal Dio persiano Mitra e da altre divinità dello zoroastrismo. A differenza dello zoroastrismo fu una religione misterica."

"L'origine del mitraismo è da identificarsi nell'area del Mediterraneo orientale intorno al II-I secolo a.C. Questa religione venne praticata anche nell'Impero romano, a partire dal I secolo a.C., per raggiungere il suo apogeo tra il III ed il IV secolo, quando fu molto popolare tra i soldati romani. Il mitraismo scomparve come pratica religiosa in seguito al decreto Teodosiano del 391, che mise al bando tutti i riti pagani e apparentemente si estinse poco più tardi.
Il culto di Mitra attirò l'attenzione del mondo romano soprattutto per le sue concezioni misteriosofiche, che ruotavano intorno all'idea dell'esistenza dell'anima e della sua possibilità di pervenire attraverso le sette sfere planetarie all'aeternitas.
Nonostante la religione facesse professione di universalismo, questo culto escludeva le donne e fu praticato soprattutto dai militari e, in parte, da "burocrati" e amministratori."

"Essendo una religione misterica di iniziazione, al pari dei misteri eleusini, il mitraismo non diede luogo alla diffusione di un corpo di scritture rivelate e anche i suoi rituali erano tenuti segreti e riservati agli iniziati.
Le scarne informazioni scritte sul mitraismo provengono da scrittori cristiani o pagani, ma non aderenti al mitraismo, oppure sono frutto dell'applicazione ipotetica al mitraismo di notizie sul Dio Mitra provenienti dallo zoroastrismo. Il mitraismo è documentato soprattutto dalle scoperte archeologiche, iconografiche ed epigrafiche dei suoi templi, i mitrei, risalenti al tardo Impero Romano.
San Girolamo descrive i sette gradi dell'iniziazione mitriaca (epistola CVII ad Laetam) e Tertulliano riferisce che l'iniziato veniva segnato in fronte come "soldato di Mitra" (De Praescriptione haereticorum, 40) e che agli adepti venivano prescritte abluzioni purificatorie, simili al battesimo cristiano (De baptismo, 5).
Il contenuto dottrinale del mitraismo, quindi, è quasi esclusivamente il prodotto di interpretazioni moderne. Nei primi decenni del XX secolo è stata accolta universalmente la ricostruzione di Franz Cumont. La ripresa degli studi mitraici negli anni settanta ha portato ad interpretazioni sostanzialmente diverse."

"Il centro del culto ed il luogo di incontro dei seguaci era il mitreo, una cavità o caverna naturale adattata, di preferenza già utilizzata da precedenti culti religiosi locali, oppure un edificio artificiale che imitava una caverna. I mitrei erano luoghi tenebrosi e privi di finestre, anche quando non erano collocati in luoghi sotterranei. Quando possibile, il mitreo era costruito all'interno o al di sotto di un edificio esistente. Il sito di un mitreo può essere anche identificato dalla sua entrata separata o vestibolo, la sua caverna a forma di rettangolo, chiamata spelaeum o spelunca, con due panchine lungo le mura laterali per il banchetto rituale, ed il suo santuario all'estremità, spesso in una nicchia, prima del quale vi era l'altare. Sul soffitto in genere era dipinto un cielo stellato con la riproduzione dello zodiaco e dei pianeti.
I mitrei, così diversi dai grandi edifici templari dedicati alle divinità dei culti pubblici, si distinguevano anche per il fatto di essere di dimensioni modeste; il servizio di culto, che terminava in un banchetto comune, era officiato da una piccola comunità, solitamente formata da poche dozzine di persone.
Nel mitraismo l'acqua sembra svolgere un ruolo purificatorio importante e spesso nelle vicinanze del santuario vi era una sorgente naturale o artificiale."

Liconografia Mitraica, è piuttosto complessa e sicuramente ha subito "metamorfosi opportune attraverso il corso dei secoli, adattandosi alle culture che hanno aderito a questo culto oppure, meglio dire: conoscenza iniziatica.
Vediamo alcuni esempi, che sono arrivati sino a noi e che sono essenziali e/o funzionali alla spiegazione della teoria temporale che voglio presentare:


"Il mitreo Fagan (regio I)  a Roma, è così chiamato perché venne scavato dal pittore irlandese Robert Fagan tra il 1794 e il 1802. Oggi non è più accessibile, ma originariamente doveva trovarsi da qualche parte tra il Palazzo Imperiale e la bocca del Tevere.

Due importanti ritrovamenti vennero effettuati allinterno di questo mitreo. Il primo di essi è un gruppo marmoreo raffigurante luccisione del toro da parte di Mitra (la "tauroctonia"), che attualmente è conservato allinterno dei Musei Vaticani. Alla base della statua vi è uniscrizione, che riporta la dedicazione di un certo Caio Valerio Ercole al "dio imperscrutabile": «SIG(num) INDEPREHENSIVILIS DEI C(aius) VALERIVS HERACLES SACERDOS S(ua) P(ecunia) P(osuit) L(ucius) SEXTIVS KARVS ET». Lultima parte delliscrizione, con il nome di Lucio Sestio Caro, è unaggiunta successiva.

Il Leontocefalo


La seconda statua trovata al suo interno è ben più curiosa, e si trova esposta all'ingresso della Biblioteca Vaticana. Rappresenta un uomo nudo con la testa di leone ed avvolto dalle spire di un serpente. Nelle sue mani tiene una chiave con dodici fori ed uno scettro. Alle sue spalle sono due coppie di ali, che riportano ciascuna i simboli di una stagione. La statua ha conservato tratti di una pittura originale di colore rosso che lo ricopriva interamente. Questa figura, chiamata genericamente Leontocefalo (cioè un essere con la testa di leone) è ritenuta essere una rappresentazione del tempo.

La figura è affiancata da una lapide nella quale si trova le seguente iscrizione, che attesta il grado di "Pater" del già citato Valerio Ercole, e riporta la dedicazione del tempio, da parte sua e di altri due sacerdoti, che pagarono le spese di realizzazione, alle idi di Agosto (cioè il 13 Agosto) del 190 d.C.:


C(aius) VALERI
VS HERACLES PAT(er)
ET C(aii) VALERII
VITALIS ET NICO
MES SACERDO
TES S(ua) P(e)C(unia) P(o)S(ue)R(unt)
D(e)D(icatum) IDI(bus) AVG(ustis) IMP(eratore)
COM(modo)
VI ET
SEPTI
MIANO
CO(n)S(ulibus)

"Interessante, in questa raffigurazione, è il complesso simbolismo esoterico che essa rappresenta. Il serpente, innanzitutto, è un simbolo fondamentale. Esso avvolge luomo in sei spire, e la sua testa è vicina a quella delluomo, in forma di leone. Impossibile non fare il collegamento con i centri energetici dei chakra, lenergia del Kundalini (il serpente cosmico) che fluisce attraverso di essi risalendo dal più basso al più alto fino allultimo chakra che ha sede al centro della testa, nella ghiandola pineale, laddove si aprirà il cosiddetto "Terzo Occhio", quello del risveglio iniziatico. Il simbolo è in stretta analogia con il caduceo di Mercurio  e tutta questa simbologia è rappresentata nella lapide a lato della figura, sotto liscrizione, dove si vedono il caduceo, un gallo (simbolo del risveglio iniziatico) ed una pigna (la "ghiandola pineale", il Terzo Occhio, la Conoscenza Iniziatica)."

Seguitando:

Troviamo il leontocefalo nella cultura egizia, nella figura della Dea Sekmet:
Sekhmet il cui nome significa "Colei che è potente" era una divinità solare zoomorfa della mitologia egizia.
Rappresentava lo strumento della vendetta di Ra contro l'insurrezione degli uomini imponendo l'ordine del mondo.
Portava morte all'umanità ma era anche la dea protettrice dei medici come citano i papiri medici Ebers ed Edwin Smith

 

Dal carattere molto pericoloso questa dea aveva quindi un lato benevolo che richiedeva rituali specifici soprattutto durante gli ultimi cinque giorni dell'anno solare, giornate queste estremamente pericolose.
Era temuta persino nell'Aldilà dove il malvagio Seth ed il serpente Apopi venivano sconfitti dalla dea che abbracciava con le sue spire di fuoco Ra nel suo viaggio notturno.
Sekhmet incarnava il fiammeggiante Occhio di Ra ed era in questo caso assimilabile a Tefnet. Narra il mito della Dea Lontana che Ra, adirato con gli uomini che avevano cospirato contro di lui, la inviò per ucciderli, ma dovette poi fermarla ubriacandola con la birra, colorata di rosso come il sangue, per far sopravvivere il genere umano. La dea, assetata di sangue, che stava uccidendo sistematicamente tutti gli uomini dopo aver bevuto la birra si addormentò ed al risveglio prese le sembianze di Hathor.
Per ricordare la terribile circostanza, nacque la Festa dell'Ebbrezza, celebrata nella stagione di Akhet ossia dell'inondazione del Nilo e nella quale venivano preparate grandi quantità di birra.
L'attributo di Colei che è potente era in realtà attributo di Hathor e fu quest'ultima, per punire gli uomini ribelli, che si trasformò in Sekhmet a sua volta identificata, oltre alle già citate Bastet e Tefnet, anche in Uadjet.
Più di cinquecento statue della dea sono state trovate nel tempio di Karnak, fatte erigere da Amenofi III per non inimicarsi la crudele dea.


Facile pertanto, ritrovare nella storia della dea Sekmet, tutte le simbologie esoteriche rappresentate appunto, nel leontocefalo romano, ma non solo:

Il leontocefalo di Sidone (Siria):


Il leontocefalo di Bordeaux (Francia):


ECCOCI ARRIVATI QUINDI (SCUSATE IL LUNGO, MA NECESSARIO PREAMBOLO) AL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE:

IL MITRAISMO HA ORIGINI PREISTORICHE?
VI SONO RITROVAMENTI CHE POSSONO AVVALLARE QUESTA TESI?
LE NOSTRE CONOSCENZE SULLA PREISTORIA DELLUOMO SONO IN GRAN PARTE DA RIVEDERE?

IO, LEGGENDO LARTICOLO CHE SEGUE, QUALCHE DUBBIO ME LO SONO POSTO !

BUONA LETTURA

MLR


L'enigmatica statuina del "Leone Umano"




Da:

Una testa di leone su un corpo umano. La storia del "Leone Umano" (in tedesco: Löwenmensch, letteralmente "leone umano") comincia nel 1939, quando un gruppo di archeologi tedeschi, impegnato in uno scavo presso il sito paleolitico di Stadelhole ("grotta stabile") a Hohlenstein, nel sud della Germania, scoprì centinaia di frammenti di avorio di mammut.
Solo una settimana dopo l'interessante scoperta, prima che il team potesse completare il lavoro sul campo e analizzare i reperti, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale costrinse gli archeologi ad abbandonare rapidamente il sito.

I frammenti furono custoditi in un deposito presso un Museo nelle vicinanze della città di Ulm, dove vi rimasero, quasi dimenticati, per trent'anni, fino a quando l'archeologo Joachim Hahn cominciò ad analizzare i frammenti.
Hahn catalogò e analizzò più di 200 frammenti, con i quali compose una straordinaria figurina umanoide risalente al periodo Aurignaziano (più di 30 mila anni fa). Era chiaramente una figura con caratteristiche sia umane che animali.
Ma la statuita era incompleta. Infatti, solo una piccola parte della testa e dell'orecchio sinistro erano state trovate, quindi non si riusciva ancora a capire quale tipo di creature potesse rappresentare.
Tra il 1972 e il 1975, furono consegnati al museo altri frammenti raccolti dal pavimento della grotta e altri ancora che furono rinvenuti in una campagna di scavi del 1960, conservati il un altro luogo. Bisognerà aspettare il 1982 perchè un archeologo rimetta mano alla composizione della statuina.
Fu Elizabeth Schmidt, un'archeologa, a riprendere il lavoro cominciato da Hahn. La Schmidt non solo corresse alcuni errori commessi da Hahn, riusci ad aggiungere anche le parti del naso e della bocca che mancavano, rendendo sempre più chiaro che la statuina aveva la testa di un felino.
In origine, la figura antropomorfa fu classificata da Hahn come di sesso maschile. Ma la Schmidt, sulla base dei frammenti aggiuntivi, decise che si trattava di un essere di sesso femminile con la testa di leone, cioè di una "Löwenfrau" (donna leone). Ma entrambi le ipotesi non potevano essere provate scientificamente.
Nel 2008, una nuova spedizione ha portato un team di archeologi, guidati da Claus-Joachim Kind, sul sito di Stadelhole. La squadra ha rimosso tutto il materiale di riempimento versato frettolosamente dai colleghi del 1939 all'indomani dello scoppio della guerra. Nei tre anni di permanenza sul sito, il team di Kind ha trovato mille nuovi frammenti di avorio, molto più piccoli dei precedenti.

"Nel 2009, quando abbiamo trovato i primi frammenti, abbiamo avuto una sorpresa enorme", spiega Kind. "Siccome abbiamo scavato esattamente nel punto in cui venne fatta la prima scoperta nel 1939, abbiamo capito subito che appartenevano al Leone Umano.
Era evidente che alcuni frammenti erano stati danneggiati durante gli scavi precedente. Furono recuperati solo i pezzi più grandi, mentre quelli più piccoli furono lasciati nella caverna".
Grazie ad una simulazione tridimensionale della statuina, si è riusciti a collocare i frammenti ritrovati come parti mancanti del collo e del dorso. "Alla fine del 2011 abbiamo recuperato tutti i pezzo", conclude Kind. "Ci auguriamo che presto il Leone Umano sia completo".

Nella sua configurazione definitiva, la statuina risulta essere alta 29, 6 centimetri, larga 5, 6 centimetri e con uno spessore di 5, 9 centimetri. E' stata ricavata da avorio di mammut con uno scalpello in pietra di selce. Attualmente è custodita nel museo di Ulm, in Germania.
Una delle caratteristiche della scultura che più sorprendono è la straordinaria precisione con il quale è stata realizzata, considerata l'epoca a cui viene fatta risalire. All'inizio, si pensava che la statuina fosse stata scolpita circa 30 mila anni fa. Ma la datazione al radiocarbonio eseguita di recente sposta la sua datazione di ben 10 mila anni nel passato, facendola risalire a  40 mila anni fa. Questo, ne fa una della più antiche sculture antropomorfe d'Europa, come riferisce la rivista Archeology.
Ma chi o casa rappresenta?
L'interpretazione del manufatto è molto difficile. Uno dei metodi per coglierne l'identità è quello di compararlo con i dipinti rupestri ritrovati in alcune grotte europee, come quelli di Lascaux, in Francia. Anche questi pittogrammi presentano figure ibride. Tuttavia, si tratta di opere di diverse migliaia di anni più giovani della scultura tedesca.
In alcune campagne di scavo successive al ritrovamento del Leone Umano, in una grotta della stessa regione, furono rinvenute altre statuine con la testa di Leone, molto più piccole e insieme ad altre figure di animali e flauti vari. Questo potrebbe essere un indizio che la figura antropomorfa del leone abbia svolto un ruolo importante nella mitologia degli esseri umani del Paleolitico Superiore.
Ciò che colpisce è che lo scultore del Leone Umano era dotato di una mente capace di grande immaginazione, non limitandosi a rappresentare forme presenti in natura. "A quanto pare, non è necessario avere un cervello con una corteccia prefrontale complessa per creare un'immagine mentale di un uomo-leone", sottolinea Jill Cook, curatrice del British Museum. "La scultura di Ulm getta una luce nuova sull'evoluzione dell'homo sapiens".
I ricercatori hanno calcolato che lo scultore ha impiegato almeno 400 ore per realizzare l'opera, lavorando per due mesi alla luce del giorno. Ciò significa che l'intagliatore non era un cacciatore ed era mantenuto dalla comunità. Ciò presuppone un certo grado di organizzazione sociale e un sostanziale apprezzamento per le arti visive.
Il dibattito tra gli studiosi, su ciò che rappresenta la statuina, è ancora aperto. C'è chi ritiene che sia da collegare allo sciamanesimo e al mondo degli spiriti, c'è chi crede che si tratti di un'opera d'arte fine a se stessa, e che crede che possa anche trattarsi di giocattoli realizzati per i bambini del Paleolitico Superiore.
Ad ogni modo, la creatura fantastica umano-leonina rappresenta una reliquia unica nel suo genere. Essa si riferisce alla vita intellettuale, sociale e religiosa della mente degli esseri umani vissuti durante l'ultima glaciazione. Tuttavia, la loro visione complessa del mondo, non può essere decifrata più di quanto si sia riusciti finora.

Biblio: Wikipedia

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